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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Solitamente il film alla 8 ½, momento di riflessione sulla propria carriera, arriva più avanti, nella vita di un regista. Ma Nanni Moretti ha bruciato le tappe e con solo due film alle spalle, di cui uno semiamatoriale (IO SONO UN AUTARCHICO), ritiene già di poter fare il punto sul lavoro svolto fin lì. E in effetti ha ragione: gli è bastato poco, pochissimo per creare uno stile, per inventare un modo di fare cinema assolutamente originale e distintivo. SOGNI D’ORO è l'ideale prosecuzione di un discorso intrapreso fin dall'inizio...Leggi tutto e cioè quello di mettere in scena se stesso, con le celebri nevrosi e le imperscrutabili follie degenerative. Perché quindi non parlare del proprio mestiere? Chi altri è Michele Apicella se non Nanni Moretti? Se poi il risultato non è paragonabile a un 8 ½ è chiaro che dipende dalle qualità registiche differenti. Moretti non ha la tecnica, la perfezione stilistica di Fellini, ma è ugualmente autentico e, a suo modo, persino altrettanto geniale. Perché le trovate, i momenti irresistibili sono tanti. Il mondo che Moretti racconta (il suo) è un mondo fatto di personaggi impossibili come lui, che rispondono nelle maniere più bizzarre e incoerenti nascondendo però dietro la maschera cinematografica le repliche caricaturali di comportamenti sociali realmente esistenti e deprecabili. Moretti/Apicella li combatte perché odia il qualunquismo, i luoghi comuni e le sue reazioni sono tanto più folli quanto più sono normali le “domande” a cui critici e spettatori lo costringono a rispondere. SOGNI D’ORO è un film indubbiamente interessante e istruttivo, anche se questa volta manca di una regia che sappia renderlo anche godibile. Troppo dispersivo, inconcludente, “improvvisato” per poter essere apprezzato appieno. Disomogeneo come quasi tutti i lavori di Moretti, ma a tratti memorabile. Molto bravo Alessandro Haber.

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G.Godardi 4/04/07 23:18 - 950 commenti

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Capitolo conclusivo della trilogia iniziale di Michele Apicella, questo è il primo film girato in 35mm e con la presenza di attori già noti. Più complesso degli altri ma anche più stimolante. Un gioco di scatole cinesi (tre linee narrative intrecciate: la vita, il sogno e il film) in cui vi è quasi tutto: commedia, dramma, musical, cinema nel cinema e persino digressioni del demenziale e nel surreale. Molte battute e scene d'antologia come il dibattito, la trasmissione tv (presagio del trash odierno) e i deliri di Freud. E' il mio film preferito di Moretti.

Il Gobbo 10/09/07 09:35 - 3015 commenti

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Capolavoro morettiano nella personale graduatoria gobbesca, esilarante e angosciante, nella cui struttura stratificata, si aprono di tanto in tanto squarci improvvisi e allucinati su universi paralleli, dall'horror (la trasformazione in licantropo al ristorante) alla commediaccia più buzzurra nell'incredibile raffica di trivialità rovesciata sul regista-rivale (scena profetica... ). All'altezza della grande prova attoriale di Moretti le paurose performances di Remotti e di un Haber alla fine prossimo al Gregor Samsa kafkiano. Formidabile.
MEMORABILE: L'espressione di compiacimento di Apicella dopo la risposta "Io non rappresento i giovani, a mala pena rappresento me stesso".

Renato 5/07/08 02:41 - 1648 commenti

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È il secondo film di Moretti e certo non delude le aspettative. Forse è ancora leggermente troppo criptico in alcuni momenti rispetto alla struttura delle sue opere successive, ma il racconto procede comunque senza troppe pause. Felice il mix di attori e non attori, semplicemente straripante Remotti nei panni di un bizzarro Sigmund Freud. A funzionare è in modo particolare il feroce sarcasmo nei confronti di colleghi, critici, addirittura verso i parenti. Una vena polemica che farà la fortuna del regista romano.
MEMORABILE: Il grande Remo Remotti nei panni di Freud che accoglie la mamma di ritorno dal mercato.

Caesars 28/01/09 09:08 - 3778 commenti

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Moretti continua il discorso intrappreso in precedenza, raccontandosi e ironizzando su se stesso, oltre che su gli altri. Film parzialmente riuscito, perché risulta un po' troppo pesante in certe parti, anche se riesce a divertire ed angosciare nello stesso tempo (impresa non facile e della quale va dato merito al regista). Moretti ha sicuramente un modo di fare cinema "diverso" e per questo, giustamente, nel film di definisce "non il primo" ma "l'unico" rappresentante di un certo stile. Da vedere, anche se non perfetto.

Cangaceiro 7/06/09 12:16 - 982 commenti

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Non ha la forza di Ecce Bombo (qua e là c'è la sensazione del già visto) ma è ugualmente un film graffiante e coraggioso. Siamo all'apoteosi del metacinema: la settima arte viene sviscerata, commentata e irrisa da Moretti con grande (auto) ironia e la giusta dose di cattiveria. Un valore aggiunto lo danno stavolta pure degli attori veri: Remotti è fuori controllo, Haber giù di lì. L'appendice nella trasmissione tv di Mughini (proprio lui guarda caso...) è un vaticinio geniale e spassoso. Ottima la prova attoriale del Nanni professore onirico.
MEMORABILE: La reiterata domanda: "Ma lei pensa che il suo film possa interessare al bracciante lucano, al pastore abruzzese o alla casalinga di Treviso?"

Hackett 25/06/09 17:11 - 1865 commenti

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Un Moretti in fase di cambiamento propone un film nel film. L'idea interessante è quella di creare una serie di storie nella storia, una delle quali (con la Morante) verrà poi idealmente ripresa nel successivo Bianca. Il regista romano rimprovera al suo Apicella regista di non essersi ancora staccato dai temi del '68 e non essersi evoluto al suo terzo film e questa sorta di autocritica diventa cardine di una storia ricca di personaggi eccentrici, legati da un'intreccio a tratti quasi onirico. A tratti pesante ma significativo.

Puppigallo 7/10/09 22:16 - 5258 commenti

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Se ci si lascia ipnotizzare dall'andamento lento, dal tipico non ritmo Morettiano, pieno però di sostanza, la visione sarà comunque piacevole, anche quando si dovrà assistere alle inevitabili astrazioni, al voler calcare eccessivamente la mano, trasformando il talento in situazioni un po' troppo forzate e paradossali. Ma Moretti è così e, se non altro, qui è proprio lui, senza additivi aggiunti. Freud, bancarellaro, venditore strillante di libri e non solo, è stupendo, come anche il fatto che, al bracciante lucano, al pastore abruzzese e alla casalinga di Treviso non interessi il suo film.
MEMORABILE: La studentessa lo smonta così: "Lei è arido, la sua vita è inutile e io la disprezzo"; Moretti, in versione Mr Hyde, che urla: "Io ti aaamooo!!!".

Enzus79 15/06/10 17:25 - 2873 commenti

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Uno dei primi film di Nanni Moretti, che non mi ha impressionato più di tanto. Lo stile morettiano è difficile da metabolizzare, però qui ci si annoia un po' troppo. Da salvare ci sono la seconda parte del film e il Freud mammone. Buono il resto del cast.

B. Legnani 10/08/10 00:05 - 5523 commenti

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Interessante. Biografia (e autobiografia) che va da a Effetto Notte e sfocia nella previsione della futura oscenità televisiva. Talora non comprensibilissimo, talora conquistante "ad personam", nel senso che credo che le esperienze personali dello spettatore incidano molto sull’amare questa cosa e nel non capire bene quell’altra. Per me deliziosi alcuni tocchi, come quando il protagonista colpisce il giornale della madre. Una battuta per la Canghiari, solitamente muta ospite dei party in mille film italiani dell’epoca. ** ½, magari abbondante.

Mdmaster 14/09/10 21:52 - 802 commenti

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Ben lungi dall'aver ancora raggiunto una maturità artistica, Moretti mette giù un film davvero ambizioso e, in parte, riuscito. Sarà il Remotti che interpreta un Freud tremendamente infantile, o la sfida televisiva con il regista moderno, ma "Sogni d'Oro" ha un messaggio ben preciso che, incespicando e trascinandosi, alla fine butta in faccia allo spettatore. È tra i meno digeribili (e i meno conosciuti) del Nanni, ma sicuramente tra i più remunerativi a lungo andare.
MEMORABILE: "Pubblico di merda!"; Freud che si attacca alla gonnella della madre, Remotti che si inalbera vistosamente con Moretti.

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Giùan 24/10/11 19:40 - 4539 commenti

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Chiusura della (prima) trilogia di Michele Apicella, Sogni d'oro è l'Es morettiano e il film più Bunueliano di Nanni. Giocato su tre piani narrativi differenti: realtà quotidiana, cinema e versante onirico, riesce nella dannata impresa di mescolare i livelli fino ad incastrarli e sovrapporli. Risultato ottenuto spingendo sull'accelleratore dell'iperbole grottesca senza tema di parallelismi (s)comodi quanto insussistenti (l'8 e 1/2 Felliniano) e affatto spaventato dal metter in scena le proprie fragili meschinità travestite da tracotanza. Remotti giganteggia.
MEMORABILE: “Mamma mamma sei bella come il sole...”; Haber cane bastonato; “E’ il mio film più bello”; “Sono un mostro e ti amo”.

T.garufi 30/10/11 00:34 - 17 commenti

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Suggestivo e psicanalitico: ci immergiamo nel suntuoso mondo dell'incoscio di un regista, Michele Apicella. Criticate da molti e apprezzate da pochi, le opere del giovane Moretti (in veste di protagonista) girano nei cinematografi dei paesi italiani, alla vita pubblica e lavorativa si contrappone quella familiare e quella intima (dei sogni). Ingarbugliato a tratti e poco dinamico. Anche a 30 anni dall'uscita si fa fatica ad assaporarlo. Tanti gli spunti di riflessione che sorgono dal film..
MEMORABILE: "E vattene e vattenee"; "Io non parlo di cose che non conosco".

Luchi78 17/01/12 11:43 - 1521 commenti

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È un Moretti che eleva all'ennesima potenza il suo personaggio principe, Michele Apicella, e ne fa già un mito. Tutte le manie e le fissazioni del regista del "nuovo" che si distingue dagli altri vengono esasperate in atteggiamenti che rasentano la follia. Peccato per una regia che effettivamente perde il filo logico, o più che altro si limita a presentare gli episodi senza creare un vero filo narrativo. Grande Remo Remotti nella parte di Freud.

Ryo 5/02/12 11:50 - 2169 commenti

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Ricchissimo di contenuti sociologici con occhio critico sul cinema ricercato, "d'essai". Il protagonista in continua lotta interiore sfoggia il suo egocentrismo diventando cinico verso tutti. C'è un netto miglioramento rispetto ai film precedenti in termini tecnici: cura per le luci e costruzione di scenografie a volte maniacale, che posseggono enorme forza visiva. Frustranti i tentativi continui di farsi comprendere da un pubblico più assuefatto alla TV che predilige pellicole più alla portata di tutti.
MEMORABILE: "Io non parlo di cardiologia! Io non parlo di radiologia! Non parlo delle cose che non conosco!"; La sala cinema con i manichini.

Cloack 77 10/09/12 10:29 - 547 commenti

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Sogni d'oro è comicità pura, con le fondamenta ben piantate nella tradizione della commedia all'italiana ma con intenzioni intellettualmente più alte; sicuramente un po' snob, nulla ha da invidiare allo sberleffo citazionista del demenziale americano poiché è intelligenza della creazione. Così Moretti si inventa un film assurdo su Freud (ancora migliore dello stesso "Sogni d'oro") e la mitica sfida tra registi; nulla di derivato, ma solo coraggio dell'assurdo e disprezzo per il ridicolo (il travestimento da pinguini).

Cotola 19/01/13 16:01 - 9009 commenti

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Giunto al suo terzo film, Moretti torna allo stile ed alle atmosfere autarchiche del suo esordio con gli stessi pregi e difetti. Il divertimento non manca (forse più del primo) ma anche qualche momento di noia sebbene però il ritmo sia più alto e la pellicola scorra più veloce. Ci sono poi la stessa "arroganza" genuina, lo stesso narcisismo (forse un po' di più) ma anche un'inalterata arguzia nel cogliere certi aspetti del cinema (alcuni brani in tal senso sono notevolissimi) nonché della tv (si veda il duello). Un po' invecchiato ma comunque un buon film.
MEMORABILE: La reprimenda al proiezionista del cinema poichè non viene rispettato il formato voluto dal regista. Il pastore, l'operaio, la casalinga di Treviso.

Graf 24/08/14 00:10 - 708 commenti

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Il più bel film di un regista che non amo particolarmente. Opera faticosa e dura ma di grande fascino, poliedrica e sfaccettata, impostata su specchi che rimandano ad altre superfici riflettenti, una follia visionaria senza le eccedenze felliniane ma obbligata dentro un'inflessibile intelaiatura geometrica. Tra nevrosi e sofferenza, tra umorismo a freddo e autocoscienza, tra realtà e sogni, Moretti e il suo alter ego Michele Apicella, ci dicono tanto sui guasti della civiltà dello spettacolo percepita come assurda celebrazione autistica di se stessa.
MEMORABILE: Nel continuo gioco dei rimandi del film, l'attore "freudiano" Remo Remotti ha il cognome che è l'anagramma di Moretti: non è certamente un caso.

Homesick 5/09/14 17:48 - 5737 commenti

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Dopo pochi titoli Nanni Moretti è già pronto per il film nel film. Tra le vetuste riflessioni sul disagio generazionale come in Ecce Bombo e profetiche critiche sulla vuota volgarità del nuovo cinema, della Tv e del loro «pubblico di merda», a trionfare è soprattutto la vena surreale e sarcastica dell'autore, che esplode in sketch stralunati dall'effetto ora esilarante (i vari attacchi nevrotici di Apicella), ora spiazzante (la metamorfosi in licantropo). Eclettica chiusura della prima parte della carriera di un cineasta sui generis.
MEMORABILE: «SILVIAAAA!!!!»; la disputa televisiva; la scenata in casa con la madre e in auto con i due aspiranti registi.

Almicione 31/01/15 01:41 - 764 commenti

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Un Moretti sferzante ma amareggiato che incontra toni drammatici che raramente cadono nella comicità comunque sempre pregna di afflizione. Un Moretti – perché propriamente di lui si parla e non della crisi del regista in generale – che si sente incompreso, sottovalutato e banalizzato dalla critica e dal sistema cinematografico, il quale lo annulla e quindi invalida la sua sfacciata vitalità sessantottina; ma è anche un Moretti che si autoanalizza (Freud, il titolo), che si sente solo forse perché vuole sentirsi solo e ha paura di "morire".

Paulaster 26/06/15 17:36 - 4389 commenti

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Prima parte eccessiva per autoreferenzialità, come a rispondere a una critica che lo ha etichettato come "l’intenditore" della gioventù. Nel prosieguo il film diventa più fluido e mischia le carte con un Remotti che fa la differenza, Haber che si distingue e gli sfoghi specie col povero Sanguineti. Preparatorio al successivo Bianca per riferimenti alla scuola, le scarpe, la Sacher, la presenza della Morante. Finale incollato che non colpisce.
MEMORABILE: Remotti che fa il topolino.

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Deepred89 2/07/15 09:53 - 3704 commenti

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Moretti al suo terzo film già si sente Fellini e punta a un flusso di coscienza metacinematografico completamente al di sopra delle sue capacità. Stavolta le trovate abbondano e infatti siano su un altro pianeta rispetto ai due film precedenti, ma il passaggio al 35mm non elimina la trasandatezza e la regia resta di assoluta elementarità. In ogni caso uno strano prodotto, volutamente naif e irrimediabilmente sciatto, pesante e supponente ma con qualche buono spunto.

Rambo90 22/08/15 16:40 - 7676 commenti

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Uno dei miei favoriti tra i film di Moretti, forse anche quello che mi ha divertito di più nella sua eccentricità. Il discorso sul cinema che il protagonista Apicella porta avanti sarebbe valido ancora adesso e la trama sa alternare bene momenti di humor bizzarri ad altri più riflessivi e introspettivi. Buona prova di Moretti attore, interessante il resto del cast in cui spicca la folle interpretazione di Remotti/Freud. Buona anche la colonna sonora.

Impi3gato 15/07/16 13:31 - 26 commenti

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Al suo terzo film, Moretti cambia il registro che aveva caratterizzato i suoi primi lavori portandolo verso una narrazione un po’ più lineare e delle dinamiche meno quotidiane. Un umorismo irresistibile accompagna le scene di vita familiare e lavorativa del protagonista, attraverso il quale Moretti costruisce un'apologia della sua arte, rispondendo nel film alle accuse dei critici. Un po’ meno riuscite le scene oniriche che, nonostante la presenza di una bellissima Morante, sembrano un po’ spaesate. Grande Remo Remotti nei panni di Freud.
MEMORABILE: La vendita democratica di Sigmund Freud al proletariato italiano.

Marcolino1 27/11/16 18:05 - 553 commenti

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L'autoscreditamento dell'"incompreso" Nanni è un darsi ceffoni in testa, con graffiante ironia. Le teorie freudiane, sostituite dall'edipismo mammone, ormai sono kaputt, parodiate e svendute come merce da talk-show: fanno capolino la volgarità e l'esibizionismo televisivi. Infine l'amore assoluto e l'essere fuori schema mutano il protagonista in un mostro. Chissà se il pastore abruzzese, il bracciante lucano o la casalinga di Treviso apprezzeranno l'opera profetica, Manzoniano capolavoro da "10 lettori", moltiplicatisi in seguito. Io penso di sì.
MEMORABILE: Il talk-show gara anticipatore del circo televisivo odierno; Gli scleri dell'emulo di Freud; Il discorso della Morante a Nanni insegnante.

Didda23 19/04/17 11:01 - 2426 commenti

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Il peggior Moretti del primo periodo, vuoi per ridicole pretese autoriali vuoi per una sceneggiatura abbastanza anonima con cadute di tono incredibili (il finale è orribile). L'estro morettiano si evidenzia nei sporadici momenti riusciti (le immagini con la Morante, lo scontro televisivo condotto da Mughini) e nella caratterizzazione di alcuni personaggi (su tutti Haber, in un ruolo a lui congeniale). La narrazione va troppo a sprazzi per emozionare e in certe circostanza si palesa la mancanza di idee. Per fortuna Nanni si risolleverà con le opere successive.
MEMORABILE: Il film su Freud; L'aiuto regista Sanguineti; Dario Cantarelli e il suo tormentone.

Thedude94 23/05/17 00:13 - 1089 commenti

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Piani narrativi differenti vengono mostrati dal regista Moretti per poter meglio comprendere gli aspetti reali e surreali del suo alter ego Apicella, regista giovane alle prese con un bel po'di problemi. Bene tutto, compresi gli attori secondari; alcune scene rimangono nella memoria per le grandi risate che suscitano, altre lasciano tempo alla riflessione sul subconscio e sul futuro della televisione, sempre più schiava della volgarità. Alla mente vengono alcune immagini felliniane e la cosa non è che dispiaccia più di tanto.
MEMORABILE: La scena in macchina ("Non parlo di cose che non conosco!"); "Pubblico di merda!"

Vice 5/07/17 00:57 - 33 commenti

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Personalmente, un passo indietro di Moretti che tenta di trasportare la maschera di Apicella in un'aura quasi felliniana, operazione di metacinema che riuscirà meglio in futuro. Ci sono però trovate geniali come la triplicazione della narrazione e l'elemento onirico che ben si uniscono a una forma che inizia a escludere la fissità dei primi film, così come la denuncia esplicita alla "formazione" che la tv inculca nel pubblico. L'arroganza del primo Moretti, utile in quel momento, qui sembra diventare autocompiacimento che distrugge la maschera.
MEMORABILE: Tutte le sequenza de "la mamma di Freud"; Il finale; Cimino vs Apicella; Il sogno della lezione.

Magi94 25/07/18 21:24 - 944 commenti

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Il peggiore del primo periodo di Moretti. Eppure parte scoppiettante, con il personaggio del critico che ripete sempre la stessa domanda, Apicella che trova il "proletario" che apprezza i suoi film e lo mostra a tutti come trofeo. Ma finito questo il tutto inizia a perdere di interesse, tra le interminabili e poco interessanti scene del film su Freud e gli spezzoni amorosi poco riusciti, che saranno poi ripresi con successo in Bianca. Rimangono particolari scene memorabili ("Io non parlo di cose che non conosco!") e il duello televisivo.

Zender 7/02/20 19:12 - 315 commenti

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Guazzabuglio ricco d'intuizioni geniali sparpagliate disordinatamente e che per questo falliscono. Estirpate dal contesto come sketch, molte scene rivelano con evidenza l'originalità della proposta morettiana, in sequenza sbiadiscono e infine s'impaludano, anche per i tratti simili che le accomunano. Affrontato con piglio spesso surreale, il passaggio dal film precedente - da presentare ai dibattiti - a quello in gestazione (“La mamma di Freud”!) vive di traumi, bisticci, incubi e crisi violente. Il film s'illumina e si spegne estenuando fino al cortocircuito tra spassose schegge di follia.
MEMORABILE: Il bracciante lucano, il pastore abbruzzese e la casalinga di Treviso; Freud/Remotti e le sue crisi; La povera mamma spintonata e colpita.
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  • Homevideo G.Godardi • 13/11/07 20:20
    Fotocopista - 663 interventi
    Esce finalmente in dvd(il 5 dicembre su etichetta Warner),uno dei più divertenti e geniali film di Moretti,nonchè il mio preferito della sua filmografia.
  • Discussione Gugly • 5/07/08 10:28
    Portaborse - 4710 interventi
    Azzardo un ipotesi: Moretti almeno fino ad un certo punto nei suoi film non solo ha sempre condannato la faciloneria ed il qualunquismo ( a suo dire) di certo cinema italiano, ma anche la violenza di pellicole straniere ( vedi Henry Pioggia di sangue in Caro Diario).
    Forse la velata allusione ha questo fondamento.
  • Discussione G.Godardi • 5/07/08 18:05
    Fotocopista - 663 interventi
    Bè in questo film vi è un esplicito riferimento a Don Siegel...non si capisce bene quale sia il film in questione,potrebbe essere Fuga da Alcatraz,ma non è un'accusa contro il regista,soltanto un modo per dire che la bellezza di un film è soggettiva.....
  • Discussione G.Godardi • 5/07/08 21:34
    Fotocopista - 663 interventi
    Renato ebbe a dire:
    G.Godardi ebbe a dire:
    Bè in questo film vi è un esplicito riferimento a Don Siegel...
    Sì giusto...quando parlano del film ...tutto giocato sui luoghi comuni, sui personaggi tipici...
    Lì però credo che proprio che non abbia voluto dare volutamente un giudizio sul film in sè, che non viene nemmeno nominato.
    Grande film comunque (Sogni d'oro, intendo...beh anche Fuga da Alcatraz, comunque).


    Sfondi una porta aperta con me....sogni d' oro è da sempre il mio film preferito in assoluto di Moretti.

    In un'intervista a proposito di quella battuta su Siegel,Moretti disse che ciò che per una persona possono essere difetti di un film(i luoghi comuni cui fa cenno)per altri possono essere un pregio.Tutto per dire che la ricezione di un film alla fine è sempre soggettiva....
  • Curiosità Buiomega71 • 17/06/15 16:55
    Consigliere - 25934 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi & Canzoni della Prima Visione Tv (mercoledì 16 maggio 1984) di Sogni d'oro:

  • Discussione Caesars • 5/10/18 11:58
    Scrivano - 16800 interventi
    G.Godardi ebbe a dire:
    Bè in questo film vi è un esplicito riferimento a Don Siegel...non si capisce bene quale sia il film in questione,potrebbe essere Fuga da Alcatraz,ma non è un'accusa contro il regista,soltanto un modo per dire che la bellezza di un film è soggettiva.....

    Riprendo il posto di Godardi perché la scenetta è in effetti molto divertente:

    Un barista parla con il protagonista e gli dice:
    "Hai visto l’ultimo film di Don Siegel? E' pieno di luoghi comuni, banalità, personaggi tipici. Fa schifo. È un film orrendo".
    Poi entra un altro cliente, che dice:
    "Hai visto l’ultimo film di Don Siegel? Ecco! Quello è una cosa… perché è tutto giocato sui luoghi comuni, le banalità, i personaggi tipici. Una vera chicca…"

    Secondo me una cosa verissima, quelli che per qualcuno sono difetti imperdonabili, per altri possono essere pregi...
  • Curiosità Zender • 14/01/20 15:35
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Vincenzo Salemme (in un piccolo ruolo, qui lo vediamo affiancare Michele/Moretti per il dibattito sull'ultimo film che questi sta presentando) alla sua prima partecipazione extra-Eduardo al cinema:

  • Curiosità Zender • 15/01/20 14:46
    Capo scrivano - 47726 interventi
    La locandina "virtuale" del film che Michele (Moretti) sta dirigendo sulla vita di Freud (Remotti):