Byt - Corto (1968)

Solo Svankmajer poteva concedersi il lusso di girare un film così nel 68: quando tutti avevano qualcosa da dire lui non dice niente ed eccoci catapultati in un appartamento dove ne succedono di ogni, il protagonista viene vessato da ogni angolo della (è proprio il caso di dirlo) animata casa; il finale è talmente non-sense che appare come l'unico finale possibile. Ennesima piccola perla del regista ceco.

Fantasia surrealista su un uomo che si ritrova in un appartamento in cui gli oggetti sembrano rispondere a leggi ben diverse da quelle naturali: gli specchi duplicano anziché riflettere, le uova sono infrangibili, i letti si decompongono. Il corto attira con l'umorismo all'interno di un'atmosfera misteriosa che ben presto lascia il senso del bizzarro per scaraventarci in una grottesca avventura kafkiana, che approderà in un finale da brividi. Un pseudo-divertissement che si chiude nell'apoteosi di un'allegoria inquietante.

Con l'ausilio di un attore in carne ed ossa, un altro inquietante incubo del maestro Svankmajer. L'attore protagonista è molto bravo nel rappresentare quello che Svankmajer vuole darci e tutto il corto risulta molto inquietante. Consigliato altamente.

Un uomo entra in un appartamento in cui tutte le leggi della fisica sembrano essere sovvertite e gli oggetti si comportano in modo inusuale dando quasi l’impressione di una ribellione. Lo spunto non resterà isolato nell’opera del ceco e si traduce nella solita buona realizzazione che coinvolge e incuriosisce lo spettatore. Kafkiano, come dimostra il notevole finale.

Un uomo si trova suo malgrado a fare i conti con un appartamento molesto che poco alla volta disintegra la sua anima. Ecco che il rifugio domestico della casa viene qui rappresentato come una trappola infernale simile a una prigione. Le chiavi di lettura possono essere molteplici ma sta di fatto che ci troviamo di fronte a un vero e proprio cortometraggio a tinte horror che ricorda molto un terribile incubo notturno. Bellissimo.