Campioni di razza - Film (2000)

Campioni di razza

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Al Mayflower Kennel Club Show convergono i tanti partecipanti al concorso, ansiosi di poter esibire il proprio cane e di vincere grazie a lui l'ambita coppa. Il film, costruito dal regista Christopher Guest come un falso documentario (è pur sempre l'autore del cult THIS IS SPINAL TAP), si diverte a sottolineare l'aspetto bizzarro, eccentrico dei proprietari degli splendidi esemplari di razza spingendo (ma nemmeno poi troppo) sul pedale del demenziale. Ne esce una commedia che sicuramente acquista in patria significati molto diversi rispetto al resto del mondo (per non parlare dell'Italia, dove il film è stato doppiato non male ma con evidenti...Leggi tutto difficoltà) e che racconta i giorni precedenti la mostra di alcuni tra i favoriti per la vittoria: una donna piuttosto volgare sposata con un uomo molto più anziano (pressoché una mummia) che lei dice essere ancora una bomba sotto le coperte (ma finirà col diventare lesbica tradendolo con l'addestratrice), una coppia nevrotica con un cane che lo è altrettanto e per calmarsi ha bisogno di un'apona di peluche, un venditore di articoli da pesca - con velleità da ventriloquo - orgoglioso possessore di un tenero bloodhound, una coppia gay con due Shih Tzu identici. L'episodio con moglie e marito (Levy, anche coautore col regista della sceneggiatura) nel quale la prima, durante il viaggio, continua a incontrare uomini con cui è stata in gioventù, è forse il più genuinamente spassoso, con il bravo Eugene Levy che ha modo di sfoderare alcune delle sue simpatiche espressioni di fronte alla scoperta del passato "allegro" della moglie: non si contano gli ex che sfacciatamente, di fronte al sempre più attonito marito, le ricordano gli amplessi nei luoghi più improbabili! Insomma, le battute anche azzeccate non mancano, ma una logorrea generale inarrestabile, che vede i protagonisti parlare quasi senza sosta, rischia di appesantire non poco la narrazione. Il concorso, che occupa quasi per intero la seconda parte, viene da noi vissuto attraverso il commento al microfono di una coppia di presentatori, uno dei quali chiamato come d'abitudine in America a sfornare idiozie in sequenza per far sorridere il pubblico. Tra i tanti personaggi i meno centrati sembrano i due gay e il presidente (Begley jr.) dell'hotel dove alloggiano molti dei concorrenti, che racconta parlando in macchina (la formula del finto documentario non è però sempre mantenuta, perché la maggior parte delle scene possono essere seguite come se si trattasse di una normale commedia) aneddoti legati al suo mestiere. Le fasi del concorso sono organizzate razza per razza per selezionare il migliore, da far scontrare poi con gli altri nella finale globale, con breve corsetta assieme al padrone per mostrare l'esemplare in movimento. Ma è chiaro che il film lo fanno i protagonisti dei singoli episodi intrecciati, con le loro bizze e i caratteri particolari che mostrano quanto il regista intenda evidenziarne frivolezza e superficialità. Moderatamente divertente ma tendenzialmente stucchevole fin dai primi minuti, mette in luce comunque uno stile personale che s'inserisce nel solco della commedia sofisticata, nonostante le apparenze.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/12/09 DAL BENEMERITO SKINNER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 20/05/19
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Skinner 21/12/09 18:51 - 592 commenti

I gusti di Skinner

Secondo mockumentary di Guest, sempre nello stile e nel solco di This is spinal tap e con gran parte del cast del precedente Sognando Broadway e dei film successivi. L'ambientazione bizzarra (una mostra per cani) è uno sfondo come un altro per il consueto carosello di varia umanità. Forse il meno divertente del lotto, ma comunque piacevole e arguto.

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