Una donna viene tratta in salvo da un tentato suicidio; dopo aver solidarizzato con il suo salvatore, se ne va a spasso per Roma, città ripresa a mo' di viaggio turistico in lungo e in largo. Inguardabile pellicola girata male, interpretata peggio e montata in maniera incredibile con intromissione di personaggi casuali (al ristorante, dal benzinaio, nella piazza) sui quali svètta - in chiusa - un filosofo dei poveri, che risponde a rime compiute in stile Confucio. La musica non aiuta e l'approssimazione globale (sceneggiatura, regia, interpreti) contribuisce a rendere indigeribile il film.
Delirio puro, forse ispirato a Domenica d'agosto (qui è Natale)! Ha il primato di location turistiche infilate senza motivo nel film. Girato alla "buona la prima" (la scatola di cioccolatini che non deve chiudersi e si chiude, la porta del ristorante che deve chiudersi e non si chiude!). Finale surreale, col filosofo di strada che parla solo per citazioni di Confucio, follemente inframmezzato dal dialogo Bilotti-Mancini, con quest'ultima che è l'unica interprete al mondo cui una sceneggiatura abbia fatto citare prima Winckelmann e poi Giacosa. Film pazzesco, al di là di ogni immaginazione, con dialoghi assurdi e con riempitivi sfacciatissimi.
MEMORABILE: Al ristorante: lui e lei, da tempo amanti, a Natale non pranzano in famiglia, ma insieme, con ciascuno che chiede all'altro se ha dei figli!
Un giorno, una vita ovvero la durata, come deve essere parsa allo spettatore non amante della bruttezza sublime. Un uomo e una donna de noantri. Ispira quasi tenerezza perché si avverte la volontà di fare un film d'autore, di spessore. Lo spessore invece è giusto quello di in dvd visto di lato.
L'inizio è davvero buono, con una storia di promesse fittizie più che mai attuale, ma poi il film rallenta fino ad appiattirsi e a trasformarsi in un diario di Natale. Il finale è ottimista, qualche scena carina c'è ancora, tipo quella del ristorante e l'altra ai giardini pubblici, mentre resta memorabile la scena col vecchio filosofo a Trinità dei Monti.
Credo che gli anni '70 in Italia siano stati irripetibili per il grande fermento che portò a realizzare un numero immane di pellicole, a volte improbabili come queste. Drammini esistenziali di un uomo e una donna in cornice natalizia con cui si intersecano storie di vita quotidiana tipo Gente di Roma (il vecchio colonnello al parco rasenta la sospensione dell'incredulità). Dialoghi che spesso sfiorano il ridicolo, musiche lagnose molto invadenti anche perché tanti momenti sono senza dialoghi, con inquadrature "turistiche" di Roma.
MEMORABILE: L'incontro con il vecchio filosofo; "Tu sei una strega perché fin da stamattina mi hai stregato".
Due storie di solitudini si incrociano casualmente quando una delle due sembra arrivata al capolinea; poi, come succede spesso, se ne aprirà una nuova. Il film ha il pregio di andare dove vuole lui, a briglie sciolte, facendo parlare personaggi che con i protagonisti hanno poco a che fare. Roma è mostrata nei suoi posti più da cartolina. Molto ingenuo nel suo complesso (sceneggiatura, recitazione), rilassa la mente e rende propositivi. Ultimo ruolo di attrice per la mitica Daniela Rocca.
MEMORABILE: Il volto melanconico da maschera tragica di Daniela Rocca.
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Nel film si vede (e si sente cantare) il bimbo Edoardo Guarnera, recentemente impegnato negli spettacoli teatrali e televisivi del Salone Margherita. Fonte: il forumista hermes di Nocturno. Grazie a Ronax per il fotogramma.
Il film risulta inedito nelle sale e in home video. Secondo il Poppi-Pecorari emerse quando fu trasmesso da una piccola emittente romana in "copia disastrata". La copia circolante (decente) proviene da Rete4.
B. Legnani ebbe a dire: Undying ebbe a dire: TREMENDO.
Forse uno dei più brutti film italiani mai visti, peggiore di Notturno con grida...
Allora non ti fidavi del parere di Uomoocchio e del mio...
Mi fidavo, per carità.
Solo che, conoscendo la tua avversione (giustificata e condivisa in più occasioni) a dare più di due pallini, speravo in qualcosa di meglio...
Comunque è un film inguardabile e davvero senza senso, a cominciare da titolo e sottotitolo (Dall'alba al tramonto!)...
a quanto letto nei commenti deve essere un altro di quegli iperspassosi tanto peggio, tanto meglio che rischiano di aggiudicarsi un mio pentapalla... mi rivolgo subito alla mia agenzia investigativa di fiducia.
DiscussioneFauno • 30/05/19 13:51 Contratto a progetto - 2743 interventi
Direi proprio di no Schramm, perchè tu vai in visibilio per film con acuti nella mediocrità, e a quel punto dovresti cercare un riscontro positivissimo da parte mia o di qualcuno per qualche verso simile a me. Invece gli do poco pure io. Ti sbellicheresti col pastoriano Il diario segreto di Fanny, ma per ora l'hanno solo all'archivio, e lì forse capiresti che Pastore l'ha proprio come marchio di fabbrica lo strafalcione...
Questo è poetico e romantico ma di una lentezza pazzesca e soprattutto banale, quindi uno come te lo vedrei bene a dormire per un film come questo; comunque vedilo perchè potrei sbagliarmi...
Fauno ebbe a dire: Direi proprio di no Schramm, perchè tu vai in visibilio per film con acuti nella mediocrità
...uhm no, continuiamo a non capirci. a me la mediocrità repelle e non sono un vessillifero del trash in quanto categoria dello spirito da ergere e difendere a uzi spianato. mi interessa solo laddove fa assumere al film una massa critica di totale psychotronia, rendendolo diciamo così para-espressionista e di peculiare stile e irripetibile carattere. da quanto letto (e confermatomi da terzi), anch'esso si direbbe proprio rientrare nella casistica non meno dello stesso pastore che tiri in ballo (difatti apocalisse di un terremoto fu per me maria rossa ingerita a cucchiaiate...). la qual cosa oltretutto non esclude una trasversale poetica o il romanticismo.
non si direbbe comunque così facile da tirare fuori dal proprio nascondiglio...
Schramm ebbe a dire: Fauno ebbe a dire: Direi proprio di no Schramm, perchè tu vai in visibilio per film con acuti nella mediocrità
...uhm no, continuiamo a non capirci. a me la mediocrità repelle e non sono un vessillifero del trash in quanto categoria dello spirito da ergere e difendere a uzi spianato. mi interessa solo laddove fa assumere al film una massa critica di totale psychotronia, rendendolo diciamo così para-espressionista e di peculiare stile e irripetibile carattere. da quanto letto (e confermatomi da terzi), anch'esso si direbbe proprio rientrare nella casistica non meno dello stesso pastore che tiri in ballo (difatti apocalisse di un terremoto fu per me maria rossa ingerita a cucchiaiate...). la qual cosa oltretutto non esclude una trasversale poetica o il romanticismo.
non si direbbe comunque così facile da tirare fuori dal proprio nascondiglio...
Lo ho visto. Non devo aggiungere nulla a quanto già scrissi.