Deadline - Film (2009)

Alice (Brittany Murphy) decide di isolarsi in una vecchia dimora resa disponibile da un facoltoso regista. La donna, sceneggiatrice e in crisi depressiva causa un rapporto malfinito, inizia ad avere strane visioni, supportate da nastri magnetici che celano un crimine. Terrificante pellicola priva di ritmo, e logica. Il succo del racconto è plagiato da Le verità nascoste e, tranne la sempre malinconica Sonata al chiaro di luna (leit-motiv eseguito dalla vittima -Thora Birch- al pianoforte), non ha motivo d'essere ricordato. La Murphy fa facce che sembrano testimoniare avere "dentro" qualcosa!

E' notorio che, per riprendersi da un grave trauma, la cosa più sensata da fare è isolarsi in una villetta a Monculi, senza nessuno attorno nel raggio di chilometri, a parte simpatiche presenze che fanno capolino dagli specchi, aprono i rubinetti della vasca, singhiozzano nel buio. La protagonista capisce che lì è avvenuto qualcosa di brutto ma, essendo tonta, persiste a starci, ma quel che succede dopo non lo ricordo bene, per ricorrenti calate di palpebra causa stanchezza, caldo, noia. Risveglio nel finale, il tempo per mandare un accidente allo sceneggiatore. Era meglio se dormivo.

Un mare di sussurri, scricchiolii, urletti fuori campo e porte che si socchiudono al servizio di una trama scritta su un coriandolo, tra l’altro vista almeno un centinaio di volte e sfoggiante un twist finale che grida vendetta. Bene solo la Birch, icona personale, mentre la Murphy, senza lasciarsi influenzare da avvenimenti successivi, pare completamente in corto circuito. Il vero fantasma del film è purtroppo il film stesso.