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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Diventato famoso per le vicende legate all'annunciata e poi mancata premiazione a Venezia di Walter Chiari (Avati ci ricavò il suo FESTIVAL), il film di Mazzucco focalizza l'attenzione su di una delle tante varianti del difficile rapporto tra padre (Chiari) e figlio (Barbareschi): il primo lunare, sognatore, ermetico; il secondo molto più legato alle problematiche del quotidiano (la moglie, le figlie, il lavoro)... Chiamato dal padre in montagna dopo molto tempo passato senza incontrarsi, Andrea ritrova il genitore decisamente abbacchiato; domanda cos'abbia ma ottiene solo risposte evasive. Il film allora si sfalda, abbandona...Leggi tutto la linearità di un racconto che proceda consequenzialmente e confonde i tempi, tra flashback e ritorni al presente senza che vi sia mai un aggancio vero all'attualità. Lunghi silenzi che naturalmente si sposano soprattutto all'ambientazione montana, ma anche nelle scene in città le cose non cambiano, quando in scena sono entrambi. Non c'è incomunicabilità, tra i due, più semplicemente la difficoltà di vedere le cose nella medesima prospettiva; e se Barbareschi conferma l'ottima propensione per personaggi pratici e borghesi, stupisce effettivamente l'interpretazione di Chiari (grazie alla quale l'attore vinse comunque il premio Pasinetti), che alterna una placida ritrosia di fondo a improvvisi (per quanto moderati) scatti di rabbia; è un peccato che non abbia modo di esprimersi più compiutamente magari limitando i silenzi, perché non solo il personaggio era nelle sue corde ma ne valorizzava il talento atipico. Purtroppo a momenti in cui gli scambi funzionano e convincono si alternano lunghissime fasi interlocutorie "intimiste" che non dicono molto, con i protagonisti a guardare nel vuoto, a proiettare senza gran commenti il filmino del matrimonio, a camminare mentre soffia il vento. Troppo spazio a presunte riflessioni sul nulla destinate forse ad avvalorare in chi guarda una dimensione autoriale che non era strettamente necessaria, per la riuscita. Anzi, se il film ha una sua efficacia lo deve alle sequenze in cui più si parla, in cui è più immediata la comprensione delle differenze tra padre e figlio o in cui si delinea con crudo realismo il rapporto di Andrea con la moglie. Così com'è invece costruito, ROMANCE diventa spesso impalpabile, in definitiva inconsistente e godibile solo per brevi tratti. Per quanto forse ingiusta, non è facile contestare la scelta di premiare lo splendido Delle Piane per REGALO DI NATALE piuttosto che Chiari, figura qui troppo spesso in ombra, sovrastata da un Barbareschi impeccabile (e talvolta pure divertente, come nella scena in cui “rimorchia” la straniera al ristorante arrangiandosi con un buffo inglese maccheronico). Da gustarsi solo se si è nel "mood" giusto.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/01/10 DAL BENEMERITO FLAGRANZA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/10/16
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flagranza 16/04/10 10:33 - 72 commenti

I gusti di flagranza

Dopo anni problematici, torna Chiari sul grande schermo (che poco lo ha amato) per duettare con Barbareschi. Film di una certa intensità anche prevedibile che dopo alcuni premi e una clamorosa beffa a Venezia per l'attore (vedi Festival di Avati) è andato presto nel dimenticatoio. Padre e figlio tirano le somme e si confrontano. Gioie e amarezze. Scoperte tardive di affetti; non male ma non irresistibile.

Nando 21/06/10 02:49 - 3816 commenti

I gusti di Nando

Il confronto generazionale tra padre e figlio esplora i caratteri ed i pensieri. Chiari emerge in maniera ineluttabile davanti ad un accondiscendente Barbareschi. Il serrato confronto, in un vecchia baita, segna il passaggio tra nuovo e vecchio ma in questo caso il vecchio presenta delle armi più appuntite.

Vitgar 8/06/14 10:24 - 586 commenti

I gusti di Vitgar

Film che avrebbe meritato molto più di quanto ricevuto, tenuto conto del periodo in cui è uscito. La trama è semplice, padre e figlio che si guardano dentro per la prima volta e in fondo scoprono di volersi bene anche se le distanze tra loro sono ormai incolmabili. Il racconto è garbato e pulito, Chiari è molto convincente e Barbareschi fa il suo in maniera più che decorosa. Belli i colori e affascinanti gli esterni.

Markus 7/10/16 10:38 - 3690 commenti

I gusti di Markus

Il rapporto tra padre (Chiari, nel film del “riscatto” che non avvenne) e figlio (Barbareschi, nel suo miglior periodo) non è certo nuovo, per il cinema: talvolta è stato rappresentato sulla base di alcuni luoghi comuni di facile presa e altre, invece, affrontando fatti molto più concreti (come in questo caso). Il film di Mazzucco, pur con qualche pretenziosità e un ritmo eccessivamente sonnacchioso, traccia un onesto resoconto emozionale avvalorato dalla buona interpretazione degli attori.

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  • Discussione Zender • 8/06/14 18:46
    Capo scrivano - 47798 interventi
    Vitgar, le maiuscole vanno messe, a nomi e cognomi. Grazie.
  • Discussione Vitgar • 9/06/14 11:29
    Servizio caffè - 1 interventi
    chiedo venia ma è una mia abitudine di usare solo minuscole, farò di tutto per correggermi in questo sito!
    Grazie per la segnalazione
  • Discussione Zender • 9/06/14 18:47
    Capo scrivano - 47798 interventi
    Puoi farlo al limite qui nella discussione generale, ma i commenti se non hanno le maiuscole devo cancellarli.
  • Discussione Markus • 7/10/16 11:37
    Scrivano - 4775 interventi
    Due righe “markussiane” sul film ROMANCE…

    Ho finalmente visto il film (sparito sostanzialmente per trent'anni: qualcuno sa il motivo?). Bisogna innanzitutto dire che il protagonista assoluto, in definitiva, è Luca Barbareschi e non Walter Chiari come avevo letto e forse pensato (nella parte centrale del film Chiari in sostanza sparisce per poi ritornare nel finale).
    Il famigerato fattaccio del premio che il buon Walter "doveva" ricevere (e invece non ha ricevuto) alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia annata 1986 e che inevitabilmente ha reso celebre questo film (pur bello, ma altrimenti non così indelebile nella storia del cinema) è in parte comprensibile perché la sua prestazione attoriale appare molto convincente e naturale, dettata forse dalla saggezza della terza età o, forse, perché in definitiva aveva capito che la “maschera” del comico sciupa-femmine e sciupa-tutto non gli apparteneva più. Un modo di recitare, in questo film, “confidenziale” che però, nel caso specifico del premio alla mostra, si è scontrato con il Re del confidenziale: Carlo Delle Piane (in un capolavoro come “Regalo di Natale”, poi…). Questo al di là dei vari retroscena (sotterfugi ecc.) narrati negli annali. A prescindere da tutto, però, questo film ha dimostrato che Walter poteva dare ancora molto, soprattutto (ed è questo il caso) in personaggi adatti alla sua età.
    Alcuni parlano di inattività fino alla morte, ma non mi risulta in quanto ha fatto del teatro e partecipato a qualche pellicola fino al 1991. Addirittura, a pochi giorni dalla sua morte, è stato ospite in una trasmissione di cucina condotta da Wilma De Angelis (“A pranzo con Wilma”). La trasmissione fu registrata ma poi non trasmessa; in ogni caso è visibile su YT - come omaggio all'artista - perché l'avevano già montata. Magari non un periodo incantato com'era abituato a fare fino agli anni Sessanta, ma nemmeno così mesto come qualcuno vuol far passare: l’inattività è un’altra cosa, e molti dello spettacolo con il telefono che non squilla per anni e le bollette che arrivano inesorabili… lo sanno!
    Luca Barbareschi sempre convincente (anche se non il suo miglior film). Per il bel “volto da copertina” era proprio il suo periodo d’oro: trentenne dall'aria arrogante, concreto nel modo di porsi e forse un po’ "grezzo" negli atteggiamenti, ma per questo apprezzabile. In questo film, comunque, pacato e razionale.

    Voto Markus: ***.
    Ultima modifica: 7/10/16 12:15 da Markus
  • Discussione Franz • 8/10/16 01:50
    Galoppino - 222 interventi
    grazie Markus per questa approfondita analisi. Ecco, direi che hai trovato una chiave di lettura delle motivazioni più plausibili per cui, probabilmente, la coppa Volpi andò a Carlo Delle Piane e non a Walter Chiari: ottime interpretazioni entrambe, ma il primo in un film straordinario di un regista affermato, il secondo in veste di outsider in un film di un quasi-esordiente, e in più in una sfida combattuta, appunto, sullo stesso terreno, quello del confidenziale, come hai detto correttamente, della sottorecitazione. Poi io non sono molto obiettivo, in questa circostanza, perché adoro 'Regalo di Natale', ma mi viene di fare un parallelismo con lo sport: puoi fare anche la prestazione della vita (W. Chiari)nei 100 metri, ma se ti scontri con Bolt (Delle Piane), finisci per perdere. Senza dietrologie. Tutto qui.
    Ultima modifica: 8/10/16 01:52 da Franz
  • Discussione Markus • 8/10/16 10:42
    Scrivano - 4775 interventi
    Grazie a te Franz, mi ha fatto piacere che tu l'abbia letta.
    Sì, direi che la tua metafora rende bene l'idea e, d'altro canto, ti confermo che Regalo di Natale dà anche a me delle emozioni che Romance non mi ha dato (pur apprezzando il film, sia chiaro). Mi viene da pensare che se Walter Chiari fosse stato chiamato allora da Pupi Avati, forse le cose sarebbero andate diversamente (ma siamo nell'ordine della pura fantasia). In ogni caso Romance è poi notoriamente sparito e Regalo di Natale è rimasto e diventato culto, quindi la "crosta" che sta attorno all'attore, a naso, direi che conti... ed anche parecchio!
  • Discussione Franz • 9/10/16 00:56
    Galoppino - 222 interventi
    Markus ebbe a dire:
    Grazie a te Franz, mi ha fatto piacere che tu l'abbia letta.
    Sì, direi che la tua metafora rende bene l'idea e, d'altro canto, ti confermo che Regalo di Natale dà anche a me delle emozioni che Romance non mi ha dato (pur apprezzando il film, sia chiaro). Mi viene da pensare che se Walter Chiari fosse stato chiamato allora da Pupi Avati, forse le cose sarebbero andate diversamente (ma siamo nell'ordine della pura fantasia). In ogni caso Romance è poi notoriamente sparito e Regalo di Natale è rimasto e diventato culto, quindi la "crosta" che sta attorno all'attore, a naso, direi che conti... ed anche parecchio!

    E parlando di 'naso', come non pensare a quello particolarissimo di Carletto Delle Piane ahahah :) Scherzi a parte, concordo.
  • Discussione Kanon • 16/03/17 19:23
    Fotocopista - 835 interventi
    Se interessa, un altro articolo riguardante la vicenda della mancata premiazione a Venezia :

    http://iltirreno.gelocal.it/regione/2012/02/29/news/quando-venezia-umilio-walter-chiari-1.3239246