Pusher 2 - Sangue nelle mie mani - Film (2004)

Pusher 2 - Sangue nelle mie mani
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Titolo originale: Pusher II
Anno: 2004
Genere: gangster/noir (colore)
Note: Seguito di "Pusher". Aka "Pusher 2 - Sangue sulle mie mani".
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/12/09 DAL BENEMERITO BRAINIAC
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Brainiac 8/12/09 18:25 - 1083 commenti

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Come uno dei pusher dei suoi gangster movie, Refn, ha dovuto riparare in fretta ad un colpo andato a puttane. Niente di illegale, ovviamente, ma il tracollo finanziario causato dal fallimentare (per incassi) Fear x, l'ha costretto a rifugiarsi nella saga dello spaccio. Forse è questa la causa principale della regressione del suo stile. Rispetto a Bleeder e Pusher, infatti, Pusher II ristagna piatto, poco ispirato. Gli intrecci si snodano flemmatici, le riflessioni sulla paternità sanno di pleonastico e la vis compulsiva è addirittura grottesca.

Harrys 25/01/10 20:26 - 687 commenti

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Sconvolgente continuazione delle vicende che videro protagonisti i più infidi reietti che la terra abbia mai ospitato. Lo stile persiste ("stalking mdp", la chiamo); tuttavia: bando alle pulpeggianti ciance, via libera alla bieca violenza, alla solitudine, alla constatazione della propria, fumosa, esistenza, martoriata dal vizio e dalle prevaricazioni. Un turbine di guano tale da indurre lo scapestrato protagonista a rivedere le proprie priorità, imboccando (provvisoriamente, senza dubbio), sgusciando nel sangue, la retta via della redenzione.

Greymouser 28/05/10 09:01 - 1458 commenti

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Forse in tono minore rispetto al primo, folgorante capitolo; ma la sporca epopea di "Pusher" mantiene intatta la sua carica eversiva verso ogni foglia di fico da "politically correct". Ancora una volta Refn riesce a trovare le inquadrature giuste per rappresentare una Danimarca plumbea (in tutti i sensi) e molto lontana da ogni modello oleografico. Sostanzialmente una buona conferma per l'emergente regista scandinavo.

Ghostship 13/06/10 13:45 - 394 commenti

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Sequel solo nominale del primo Pusher, del quale conserva qualche blando riferimento, come il personaggio di Milo che compare in un breve cammeo e Tonny, spalla del protagonista nel primo film della trilogia, qui promosso a protagonista assoluto. L'ambientazione è al solito una cupa Copenaghen ed il regista sembra interessato a tratteggiare il difficile rapporto padre/figlio che culminerà in un finale allo stesso tempo tragico e pregno di speranza. Largo uso di luci innaturali e di droghe.

Mickes2 25/06/11 19:23 - 1670 commenti

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Refn rimette mano al microcosmo malavitoso e si concentra su Tonny. La macchina da presa è sempre ispirata e nervosamente segue i personaggi dentro una Copenaghen uggiosa, desolata e violenta. Ma allo stesso tempo ho avvertito un netto calo nei confronti del primo episodio: il pathos, l'accattivante vicenda e lo stile adrenalinico qui vengono a mancare, tanto che la deriva di Tonny risulta asettica e priva di mordente. E’ difficile poi soffermarsi sui significati e sull'importanza di essere padre, perché è la pellicola stessa a non permettertelo.

Jena 27/08/11 12:52 - 1555 commenti

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Se nel primo Pusher Refn mostrava già grande talento ma era ancora un po' acerbo, qui firma uno dei suoi capolavori. Nel delineare l'immagine del perfetto perdente Tommy, il nostro Nicolas non sbaglia un colpo. Regia praticamente perfetta, parecchie scene che lasciano il segno. Ottime musiche. Mikkelsen è di una bravura da spellarsi le mani, riesce addirittura a fare meglio del Kim Bodnia del primo episodio, ma tutti gli attori sono convincenti.
MEMORABILE: Il monologo del compagno di cella i titoli di testa con la presentazione dei protagonisti; l'incontro con le due prostitute; la fuga finale col bambino.

Jandileida 28/08/11 01:09 - 1565 commenti

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Diverso dal primo capitolo della saga perché meno adrenalinico e più riflessivo, ma allo stesso modo capace di tenere alta l'attenzione dello spettaore con una storia molto più plumbea. Abbandonati infatti i dialogi serrati ed a loro modo divertenti, Refn si lascia andare nella descrizione di una solitudine che si fa assoluta, di un mondo ancora più ai limiti riassunto nella figura tragica, di una purezza accattonesca, di Tonny. Mikkelsen è un grande attore e qui ne da la conferma. Nicolas ha classe e la mostra e noi possiamo solo goderne.

Cotola 26/09/11 23:54 - 9044 commenti

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Seguito superiore al primo capitolo in cui la galleria di reietti e sbandati si arricchisce di nuovi personaggi. A dominare tutti ancora una volta non è solo la droga quanto piuttosto la solitudine e la vocazione alla sconfitta cui il protagonista principale sembra votato sin dall'inizio. Winding Refn dirige con una maggiore consapevolezza dei suoi mezzi anche se a tratti gli scoppi di violenza ed i vezzi stilistici sembrano un pò fini a se stessi. E anche in questo caso il regista danese sceglie di terminare con azzeccato finale aperto.

Capannelle 8/10/11 12:04 - 4411 commenti

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Preso in giro da tutti comprese le mignotte da cui va in bianco, umiliato dal padre in pubblico, sua madre muore e nessuno lo sa, un figlio indesiderato da una donna cagna. Alla fine Tony troverà uno scatto d'orgoglio. Refn tratta questo marciume esistenziale in modo grezzo ma efficace, con il merito di far prevalere la violenza psicologica rispetto a quella fisica. Dimostra inoltre grande capacità nel mettere in fila tanti elementi anche banali in un quadro coerente di squallida quotidianità.
MEMORABILE: Il cambio di pannolino; il backstage del matrimonio a tutta coca.

Pinhead80 28/01/12 14:57 - 4760 commenti

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Il secondo capitolo di questa entusiasmante trilogia è centrata su Tonny. I ritmi rispetto al primo capitolo sono molto più bassi. Questa (secondo il mio punto di vista) è stata una scelta azzeccatissima perché il ritmo si incarna perfettamente con il ritratto di Tonny, che non riesce a uscire da una sorta di limbo emotivo che lo rende costantemente succube dell'accettazione altrui (il padre, la donna da cui ha avuto un figlio). Un altro ritratto crudo e violento di una Copenaghen livida ed emotivamente asettica.
MEMORABILE: Tonny che non riesce ad avere un rapporto con le prostitute; Il rapporto tra Tonny e il padre (il duca).

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Schramm 16/05/12 15:02 - 3495 commenti

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Volontà o destino, caso o scelta? Come che sia, è il male a tener banco: scaturisce da una genealogia senza morale altra che non sia quella del crimine, dalla gigantomachia di padri tiranni e di figli umiliati, disconosciuti, squalificati sempre e comunque, dalla diacronia tra chi al mondo si adatta in negativo e chi è destinato a restare inadatto alla vita, da femminini spinte (push her) al solo ruolo di involucro e matrici; Refn compone il suo ammaccato mosaico di schegge impazzite con la disinvoltura di chi ha il cinema in tasca da decenni, ma rispetto alla prima e alla terza dose pecca di pacatezza ed eccessivo distacco, e stavolta l'empatia viene meno.

Cloack 77 1/06/12 10:45 - 547 commenti

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La vicenda rispecchia incredibilmente il suo protagonista, un "ritardato" incapace persino di prendere la decisione di redimersi, con un disagio idiota che lo condurrà ad estreme conseguenze. E la storia vaga senza senso dietro a questo soggetto, dimenticando il fascino "del precipizio" del primo Pusher e lasciandosi incantare da provocazioni inutili con coca e prostitute annesse. Scoordinato perfino il finale, troppo moralistico per una serie che della morale fa scempio.

Giùan 25/01/14 07:05 - 4559 commenti

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Che non siano passati invano 8 anni dal primo capitolo della saga è perfettamente visibile nella scaltrezza cinematografica con la quale Winding Refn approccia questo secondo viaggio nell’inferno dei reietti traffichini di una Danimarca cinerea e opprimente. Qualche forzatura narrativa (soprattutto nell’espediente “alla Dardenne” del bambino), ma la figura ciondolante di Mads Mikkelsen, cranio impetrante rispetto e sguardo che non ha mai conosciuto affetto, è la rielaborazione cinefila di un loser compassionevolmente memorabile.
MEMORABILE: La festa di matrimonio; Tonny sul molo col padre che gli fa la morale accanto al piccolo fratellastro; Lo spacciatore Milo e il crack nel WC.

Buiomega71 31/01/14 00:41 - 2910 commenti

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Rispetto al fulminante esordio Refn perde d'intensità. I cromatismi rossi accessi della fotografia di Morten Soborg danno la dimensione di un inferno squallido dove la coca scorre a fiumi e riduce gli esseri umani a belve stupide senza cervello e Refn non disdegna sequenze ai limiti dell'hard (Tonny con le due prostitute all'inizio, la "danzatrice" alla festa di matrimonio). Ma c'è un fastidioso moralismo di fondo un po' banalotto che limita l'impatto emotivo. Tra omaggi carpenteriani (il duca) e furti di Bmw, questa volta Refn non centra il bersaglio.
MEMORABILE: Tonny cerca di eccitarsi con un film porno per consumare (senza successo) con due prostitute; La lunghissima festa di matrimonio, tra coca e sbroccamenti.

Galbo 1/02/14 05:53 - 12393 commenti

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Il secondo film della trilogia diretta da Nicolas Refn procede a corrente alternata. Se il primo capitolo era permeato da una tensione crescente, questo si trascina più stancamente, alternando bei momenti ad altri privi di mordente e tensione, riscattato in parte di un buon finale, retorico ma efficace. Il comparto tecnico è di buon livello, specie la fotografia che eguaglia quella del primo episodio. Buona la prova degli attori, con un grande Mads Mikkelsen.

Daniela 8/02/14 09:19 - 12662 commenti

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Invoca rispetto il tatuaggio sulla nuca di Tonny ma l'unico che non lo tratta come un ritardato è quel figlio che si è ritrovato fra le braccia all'uscita dal carcere, solo perché non sa ancora parlare. Tonny è un coglionazzo cocainomane che non ne fa una giusta neppure per sbaglio, ma non è cinico e suscita pietà nei suoi goffi tentativi per conquistare dal padre un poco di considerazione se non d'affetto. Meno furioso e dirompente del primo capitolo, Pusher II riesce comunque a far male ed il finale, così aperto (svolta o ennesima fesseria?), è di quelli che non si dimenticano facilmente
MEMORABILE: Tonny viene a conoscenza della morte della madre avvenuta mesi prima

Kaspar 30/05/14 11:11 - 15 commenti

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Come pochi capolavori realisti contemporanei, questo straordinario sequel riesce nella fragile aspirazione di mostrare - e non raccontare - il lato oscuro dell'uomo. In nessun'altra opera, dopo la trilogia di "Pusher", Refn riuscirà a girare film in cui combaciano con tale sinergia uno sguardo sulla realtà, un'autentica tragedia attica e una lezione di cultura cinematografica.

Herrkinski 30/10/14 03:43 - 8112 commenti

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Mikkelsen, promosso a protagonista, si rivela un'autentica sorpresa; la sua perenne smorfia di disgusto e lo sguardo da perdente sono la perfetta maschera del suo Tonny, che si muove tra scenari sempre più degradati e popolati da un'umanità mediocre, che finge squallidamente una vita normale pur essendo bruciata dalla coca e/o accecata dall'odio per il prossimo. Il tema della famiglia è al centro del film e il calvario di Tonny non può che passarvi attraverso. Refn smorza i toni da noir del prototipo con successo, per un livido dramma urbano.
MEMORABILE: La festa di matrimonio; Il confronto finale col padre; Il finale aperto, unico spiraglio di speranza.

Fauno 14/01/17 23:23 - 2212 commenti

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A parte qualche biondona che potrebbe far venire l'acquolina in bocca, specie con l'abito nuziale, per me è un'altra cronistoria come la prima della serie, squallida nella sua realtà e reale nello squallore. Mi fa sempre più ridere, vista la scena di quando la polvere bianca cade per terra e perfino lo strangolamento passa in secondo piano, che ci sia ancora chi dice che non dia dipendenza o chi ambirebbe a una simile vita. E il bello è che nel film non ci sono altre motivazioni, ci si coinvolge a zonzo, tutto viene improvvisato, si parla a vanvera...
MEMORABILE: Il membro che non si alza con le prostitute; L'ossessione di volerlo padre a tutti i costi; La mazzata in testa a una poveretta assonnata.

Jdelarge 25/07/16 20:29 - 1000 commenti

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Leggermente superiore rispetto al precedente grazie a una maggiore consapevolezza registica: Refn segue i suoi protagonisti, li pedina e ne scruta i sentimenti, che storditi dalle droghe fanno veramente fatica a emergere. Ed è proprio per questo motivo che il carattere di Tonny (un eccellente Mads Mikkelsen) viene fuori lentamente insieme alla consapevolezza di dover fuggire dal ghetto, dalla droga e da tutte le sue conseguenze. Tonny è un antieroe, tossico, ladro, ma al tempo stesso fragile e per certi versi romantico. Alto livello di cinema.

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Hackett 3/11/19 11:09 - 1867 commenti

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Migliore del primo, questo secondo capitolo che si incentra sul già introdotto personaggio interpretato da Mikkelsen. Ha il pregio di mostrare ancor di più il degrado umano, lo squallore dell'anima e la totale indifferenza del resto del mondo che, con lo spettatore, resta a guardare morbosamente i personaggi dibattersi in una miseria senza via d'uscita. Bello il finale aperto che, pur nell'indeterminatezza, lascia una possibilità alla speranza.

Minitina80 22/12/20 08:40 - 2984 commenti

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Mikkelsen viene elevato a rango di protagonista e basterebbe quel viso da attaccabrighe, nullafacente e misero perdente per giustificare la scelta di Refn. Lo stile registico resta immutato e resta estremamente asciutto e privo di filtri per rimanere confinati nelle (dis)avventure di un reietto a cui non resta che la droga per cercare di affogare i propri fallimenti. Difficile provare empatia o pietà per qualcuno perché il contesto e le intenzioni nemmeno lo richiedono. È un secondo pugno allo stomaco che non va tanto per il sottile.

Leandrino 5/06/21 13:54 - 513 commenti

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Tonnie esce di prigione e deve affrontare una vita di stenti e debiti sulla quale si staglia l'ombra del padre. Refn tocca temi da psicanalisi (il rapporto coi genitori, la castrazione) quel tanto che basta per dare più respiro e sostanza alla stessa materia drammaturgica del precedente capitolo. L'estetica si fa spazio coi rossi accesi della fotografia e la colonna sonora a base di synth - a breve tratti distintivi di una "poetica" - e in generale l'approccio tradisce una maggiore esperienza. Un po' meno diretto dell'originale, ma comunque un ottimo risultato.

Straffuori 22/01/22 11:38 - 338 commenti

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Degno sequel con Tonni protagonista, uscito di galera, frastornato (probabilmente dalle botte prese dall ex amico Frank) e improbabile e inconsapevolmente papà. Cerca di riconquistarsi un lavoro e un rispetto nel business (criminale) di famiglia ma combina solo guai. Il tutto in una Copenhagen sempre piu degradata, sporca, pericolosa, oscura. Rivediamo in una scena Milo e qualche ceffo, nuovi personaggi fanno il loro ingresso (Mohammed, Kusse-Kurt). Colonna sonora di ottimo livello su cui spicca la azzeccatissima "Acoustics of crime".
MEMORABILE: Il degrado durante la festa di matrimonio con spogliarellista e cocaina; Dialoghi criminali.

Puppigallo 25/05/22 10:12 - 5275 commenti

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Rispetto al primo capitolo, qui la regia si è affinata, ma per contro quel sentore di vero dovuto proprio alla direzione quasi amatoriale dell'originale è svanito. Fortunatamente, la promozione a protagonista dell'ex spalla risulta vincente, con tanto di inserimento del padre che di paterno non ha nulla. Se poi si aggiungono un figlio inaspettato, un socio quasi più sbarellato di Tonny e la ricomparsa di Milo, il risultato non può che essere soddisfacente.
MEMORABILE: "Sono pienamente ristabilito". E il padre: "Vorrai dire riabilitato"; Tonny quasi prendere il pupo per le gambe; Festa di matrimonio con striptease.

Paulaster 26/08/22 09:47 - 4419 commenti

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Il nuovo capitolo dei criminali danesi si focalizza sulla figura di Mikkelsen e lo disegna con molteplici sfumature: sbruffone e sottomesso, ladro e tonto, perdente con un risveglio di coscienza. Il lato noir, e di conseguenza il ritmo, calano di intensità (e non è certo un male) sebbene i toni da macho siano comunque insistiti. Regia che ripara a certi difetti della sceneggiatura e che si lascia andare nel finale a un accenno moralista difficile da immaginarsi nella realtà (con un neonato da accudire).
MEMORABILE: Il furto nella concessionaria; Il ferimento volontario; La cocaina col veleno dei topi; Lo strip alla festa col bambino.
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  • Homevideo Mco • 20/12/12 19:28
    Risorse umane - 9970 interventi
    In DVD One Movie dal 27 Dicembre 2012, con il titolo Sangue sulle mani.
  • Discussione Buiomega71 • 31/01/14 10:26
    Consigliere - 25999 interventi
    Ho trovato questo secondo capitolo (con ben pochi aggangi al capostipite: giusto un ruolo cameo del boss serbo Milo e un accenno su che fine ha fatto Frank)nettamente inferiore all'originale

    Molto meno intenso e genuino del primo Pusher, mi e parsa un pò un operazione costruita a tavolino, dove il nichilismo refniano (nessun personaggio si salva nel film, o sono bestie senza cervello bruciati dalla coca o vere e proprie cagne a cui interessa solo "farsi") viene "ammorbidito" da una morale redentiva un pò banalotta e anche scontata (la decisione finale di Tonny), che annacqua il tutto e smorza il potenziale emotivo

    Refn regala, comunque, pezzi di ottimo cinema (il furto delle Bmw con incidente inaspettato, la lunga festa di matrimonio-stile Il Cacciatore-a base di fiumi di coca e sbroccamenti -sottolineata dalla fotografia cromatica di Morten Soberg, quasi fosse un anticamera dell'inferno-, il violento e feroce scontro finale tra Tonny e il "bestiale" padre/padrone, Tonny che spara al braccio di Kurt in un freddo e uggioso campo di generatori eolici) e non disdegna sequenze ai limiti dell'hard (Tonny che si masturba guardando un porno per poi "consumare"-senza successo- con due prostitute, che giocano tra loro con un dildo enorme, chiosando:"Vi siete perse il re dei cazzi!", il numero della "danzatrice" alla festa di matrimonio) e aumenta il sentore di squallore e sporcizia (Kurt che va continuamente in bagno a calare le braghe-prima di gettare stupidamente la coca nel cesso-, la ragazza coi calzini lerci, tirate di coca che manco Scarface, turpiloquio, miserie e bassezze umane a iosa)

    Un omaggio ad Arancia Meccanica (Tonny che, appena sveglio, va a orinare nel wc)

    Ma , nonostante questo, non centra il bersaglio. Troppo di "testa" più che di "pancia" e l'odissea di Tonny (prima della redenzione) a un che di posticcio e coinvolge poco emotivamente (e si fanno sentire parecchi momenti di stanca)

    La violenza (se non quella dell'animo) e tenuta a freno (a parte la scheggia del pre-finale), e dal "gangster movie" da strada, Refn, passa al racconto intimista e introspettivo, con punte da cinema dardenniano (il finale) che lasciano parecchio l'amaro in bocca

    Tra citazioni carpenteriane (il Duca), padri/padrone, scatologie, barzellette infime (quella di Kurt sulla prostituta coi denti da latte), l'ambientazione squallida e grigia, puttane sempre strafatte, stupidissimi e tamarrissimi papponi, Refn non riesce a creare la giusta empatia e emotività, convincendo poco, lasciando più dubbi che entusiasmi.

    Restano ancora ottime la fotografia di Morten Soberg (tecnicamente il livello e superiore al primo capitolo)
    e la musica di PeterPeter, ma a Refn viene a mancare quella forza "rabbiosa" che aveva contraddistinto il suo fulminante esordio, con il forte sospetto di un operazione artificiosa fine a se stessa che non ha molto da dire

    Questa volta, Refn (al contrario di Tonny) la fà fuori dal vaso.
    Ultima modifica: 31/01/14 14:08 da Buiomega71
  • Discussione Greymouser • 31/01/14 15:48
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Anche per me il secondo è il capitolo più debole della trilogia. Il terzo invece si riporta quasi al livello del primo.
  • Discussione Buiomega71 • 31/01/14 17:10
    Consigliere - 25999 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    Anche per me il secondo è il capitolo più debole della trilogia. Il terzo invece si riporta quasi al livello del primo.

    Il terzo, Grey, me lo vedo domenica sera, poi saprò dire...

    Questo secondo capitolo mi e parso fondamentalmente inutile, con un certo moralismo di fondo fastidioso (la redenzione) e un nichilismo troppo sopra le righe (che intorno alla coca giri solo merda e che i personaggi che le gravitino attorno tocchino il fondo del lerciume non e una novità per nessuno, e Refn non mi e parso innovativo con quello che racconta)

    Indubbio, comunque, il suo talento, che regala buoni momenti di cinema.

    Troppo poco, però. E il film non mi ha trasmesso granchè a livello empatico e emotivo (come , al contrario, ha fatto il primo capitolo)
    Ultima modifica: 31/01/14 17:14 da Buiomega71
  • Discussione Galbo • 31/01/14 19:33
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Anch'io l'ho trovato inferiore al terzo capitolo, più pause e meno tensione. Qualche buona scena ma anche dei riempitivi. Il finale però non mi è dispiaciuto.
  • Discussione Fauno • 20/01/17 18:28
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    VARI SPOILER

    Direi che il commento potrei lasciarlo inalterato; nelle situazioni particolari toglierei la mazzata in testa alla malcapitata per sostituirla col generico "la suprema imbranataggine di Kurt", che ad una prima visione mi era sfuggita.

    Certo che è pacchiana la droga lanciata nel water e la pretesa di esser risarcito, ma ancor più le accuse senza capo né coda a Thonny, che per una volta non ne aveva combinata una delle sue (perfino un poppante lo saprebbe che le auto di lusso con marca centenaria son collegate al satellitare!!!), e tanto per non averne abbastanza, andare a raccontar la palla assurda di essere c..o e camicia col Duca...Della trilogia Kurt è il personaggio più tonto di tutti, non parliamo delle paranoie a farsi sparare...

    Quanto alle f.g.ne biondone, è splendida la sposa con la narice bucata dalla cocaina, oltre alla scena già descritta nelle particolarità (per tacer delle parolacce della compagna di Thonny dette in modo stereotipato e sincopato, tipico di chi ha la "neve" al posto del sangue).

    Quindi oserei allargare a due pallini, se non altro per la rivalutazione di questi personaggi, ma siamo ancora ben lontani dalla resa migliore della trilogia, tant'è che è solo rivedendo i primi due che ho potuto dare il posto giusto a tutti i personaggi...In effetti anche in questo Milo ha un ruolo talmente sfumato e poco approfondito, che manco mi ricordavo ci fosse. Solo nel terzo l'avevo potuto inquadrare bene, e neanche tanto poiché protagonista, quanto perché tira con Radovan un finale talmente supremo da dirmi "Guarda Fauno, rivedi la trilogia perché qualcosa ti è sfuggito". E in effetti aveva ragione; mi son molto divertito a rivederlo, solo che i pallinaggi e i commenti non cambiano, in quanto i primi due, pur se validi, hanno troppo potere cronachistico e troppo poco potere cinematografico, son troppo istintivi e viscerali e troppo poco elaborati...
    Istintivo e viscerale devo esserlo io quando guardo e commento il film...è ovvio che se vedo già un qualcosa di simile sullo schermo mi vien da raffreddarmi.

    Per esempio la scena dell'incidente tanto spettacolare quanto maldestro dopo il furto dell'auto mi ha fatto ridere, ma non mi ha fatto toccare il cielo con un dito...Chi come me è un tipo esuberante e di scene rocambolesche ne ha viste e ne ha avute tante nella vita, la potrebbe perfino considerare embrionale e quindi superata come emozione...