Pink Floyd - The Wall - Film (1982)

Pink Floyd - The Wall

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Da uno degli album più importanti nella storia della musica (che piaccia o meno è un altro discorso) un'opera ambiziosa, magniloquente, che fonde in modo magnifico le animazioni originali e in splendido mutamento di Gerald Scarfe con le immagini tremendamente suggestive di Alan Parker. A suggellare l'unione la musica straordinaria dei Pink Floyd, scritta interamente da Roger Waters (con la collaborazione di David Gilmour in tre casi e di Michael Kamen nell’enfatico finale di “The Trial”) e suonata dai Pink Floyd per l'ultima volta al completo. E’ la storia di Pink (un Bob Geldof in parte, bravo anche quando deve cantare recitando le due “in The Flesh” sostituendosi alla voce originale...Leggi tutto di Waters), rockstar mentalmente instabile e dedita all'uso di stupefacenti che rivive la sua infanzia ritornando di tanto in tanto a un presente fatto di sangue, violenza e trasgressione. Temi che parrebbero banali in realtà sono il pretesto per mettere in scena un dramma universale condendolo di una forza visionaria che ha ancora oggi pochi eguali. Concepito (dopo costanti liti tra il regista Parker e lo sceneggiatore Waters) per esaltare la capacità comunicativa immediata tipica dei videoclip, vi aggiunge una logica e una profondità che solo un vero film può regalare. Per questa sua natura ibrida THE WALL non può essere confuso con un musical (la musica non è quasi mai “cantata” dagli attori) né con un semplice videoclip. E’ di più, perché Parker e Scarfe (le sue animazioni lasciano spesso a bocca aperta per l'uso incredibile di movimenti e colori) hanno saputo non ripetersi, inventando situazioni e immagini sempre nuove di altissima qualità che si accompagnano al meglio all'estrema varietà delle musiche. Rispetto al disco diversa scaletta e versioni alternate.

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D.Laurent 13/05/07 14:25 - 8 commenti

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Incubo messo in musica, opera allucinante e allucinogena del mitico gruppo, The Wall non è un semplice musical, è più vicino ad una rock opera, la migliore di sempre, nonostante anche questo appellativo gli vada stretto. Sono parole, versi, note disperate, un gioco di immagini reali e disegni animati che può coinvolgere e sconvolgere, ma anche annoiare e infastidire. Non perfetto, ma unico. Ovviamente consigliato agli amanti dei Floyd e della musica in generale.

G.Godardi 14/05/07 18:29 - 950 commenti

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I deliri di Roger Waters prendono forma e immagini, spesso animate, in questo film musicale influenzatissimo da Tommy di Russell. La storia perviene direttamente dall'album omonimo ed è interpretata da Bob Geldof. In piccoli ruoli vi sono anche Bob Hoskin e Joanne Whalley (poi Kilmer). Autentica manna dal cielo per i fan dei Pink Floyd, è un videoclippone lungo 90 minuti, visionario e affascinante. Tuttavia chi non mastica Pink Floyd a sufficienza lo troverà incomprensibile se non noioso. Parker lo ritiene il suo film più stupido. Ad ogni modo è un cult.
MEMORABILE: Gli splendidi disegni animati di Scarfe e la mitica sequenza della macchina tritabambini. Quando vidi il trailer da piccolo pensavo fosse un horror...

ShangaiJoe 31/05/07 15:14 - 32 commenti

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Definire semplicemente “The Wall” un film musicale sarebbe offensivo oltre che estremamente riduttivo. In 95 minuti c’è l’essenza della filosofia di un uomo che, nonostante un periodo di crisi artistica e personale, decide di rimettere in discussione la sua tremenda visione del mondo. Ne nasce un capolavoro musicale e visionario che riporterà la band ai vertici delle classifiche mondiali. Quest’uomo si chiama "Roger Waters" e loro sono i "Pink Floyd". Credo che al loro cospetto ci sia consentito solo di inginocchiarci e ringraziarli in eterno.

Undying 20/07/07 22:26 - 3807 commenti

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Bob Geldof, oltre che ottimo cantante, si dimostra valido attore, ed il film, che celebra il titolo di punta della discografia dei Pink Floyd (The Wall) si lascia seguire tutto d'un fiato: con ottimi intermezzi animati, con le visioni (o trip) dei protagonisti che vengono trasposte sullo schermo con sincronia audiovisiva esemplare. Ogni secondo della pellicola fa battere il cuore in reazione ai tristi pensieri di una mente ribelle: la violenza, la guerra, la dittatura e il "male di vivere". Alan Parker compone un inno poetico di rara efficacia.

MAOraNza 23/07/07 01:48 - 244 commenti

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Le visioni di Roger Waters prendono forma nei disegni di Gerald Scarfe, nella regia suggestiva di Alan Parker e nell'ottima interpretazione di Bob Geldof. Una rock opera totale, un film in musica, un alienante viaggio nei meandri della psiche umana, una analisi spietata in cui Waters mette qualcosa di più di qualche cenno autobiografico. L'inizio della fine per i Pink Floyd inteso come gruppo, l'ascesa a santone e guru del rock post moderno per Waters che culminerà con lo sconvolgente The Final Cut e successivo abbandono della band.
MEMORABILE: IS THERE ANYBODY OUT THERE?

B. Legnani 28/07/07 15:12 - 5523 commenti

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I Pinkfloydòmani si potranno legittimamente esaltare. Chi tale non è, assiste con curiosità ad un film che regala tante immagini colorate, anche in disegni animati, e suggestioni oniriche interessanti. Ma i limiti dell’operazione (creare una pellicola da un grande disco di grande successo) sono insiti nell’assunto medesimo.

Galbo 16/02/08 06:06 - 12380 commenti

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Film parecchio suggestivo per ciò che concerne l'aspetto visivo e che si segnala ovviamente per la colonna sonora assolutamente superlativa. Il limite va ricercato nella validità cinematografica di una pellicola di questo genere, evidentemente destinata agli estimatori (tanti) del gruppo, ma apprezzabile con difficoltà dallo spettatore medio, nonostante la buona regia di Parker e la bravura di Bob Geldof.

Puppigallo 16/02/08 17:40 - 5259 commenti

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Quando anche un non patito della musica come me deve ammettere che qui la commistione suono immagine dà vita a un qualcosa di espressivamente potente, allora vuol dire che ci si trova al cospetto di una grande opera; un corpo visivo pieno di significato, dove la musica funge da linfa vitale, ma anche da inesauribile fonte di energia, dalla quale far scaturire le immagini stesse (spesso dure e crude, quasi contorte, seppur provenienti dal mondo dell’animazione). Si subisce così un bombardamento visivo e acustico, che lascia totalmente appagati.
MEMORABILE: La colomba si spappola trasformandosi in nero rapace e in arma bellica. La marcia dei martelli.

Redeyes 18/02/08 10:29 - 2443 commenti

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Evitandovi di sciorinare la mia autentica malattia nei confronti dei Pink Floyd, mi limiterò al film. Ho trovato un Geldof in ottima forma e un coacervo d'immagini altamente suggestive che lasciano esterrefatti. "The Wall", così come il disco omonimo, è un concept e come tale va goduto. Tuttavia il film, va da sè, è più un'ennesima perla per amanti che un prodotta di massa. È un Unicum!

Pigro 9/08/08 09:09 - 9636 commenti

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Opera-rock suggestiva e visionaria che intreccia la bella musica dei Pink Floyd con la storia del signor Pink Floyd, orfano di guerra, anima sensibile triturata dall’autorità scolastica e dalle donne, cantante pop e leader neonazi. Il film (sulla falsariga di Tommy) è potente e offre squarci visivi e concettuali di grande impatto sia emotivo che politico (bello anche l’intreccio con le animazioni). La chiave è fondamentalmente onirica (se non lisergica...) e il tutto è così bello che si può anche perdonare la violentissima misoginia.

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Lele Emo 10/08/08 19:12 - 184 commenti

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Senza dubbio un capolavoro. Fermarsi a dare un'etichetta a una pellicola di questo tipo sarebbe battaglia e forza persa. L'allucinazione nefasta, l'isolamento, la violenta visione del mondo dell'autorità costituita, sono in questa opera argomenti trattati con lucidità lisergica "ai confini della realtà". Con animazioni straordinarie in grado di spingere al massimo sulla potenza visionaria. Non posso non accorgermi del chiaro stralcio biografico, anche filo conduttore dell'opera, riguardo al caro estinto Syd, anima "nascosta" del progetto Floyd.

Renato 2/03/09 17:03 - 1648 commenti

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Ottimo film-opera con le splendide musiche dei Pink Floyd, in cui comunque la parte visiva non è meno importante di quella musicale. Ricordo che lo vidi per la prima volta quando avevo 9 o forse 10 anni su una vhs inglese, onestamente senza capirci molto; eppure mi fece una grande impressione. Rivisto a distanza di anni mantiene comunque un certo senso di inquietudine, e non solo nelle (ottime) sequenze animate.
MEMORABILE: La scena del treno.

Cotola 3/03/09 23:27 - 9013 commenti

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Tradurre in immagini il capolavoro musicale dei Pink Floyd era un'impresa ardua e in effetti Parker dirige un'opera riuscita solo in parte. A tratti, infatti, riesce a coinvolgere con una certa visionarietà, a tratti invece risulta un po' più scontato. Naturalmente a coinvolgere e trascinare lo spettatore ci pensa la musica. In ogni caso immancabile per chi ama il gruppo.

Greymouser 13/05/10 13:02 - 1458 commenti

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Meravigliosa trasposizione per lo schermo dell'opera-rock "The Wall", l'ultimo grande sforzo creativo dei Pink Floyd. Parker coglie molto bene lo spirito e le atmosfere che l'album-concept del gruppo inglese aveva saputo creare musicalmente e attraverso i testi. Il regista di Fuga di mezzanotte riesce a coniugare il tutto con delle costruzioni visionarie di grande suggestione, dando un contributo indelebile al capolavoro dei Floyd. Bravo Bob Geldof, leader dei Boomtown rats, che qui presta le sue fattezze all'allucinato protagonista.

Vstringer 11/05/10 02:26 - 349 commenti

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Alan Parker dà sfolgorante forma cinematografica agli incubi e alle ossessioni di Roger Waters, diventato ormai il dominus dei Floyd: Geldof è ottimo nella parte e le animazioni di Gerald Scarfe sono eleganti e inquietanti al punto giusto. Ben decifrabile per gli iniziati, ostico per gli altri: The Wall è comunque uno degli album più accessibili della band, per cui la fruibilità da parte del vasto pubblico non è compromessa, neanche se in fin dei conti si parla di un florilegio sottotitolato di videoclip a tesi, non necessariamente per tutti.

Piero68 27/05/10 10:06 - 2955 commenti

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Ultima grande fatica musicale di Roger Waters che con "The Wall" sancisce la definitiva separazione dai Pink Floyd. Concept-album interamente scritto da lui e quasi interamente autobiografico. Alan Parker ne approfitta e mette su un'opera rock, assegnando a Bob Geldof il ruolo dell'allucinato e visionario Pink. L'intero film è un gigantesco video clip della durata di un'ora e mezza. Una trasposizione in immagini, comunque soggettiva, dei peggiori incubi di Waters già espressi in musica. Memorabile la scena di Pink che si trasforma in vermi.

Mr.geko 17/07/10 17:52 - 34 commenti

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Davvero un grande film visivo tratto da un grande capolavoro della musica rock. La storia narra di un cantante rock all'apice del successo ossessionato da tanti brutti ricordi del suo passato che vanno a costituire come mattoni il muro del titolo fino ad isolarsi dalla realtà e diventare un mostro pieno di odio, rappresentato come un nazista. La colonna sonora si mischia perfettamente alle atmosfere surreali che si creano ed il racconto è narrato dai testi dei Pink Floyd. Fantastico viaggio nell'uomo.
MEMORABILE: Le scene a scuola, i mitici martelli e tutti i disegni, le musiche perfette e il grande significato.

Mdmaster 7/11/10 16:15 - 802 commenti

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Sospeso a metà tra musical e videoclip, inframmezzato da momenti di "trama" con altri puramente surreali: è Roger Waters in immagini, la sua presunzione di rock star, la solitudine, le droghe, la follia malcelata. In questo The Wall riesce in pieno a musicare e dare nuova valenza a un album che, preso singolarmente, non è certo perfetto. A distanza di anni, il sofferto film di Parker rimane visione assolutamente originale, lontano da qualsiasi commercialità e, naturalmente, obbligatorio per tutti i fans della band inglese.
MEMORABILE: Geldof si taglia via le sopracciglia (ricorda qualcosa...); la scena tagliata con "Hey You", visibile sul dvd.

Pinhead80 29/11/10 03:07 - 4720 commenti

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Grande film di Alan Parker e atto di denuncia nei confronti del sistema scolastico e militare britannico sotto il governo Thatcher. Le bellissime musiche dei Pink Floyd si fondono alle immagini che alternano momenti videoanimati alla storia di Pink. Sociologicamente il muro rappresenta la divisione e la mancanza di comunicazione: i Pink Floyd e Alan Parker vogliono abbatterlo con suoni e immagini.

Ziovania 21/12/10 11:58 - 337 commenti

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The Wall (il disco) è una bomba sonora che sta in piedi da sola; non si sentiva cioè la necessità di aggiungere immagini (che qui precorrono spesso lo stile MTV) alla vicenda di un ex ragazzo inglese incapace di trovare risposte alle proprie angosce se non quelle liberatorie del rock o quelle distruttive della droga. The Wall (il film) è però girato con la sensibilità giusta per non far rimpiangere l'opera originale e i molti momenti suggestivi riescono a gratificare l'opera discografica.

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Paulaster 6/01/13 14:03 - 4391 commenti

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Opera monumentale dall’intuizione di Waters: i Pink Floyd resteranno nell’Olimpo anche a livello visivo, grazie a questo contributo filmato. Parker accompagna bene le tracce musicali e una fotografia cupa fa scendere un passo alla volta verso l’abisso. Poteva addirittura essere più marcato nella violenza psicologica. La parte animata serve in alcuni frangenti, ma non è fondamentale alla resa. Geldof si arrangia ma gli manca il fuoco recitativo.

Enzus79 24/07/13 17:38 - 2874 commenti

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Trasposizione cinematografica del famosissimo album omonimo dei Pink Floyd. L'immaginario di Roger Waters (sceneggiatore) è difficile (almeno per chi non è fan del gruppo) da interpretare, anche se ha un impatto forte e positivo. La malinconia regna sovrana.

Lythops 27/09/13 15:22 - 1019 commenti

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Alan Parker in stato di grazia totale firma un'opera unica in rara osmosi con musica e testi. Un film da manuale che sbatte in faccia allo spettatore tragedie, turbamenti e realtà che, anche se magari non ha provato con l'intensità del protagonista, può comunque comprendere. Il film ha un peso raro per la visione da incubo della vita e dei rapporti umani, ma possiede una forza e una poesia straordinaria. Da studiare.
MEMORABILE: La sala professori.

Samdalmas 7/10/13 17:43 - 302 commenti

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Due geni visionari come Roger Waters e Alan Parker si sono incontrati per dare vita a un film che resta un'esperienza sonora e visiva unica: la deriva della rockstar Pinky (Bob Geldof, indimenticabile) tra follia, ricordi dell'infanzia, traumi della guerra. Da notare che alcuni canzoni (come "Mother") sono state in parte risuonate rispetto al disco. Cameo per Bob Hoskins nella parte del manager.
MEMORABILE: Il taglio delle sopracciglia da parte di Pinky.

Schramm 12/07/15 12:11 - 3490 commenti

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Articolando l’inconscio come un linguaggio e viceversa, Parker spurga un intasato pozzo di San Patrizio e ne sgorga a idrante una cosmogonia di pareidolie e taedium mori, fate morgane e disturbi bipolari visivi e narrativi, costringendo lo spettatore in un viaggio astrale nella frustrazione, nella ribellione, nella più compressa follia (della mente, della guerra, del sociale), nell’alienazione e nell’abbandono. Cinema epigrammatico, corticale, alcaloide, dopaminico, potente come una droga dissociativa, una Visione da crisi mistica. Servizio più sopraffino ai Pink Floyd non poteva davvero esser reso.

Il ferrini 25/08/16 19:32 - 2345 commenti

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Opera di grande impatto visivo, oltre che - chiaramente - musicale, nato dopo non poche difficoltà e un lungo travaglio (lavorare con Waters è impresa ardua per chiunque). Il risultato è straordinario, grazie anche alle animazioni di Gerald Scarfe, ma soprattutto a un monumentale Bob Geldof. Nonostante la forte connotazione autobiografica che gli conferisce l'autore, aleggia incessantemente sulla figura di Pink il fantasma di Syd Barrett. The Wall forse non sarà perfetto ma di certo è il miglior film musicale mai girato.
MEMORABILE: La sequenza animata di "Empty Spaces".

Buiomega71 13/10/16 19:25 - 2901 commenti

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Parker rovescia l'ottica russelliana, gioca con Jodorowsky e Arrabal. Ne esce un'opera fortissima, eccentrica, carnale, necrofora, che sconfina spesso nell'horror. Tra le trincee e gli orrori della guerra, cadaveri mummificati nel letto in odor di necrofilia, corpi che si decompongono cronenberghianamente, stupri, riunioni naziskin, sangue che cola, incubi amniotici, tritacarne giganti. La parte animata stride un po' (comunque ha immagini bellissime) e la musica dei Pink Floyd suggella questo incubo fatto di deliri visivi che appagano l'occhio e stimolano l'encefalo.
MEMORABILE: Il tunnel; La danza dei martelli; Le bastonate splatter; Geldof in posizione fetale; Il tuffo cristologico nella piscina; L'incubotica infanzia.

Pessoa 16/12/16 13:26 - 2476 commenti

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Parker si tuffa di testa nelle paranoie di Waters e ne tira fuori uno dei più bei film musicali di sempre. Necessariamente criptico per i più (stiamo parlando dei Pink Floyd), riporta con rigore visionario allucinazioni che lentamente finiscono per impadronirsi dello spettatore, diventando universali. Geldof mantiene un corretto atteggiamento asettico e si lascia scivolare addosso tutto il male del mondo fino alla ineluttabile (ed agognata) nemesi. Bella la fotografia di Biziou. Si astengano le anime semplici. Straordinario!
MEMORABILE: I cartoni animati, fra i più angoscianti di sempre.

Almicione 4/03/17 02:19 - 764 commenti

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Fallimento già scritto nel concepimento della pellicola: la musica entra in modo diretto dalle orecchie, il film va goduto con la mente e comunque con gli occhi; l'unione non è gradita e si finisce per seguire uno e non l'altro. Qui le immagini - stravolte, piene di distorsioni ed effetti speciali tipici degli Sci-Fi anni '80 con illustrazioni fuori luogo - risultano solo fastidiose, così come il rimaneggiamento della colonna sonora. Sì, le tematiche e blablabla, ma così si è rovinato un bell'album e non rimane niente. Noioso.

Magi94 27/10/17 18:22 - 944 commenti

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Tendenzialmente mal sopporto i film musicali ma in questo caso, conoscendo e amando sia l'album che la storia che racconta, non posso che gridare al capolavoro. Difficilmente si sarebbero potute associare alle musiche dei Pink Floyd immagini più appropriate: la fotografia fosca, dei pezzi quasi splatter e la straordinaria interpretazione di Bob Geldof ricreano alla perfezione il messaggio e l'angoscia di The Wall. Punte insuperabili durante l'esecuzione di "Another Brick in the Wall (part 2)", "Mother" e la "Outside the Wall" dopo il crollo del muro.

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Minitina80 29/11/17 08:50 - 2980 commenti

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A Parker spetta l’arduo compito di tramutare in immagini gli incubi che scaturiscono dalle note di un concept album come "The Wall" che tanto segno ha lasciato nella storia del rock. I riferimenti alla vita di Waters sono abbastanza evidenti rendendolo un lavoro praticamente biografico. È sicuramente un'opera unica nel suo genere, capace di raggiungere picchi importanti che ben si amalgamano con la musica, senza però dare l’idea di essere un vero musical o un videoclip allungato. Ottime le animazioni, perfettamente inserite.

Alex75 1/12/17 13:37 - 878 commenti

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Alan Parker (con la collaborazione di Scarfe alle animazioni) traduce in immagini le ossessioni di Roger Waters: guerra, alienazione, rapporti con le donne e con il pubblico, nonché il fantasma di Syd Barrett, in un magma sonoro e visivo che non lascia tregua: una sovrabbondanza qualitativa e quantitativa che frastorna e affascina. Bob Geldof si immedesima in modo impressionante nella rockstar che mattone su mattone si isola e marcisce, scivolando sul ghiaccio sottile della vita moderna.
MEMORABILE: La piscina; I bambini nel tritacarne; La follia e le pulsioni naziste di Pink; La marcia dei martelli.

Noodles 10/07/23 20:00 - 2204 commenti

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La conditio sine qua non per apprezzare quest'opera è la passione per i Pink Floyd. Senza di questa può sembrare un'operazione stucchevole. Ma chi conosce la band inglese andrà in estasi. Film ottimo, partendo dalla musica sino alle suggestive animazioni, passando per le numerose scene ad effetto, di cui alcune molto violente. La vetta è forse l'animazione in "Goodbye Blue Sky". Il significato ognuno lo troverà dentro di sé. Peccato per una certa ripetitività verso la fine. Nel cast si riconosce Bob Hoskins come manager di Pink. Un film che lascia tanto, da vedere assolutamente.
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  • Curiosità Buiomega71 • 30/08/11 00:44
    Consigliere - 25943 interventi
    Alan Parker, per le scene finali di violenza metropolitana, usò dei veri skinheads che portarono scompiglio sul set.
    Fonte: Nocturno
  • Musiche Lucius • 3/05/12 20:33
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri del pezzo poi riutilizzato anche nel film:

    Ultima modifica: 3/05/12 21:30 da Zender
  • Musiche Zender • 3/05/12 21:12
    Capo scrivano - 47730 interventi
    Dunque, qui c'è da fare un discorso. Il 45 giri tratto dal film non ha niente a che vedere con quello da te postato (che col film non c'entra proprio nulla) ed è "When the tigers broke free/Bring the boys back home", ovvero questo:



    Curioso tra l'altro che sul retro sia scritto "taken from the album The final cut", che era imminente ma che a sorpresa non vide poi affatto nella tracklist nessuno dei due pezzi del 45 giri (When the tigers ci è rientrato solo nell'ultima riedizione in cd).

    Quello che hai postato è invece il 45 giri tratto dall'album The wall (del 1979). Basta che cerchi la data dentro e vedrai che non potrebbe essere uscito tre anni prima della del film (che è appunto del 1982)!

    Quello che hai postato è in ogni caso il 45 italiano (vedo il 3C iniziale che eran le cifre dei codici italiani dei dischi Emi italiani dei Floyd) e potresti aver beccato la rarità (io ovviamente ho sia questo che quello di When the tigers originali che la rarità, per la cronaca, da maniaco floydiano collezionista incallito). Le prime edizioni di Another brick in the wall italiane infatti sul retro non avevano affatto One of my turns come riportato in copertina ma Young lust! La seconda edizione venne immessa sul mercato quasi
    subito, dopo che le copie sbagliate erano state ritirate dai negozi!

    Quindi dai un occhio e ascoltati il lato B. Se trovi Young lust invece di One of my turns ti è andata di lusso e ti ritrovi una bella rarità! Basta che ascolti le prime parole: se il testo dice
    I am just a new boy,
    Stranger in this town
    ...
    BINGO!
    Ultima modifica: 4/05/12 08:29 da Zender
  • Curiosità Schramm • 22/09/17 18:16
    Scrivano - 7694 interventi
    * Nella sua autobiografia Is That It?, Bob Geldof racconta che il suo agente gli parlò per la prima volta del progetto dentro un taxi, e che gli rispose di non volerne sapere perché disprezzava la musica dei Pink Floyd. Roger Waters è a conoscenza di questa storia non per averla letta nel libro di Geldof, ma perché il conducente di quel taxi era il fratello di Waters.

    * L’ultima battuta che sentiamo dire a Roger Waters nel commento del dvd un istante prima dello scorrere degli end credits è "Isn't this where we came in". Nell’album, a differenza del film, le ultime tre parole che udiamo di Outside the Wall sono "Isn't this where"; collegandole con le prime tre che udiamo all’inizio, che sono "We came in" mandando l’album in loop (idealmente con un lettore mp3) si forma per intero la frase detta da Waters nel finale del commento del dvd.

    * Bob Geldof è emofobo ed ebbe enormi difficoltà nel girare la scena con la lametta. Avrebbe dovuto solo radersi le sopracciglia. In un eccesso di zelo identificativo, prese a radersi il corpo intero. La scena è ispirata a Syd Barrett, che si ammalò di mente e lasciò la band nei tardi 60’s. Barrett abbandonò un party, andò a casa, si rasò la testa e tornò al party comportandosi come se niente fosse. Alcune delle persone vicine a Syd durante il suo declino dovettero lasciare la sala durante la scena, per loro troppo disturbante.

    * Jenny Wright non era stata avvisata che Geldof le avrebbe improvvisamente scagliato contro una bottiglia, così la sua spaventata reazione nello scansarla fu del tutto spontanea.

    * La scena in cui Pink sta chiamando casa dagli Stati Uniti e si deprime nell’udire la voce di un uomo, venne realizzata chiamando un reale operatore londinese dell’AT&T, ignaro della lavorazione del film. La conversazione venne registrata e sovrimpressa sulla sequenza. Rispetto al film, nell’album, la chiamata scatta invece alla fine di Young Lust.

    * Nella scena in cui la groupie inizia a succhiare le dita di Pink (poco prima che devasti la camera), Jenny Wright non riusciva ad applicarsi perché non capiva il senso di quel gesto da parte del personaggio. Domandò ad Alan Parker perché doveva farlo e la sua risposta fu: "Soldi". La take successiva venne perfetta.

    * Il poemetto di Pink requisito e sbeffeggiato dal maestro in The Happiest Days of Our Lives è una combinazione della prima e della seconda strofa di Money (da Dark Side of the Moon). Lontano dall’essere “totale monnezza", l’album registrò un record di permanenza nella classifica Billboard più di ogni altro: oltre 700 settimane.

    * Durante la sequenza con la groupie, le lacrime di Geldof sono reali.

    * Bob Geldof ha nel corso del film un’unica battuta extra rispetto all’album: "Take that, fuckers!"

    * La placca commemorativa dell’uomo ucciso ad Anzio venne presa dalla chiesa da Roger Waters, che decise di tenersela come talismano; Gerald Scarfe si portò via le lampade della stanza d’albergo di Pink perché le trovava simpatiche nell’economia dell’arredamento di casa sua.

    * Nonostante la sua fobia per il sangue Geldof riuscì a tagliarsi malamente la mano alla fine della scena in cui devasta la camera e si affaccia alla finestra. Sbalordendo la crew, rifiutò cure mediche finché Parker non dichiarò definitivamente ultimate chiuse le sessioni di ripresa.

    * Gerald Scarfe si spaventò quando molte delle comparse realmente neo-fasciste usate per Run like hell e Waiting for the worms si presentarono sul set con il logo dei martelli incrociati rasato a lato dei crani. Parker la trovò un’iniziativa funzionale, ma sia lui che Scarfe e Waters temettero che le cose potessero andare fuori controllo da un momento all’altro. Non del tutto a torto: anni dopo una cellula neo-fascista si impossessò indebitamente di quel logo, adoperandolo per firmare le proprie gesta criminali, con grande sdegno dei realizzatori, le cui intenzioni erano di tratteggiare l’aspetto tirannico, dittatoriale e distruttivo del fascismo.

    * Durante The Thin Ice, vediamo Pink (Bob Geldof) fluttuare in una piscina. Geldof (famigerato per il conflittuale rapporto coi bagni) non sapeva nuotare, e fu patrocinato da un corpo di plastica modulato alla stessa maniera di quella usata per le sequenze di volo di Superman (Supergirl - La ragazza d'acciaio, stando ad altri confronti fatti dai fans: ciò è altresì confermato nel libro di Nicholas Schaffner A Saucerful of Secrets: The Pink Floyd Odyssey - ma pur combaciando il raffronto, è impossibile, essendo Supergirl di due anni posteriore a The wall, n.d.S.).

    * Quando Pink sta facendo una sorta di puzzle con i pezzi della stanza distrutta, vediamo spesso una foto in bianco e nero di un tizio in impermeabile. Si tratta di Johnnie Fingers, il tastierista dei Boomtown Rats, la band di Bob Geldof.

    * Durante le scene di massa dei live, ci sarebbe dovuta essere una sequenza in cui alcune teste degli spettatori esplodevano mentre applaudivano o inneggiavano selvaggiamente. Waters decise che non poteva essere fatta senza scadere nella comicità involontaria.

    * Quando in Mother il giovane Pinky chiede a una ragazza di ballare si può interecettare nei motivi della tenda retrostante una stilizzazione della maschera usata anche nella locandina.

    * Uno dei membri dell’audience del concerto di In The Flesh indossa una t-shirt che inneggia a Bob Geldof.

    * Il testo di In The Flesh fa menzione di un "surrogato della band". Nei concerti del tour di The Wall, la canzone di apertura In The Flesh? non venne mai suonata dai Pink Floyd, bensì da altri musicisti che indossavano maschere che li facevano sembrare tali. Questo fu parte di un attacco di Waters contro i grandi concerti da arena dove la separazione tra esecutori e platea è così netta da non permettere a quest’ultima di capire (o di interessarsi a) chi c’è davvero su un palco (lontananza allora non ancora implementata in tempo reale dalle riprese video coi maxi schermi; nel film la cosa è ulteriormente estremizzata dal disprezzo ostentato da Pink verso un pubblico che lo idolatra malgrado ciò, n.d.S.)

    * I suoni di sottofondo da concerto che si sentono nella scena del bagno fanno parte di un vero intro usato durante il tour di The Wall, che si può ascoltare nell’album del 2000 Is There Anybody Out There? The Wall Live.

    * Alan Parker avrebbe dovuto solo produrre il film, e la regia andare a Michael Seresin e Gerald Scarfe. I due non riuscirono ad avere visioni coese di un unico progetto, e in seguito alle numerose incomprensioni Parker decise di prendere il posto di Seresin.

    * Delle 27 canzoni del film, In the Flesh? (part one), Another Brick in the Wall (part two), Bring the Boys Back Home, In the Flesh (part two), Waiting for the Worms, Stop e The Trial sono le uniche sette cantata dal solo Pink o da Pink assieme ad altri personaggi.

    * Alcune animazioni di The Trial (il muro che accerchia Pink, il maestro-marionetta che diventa un martello, il maestro che riduce gli alunni a carne macinata verminosa) e i martelli in marcia di Waiting for the Worms apparvero per la prima volta nel video di Another Brick in the Wall Part Two che uscì per promuovere l’album, e che successivamente divenne in parte il trailer del film.

    * Il film lasciò nel più totale disappunto sia i membri della band che quelli chiave della crew: Roger Waters lo trovò troppo deprimente e per come era strutturato trovava impossibile che il pubblico potesse empatizzare con Pink. Alan Parker trovò il risultato finale dilettantesco, e lo bollò come "il più costoso film scolastico mai realizzato" Gerald Scarfe ha dichiarato di non aver mai capito perché piaccia così tanto alla gente. David Gilmour ha detto che di tutti i concept realizzati per The Wall, questo film ne rappresentava il risultato più basso. A quanto sembra gli unici ad averlo apprezzato davvero sono stati i fans.

    * Roger Waters, David Gilmour e Nick Mason furono i soli membri dei Pink Floyd presenti alla prima del film, tenutasi all’Empire Theatre in London's Leicester Square il 14 luglio 1982. Mason disertò la prima newyorchese pochi giorni dopo. Gerald Scarfe non ne vide alcuna, perché non avrebbe sopportato un’ennesima revisione del film.

    * Durante la telefonata, si chiede di accettare un’interurbana a carico di Mr. Floyd. Ciò ufficializza che il nome per esteso del protagonista è Pink Floyd.

    * Durante Comfortably Numb il medico afferma che Pink è asmatico. Né Syd Barrett né Roger Waters lo erano, mentre Gerald Scarfe sì.

    * È uno dei pochi film della storia del cinema in cui quasi tutti i personaggi sono anonimi. Solo Pink ha un nome, ma non ci viene mai detto quale sia quello vero, solo che il suo cognome potrebbe essere Floyd.

    * I due colori del logo coi martelli, rosso e bianco, se mescolati creano il rosa.

    (Fonte: Imdb)
  • Homevideo Schramm • 22/09/17 18:17
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    * Per Hey You vennero filmate scene di una rivolta sedata dalla polizia Britannica. Al montaggio, Roger Waters e Alan Parker esaminarono quanto era stato fin lì montato e ripreso, e sentendo che il film stava diventando deprimente oltre le intenzioni, decisero a caldo di tagliar via il pezzo, sia per alleggerire il tono generale che la durata, resa eccessiva anche dal ripetersi di scene già usate per altre canzoni-sequenze. Il materiale tagliato fu dato per perso per un po’, finché non riemerse un workprint con il segmento incluso, benché in b/n, assai rovinato e con un watermark su tutto il film. Nel commento del dvd, Waters e Parker spiegano che gran parte del montato di Hey You esiste ancora nel negativo originale e fu usato in varie altre scene lungo il resto del film, compresi alcuni outtakes poi scartati (come quello di Pink che scaglia oggetti ai muri e alle finestre nella stanza ospedaliera militare, e alcune parti animate usate nei live del tour di The Wall). In compenso, alcune riprese di Hey You inedite nel film vennero usate nel trailer. (queste e altre scene inedite o cancellate dal final cut possono essere viste nel dvd originale UK della Columbia Music Video per il 25° anniversario, n.d.S)
  • Musiche Schramm • 22/09/17 18:27
    Scrivano - 7694 interventi
    * La canzone What Shall We Do Now? fu originariamente scritta e registrata per l’album, ma venne tagliata per questioni di timing in favore di Empty Spaces (che è una compressa rielaborazione della prima metà di WSWDN), le cui lyrics compaiono nell’album (da cui manca il pezzo) perché il cambiamento venne apportato poco prima del montaggio finale.

    * La musica che sentiamo all’inizio è la canzone "The Little Boy that Santa Forgot" di Vera Lynn, e parla di un orfano. La canzone "Vera" che sentiamo più avanti è interfacciata alla Lynn, e a un altro suo classico, "We'll meet again", le cui lyrics di riferimento con la canzone dei Pink Floyd sono "We'll meet again, / Don't know where, Don't know when, / But I know / We'll meet again / Some sunny day." (è lo stesso passaggio usato da Kubrick nel finale de Il Dr. Stranamore, n.d.S)

    * Nella sequenza di Is there Anybody Out There, quando Pink artiglia il muro, l’effetto sonoro è preso dalla canzone Echoes dell’album Meddle.

    * The Final Cut avrebbe dovuto originariamente far parte della ost del film. A titolo promozionale, in Inghilterra venne pubblicato un singolo con le canzoni When the Tigers Broke Free e Bring the Boys Back Home.

    * Lo spelling durante Mother dà come esito KEYNSHAM. È il nome di una città del sudest dell’Inghilterra tra Bristol e Bath, ma è anche il titolo di uno dei primi album dei The Bonzo Dog Doo-Dah Band.
    Ultima modifica: 23/09/17 08:12 da Zender
  • Musiche Alex75 • 7/02/18 17:18
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Le sette canzoni incise (o reincise) appositamente per il film, assieme ad altre sei comparse poi sull'album The Final Cut del 1983, avrebbero dovuto far parte di un album (Spare Bricks) che non vide mai la luce.
    Roger Waters è l'unico membro dei Pink Floyd a eseguire la canzone When the Tigers Broke Free, incisa comunque a nome della band.