Silent night, deadly night 5: The toy maker - Film (1991)

Fabbricante di giocattoli alcolizzato, Joe Petto (Mickey Rooney) realizza oggetti in grado di animarsi per poi agire con finalità omicida. Episodio totalmente estraneo al filo conduttore del ciclo, tenuto assieme agli altri quattro solo per l'ambientazione "natalizia". Silent Night, Deadly Night 5 ibrida, malamente, il tema del killer mascherato con quello tipico di casa Charles Band, ovvero i "burattini assassini". Regia piatta, interpretazioni legnose, tema obsoleto ed effetti, ancora una volta di Screaming Mad George, ben al di sotto della media.

Nell'ultimo capitolo della saga Yuzna passa il timone a Kitrosser, ma rimane in produzione e si riconosce il suo stile. Il risultato è sorprendentemente buono, tanto che dopo il primo capitolo è forse questo il migliore. Le morti provocate dai giocattoli assassini sono fantasiose (su tutte quella della sfera-babbo natale assassino e quella del lombrico animato nella gola) con effetti speciali semplici ma assai efficaci (del celebre Scream Mad George). Grandioso il finale che rimanda a Pinocchio! Ottimo Rooney nel ruolo del giocattolaio folle.

Torna Brian Yuzna (questa volta come produttore e co-sceneggiatore) per un sequel ancor più bizzarro del precedente e parimenti slegato dal capostipite: troviamo qui un Geppetto diabolico (l'inquietante Mickey Rooney) che costruisce giocattoli assassini e li distribuisce a ignari malcapitati. Umorismo involontario (il bambino coi retrorazzi nei pattini) e genuini richiami uncanny (i manichini nella bottega del "toy maker") giocano a ping pong fra balzani comportamenti dei protagonisti, striscianti tocchi scabrosi e un twist finale dai sentori edipici del tutto folle. Curiosità camp.

Yuzna porta a conclusione la saga come produttore e il risultato è sorprendente. Sorta di rilettura di Pinocchio (i personaggi si chiamano Joe Petto e Pino) incrociata con i giocattoli assassini fullmooniani. Questi costituiscono il pezzo forte del divertimento (impagabili la sfera Babbo Natale che strangola i malcapitati o il verme di plastica infilzato in gola), frutto del magnifico artigianato low cost di Screaming Mad George. Il finale lascia a bocca aperta con manichini androgini, rapporti edipici e incestuosi. Ottimo Mickey Rooney.

Per il quinto e ultimo installamento della serie, si mantiene il Natale come sfondo ma, alla maniera del precedente, la storia non ha nulla a che fare con l'originale; è infatti una curiosa rivisitazione di Pinocchio, inscenata in maniera non dissimile da quanto avrebbe potuto fare un Charles Band, principalmente per l'idea dei vari giocattoli assassini. A patto di stare al gioco e di tollerare alcune pacchianate, è un lavoro sorprendentemente migliore del previsto, con buoni SPFX, qualche momento splatter e un finale piuttosto folle; una visione tutto sommato può anche meritarla.

Caso più unico che raro, è una saga che giunge al suo acme proprio sul traguardo: una spericolata rivisitazione di Pinocchio, carente e malandata ma anche terribilmente sfiziosa con le sue reminescenze Bandiane e la simpatica e surreale proditorietà degli artigianali gingilli. Di culto la presenza scomposta di Rooney, la performance di Bremer specie nel plastico ed edipico finale e la riproposizione di alcuni attori del quarto capitolo con personaggi dalla stessa identità ma ruolo e funzione diverse. Regia rigida, con Yuzna ancora in sella sarebbe andata meglio. Picchiatello.