Gita aziendale in Grecia, col direttore Enzo Cannavale che porta alcuni suoi dipendenti a Rodi col segreto intento di sedurre l'immancabile Anna Maria Rizzoli (sua segretaria). Partono con lui e sua moglie (miope al limite della cecità) Bombolo (che deve portare il cactus del titolo sulla tomba dello zio morto a Rodi), Vincenzo Crocitti e appunto la Rizzoli. Al gruppo, invero molto risicato, capiterà di tutto: la Rizzoli, tra una doccia e l'altra, si invaghirà di un sedicente sceicco respingendo le continue avance di Cannavale; Bombolo, che ha il compito di tener buona la di lui moglie, ci finirà a letto; Crocitti battitore libero fa da spalla prima di trovare anche lui, sul posto, l'anima gemella....Leggi tutto Il soggetto, firmato da Francesco Milizia, è tremendamente povero di idee lasciando il cast libero di improvvisare con risultati sconfortanti. Le gag legate alla moglie non vedente sono quanto di più squallido si possa inventare sul tema e nemmeno la comparsa nel finale del buon Mario Brega (meno debordante del previsto) cambia le cose. Rodi sta sullo sfondo, per una volta comunque almeno percepibile con i suoi paesaggi caratteristici. Ci vengono per fortuna risparmiate le battute sull’incomprensione della lingua (troppo ostica e lontana dall'italiano per poter abbozzare qualsiasi approccio maccheronico), non quelle sull'omosessualità dei turchi. Un umorismo di bassissima lega, con il cactus del sacchetto che punge chi lo tocca, Bombolo che vince scommesse con una moneta truccata (e chiama le dracme “dracule”) e Crocitti vittima del solito potentissimo purgante. Idee zero, mezzi a disposizione ancora meno.
Il duo Bombolo/Cannavale, per un certo periodo, ha costituito la coppia rappresentativa della "decadenza" (in corso) cui la commedia sexy all'italiana stava andando incontro. Primi anni '80: ultimi esemplari (salvo eccezioni che confermano la regola) di un filone ormai in agonia. Il regista esemplare di questo genere, Mariano Laurenti, sembra ispirarsi alle gag di Pierino e compone una bruttissima serie di "barzallette" incastonate dietro una sceneggiatura inesistente. Oltretutto quanto c'è di bello (la Rizzoli) viene poco valorizzato...
Parafrasando quanto disse Morandini su Una vacanza bestiale, questo è proprio un film del cactus! Laurenti porta tutti in Grecia (si fa per dire, la Scagnetti è spacciata per una cuoca ellenica) per una gita abbastanza pietosa, tra scenette da oratorio tirate oltremodo per le lunghe e qualche tetta al vento, residuato di quella commedia sexy ormai al tramonto. L'unico che riesce ogni tanto a cavare sangue dalle rape è Bombolo, con le sue continue guitterie. La Rizzoli, in testa agli open credits, è la solita mummia: non si sforza nemmeno di essere simpatica!
Crociera aziendale (?) per un gruppo di sciamannati capitanati da Cannavale, a caccia della segretaria Rizzoli e da Bombolo in missione funeraria (deve portare un cactus sulla tomba di un parente morto in Grecia). Sottoprodotto che si aggira dalle parti della serie Z, che fa ridere una sola volta (la mitica gag del napoletano che non sa nuotare e del fiumicinense che non sa volare, vale mezzo punto). Cinema che, quel poco che aveva da dire, l'aveva già detto da tempo. Tsé tsé.
Modesta pellicola vacanziera girata in Grecia. La prima parte risulta piuttosto divertente ma preparatoria al nulla, poiché nel secondo tempo il film ha un forte calo del ritmo e nemmeno l'accoppiata Bombolo-Cannavale riesce a risollevare il tono del film. La grave carenza di "Una vacanza del cactus" è la mancanza di un vero capocomico, in quanto un film non può basarsi solo sui caratteristi e la bella donzella di turno. Vedibile solo dagli appassionati dei b-movies italici, ma non faranno i salti di gioia neanche loro...
La mano di Metz, qui cosceneggiatore e aiuto regista, è percepibile nella comicità volgare e puerile legata ad un canovaccio logoro di gag che sparano a vuoto (il cactus, la miopia, la purga, la girandola di equivoci e malintesi) anche laddove rubacchiate da modelli alti come Poveri ma belli (la vetrina del negozio d’abbigliamento scambiato per il camerino di prova). Meno svestita del solito, la Rizzoli resta in un cantuccio e gli altri attori, nonostante l’esuberanza di Bombolo e della Polesinanti, sono privati di ogni attrattiva e reale vis comica.
Mah! Non è troppo scadente. Si è visto di peggio nella commedia sexy (vedi Il sommergibile più pazzo del mondo) ma neppure un bel film, tutt'altro. Rasenta appena la mediocrità, diciamo si pone tra il mediocre e lo scarso. Insieme di gag davvero ridicole e il cast dà il peggio di sé.
Ennesimo episodio dei film "vacanzieri" interpretati dalla collaudata coppia Bombolo/Cannavale. Anche stavolta il risultato non è per niente eclatante, tuttavia il film riesce a strappare qualche risata (principalmente per la simpatia di Bombolo) e a farsi seguire senza troppi problemi, pur con qualche momento di stanca. Una serie di gag viste e straviste, da Crocitti scorreggione a Cannavale che cerca di sedurre la Rizzoli (qui assai pudica tra l'altro), dalle sberle a Bombolo alle cadute in piscina; c'è pure Brega finto turco! Estivo.
MEMORABILE: Bombolo che fa la carbonara; bombolo ingrifato che muove la pancia (!!!).
Commedia estiva decadente che racconta le sventure del commendator Cannavale il quale porta in vacanza premio in Grecia alcuni suoi impiegati con il solo scopo di sedurre la segretaria Rizzoli, qui ancor più ingessata del solito e poco sfruttata (bisogna aspettare un'ora per vedere la sua unica doccia del film). Crocitti pietoso, Brega fumoso, salvano la baracca solo Bombolo e una sorprendente Polesinanti nel ruolo della cecata (altro che Anna Marchesini!). Si sorride ogni tanto ma nulla più.
Commediola estiva mediocre e con poche cose da salvare. Il film non inizia male, ma man mano che i minuti passano diviene davvero terribile e verso la fine finanche tedioso. Qualche cosa qua e là funziona per merito di Cannavale e Bombolo specie nella prima parte, anche perché poi naufragano anche loro assieme al film. Siamo a livelli davvero bassi sia come regia, sia come qualità delle battute. La Rizzoli è bella e tanto anche, ma è davvero mal sfruttata e si spoglia pochissimo. Evitabile con cura.
Cadono, continuano a gridare e pungersi con un cactus nel sacchetto... questo succede nei primi quindici minuti; come resistere un ora e mezzo? Dopo è anche peggio: in Grecia i passanti, incuriositi dalla presenza della troupe, guardano in camera. Non si capisce se c'è una sceneggiatura alla base di questo sperpero, specie quando ci sono le raccapriccianti gag basate sulla cecità della Polesinanti. Salviamo solo Bombolo al solito simpatico e che, contro ogni previsione, riesce a portarne a letto una; neanche Cannavale è sopportabile.
MEMORABILE: Rizzoli nuda sotto la doccia: Crocitti la guarda dall'uscio; Quando lei si accorge chiede: "Ingegnere, ma cosa fa?", Lui: "Mi sto cagando addosso".
Quando si sceglie di vedere un film così, con questo cast e in quell'anno non si può pretendere chissà che. Trita e ritrita è una serie di freddure appiccicate alla meno peggio. Ma grazie a Dio c'è Bombolo che si lascia andare alla sequenza cult della carbonara (non si dica che almeno in quel momento non si è riso)! Per il resto il film è, almeno, la conferma che la Rizzoli, sedere a parte, non aveva nessun appeal.
MEMORABILE: "Butta er pecorino. Butta er pecorino. Pare che l'hai pagato tu er pecorino".
Ingenua commediaccia senza capo né coda di Laurenti. Dovrebbe far ridere ma la noia regna sovrana, anche perché le battute meno scontate erano già vecchie quando le riciclava Totò. Ho cercato con impegno qualcosa da salvare, ma l'unico momento in cui sono riuscito a sorridere è stato quando sullo schermo è apparsa la parola fine. Bocciatissimo su tutti i fronti, nonostante la presenza di un folto stuolo di onesti caratteristi.
Partorito da un plotone di sceneggiatori evidentemente in stato confusionale e girato da un Laurenti in disarmo, il film procede a singhiozzo fra siparietti da vecchia comica e freddure da oratorio senza neppure riuscire a valorizzare gli unici elementi che potevano dare qualche sugo alla storia, vale a dire la splendida Anna Maria Rizzoli e l'altrettanto splendido paesaggio greco. Sciatto da qualunque parte lo si guardi, con Bombolo e Cannavale che ripetono all'infinito gag preistoriche, si fa notare solo per la simpatia della Polesinanti.
Commediola balneare che gira a vuoto a causa di una sequela di gag che non raggiungono mai il bersaglio. La coppia Bombolo-Cannavale risulta deboluccia e forse grazie a Bombolo qualche risata ci scappa ma è di poco conto. La Rizzoli più vestita del solito è un piacevole contorno alla storia. Crocitti arranca come può e la Polesinanti (miope) ha qualche gradevole gag. Francamente evitabile.
Come tutte le commedie sexy della fase finale del genere, si tratta di un film piuttosto quallido che riprende tutto quello che il genere mostrava, senza aggiungere nulla. I soliti equivoci, le solite gag di grana grossa, la solita bellona di turno che per l'ennesima volta si chiama Angela (almeno cambiare il nome ai personaggi...), le solite musiche. C'è Bombolo ma di certo non basta, anche perché il resto del cast è svogliato e modesto, a parte una buona Graziella Polesinanti. Per gli amanti pervicaci del genere. Per gli altri, meglio evitare.
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Un film veramente spensierato di quei tempi. Noto una curiosità,che l'attrice Xiomara Antonia Rondriguez,che fa la parte della cuoca nel film, e prepara la carbonara assieme a Bombolo, nella cucina dell'albergo, sia la stessa attrice del film "E' forte un casino" con nome diverso ossia Xiomara Gonzales. Spero di sbagliarmi, ma sembra la stessa attrice. Di questa attrice purtroppo non si sa più niente. Saluti.
Un film veramente spensierato di quei tempi. Noto una curiosità,che l'attrice Xiomara Antonia Rondriguez,che fa la parte della cuoca nel film, e prepara la carbonara assieme a Bombolo, nella cucina dell'albergo, sia la stessa attrice del film "E' forte un casino" con nome diverso ossia Xiomara Gonzales. Spero di sbagliarmi, ma sembra la stessa attrice. Di questa attrice purtroppo non si sa più niente. Saluti.