La febbre degli scacchi - Corto (1925)

Tutta la città ha la febbre degli scacchi, e una ragazza manda a monte il matrimonio perché il fidanzato è ossessionato dal gioco. Un film piccolo e semplice, girato in occasione del torneo mondiale di Mosca (si vedono anche i più grandi campioni, tra cui un vero mito che si presta a una parte autoironica: Capablanca!), che nonostante l'occasionalità celebrativa è un vero gioiello di trovate gustosissime e vorticose. Bellissima la scena del fidanzato scacchista nella casa stracolma di gattini, ma è tutto da vedere e godere.

Simpaticissimo cortometraggio girato su stimolo del grande torneo moscovita del 1925. Più che la vicenda amorosa (non un pretesto, ma di certo non il motivo principale per guardare il film) conta la mania collettiva, che ha risvolti molto divertenti, come il continuo furto di giornali. Il grande Capablanca (che lì fu terzo, alle spalle di Bogoljubov e di Lasker) interpreta sé stesso e una domanda maliziosa nasce spontanea: ma come ha convinto la protagonista ad amare gli scacchi?

In occasione del torneo di Mosca del 1925, l'intera città si appassiona al gioco degli scacchi, incluso un futuro sposo che rischia così di mandare a monte il matrimonio. In questo mediometraggio Pudovkin dà vita a una serie di gag leggere e surreali, legate alla nuova mania collettiva. Notevole l'autoironia di un campione come Capablanca che interpreta sé stesso. Il ritmo vivace permette di accostare una serie di trovate dalle quali emerge l'indubbio talento del regista per il montaggio e l'organizzazione scenica. Molto divertente.

Divertentissimo mediometraggio comico sulla febbre degli scacchi che cala su Mosca durante un torneo internazionale a cui partecipa anche il grande Capablanca. Il campione del mondo si presta tra l'altro a fare l'attore e, con un sorriso gigionesco, seduce (solo scacchisticamente?) l'eroina del film, disperata perché il suo promesso sposo pensa solo alle 64 caselle (si narra che il matrimonio di Duchamp fu rovinato proprio per questa ragione). Il montaggio da scuola sovietica regala una freschezza tuttora invidiabile; la comicità slapstick promette grasse risate spontanee.