Mr. Nobody - Film (2009)

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Mr. Nobody

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ci risiamo con le vite parallele e l'effetto farfalla, ma questa volta assommati in un crogiuolo di deviazioni, aperture al possibile, al passato, al futuro e chi più ne ha più ne metta. Se i primi minuti sono prevedibilmente un caos totale in cui è inutile cercare di raccapezzarcisi, quando entra davvero in scena il vecchio al quale spetta il compito di dare un senso al tutto, tocca aguzzare la vista e l'udito per trovare gli elementi a cui aggrapparsi per orientarsi. E si comincia a capire che quel vecchio, interrogato da un intervistatore, sta raccontando - attraverso infiniti flashback che annientano il concetto di spaziotempo - il proprio passato, ricordando quando...Leggi tutto i suoi genitori (Ifans e Little) si separarono. Lui è con loro in stazione quando la madre sale sul treno e lo saluta. Alla partenza, indeciso sul da farsi, corre verso il vagone in movimento e lo insegue. La madre gli tende la mano: lo prenderà con sé? La linea temporale si frantuma in due tronconi, e non sarà certo l'unica volta.

Lo stratagemma ricorda SLIDING DOORS, ma sarebbe più onesto citare il Nichetti dell'ancora precedente e assai più simile STEFANO QUANTESTORIE e anzi, non sembra casuale che un personaggio marginale del film si chiami proprio Stefano (con nome italiano anche in originale) e che anche qui compaia tra i momenti chiave un treno sul quale il protagonista forse sale e forse no. Certo, il film amplia un corto dello stesso Jaco Van Dormael risalente al 1985, ma allora chi ha preso da chi?

Le vite, dalla scena della stazione in poi, si sdoppieranno e le seguiremo entrambe; si sovrapporranno, si scambieranno, entreranno l'una nell'altra mentre il regista si prenderà la libertà di dare libero sfogo al suo estro sfoggiando inquadrature ricercatissime, invenzioni visive talvolta straordinarie e - a dire il vero - non sempre giustificate; come se tutto si piegasse alla volontà di calarci in un clima onirico riflesso negli occhi sbarrati e l'atteggiamento perennemente estatico del protagonista (Leto, che interpreta i tanti Nemo adulti truccato in mille modi diversi, anche seppellito dalle rughe), un mondo surreale che fa affiorare alla mente il cinema di David Lynch, con i particolari che tornano, i collegamenti suggeriti che spesso si rivelano inesplicabili... A tutto questo si aggiungono spiegazioni su teorie entropiche, accenni al butterfly effect e via dicendo, con intervalli su Marte e nello spazio a rendere ancora più oscura la vicenda; e intrigante, inevitabilmente, anche se poi ci si vorrebbe poter agganciare meglio, ai punti chiave nella storia.

Nemo si sposa con la figlia dell'amante di sua madre, poi con una bionda innamorata di un altro (Stefano, per l'appunto), poi ancora con un'orientale conosciuta in adolescenza e sulla quale aveva ripiegato (tutte e tre le incontrava per strada fin da piccole) mentre il tempo scorre in avanti, poi torna indietro attraverso l'utilizzo di moviole continue e una quantità di ralenti senza fine, mentre una colonna sonora ricercatissima e a onor del vero perfettamente calzante contribuisce a creare in chi guarda la sensazione di avventurarsi in una dimensione sospesa di cui afferrare solo i contorni. Un film che piacerà a chi ama certo cinema "new age", sognante alla CLOUD ATLAS, che procede per emozioni, che punta buona parte della sua riuscita sull'impatto straniante (qui richiamato nella liquidità intensa dello sguardo di Jared Leto), sul manierismo dell'ars gratia artis che concede di abbandonarsi languidamente alla meccanica bellezza delle immagini inseguendo mentalmente gli incastri virtuali di una storia semplice eppure straordinariamente complicata da artifici d'ogni natura. Più un esercizio di stile che un film vero e proprio. Seducente, affascinante, malizioso, ricco di trovate visive eccellenti eppure a tratti repulsivo per lo sprezzo con cui s'infila tra i cunicoli dello spaziotempo permettendosi di disintegrarlo a piacere.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/01/10 DAL BENEMERITO JANDILEIDA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 6/01/23
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Jandileida 16/01/10 21:56 - 1565 commenti

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Progetto ambizioso ed intrigante quello del belga Van Dormael, tornato al cinema dopo un letargo durato tredici anni e dopo il fantastico L'ottavo giorno: raccontare le vite che sarebbero potute essere, raccontare il tempo, raccontare il valore delle piccole scelte che tutti prendiamo ogni giorno. Il risultato è, dunque, un film lungamente meditato, forse troppo, che si avvolge un po' su se stesso e che calca un po' troppo su un visionarismo jeunettiano (più Delicatessen che Amelie). Buonissime alcune intuizioni e Leto.

Mdmaster 30/09/10 17:42 - 802 commenti

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Stranamente non sono stati molti i film a sfruttare la scia delle "distorsioni temporali" a là Donnie Darko, e per quanto Mr Nobody sia sulla carta assimilabile al film di Kelly, in realtà è completamente diverso. Van Dormael dipinge una serie di vite realistiche, importanti, coinvolgenti e, a tratti, commoventi. Tra lucidissime visioni futuristiche e razionali critiche al presente, il bravo Leto (poco usato come attore) ci dimostra che la vita non va mai in una singola direzione e che ogni sentiero è importante. Davvero unico.

Daniela 29/05/11 19:06 - 12662 commenti

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L'ultimo mortale sulla faccia della Terra ricorda alcuni momenti dei suoi passati possibili, dal periodo che precedette la nascita fino alle sue morti, compresa quella imminente ormai ultracentenario, in un intreccio di sentieri che si biforcano, ognuno dei quali risulta essere quello "giusto". Film ambizioso sul tema delle distorsioni temporali, può contare su sequenze di sorprendente bellezza, con squarci visionari sul futuro, filtrate sugli occhi cristallini di Jared Leto. Impegnativo, talvolta eccessivamente didattico ma affascinante.
MEMORABILE: Tutti vestiti con maglioni a losanghe grigie, mentre tutte le macchine sono di colore rosso

Gaussiana 29/04/12 01:23 - 121 commenti

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Film didascalico, sembra voler sopperire con inserti da documentario per ragazzi alla complicata selva di trame parallele da seguire. Basato sul tema della scelta, affronta concetti scientifici complessi (l'effetto farfalla, l'entropia) con l'ingenuità del bambino, dando vita a diramazioni infinite, in una sorta di interminabile Sliding doors. La potenza visiva è anch'essa data da una macedonia di citazioni. Troppa carne al fuoco, molte cose già riviste, coraggioso attraversare generi: sentimentale, Sci-Fi, dramma, ma sembra troppo zelante.

Pigro 15/01/13 11:26 - 9666 commenti

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Una sola moltitudine: non Nobody ma Everyman, che racchiude il mistero di vita e morte, tempo e amore. Tre vite diverse, ulteriormente moltiplicate, per le strazianti sliding doors di un bambino tra padre e madre, fino alla fine dell’ultimo mortale sulla Terra. Un po’ Gondry, un po’ Jeunet, con citazioni da Harold e Maude o Lo zoo di Venere, il film, che sviluppa il corto originario, non perde il filo del complicato e lungo intreccio, compiacendosi forse troppo degli effetti speciali, ma sapendo trasformare la filosofia in un toccante puzzle.

Yamagong 12/10/14 13:08 - 274 commenti

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Parlare di Mr Nobody come la versione fantascientifica di Sliding doors non rende giustizia al magnifico lavoro svolto da Van Dormael e dal suo ottimo cast (da segnalare un Leto molto in parte e una magnetica Diane Kruger). Perché qui la scienza (che ha ben poco di "fanta") diviene pervasiva e cioè il mezzo per spiegare come, molto cinicamente, la condizione dell'essere umano, smarrito nell'indecisione, nel caos entropico dell'esistenza, sia governata da leggi e variabili molto più grandi di lui. Talora patinato, ma lascia il segno.
MEMORABILE: La citazione di Tennessee Williams; Anna e Nemo si ritrovano in stazione; Le continue interferenze e biforcazioni dei vari universi possibili.

Saintgifts 15/02/16 17:05 - 4098 commenti

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Van Dormael sfrutta appieno quello che si può definire il primo effetto speciale del cinema: riavvolgere la pellicola e riaggiustare vasi rotti, separare ingredienti mescolati e far rientrare il fumo nella sigaretta. Lo sfrutta bene, con ingegno e se ne serve per dare una sua spiegazione dell'universo e di conseguenza della vita, in un misto di filosofia e religione, partendo da ciò che la scienza ci ha detto in proposito, con la teoria del big bang e continuando con il big crunch, cioè riavvolgendo la pellicola e resuscitare anche i morti.
MEMORABILE: L'amore giovanile tra Nemo e sua "sorella" Anna.

Didda23 21/09/16 15:08 - 2426 commenti

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Un'opera meravigliosa ed estremamente complessa, ma non per questo incomprensibile. Infatti la maestosa sceneggiatura scioglie magnificamente ogni nodo, facendo riflettere lo spettatore su temi importanti come la scelta e sulla drammaticità dei traumi infantili. Jared Leto giganteggia in un ruolo che gli calza a pannello, mentre il resto del cast non brilla particolarmente. Splendida la regia di Van Dormael, che regala tocchi poetici sublimi. Il tema ricorda più pellicole da The butterfly effect a Sliding doors, ma qui la ciccia è più saporita.
MEMORABILE: L'acqua, un elemento che ritorna spesso e che simboleggia una delle paure più recondite del protagonista.

Xamini 9/09/17 11:56 - 1252 commenti

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Per i tenaci ricercatori di significato, il caleidoscopio delle possibilità, all'interno di un'esistenza, è notevole. Mr. Nobody prova a mostrarcene qualcuna, focalizzandosi su alcune scelte fondamentali e su qualche casualità. Nel farlo, oscilla tra una visione completamente priva di senso e un lume, supportando il tutto con solide teorie fisiche. Ne risulta un film concitato, in modo particolare nei minuti iniziali, affascinante, ricco di linee narrative e, all'interno delle stesse, di dettagli. Meritevole per questo di una seconda visione.

Il ferrini 24/11/17 22:57 - 2358 commenti

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La storia può ricordare Sliding doors, l'astronave è quella di 2001, il Nemo vecchio rammenta Benjamin Button ma c'è anche un po' di Butterfly effect o di Gondry e si potrebbe proseguire con le citazioni, ma forse è proprio questo il fascino del film: far sentire sempre a casa il cinefilo pur in una trama discretamente intricata e scomposta su più linee narrative. Il film diverte, emoziona e sorprende quindi obiettivo raggiunto: bravissima la Kruger ma anche e soprattutto il giovanissimo Regbo.

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Deepred89 28/11/17 12:50 - 3706 commenti

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Pellicola ambiziosa, impegnativa, estrosa, sovraccarica, tour de force fanta-emozionale diretto da un vero e proprio mostro della macchina da presa, in grado di inquadrare di tutto e sempre nel miglior modo possibile. A tratti contorto, ma le emozioni sgorgano purissime e i momenti di estasi visiva sono serviti con una frequenza e una naturalezza sorprententi. Pure la scontata OST (e basta con "Where is my mind"!) è sfruttata nel migliore dei modi. Da vedere e (benché si abusi dell'espressione) rivedere, magari cogliendone nuovi stimoli.

Cotola 29/03/18 12:52 - 9043 commenti

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Stupisce non tanto e non solo per il meccanismo narrativo delle vite parallele-alternative, non nuovissimo, ma per la maestria con cui viene padroneggiato nonostante la sua estrema complessità: non ci sono buchi di logica e niente è fuori posto. Il lato visivo è notevolissimo (specie a tratti); una vera delizia per gli occhi ed anche sotto questo punto di vista tutto è controllato minuziosamente nonché perfetto. Infine riesce anche, cosa di non poco conto, ad emozionare e coinvolgere senza mai annoiare nonostante le quasi tre ore di durata. Anzi: merita anche altre visioni.

Paulaster 19/11/18 12:20 - 4419 commenti

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Ultracentenario ripercorre pezzi di vita. Clima da fantascienza sfruttando le implicazioni filosofiche e scientifiche (l'entropia su tutte). Azzardato nella visione futurista, confuso nella casualità della vita e fantasioso senza esser credibile (la goccia fantozziana). Citazionista per evitare di dire che si è copiato di sana pianta da Ashby, Gondry, Kubrick ecc... Leto fa quel che può e con la Krueger forma una coppia sbilanciata. Qualche buona intuizione visiva (a parte la scarpa gigante). Durata eccessiva.
MEMORABILE: La caduta in motorino.

Galbo 1/08/18 15:53 - 12392 commenti

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A prima vista una vicenda narrata in modalità quasi schizoide, in realtà una riflessione sul tempo (affidata argutamente all'ultimo mortale sulla terra) e sulle varie e numerose biforcazioni che la vita ci pone davanti. Un film non perfetto, con momenti di grande suggestione anche visiva alternata a momenti pleonastici che appesantiscono un racconto alla lunga un po' prolisso. Grande prova di Leto e di tutti gli altri attori.

Redeyes 24/12/18 08:26 - 2449 commenti

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Van Dormael shakera con audacia tempo, farfalle e treni che perdi o forse prendi e serve il tutto in un bel tumbler intellettualoide. Al palato appare incredibilmente sofisticato e stimolante, ma qualcosa non convince. In questo zibaldone di sentimenti e scelte non mi arriva l'emozione umana, come se i sentimenti, che peraltro sono tutto il film, fossero asettici, alla pari del futuro che sarà, didascalici, scolastici e non capaci di scalfirci il cuore.

Domino86 12/04/19 12:47 - 607 commenti

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Film decisamente particolare e non facile da seguire con i suoi continui salti nel tempo e nello spazio, però poi, lentamente, i nodi vengono al pettine e ci si ritrova di fronte all'ultimo mortale che tira un po' le fila di tutto. La pellicola offre molti spunti di riflessione sul tempo che abbiamo e su quelle biforcazioni davanti alle quali ci troviamo: seppur talvolta le affrontiamo quasi senza nemmeno accorgecene, sono quelle che poi segneranno la strada che andremo a percorrere.

Thedude94 6/06/19 00:51 - 1097 commenti

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Al di là di qualsiasi tipo di interpretazione e senso si voglia attribuire a questa storia, il regista Van Dormael si è concentrato piuttosto sul concetto principale del film: la scelta. Sì, perché il giovane/vecchio protagonista è alle prese con scelte che ha dovuto prendere, con i ricordi e con una continua evoluzione determinista del mondo che gli gira attorno. Bravi tutti i membri del cast, a partire dai giovanissimi fino ad arrivare all'ottimo Leto, qui in una delle sue migliori performance. Davvero notevole.

Bubobubo 22/02/20 11:58 - 1847 commenti

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Non può che essere debordante un film incentrato sui futuri contingenti e sulle sottili linee rosse che i tempi mai vissuti (o vissuti contemporaneamente, o vissuti in infiniti mondi possibili alternativi al proprio) reclamano come parte integrante della loro ontologia. La riflessione è profonda e sfaccettata, tradotta in forme generalmente accessibili ma non per questo meno profonde: Leto un protagonista azzeccatissimo (specialmente al fianco di Diane Kruger). Non è genuinamente emozionante come un Linklater o un Kaufman, ma colpisce.
MEMORABILE: Il primo incontro in riva al mare fra Nemo e Anna; La vita d'inferno tra Nemo e Elise.

Fulleffect 27/10/21 11:43 - 107 commenti

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In un futuro lontano la popolazione umana ha raggiunto quasi completamente l'immortalità; fa eccezione un uomo, ormai ultracentenario, che racconta la sua vita adattandola alle scelte effettuate e alle occasioni perse. Come punti di forza il film possiede una struttura narrativa indubbiamente originale e un ottimo comparto tecnico; d'altro canto però si avvertono una certa ripetitività, un'eccessiva lunghezza e una conclusione deludente. In conclusione risulta un film più interessante che riuscito, penalizzato da un fastidioso barocchismo in sceneggiatura, ma che merita una visione.

Enzus79 16/05/22 22:12 - 2896 commenti

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Storia abbastanza contorta e tutt'altro che lineare: la vita di Nemo Nobody suddivisa in quattro passati diversi. Di difficile coinvolgimento, non si può non sottolineare comunque un'intelligenza di fondo nell'affrontare certe tematiche (ad esempio la malattia di una delle compagne del protagonista). Avrà forse una tendenza a salire nel giudizio nelle visioni successive. Ottima la fotografia.

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Valcanna 13/12/22 11:36 - 34 commenti

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E' incredibile come Van Dormael riesca a danzare tenendosi in equilibrio sulle profonde complessità della storia messa in scena. Basterebbe questo per godere di uno spettacolo unico ma il film va oltre, offre di più. Si piange e si pone lo spettatore davanti alle scelte dei protagonisti che, senza rendersene conto, diventano le scelte di tutti noi. Nemo siamo noi, le nostre vite, i nostri amori, quello che siamo, quello che potevamo essere e, sopratutto, quello che non saremo mai. A riempire gli spazi la musica, che per tempo, brani e ritmi rende il film una piccola gemma preziosa.

Capannelle 16/06/23 19:49 - 4411 commenti

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Un intreccio insistito in cui la dimesnione spazio-temporale diventa quasi un'opinione, costringendo lo spettatore a una certa fatica mentale per stare dietro agli sviluppi della trama. Se questo intreccio può richiamare altre opere e partire da una base di indubbio fascino, quello che viene mostrato segue percorsi altalenanti nonostante gli attori siano ben diretti e non manchino scene empatiche. Vengono tracciate molteplici strade parallele, con la possibilità forse di sposare quella che si ritiene più interessante ma nell'insieme si ode più di uno scricchiolio.
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  • Discussione Jandileida • 5/07/11 13:36
    Addetto riparazione hardware - 431 interventi
    Io l'ho visto al cinema in originale. Non so dirti se ne esista una versione in italiano. I sottotitoli si trovano facilmente
    Ultima modifica: 5/07/11 13:37 da Jandileida
  • Discussione Marietoile • 1/11/13 13:10
    Galoppino - 28 interventi
    Confermo e con il solito disappunto: un altro bel film mai uscito nelle sale italiane...
  • Discussione Didda23 • 29/07/16 11:36
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    A quanto pare dovrebbe essere trasmesso in Italiano su Sky a fine agosto.
  • Discussione Raremirko • 9/08/21 23:36
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    E' una sorta di lungo e più filosofico The butterfly effect (del resto pure citato in un dialogo dell'opera), girato con più soldi (mica bruscalini) e con Leto a posto di Kutcher (che non è poco, senza nulla togliere a Kutcher).

    Qualche elemento alla Fitzgerlad (Il curioso caso di Benjamin Button) e qualche spruzzata sci-fi Kubrickiana che male non fa; stile, "sicura" (non è cosi' facile interrompere la visione in quasi 150 minuti di durata, e non è poco) e l'ennesima variante sulle distorsioni temporali (anche Nolan ci ha ormai abituati del resto) che comunque mantiene sempre il suo fascino.

    Funzionali ed un po' ripetitive le musiche (Mister Sandman, Everyday, ecc.), resto del cast nella media.

    Un lungometraggio più che buono ed emotivamente lascia molto, facendo concludere la visione in modo non indifferente; certo che al cinema la visione avrebbe goduto di molto più coinvolgimento.
    Ultima modifica: 6/01/23 15:58 da B. Legnani
  • Curiosità Zender • 6/01/23 09:52
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Il film amplia un corto dello stesso regista che porta il titolo italiano anche in originale: "E' pericoloso sporgersi". Otto anni dopo quel corto, un italiano, Maurizio Nichetti, riprenderà idee molto simili per il suo Stefano Quantestorie (in cui c'era ugualmente una scena con il protagonista in stazione) facendone un film e quindi "anticipando" in un certo senso Mr. Nobody. Ora ci si chiede, come fa il Marcel nel suo papiro: è un caso che uno dei personaggi marginali ma nemmeno troppo della storia, l'unico che nel film ha un nome davvero "italianizzato", sia stato chiamato proprio Stefano?