Dieci episodi che vivono in gran parte all'interno delle camere di un motel dove si avvicendano attori e caratteristi (quasi sempre composti in coppia, naturalmente). Apre Aroldo Tieri, che tra un aereo e l'altro trova due ore di tempo per "consumare" in velocità, ma un maledetto singhiozzo rovinerà la magia del momento. Tieri fastidiosamente sopra le righe. Piccolo break con Gino Cervi presidente di calcio che irrompe nella camera d'un suo calciatore per impedirgli di accoppiarsi con la moglie (lo debiliterebbe in vista della partita): da dimenticare come l'episodio successivo dei due nobili rampolli in tuga d'amore. Macario che va al motel per sfogare con...Leggi tutto una prostituta le frustrazioni casalinghe cui lo costringe la moglie (getta la cenere in terra, la insulta...) dura di più ed è almeno simpatico, Margaret Lee ignorata dal marito che se ne esce nuda è una barzelletta modesta. Dopo un inutile break con Antonio De Teffè ecco finalmente Franco e Ciccio, con il primo commerciante di cocco, mandorle e affini e il secondo in luna di miele con la castissima moglie. Finiranno per errore tutti nella stessa stanza, con ovvi equivoci, scambi di pigiama involontari ecc… Solite gag, ma almeno i due sono vivaci e danno un un po' di verve a un film fin qui piatto e ben poco divertente: i venti minuti migliori. Con Memmo Carotenuto marito fedifrago si ritorna all'insufficienza piena. Breve ritorno di Tieri e Macario ed episodio di chiusura in cui finalmente due sposini consumano e le due maschere teatrali che commentano ogni sketch si dicono felici. Uno dei tantissimi film costruiti all'epoca allo stesso modo e per gran parte del tempo noiosi. Scaccia è il portiere del motel.
Un Polselli d'annata alle prese con la classica commedia a episodi primi anni '60, programmaticamente focalizzata sul sesso (ma se ne vede ben poco e se ne fa ancor meno). Nonostante il ricchissimo cast, il film non riesce mai a decollare: i microraccontini sono raramente divertenti e men che mai forieri di maliziose stimolazioni. È più che altro interessante come specchio dell'immaginario dell'epoca, con il motel visto come luogo prediletto di incontri clandestini e peccaminosi. Fra le tante belle donne, spicca una giovanissima Claudia Mori.
MEMORABILE: Il romantico ballo fra i due fidanzatini in fuga d'amore, più che altro per la voce di Sergio Endrigo che canta la bellissima "Io che amo solo te".
I dieci microepisodi sono altalenanti (quello con Macario vessato dalla moglie arpia è il migliore, seguito da qualche gag nel segmento con Franco e Ciccio), ma nell’insieme vanno a comporre la miglior commedia di Polselli, forte di un cast stratosferico e di una vivacità insolita, specie se la si raffronta con gli infimi livelli toccati qualche anno dopo dal musicarello Mondo pazzo, gente matta! Splendide la Mori e la Bartok.
MEMORABILE: Gli effetti indesiderati dei bonbon sul ballo di Tieri e della Bartok, ripreso come una comica di Ridolini.
Non è il Polselli da me adorato oltre ogni limite, ma già a quei tempi era evidente il suo lato umanistico, questo voler focalizzare le più recondite paranoie, ribaltamenti psicologici o remore dei suoi personaggi e farne scaturire un lato ironico e grottesco. Oltre agli sketch di Macario sono impagabili quelli del grande Tieri e quello dei due ragazzotti viziati, in un film oltremodo gradevole...
Episodi veloci, solo un trio sufficienti (1: quello con Franco, Ciccio e la Gloriani, l'unico che muove al sorriso; 2: quello con Cervi, la Mori e il calciatore Lojacono, l'unico con una certa originalità; 3: quello, velocissimo, sull'arbitro cornuto, l'unico con consumazione peccaminosa, solo immaginata, ovviamente). Per il resto si resta stupiti dall'elevato livello del cast e si resta confermati che il Polselli migliore è quello che lavorava finanziato da terzi e non quello che lavorava per sé stesso.
Il motel de quo è un pretesto per mostrare le vicende, in certi casi vere e proprie barzellette come quella del singhiozzo, dei vari personaggi coinvolti. Polselli azzecca qualche episodio, anche grazie agli interpreti coinvolti, ma l'impressione è sempre quella di trovarsi di fronte a un prodotto modesto senza particolari ambizioni realizzato però con mestiere. L'episodio più riuscito è la commedia degli equivoci affidata a Franco e Ciccio. Curiosa la presenza di Lojacono, che ebbe una relazione con Claudia Mori (che recita con lui).
MEMORABILE: Franchi alle prese con un cocco; Macario che distrugge i posacenere.
Scenette di qualità altalenante ma mai eccelsa: si va dalla divertente pochade di Franco e Ciccio a episodi che sarebbero decenti ma sono tirati per le lunghe (vedi Macario) alle micro-barzellette (simpatica quella di Billi-Lee) ai puri riempitivi (a partire dai noiosi battibecchi di Porelli-Chanel).
Lunga serie di sketch pochadistico-vacanzieri sul tema dell’eterna lotta tra i sessi. I segmenti migliori, giocati sul filo del paradosso, sono quelli con Cervi e Macario. Gli episodi restanti non presentano molti spunti originali, nonostante i buoni dialoghi. Va però riconosciuto a Tieri e alla coppia Franchi-Ingrassia il merito di saper insaporire, con la loro verve e la loro classe, situazioni trite (cosa che purtroppo non riesce agli altri attori coinvolti, tranne Scaccia, qui in un ruolo di raccordo).
MEMORABILE: Cervi e la Mori si contendono Lojacono; Ciccio: “Meglio pulito oggi che fetuso domani”; Franco e il cocco.
Quasi una sorta di Casotto meno rigoroso e solo tentato, in cui nella monolocation del titolo passano protagonisti di gag per lo più brevi o brevissime. I momenti più godibili sono quelli con Cervi, Macario, Franchi e Ingrassia. Polselli non rinuncia al suo tocco (musica jazzata e qualche inquadratura stralunata) ma la sceneggiatura, pure nella cornice finale in cui molti personaggi tornano, non è all'altezza. La personificazione delle porcellane di Capodimonte a cui è affidato il commento di raccordo è, almeno, una soluzione originale.
MEMORABILE: Cervi irrompe nella camera per impedire che un calciatore, in vista di una partita importante, giaccia con sua moglie.
Le eccezionali doti di gestore di attori di Polselli emergono con prepotenza, alle prese con il miglior cast mai avuto a disposizione nella sua intera carriera. Ciò consente per esempio a Franchi e Ingrassia di non sbracare e dà il giusto sentore di film corale. Prima vera incursione del nostro nel prudereccio (o almeno meno cerebrale che in L'amante del vampiro) con ripetute audaci esposizioni di epidermide femminile. Tutti questi elementi permettono di rilevare quanto poco sia invecchiato questo film rispetto ai coevi consimili.
Niente di che. L'unico episodio a strappare risate è quello con un grande Macario, mentre gli altri segmenti vanno dalla barzelletta annacquata (vedi quello con Franco e Ciccio) a storielle troppo brevi per incidere. C'è un brevissimo sketch con Gino Cervi abbastanza gustoso, ma a parte ciò poco da segnalare, se non comunque la verve del cast davvero ricco, che in qualche modo sopperisce alla piattezza delle situazioni. Mediocre.
Renato Polselli dirige con mano ferma una farsa degli equivoci di argomento amoroso, divisa in episodi e ambientata nella stanza di un motel. Pregi del film sono la presenza di un ottimo cast di attori diretti con rigore e precisione, una tecnica dinamica e spigliata di ripresa che spesso indulge in inquadrature oblique e inclinate, un clima generale indirizzato verso il paradosso o il tocco originale e strampalato. Però una sceneggiatura a corrente alternata con diversi momenti di fiacchezza impediscono al film di andare oltre la qualità media.
MEMORABILE: Il finale romantico e poetico; Le statuine di ceramica di Capodimonte di foggia settecentesca che si animano e commentano i vari episodi del film.
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In questo caso la maglia scura è del Bologna e quella chiara è della Roma, ed entrambi con i pantaloncini bianchi. Inoltre combaciano anche i colori dei portieri e l'autore di una doppietta con un cognome inferiore alla scritta della squadra in casa.
In questa immagine:
http://www.asromaultras.org/roma-mn6263c.jpe si può capire come la lunghezza del cognome Orlando (autore della doppietta della partita) sia compatibile con quella che si vede nel tabellone del film). Se vuoi, quando torna il capo, ti metto il fotogramma.
Logicamente non c'è certezza matematica, ma è comunque un'ipotesi molto probabile.
Non saprei. Vedo che avevo scritto che il nome della squadra probailmente era più lungo di "Bologna". Serve un fotogramma.
HomevideoPanza • 29/03/16 20:01 Contratto a progetto - 5201 interventi
Il DVD Quintopiano:
Audio: italiano
Sottotitoli:assenti Formato video: 4:3 letterbox
Durata sulla copertina: 100 minuti
Durata effettiva: 1h31m00s
Menu statico senza musica, assenza di divisione scene, nessun sottotitolo, video di scarsa qualità interlacciato e letterbox... Sembra di vedere un DVD di dieci anni fa. Meno male che il film era inedito in DVD (ne esiste tra l'altro una vecchia registrazione televisiva). Ecco un fotogramma (si trova al minuto 46:19):
Panza ebbe a dire: Fedemelis, ti interessano i fotogrammi da DVD della partita di cui si discuteva?
Grazie Panza, ho già il DVD (ricchi 3€). L'unico modo per dimostrare la partita è andare ad esclusione, confermo però che si tratta di Roma-Bologna.
MusichePanza • 2/10/16 11:33 Contratto a progetto - 5201 interventi
Le canzoni del film: Gianni Dell'Orso e i suoi Robots, Go the locomotor Gianni Dell'Orso e i suoi Robots, Ti ritroverò Gianni Dell'Orso e i suoi Robots, Tonight my love Sergio Endrigo, Io che amo solo te
Il filmato ha una durata effettiva di 1:30:44 circa, causa intervallo nero di una quindicina di secondi tra i pannelli di fine primo ed inizio secondo tempo.
Condivido la delusione di Panza, ma resta comunque un dvd da avere, in primis perché le altre versioni in campo non sembrano migliori: la Mediaset sicuramente, ed anche la versione su nastro magnetico dubito possa essere miracolosamente superiore allo standard (vuoi forse perchè già il supporto originale non era ottimo, vuoi perché la fotografia non è eccezionale, ecc.). Inoltre non prevedo una riedizione nel breve termine.
HomevideoZender • 15/10/19 18:20 Capo scrivano - 47731 interventi
Sì, sono quasi tutte spettacolari le versioni che passano su Mediaset di questi vecchi film! Roba appunto da mandare in pensione i vecchi dvd, se non sono tagliate.
Zender ebbe a dire: Sì, sono quasi tutte spettacolari le versioni che passano su Mediaset di questi vecchi film! Roba appunto da mandare in pensione i vecchi dvd, se non sono tagliate.
Forse mi è sfuggito qualcosa... però si vocifera che manchi un minutino alle versioni tv...