Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/02/10 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 9/02/10 17:57 - 5737 commenti

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Il “piccolo divorzio” - ossia una proposta di riforma del diritto matrimoniale avanzata dal sen. Sansoni nel 1956 – è il denominatore comune di un ibrido tra commedia e film inchiesta con cui il collettivo Orsini-Taviani solleva il problema dell’arretratezza del sistema giuridico italiano. Dei sei episodi si apprezza il piglio sarcastico e antiecclesiastico del primo (con la Perego) e dell’ultimo (con Tognazzi), mentre il secondo si esprime con tòpoi da novella boccaccesca, giocando con la bellissima Gabel tutta ignuda relegata sul tetto di una torre toscana. Facilmente delebili gli altri tre.

Stefania 4/05/10 01:41 - 1599 commenti

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Indignato o sornione, comunque appassionato, questo film sulle storture ed arretratezze legislative dell'Italietta clericale anni sessanta, dove il divorzio non era ammesso neppure in casi limite. Di medievale crudezza l'episodio del supplizio della donna col marito ergastolano, confinata nuda in cima ad una torre dal cognato che l'ha sorpresa con un amante. L'ultimo episodio scivola garbatamente nel grottesco, con Tognazzi che non può risposarsi neppure se sua moglie si è fatta suora di clausura. E tutto ciò, sicuramente, è accaduto davvero...
MEMORABILE: Giulia non può divorziare dal marito che ha tentato di ucciderla. Nella notte, è lei a chiamare i suoi bambini per tenerle compagnia nel lettone...

Ronax 12/04/12 00:56 - 1255 commenti

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Si sarebbe dovuto aspettare il 1970 prima che il divorzio, con la legge Fortuna-Baslini, diventasse realtà in Italia. Nell'attesa, il team Taviani-Orsini girò questo film in appoggio alla proposta di "piccolo divorzio" formulata nel 1956 dal senatore Sansone. Proposito lodevole ma mal condotto, incerto se assumere i toni della commedia popolare o avventurarsi in velleitarie ambizioni autoriali e basato su storie poco credibili che rischiano di togliere vigore alla denuncia. Ottimi Tognazzi, Valli, la Girardot e la splendida Scilla Gabel.

Rufus68 5/06/18 22:25 - 3843 commenti

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Lodevole quanto furbesco nelle intenzioni (il divorzio giustificato da casi limite) appare oggi, in tempi di sessualità sfrenata, con le stimmate del documento sociologico, datatissimo e, perciò, noioso. La prosaicità didascalica del dettato è, per fortuna, insidiata da toni di commedia cui la bravura degli interpreti (la sorprendente Perego, Tognazzi) aggiunge un tocco in più.

Noodles 10/05/19 23:53 - 2233 commenti

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Il cast c'è, per nomi e per qualità. Tutti in grandissima forma. C'è anche l'idea, quella di parlare della proposta di legge sul piccolo divorzio (mancavano sette anni alla vera legge sul divorzio). Ciò che manca è un'idea chiara di genere (commedia? dramma? film impegnato?) ma soprattutto il ritmo. Difficile arrivare alla fine. Troppo noioso. Anche le musiche appaiono fuori luogo. I Taviani hanno fatto decisamente di meglio.

Daniela 30/09/20 23:53 - 12667 commenti

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Curioso esempio di film girato esplicitamente per sostenere una proposta di legge che introduceva la possibilità di divorziare, sia pure in un numero molto limitato di situazioni: ciascun episodio illustra appunto uno dei casi previsti ed il fatto che risultino al limite testimonia una arretratezza socio/culturale tanto profonda da rasentare il non sense. Apprezzato l'intento dei registi, il giudizio complessivo non può però essere del tutto positivo: solo gli episodi con Perego e Tognazzi hanno un certo interesse mentre gli altri sono strumentali e scarsamente significativi. 
MEMORABILE: I prelati della Sacra Rota si spogliano degli abiti e si espongono al freddo e alla pioggia, ma il verdetto non cambia. 

Zampanò 3/01/22 16:06 - 381 commenti

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Film d'impegno civilissimo per i tempi, in sincrono con la proposta di legge sul piccolo divorzio. L'episodio migliore, anche allegoricamente, è quello senese: Scilla Gabel si aggira come un'Eva senza foglie di fico sul tetto di una torre. Il meno efficace stavolta è il Tognazzi reduce che gira un po' a vuoto. A rappresentare più delle altre lo strazio delle mogli in trappola è però Didi Perego, schiacciata da un'insensibile Sacra Rota. Dopo Un uomo da bruciare secondo e ultimo gioiellino dell'ensemble Orsini-fratelli Taviani.

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