Il y a un dieu pour les ivrognes - Corto (1908)

Insolito per Méliès, nessun "effetto", ambientazione sottoproletaria, tranche de vie dall'ambigua morale. Un fatiscente palazzo popolare, un ubriaco che getta moglie e figlia dalla finestra della sua stamberga. Ma la stamberga è al piano ammezzato, le due donne restano illese. L'ubriaco tenta il suicidio, ma viene salvato dai gendarmi. Giura di rinunciare all'alcol e di non maltrattare più le sue donne... sarà sincero? Grottesco e sconsolato.

Ubriaco getta dalla finestra moglie e figlia e poi tenta di impiccarsi. Notevole corto verista, con un ritmo e con azioni da cardiopalma. Bellissima la prima parte con l'esterno del palazzo visto di scorcio con le impalcature, che dà da subito un senso di precarietà, su cui piombano le due sventurate (notevole anche l'orchestrazione della folla, col giornalista che prende appunti). E molto buona anche la parte in casa, con l'impressionante scena dell'impiccagione. Da vedere.

Nel periodo più "tardo" della sua carriera, Georges Méliès tralascia in parte lo sguardo fantastico e l'illusionismo per esplorare un contesto insolito che affronta con grande senso del realismo. Una vicenda amara e un contesto ambientale degradato decisamente ben ricostruito. Ritmo impeccabile e protagonisti molto espressivi.

Sorprendente corto di Méliès (quasi quattro minuti), che ambienta la prima parte in esterni, ottenendo uno stampo realistico davvero notevole. Interessante pure la parte nella casa dell'ubriacone ("ivrogne", in francese), in particolar modo con l'arrivo dei salvatori. Assai particolare ed efficace.