La vera storia di Geronimo, ultimo capo Apache Chiricawa non sconfitto dai bianchi, che riapre le ostilità per portare la sua gente fuori dalla riserva dove era stata confinata e dove la vita era impossibile a causa delle condizioni inumane del luogo. Dopo duri combattimenti è costretto ad arrendersi. Le onorevoli condizioni di resa, offerte da un ufficiale che Geronimo conosceva e rispettava, verranno una volta di più tradite. Potente affresco storico, grande cura, storia emozionante, ma su tutto domina la presenza totemica di Wes Studi. Leggenda.
Bel film di un ottimo regista come Walter Hill, Geronimo appartiene al filone delle opere che affrontano con il giusto approccio storico il triste destino degli indiani d'America e del loro capo più carismatico. Ben diretto, il film ha un respiro narrativo degno dei classici western, grazie anche alle ottime interpretazioni di un validissimo cast nel quale spicca Wes Studi nel ruolo del capo indiano.
Walter Hill, regista di culto a cavallo tra gli anni 70 e 80, tenta la via del kolossal storico sul drammatico crepuscolo della cultura pellerossa. Purtroppo, senza risultati particolarmente esaltanti: interpreti legnosi (a cominciare dal protagonista Wes Studi, poco credibile come Geronimo), sceneggiatura prevedibile (opera dello stesso Milius di Conan il Barbaro!) e un'impostazione registica tecnicamente troppo moderna per giovare all'argomento trattato. Non siamo di fronte ad un disastro totale, ma... Grande Capo non approva. Augh!
Moderno western, realizzato con molta cura e un gran cast. Mi ha colpito la caratterizzazione dei personaggi, così pragmatici e allo stesso tempo dotati di onore e sentimento; il ruolo del soldato e quello dell'indiano, assolutamente rigido, ma con alcuni "occhi bianchi" permeabili al ragionamento e alla comprensione della controparte. Non sono tutti cattivi i soldati blu, ed è condivisibile il ragionamento del generale che si è fidato (sbagliando) di Geronimo sul ruolo dell'esercito, come distruttore e salvatore insieme, dei perseguitati pellirossa.
Quello che il film riesce a esprimere maggiormente e meglio, rispetto a diversi tentativi precedenti, è quanto grande sia la tragedia dell'annientamento di un popolo e di una civiltà con la quale non si è potuto e voluto avere un contatto che non fosse distruttivo. L'opera prende le distanze dalle ragioni di una parte e dell'altra e punta maggiormente sull'uomo, sul singolo che fronteggia il suo simile cercando e scoprendo, punti in comune, scambiando cultura e credenze diverse solo nella forma, ma uguali nella sostanza più profonda.
Cast eccellente per un film biografico avvincente, che racconta a grandi linee e dal punto di vista di un tenente dell'esercito americano la ribellione di Geronimo. Ricostruzione abbastanza romanzata ma fedele nei costumi e nelle splendide location che fanno da ambientazione. Poca azione e tanto parlato. Amara vicenda di uno dei capitoli più tristi della storia mondiale.
Nonostante i personaggi citati siano realmente esistiti, le troppe licenze storiche piegano questo film, seppur di buona fattura, ai soliti cliché di Hollywood. Per dirne una, non è vero che Al Sieber morì in uno scontro in un saloon oppure che fu Davis la vera chiave di volta con Geronimo e non Gatewood. Ma licenze a parte, questo western pone l'accento su una delle tante storie di frontiera che fino a oggi non erano state decentemente raccontate. Il buon cast e l'ottima regia di Hill fanno il resto; quasi un must, per gli appasionati.
Due leggende della New Hollywood anni 70 uniscono le forze per celebrare una delle leggende della frontiera americana. Ne esce uno degli ultimi western classici ben diretto da Hill ma senza la verve di un tempo e scritto diligentemente da Milius ma senza l'epicità delle sue opere migliori. Ben confezionato e fotografato nei luoghi reali del mito, il film risulta tuttavia un po' troppo neutro con l'annientamento dei nativi americani ridotto a una semplice conseguenza del progresso e dell'avvento della società moderna. Ottima la scelta di Studi, che ha la faccia giusta per il ruolo.
MEMORABILE: "Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde se stesso"; La morte di Al Sieber.
La storia di Geronimo non sarà forse raccontata in maniera estremamente fedele, ma nonostante tutto siamo in presenza di un buon film, ibrido tra storico e western che riesce, nonostante alcuni momenti dal sapore diluito e poco dinamici, a regalare un'ottima visione e a servire come ottimo aperitivo per chi vuole approfondire la storia di uno dei nativi americani più importanti. Il cast offre una buona prestazione collettiva, anche se forse Patric è troppo monoespressivo per il ruolo importante che ricopre. Le riprese in esterno mettono in risalto la bellezza dei luoghi.
Pellicola girata con mestiere, che parla del famoso apache ribelle, con contorno di soldati, guide, pellerossa al servizio delle truppe e ottusità dell'"occhio bianco", incline a vedere chi non è simile a lui come una gramigna da estirpare. Nessun attore spicca sugli altri, eccezion fatta per il diciassette volte colpito dagli apache nella sua lunga carriera (più equilibrato e ragionante di altri bianchi graduati e istruiti). Qua e là si esagera coi filtri, tanto che lo sfondo (già suggestivo senza interventi) rischia di apparire innaturale. Comunque, nel complesso non è male.
MEMORABILE: "Difesa con cavallo a terra", "Per gli indiani i cavalli sono cibo viaggiante"; I cacciatori di taglie Texani, considerati i peggiori.
Film troppo pretenzioso, vorrebbe sovrapporre aspetto fittizio e aspetto documentaristico ma non riesce nell'intento, nonostante le buone interpretazioni da parte di tutti gli attori, Wes Studi (Geronimo) compreso. Regia scarsa, fotografia anche peggio; forse non ha giovato voler attingere da fonti molto diverse tra loro, come, citando le principali, John Ford e Robert Aldrich, registi questi agli antipodi tra loro.
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DiscussioneRaremirko • 7/11/19 23:57 Call center Davinotti - 3862 interventi
Visivamente ispiratissimo, cast di altissimo livello (ma Damon è forse un pò acerbo), grande ricostruzione per un ambizioso film storico.
Il soggetto era per certi versi rischioso (unire intrattenimento a verbosità storica) ma l'obiettivo è stato centrato; il classico film da far vedere nelle scuole, un minimo romanzato e molto avvincente.
HomevideoRocchiola • 13/10/20 12:23 Call center Davinotti - 1236 interventi
Ho recentemente trovato su di una bancarella la prima versione del DVD della Columbia nella confezione super jewel case di plastica rigida. Ormai fuori catalogo questo film sta diventando difficile da reperire a prezzi bassi (a me è costato solo 5 €). La qualità è discreta con video panoramico 2.35 piuttosto pulito e privo di danneggiamenti anche se migliorabile sotto il profilo della definizione. Infatti sia i primi piani sul viso degli attori, che i campi lunghi sugli splendidi panorami naturali, non risultano particolarmente incisivi e mancano di dettaglio. L'audio italiano in dolby surround è sufficientemente chiaro e potente. In attesa di un'adeguata riedizione in bluray, questo vecchio DVD si lascia guardare senza particolari problemi.