Insomma, credevo meglio. Sia chiaro, non mi sono annoiato e, alla fine, pure divertito. Ma il fantahorror alvartiano mi è parso un coacervo di deja vù frullato con il fantahorror (e non solo) degli ultimi vent'anni (terribili combattimenti di kung-fu matrixiani compresi)
Alla fine non malaccio, alcune timide idee ci sono (la genesi delle creature, l'arca di Noè), le scenografie scottiane organiche dell'astronave sono suggestive, la fotografia di Wedigo von Schultzendorff, la buona regia di Alvart (nota di merito, poi, la scelta di mettere poca CG-se non nel finale-) che si muove bene negli anfratti angusti lerci e gelidi dell'Elysium, dispensando comunque angoscia quanto basta e una tensione che non sfianca
Notevole l'incipit del risveglio, i pasti visceral/cannibali/romeriani delle creature (con sprazzi splatter), i graffiti che raccontano la genesi di quello che è accaduto sull'astronave, Quaid a tu per tu con Giganted che comincia a sbroccare e il sangue da naso, il dormitorio olezzante delle creature, la vasca phenomeniana con i resti umani, l'eremita cannibale che sembra uscito da
Mad Max oltre la sfera del tuono, il comandante affetto da Pandorum che espelle nello spazio le capsule dell'ipersonno contenenti 5000 esseri umani.
C'è di che godersela, insomma
Di contro, però, non manca la figona stile Alice di
Resident Evil che fà le arti marziali (così come l'agricoltore vietnamita che pare la versione disneyana del Sonny Landham di
Predator), situazioni che pescano da più film possibili: il pandorum (che prima di vedere il film credevo fosse il nome di un pianeta) è l'ampliazione della droga che faceva impazzire gli astronauti/operai sulla terza luna di Giove in
Atmosfera Zero, poi il solito
Alien,
The Descent,
Secret Windows,
Supernova,
Sfera,
The Abyss,
L'avventura del Poseidon,
Solaris,
1997 il principio dell'arca di Noè,
Mad Max,
Space Vampires e via citando. Anche se la scena di camuffamento per destreggiarsi in mezzo alle creature (se non sbaglio) verrà ripresa da un episodio di
Walking Dead, tra l'altro degna di ottima tensione.
Anche le creature non sono nulla di chè (dallo Stan Winston Studios mi aspettavo di più), un mix tra il
Predator, i vampiri di
Buffy agghingati in stile tamarro post-atomico (che mi ricordavano i
13 Spettri) che si muovono felini e affamati nel buio (e non solo), a parte l'aborto baby-killer sgozzatore , una via di mezzo tra
Il mio amico Mac e un bambino ammalato di progenia. Mentre i combattimenti sono sempre dalle parti di un kung-fu movie (simpatica la scena in cui una creatura dall'animo leale passa la lancia al disarmato agricoltore vietnamita)
La suspence comunque c'è, alcune schegge sanguinose lasciano il segno (appena svegliato dall'ipersonno viene sbranato dalle creature, fuoriuscita degli intestini, gole tranciate, occhi perforati dalle siringhe in stile
Halloween 2) e ci potrebbe pure accontentare
Finale speranzoso davvero bruttarello che puzza di new-age (mi è venuto in mente quello della
Nave fantasma di Steve Beck) e ammazza un pò il film, incrinando la cupezza e la ferocia che si era discretamente costruita.
Alvart è regista appassionato che ama il genere (e si vede) ma il suo
Pandorum , per quanto mi possa riguardare, e ben al di sotto di
Punto di non ritorno (di cui ha moltissimi punti in comune) che resta uno dei migliori fantahorror mai girati (e non e un caso che Paul W.S. Anderson patrocini il tutto)
Derivativo all'ennesima potenza, pout-pourri della SF da Trieste in giù, ma con qualche freccia al suo arco.