Salon de coiffure - Corto (1908)

Vera e propria comica, ambientata in un caotico negozio di parrucchiere unisex ove può succedere che, per i pasticci del personale, un uomo di colore diventi bianco (con sua somma felicità) e una donna bianca diventi nera (di pelle e di rabbia!)… Gli effetti speciali sono quasi nulli, ma si notano la cura dei dettagli dell’interno della bottega e il maquillage dei due sventurati clienti.

Discreta comica ambientata dal parrucchiere, dove i due barbieri tutti presi dalle chiacchiere tra di loro non si accorgono di intervenire malamente sui loro clienti: cosicché un nero, spazzolato in faccia anziché sui capelli, diventa bianco, mentre a una bianca viene spalmata la tintura nera sul volto. Le gag sono piuttosto carine, ma è soprattutto il ritmo, fresco e agilissimo, il vero motore del cortometraggio. Arioso e curioso.

Simpatica comica ambientata in un salone di parrucchieri. I due gestori alquanto pasticcioni, combinano guai nei confronti di sventurati clienti. Mettendo da parte (quasi) completamente gli effetti speciali, Georges Méliès si concentra su ritmo (davvero impeccabile) e mimica degli interpreti. Ne deriva un cortometraggio spassoso ed espressivo, caratterizzato anche da una grande cura nell'ambientazione.

Molto veloce e scattante, ma con l'inconveniente di rappresentare sulla scena, in modo contemporaneo, due azioni fondamentali per capire il significato del corto (meno di tre minuti), per cui diventa impossibile seguire compiutamente il tutto. Alla fine dei conti c'è una sola trovata.Produzione ordinaria del Maestro.

Dopo un inizio abbastanza soft in cui i barbieri eseguono egregiamente il loro lavoro, questi cominciano a distrarsi combinandone letteralmente di tutti i colori. Il ritmo è frenetico per tutta la durata del corto, addirittura a tratti confusionario, tanto che non si riesce a seguire bene ciò che avviene in contemporanea a destra e a sinistra dello schermo. La sensazione è che Méliès abbia virato decisamente più sulle comiche rispetto alla ricerca dell'effetto straniante. Ne esce un ibrido che dice poco, anche se a tratti è divertente.