Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il bimbo deforme di ERASERHEAD è idealmente cresciuto e con lui David Lynch, che da una dimensione povera e indipendente è arrivato con questa sua seconda opera a guadagnarsi ben otto nomination agli Oscar (poi non concretizzatesi, forse per la provenienza inglese o per lo scabroso uso argomento trattato). Certo è che THE ELEPHANT MAN, scritto basandosi sulla storia vera di John Merrick (raccontata nelle memorie del dott. Treeves) e non sull'omonima commedia di Broadway, è un esempio lampante dell'arte di Lynch. Una storia commovente, straziante, narrata con straordinaria padronanza registica e passo lento e riflessivo...Leggi tutto da un autore che ancora ricorre al bianco e nero (fotografato splendidamente da Freddie Francis con toni marcatissimi e stacchi cromatici granulosi) per conferire ai suoi lavori una drammaticità superiore. Straordinarie le interpretazioni di Anthony Hopkins e di John Hurt (irriconoscibile dietro il pesantissimo make-up di Christopher Tucker), agevolati da una sceneggiatura intelligente che sa commuovere senza mai scadere nel patetico. Curioso come Lynch inizialmente copra le deformità di Merrick ricorrendo a ogni tipo di espediente per poi invece mostrarlo costantemente in piena luce per gran parte della pellicola. Magnifica l'ambientazione nella Londra vittoriana, ricostruita con una grande attenzione per scenografie e costumi (due delle tante nomination). Manca forse il tocco geniale dell'artista, che ha preferito adagiarsi seguendo i binari in una sceneggiatura molto precisa e - a tratti - quasi banale, ma di fronte a una messa in scena così poderosa, a dialoghi così ben strutturati, era giusto non indulgere in “stranezze”. Ciò che conta sono i diversi sentimenti della gente di fronte alla mostruosità e Lynch gli ha dato il giusto peso.

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Caesars 14/02/07 09:03 - 3790 commenti

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Il film prodotto da Mel Brooks, che era rimasto affascinato dal precedente Eraserhead, si avvale di una splendida fotografia in b/n di Freddie Francis. La storia è veramente toccante e Lynch riesce a raccontarla senza scadere mai nel patetico. Magistrali le interpretazioni di Anthony Hopkins (non ancora così famoso) e di un irriconoscibile John Hurt. La domanda alla fine è sempre quella: chi è il vero mostro? L'uomo elefante o le persone cosiddette "normali"? Capolavoro da non mancare.

Renato 9/08/07 23:51 - 1648 commenti

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Autentico capolavoro, ancora oggi il film di Lynch che preferisco. La materia era scottante, eppure il regista è riuscito a tirar fuori un film che evita le trappole del patetico e mostra con impressionante autenticità il dramma della dignità perduta da una persona "diversa". La splendida fotografia in bianco e nero contribuisce non poco ad emozionare, ed il finale è semplicemente perfetto... Una vera e propria perla. Poi Lynch ha virato verso altre direzioni, e quasi quasi c'è da dispiacersene.

Fabbiu 9/02/08 21:40 - 2145 commenti

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La mano del Lynch visionario è più volte rintracciabile in diverse sequenze, nei lunghi silenzi, nel bianco e nero, nei fumi delle ciminiere, nelle nuvole nere e negli incubi accompagnati da suoni claustrofobici molto simili a quelli di Eraserhead. La mostruosità dell'essere normali, un po' come in Freaks di Tod Browning, è messa in scena e con una sceneggiatura così ben pianificata da drammatizzare il tutto con gran mestiere. Solo il pensiero che L'uomo Elefante sia esistito veramente fa crescere durante il film un'angoscia non indifferente.

Capannelle 13/03/08 09:11 - 4411 commenti

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È un film realizzato da Lynch con stile e cura dei particolari. Molto bella la fotografia, adattata alle immagini in bianco e nero. Gli attori sono bravi e sicuramente in tono con il contesto e la vicenda toccante del protagonista. Vedendolo una seconda volta ho avvertito però un minor pathos e notato certe prolissità nel racconto.

Kolly 18/08/08 22:29 - 34 commenti

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Un film toccante e curato nei minimi particolari. Non ha smesso di emozionarmi e di farmi uscire lacrime già dalla prima mezz'ora di racconto. Una fotografia magnifica che con il tocco bianco e nero non perde nulla, anzi l'amplifica in bellezza. Anthony Hopkins nella sua più splendida forma: interpretazione veramente toccante. Una pellicola da vedere sicuramente e da tenere ben stretta nella nostra raccolta di film.

Sunchaser 1/09/08 13:42 - 127 commenti

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Storia vera di John Merrick, l'uomo elefante, che da attrazione da fiera viene portato dal dr. Treeves in ospedale e diviene oggetto di curiosità per i ricchi borghesi Inglesi. Grandissima opera seconda di Lynch, che dirige con uno stile molto classico la storia di un "freak", un reietto della società, dal suo punto di vista. Lo stile controllato evita cadute nel banale e nel melenso e ci si commuove spesso grazie anche alla bellissima performance degli attori. Finale stupendo.

Galbo 26/11/08 05:58 - 12393 commenti

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Realizzato all'inizio degli Anni Ottanta e prodotto da Mel Brooks (oltre che interpretato dalla moglie di lui, Anne Bancroft), è tra le opere migliori di David Lynch. Il film, totalmente imperniato sul rapporto tra la deformità fisica e la ben peggiore mostruosità sociale, è molto toccante, ma non cade mai nella trappola del sentimentalismo, grazie ad una regia sobria e rigorosa. Molto valido il cast.

Pigro 24/11/08 09:31 - 9666 commenti

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La vera storia di un ragazzo inglese dell'800 affetto da una grave deformazione al volto. Un film ispirato alla pietas per un freak che richiedeva a gran voce la dignità di essere umano in una società pronta solo a usarlo o deriderlo. In un bellissimo b/n Lynch compone un accorato ricordo del personaggio, ma realizza soprattutto - non senza folgoranti inquietudini visionarie - una grande opera sui valori dell'umanità e della comprensione della diversità. Assolutamente da vedere.

Sabryna 29/03/09 14:19 - 225 commenti

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Capolavoro di riflessione di David Lynch. Ancora lontano dal suo mondo visionario e onirico, Lynch firma una regia toccante come non mai, vicina per alcuni punti a Freaks di Tod Browning. La storia di John Merrick alias The Elephant Man è raccontata in un'altalena di momenti delicati e pugni nello stomaco. La scelta del b/n è azzeccata e rende l'atmosfera della Londra vittoriana e intransigente dell'epoca. Ritratto di una società industriale in cui non c'è spazio per il diverso. Immenso.
MEMORABILE: "Signor Merrick, lei non è l'uomo elefante, lei è Romeo!" - "Io non sono un elefante! Io sono un essere umano! Io sono un uomo!"

Harrys 16/04/09 14:29 - 687 commenti

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Con un bianco e nero sublime, Lynch dipinge un'opera di rara intensità morale e visiva. Straordinaria la narrazione e la caratterizzazione dell'Uomo Elefante; ci si immerge totalmente nella sua tutt'altro che invidiabile situazione e ci si emoziona per la sua umanità. Lynch redarguisce senza remore sia il popolino ignorante e sensazionalista, che un'aristocrazia sempre più bigotta. Credo che Tim Burton, per il suo Edward Mani di Forbice, gli debba molto. Si tratta di un'opera quasi perfetta. ****1/2

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Luchi78 2/09/10 16:04 - 1521 commenti

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Film capolavoro di David Lynch, con un bianco e nero drammatico e un'interpretazione del cast di altissimo livello. La storia, d'altronde, non può far altro che colpire e la regia sobria e attenta mette in risalto l'impresa di un uomo chiuso nella sua mostruosità che scopre che al di fuori esiste una mostruosità ben peggiore della sua. Finale di grande commozione: perfetto.

B.wildest 22/01/10 18:01 - 33 commenti

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Antiborghese ritratto vittoriano che coinvolge ovviamente la società d'oggi. Mel Brooks, produttore lungimirante, permette all'immaginario della Hammer di compiere (inizierà anche una bel legame tra Freddie Francis e Lynch) il salto definitivo. Solo grazie all'apporto di Lynch quella Londra vedrà davvero la luce più mirabile. Un classico sulla mostruosità che ha eguali solo in Freaks.

Animalo 24/04/10 23:00 - 31 commenti

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Un bel film che prende spunto dalla storia vera di Joseph Merrick (nel film cambiato in John), un uomo orrendamente deforme che si fece conoscere nell'ambiente vittoriano. il film è innegabilmente bello e commovente nella prima parte, nella seconda scade un po' in una narrazione romanzesca e fine a se stessa.

Matalo! 9/06/10 13:03 - 1378 commenti

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Lynch ha l'occasione di una ricca produzione grazie ad un sagace Brooks e gira un film che è solo apparentemente classico nella messinscena. La diversità gettata nella "normalità" che la disturba e attrae, l'accarezza e la vuol morta. Con un occhio a Browning, uno dei film "trasparenti" di uno dei massimi registi della frattura nel reale con un protagonista magnifico e un entourage di attori all'altezza. Vien da commuoversi e Lynch è un puer terrorizzato. Ma spaventa più l'aspetto di Merrick o la sua infinitamente superiore sensibilità? Grande film.

Smoker85 15/07/10 16:33 - 487 commenti

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Una pellicola da vedere e rivedere per la profondità del protagonista e, come in Freaks di Tod Browning, per riflettere ancora sul rapporto tra l'essere e l'apparire. La crudeltà dei vari vessatori dell'inerme Merrick fa gridare vendetta, una rivalsa che per altro sembra non avvenire mai, non completamente almeno. Bella anche l'interpretazione di Anthony Hopkins, inizialmente interessato al "caso medico" ma successivamente coinvolto dalla inaspettata personalità dell'Uomo-Elefante.
MEMORABILE: L'urlo dispetato di John Merrick che rivendica la usa identità di uomo "Io non sono un elefante! Io non sono un animale. Sono un essere umano!".

Stefania 20/09/10 23:44 - 1599 commenti

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Il grigio acciaio della Londra vittoriana ricreato ad arte in un B/N denso di ombre, le stesse ombre che nascondono, all'inizio, il volto di Merrick, volto che si rivela solo dopo un'attesa che fomenta una curiosità morbosa, quella che di solito precede il manifestarsi di un "monstrum". La mostruosità di Merrick è un magnete: tira fuori il lato peggiore e quello migliore dei "normali": la crudeltà e l'altruismo. Fenomeno da studiare, cucciolo da difendere, bestia da sfruttare: uomo normale, dietro la deformità fisica, mai. Lampi onirici, surreali, in una storia profondamente vera: grande film.
MEMORABILE: John Hurt, che indossa con grande naturalezza la sua "maschera di scena". Il sogno degli elefanti.

Buiomega71 19/12/10 14:56 - 2910 commenti

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Straordianaria parabola sull'impossibilità di essere normali. In mano a un genio come Lynch, che evita facili zuccherosità, diventa un allucinato e tetragono viaggio nell'animo gentile di un mostro umano. Lynch tratteggia una Londra da incubo (merito anche della fotografia di Freddie Francis) ancora memore del suo Eraserhead (di cui il film ha più di un punto in comune). Il suo cinema è riscontrabile nella fuga di Merrick dal circo, aiutato da alcuni freaks e nei sogni/incubi dell'uomo elefante. Unico nel suo genere.
MEMORABILE: Il crudele "festino", a base di prostitute e alcolizzati, nella stanza di Merrick. Insostenibile.

Nando 7/01/11 01:02 - 3814 commenti

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Una grande narrazione dell'Inghilterra dell'ottocento incentrata sulla figura di un uomo deforme fisicamente ma dotato di una grande sensibilità, che dopo aver subito pesanti torture ed angherie avrà la sua toccante riabilitazione. Un validissimo bianco e nero crea un'atmosfera giustamente plumbea ma pregna di ottimo sentimentalismo. Cast di alto livello.

Icarus 10/01/11 01:12 - 1 commenti

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Capolavoro firmato David Lynch. Il film, con un giovane Anthony Hopkins, tratta un tema alquanto attuale fra mostruosità e normalità, le quali nel film vengono messe in discussione. Il povero deforme deriso dai "normali", il tutto in un'atmosfera grigia, decadente ma dignitosa grazie ai dialoghi d'altri tempi che raccontano chiaramente ma senza volgarità una storia crudele. Interessante la fotografia romantica e melanconica che ben accompagna questa storia che può anche essere definita per certi versi "educativa".

Belfagor 12/01/11 17:37 - 2690 commenti

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Accusare questo film di essere buonista è facile, ma fallace. Lynch, infatti, mette alla berlina non solo la crudeltà discriminatrice, ma anche il pietismo ipocrita che ne è il risvolto della medaglia. Deformato da un trucco formidabile, Hurt interpreta John Merrick (realmente esistito) alla ricerca di un riconoscimento della propria umanità in una distante Londra vittoriana ricostruita in uno splendido bianco e nero. Erede ideale di Freaks, è una toccante storia di umanità che non cade nella trappola della lacrima facile. Ottimo Hopkins.
MEMORABILE: Lo sfogo alla stazione; il finale in cui già si notano i tocchi originali del Lynch che verrà.

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Didda23 21/03/11 16:47 - 2426 commenti

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Capolavoro assoluto di Lynch. Il regista riesce a raccontare con intensità una interessante storia sul tema della diversità e ci riesce senza scadere nel banale, nella lacrima facile e nalla didascalia. Ottimo e funzionale il bianco e nero, interpretazioni di alto livello e sceneggiatura di gran classe. Film imperdibile. Toccante!

Greymouser 14/06/11 17:50 - 1458 commenti

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Lynch trae da una storia vera un film più convenzionale del solito per i suoi canoni, ma solido e toccante nel descrivere, senza invischiarsi in melasse ricattatorie, la vicenda di un uomo deforme e del suo percorso di affermazione di sè. Se un difetto si può trovare in questa rappresentazione è l'assenza di toni di grigio (paradossalmente, perchè la pellicola è in b/n) nelle reazioni verso la diversità del protagonista: da un lato le carogne crudeli, dall'altro i sensibili & comprensivi. Buon film, ma non lo trovo un capolavoro.

Cotola 14/09/11 19:31 - 9044 commenti

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Chi lo guardasse in modo superficiale potrebbe considerarlo poco lynchiano e invece i temi e lo stile sono quelli tipici del regista: in particolare, si indagano la diversità ed il suo rapporto con essa. I risultati sono alla fine desolanti per quella che si considera l’umanità “normale”. Commovente, pur senza mai essere melenso, si avvale di una serie di elementi che lo rendono superiore: tra i tanti l’ottima fotografia in bianco e nero di Francis e le prove attoriali di Hopkins e di un John Hurt sfigurato dal prodigioso trucco di Tucker.

Mdmaster 4/09/11 20:41 - 802 commenti

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Stupenda seconda opera di Lynch, qui al servizio di una sceneggiatura intelligente, che il regista serve in una confezione delicatissima, commuovente senza mai spingere sull'emotività gratuita. Hurt e Hopkins contribuiscono con due ottime performance; specialmente il primo è riuscito davvero bene in un ruolo comunque non facile. Forse si stiracchia un poco negli ultimi venti minuti, per restare fedele alla storia, ma è un piccolo difetto di una vicenda che racconta la diversità e come si possa superare e dimenticare con l'affetto.
MEMORABILE: La reazione di John alla folla che lo segue nei bagni della stazione; il poetico finale, talmente delicato da sembrare un quadro.

Ryo 1/04/12 16:08 - 2169 commenti

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Tratta da una storia vera, la commovente pellicola di Lynch si discosta totalmente da quella del suo esordio, seppur mantenga elementi onirici che fanno parte dello stile del regista. Le interpretazioni magistrali di Hopkins e di Hurt mettono i brividi. A tratti pesante da digerire; la visione lascia un senso di vuoto e di smarrimento.
MEMORABILE: "Lasciatemi stare, io non sono un uomo-elefante! Non sono un mostro! Io sono... un uomo..."

Almicione 22/06/13 01:26 - 764 commenti

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Quanti altri, mi chiedo, avrebbero trattato un argomento così delicato con tale realismo e crudezza? Quanti altri avrebbero piuttosto realizzato poco più che un documentario? Invece Lynch con grande maestria firma un capolavoro straordinario, senza mai cadere nella banalità e nella commiserazione. A dire il vero lo spettatore tende a commuoversi davanti a scene toccanti (come quando John si trova a teatro), ma lo scopo principale non è certo questo, bensì trattare in modo realistico la vicenda. Azzeccato il bianco e nero. Bravo Hurt!
MEMORABILE: "Io non sono un elefante, non sono un animale! Sono un essere umano, un... uomo"; La scena del teatro.

Lucius 17/10/13 01:01 - 3015 commenti

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Grandissima pellicola: la diversità al centro di un incubo dal quale il protagonista non potrà sottrarsi se non (in parte) dopo lunghi travagli interiori. Da un lato la normalità e l'orrore, dall'altro il dolore e la paura. Il main character risulta tratteggiato nella psicologia con grande mestiere dall'interprete, così come la messa in scena e la regia appaiono curatissime. Una tragica parabola che evidenzia il reale valore dell'essere umano contro ogni luogo comune. Lineare, scorrevole impietoso e tanto affascinante.

Mickes2 3/11/13 20:28 - 1670 commenti

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Capolavoro d’immane portata etica e umanistica, immensa parabola sul diverso, la bellezza interiore, l’altruismo, la scoperta e la crescita e di contro l’amoralità e la ferocia della società. La storia di John Merrick, “l’uomo elefante”, risplende e si fortifica a ogni visione poichè portatrice di un messaggio universale che arriva dritto al cuore, limpido e assoluto. La delicatezza, il tocco gotico, neorealista e visionario nonchè l’afflato intimista e partecipe della regia di Lynch elevano The elephant man a opera immortale e struggente.
MEMORABILE: L’incontro con la moglie di Treves; L’incontro con la signora Kendal; “I am a human being!”; L’immenso finale sulle note di Samuel Barber.

Furetto60 16/04/14 15:11 - 1194 commenti

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È uno di quei film talmente toccanti nel profondo, suscitando facilmente sofferente empatiche, che per trovare il coraggio di rivederlo occorrono anni. Le terribili e molteplici deformazioni sono riportate con un trucco ricercato e l'atmosfera pesante è accentuata dalla scelta nell'uso del b/n. È una pellicola strappalacrime ma, anche per il fatto di basarsi su fatti storici solo parzialmente rivisitati, ha il pregio di non forzare i sentimenti dello spettatore.
MEMORABILE: Le visite notturne delle prostitute.

Schramm 22/06/15 17:48 - 3495 commenti

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La bella è la bestia. La mente che cancella diventa carne cancellata, l’Inghilterra vittoriana è il termosifone abitato da una società-monstrum che canta all’angelo che in Eden non va proprio tutto bene. Non senza licenze extra-biografiche, Lynch passa per il maestoso e ce lo fa franare addosso, mettendocela tutta per fare dei nostri occhi spremuta di lacrime e dei nostri cuori ragù con una grazia e una delicatezza più omicida di ogni orrore, trascendenti la potenza del peggiore incubo. Hopkins e Hurt (un gentilizio, un perché) pregevoli come non mai. Una cine-emorragia di cosmico sangue blu.

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Pinhead80 19/05/16 19:14 - 4760 commenti

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Un uomo orrendamente deformato nel corpo viene fatto esibire come fenomeno da baraccone. Troverà qualcuno che riuscirà ad averne compassione, ma la sua sofferenza rimarrà enorme. La mostruosità raccontata non è quella del protagonista bensì quella della gente che lo schernisce e che cerca di sfruttarlo senza pietà. Lynch scava a fondo nella bassezza umana andando a stanarne il marciume che si insedia nell'occhio voyeur che geme di piacere alla vista di ciò che non può o non vuole comprendere e che allo stesso tempo fa paura.

Paulaster 2/09/16 11:05 - 4419 commenti

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Nella cornice di una Londra vittoriana fotografata al meglio si narra la vicenda umana di un reietto. Analisi sociologica per dare una lezione a chi predica bene e razzola male: la pietà e la comprensione portano ad amare e chiunque vuole solo essere accettato per quello che è. Lynch più riconoscibile nelle parti oniriche, nelle scimmie urlanti e in un finale profondo. Ottime le ricostruzioni, doppiaggio come fosse un racconto d'altri tempi.
MEMORABILE: "Non sono un animale".

Alex75 28/07/17 13:43 - 880 commenti

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Attraverso la storia vera di Joseph (John) Merrill, giovane “freak” dalla profonda sensibilità chiusa in un corpo orribilmente deforme, Lynch ci fa schiettamente commuovere e meditare sulle mostruosità, sulle morbosità e sulle ipocrisie della società attraverso un bianco e nero poetico e senza tempo. Film che tocca davvero nel profondo, anche grazie alle prove di Hurt e soprattutto di Hopkins (nel ruolo complesso di un medico che antepone i suoi doveri di uomo alla fredda scienza).
MEMORABILE: “Sono un essere umano!”; La stanza di John; Il finale.

Deepred89 29/09/17 11:30 - 3706 commenti

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Riprendendo e migliorando il linguaggio del precedente Eraserhead, Lynch ripropone il tema della diversità con toni in perenne oscillazione tra strazio e tenerezza, realizzando il suo capolavoro. Manicheo nell'accezione più positiva ed emozionale del termine, una dolorosa odissea che accarezza il lacrima-movie depurandolo dei suoi risvolti gratuiti o involontariamente umoristici, bilanciando sapientemente la commozione con momenti di insinuante sgradevolezza. Colonna sonora bellissima e perturbante, Anne Bancroft meravigliosa.

Thedude94 14/11/17 23:17 - 1097 commenti

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Opera ottima, splendidamente interpretata da Hurt e da un emozionante e bravo Hopkins, che vede la figura sfregiata di un povero ragazzo costretto a dover far i conti con un corpo deforme. Nella sceneggiatura c'è tutto: fluidità, temi sociali e la più classica caratterizzazione del mostro disprezzato perché di aspetto differente dal comune; e poi c'è lui, il dottore/amico, che con pochi gesti essenziali riesce a far vivere qualche momento di felicitò al protagonista. Fotografia e bianco e nero perfetti, così come le scenografie e la regia.
MEMORABILE: "La gente ha paura di quello che non riesce a capire".

Samdalmas 16/04/18 18:51 - 302 commenti

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Secondo film di David Lynch che conquistò il pubblico mostrando il suo grande talento. La vera storia del deforme Merrick nella Londra vittoriana viene raccontato in modo rigoroso e senza ombra di pietismo. Nel cast attori straordinari come John Hurt (irriconoscibile sotto il trucco), Anthony Hopkins e la Bancroft. Perfetta la ricostruzione d'epoca e la scelta del b/n. Visto una volta difficilmente si dimentica.
MEMORABILE: "Io non sono un animale! Sono un essere umano! Un uomo..."

Rocchiola 4/04/20 11:20 - 968 commenti

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Dopo l’allucinato esordio di Eraserhead Lynch rientra nei ranghi del cinema classico con questo melodramma sulla diversità ambientato nella Londra vittoriana. Il suo tocco visionario è limitato a qualche inserto onirico e a parte una vaga atmosfera alla Freaks il film risulta fin troppo patetico e compassionevole. La suggestiva ambientazione in contrasto tra i salotti aristocratici e lo squallore industriale, lo splendido bianco-nero di Francis e la prova del malvagio Jones valgono comunque la visione. Uno dei Lynch più "normali" in assoluto.
MEMORABILE: L'assalto degli elefanti; Il crudele festino organizzato dal custode dell'ospedale; Merrick circondato dalla folla alla stazione; L'ultimo sonno.

Giufox 27/01/22 18:17 - 324 commenti

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John Merrick è un crocevia di sguardi e dolore, incontra e sfida il pregiudizio umano, lo esorcizza e rende innocuo per poi rendersi (ma non arrendersi) all'ineluttabilità dei meccanismi che abitano ogni dimensione sociale. Fedele alle sue inquietudini monocromatiche, Lynch dirige dipinge la dignità umana, affidandosi a sequenze dal sapore teatrale e un cast imbattibile. Lontano da Freaks per risvolti drammatici e intenzioni, ma anche a margine della filmografia di David, ha rovesciato i canoni del cinema fantastico e continua a regalare molteplici - e attuali - letture.
MEMORABILE: Il festino; La scena della stazione; "I'm a human being".

Alexcinema 6/03/23 23:55 - 116 commenti

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Struggente opera lynchiana sul realmente esistito Joseph Merrick, il più noto deforme dell'epoca vittoriana, e sui tipi più verosimili di rapporti che un individuo simile può avere con l'umanità: dall'umiliazione nei casi peggiori al compatimento in quelli migliori. Dove c'è differenza di forma, non c'è nella sostanza, poiché il freak per eccellenza ne è tragicamente prigioniero e può solo farsi forza con il suo senso dell'umanità più puro del suo prossimo. Coraggiosamente prodotto da Mel Brooks, vergognosamente non premiato agli Oscar.

Giùan 1/11/23 10:26 - 4559 commenti

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Dopo lo sperimentale Eraserhead, il primo film pervasivamente lynchiano. A sbigottire e dar conto della grandezza "mostruosa" del giovane David un paio di "schizofrenici" elementi: da un lato lo straordinario controllo classico della struttura cinematografica: dalla produzione di Mel Brooks, al b/n di Francis, all'imperioso cast (Hopkins, Gielgud, Bancroft, naturalmente Hurt); d'altro lato il perturbante che oltre a trasudare nell'atto della visione, rimuove anche il "riesame" di un film che gronda melò ammantandola d"orrore e istilla dolorosa accettazione dove si vorrebbe rabbia.

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MUSICHE:
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  • Curiosità Travis • 30/03/10 15:01
    Pulizia ai piani - 575 interventi
    Per realizzare il trucco su John Hurt, il regista David Lynch ottenne il permesso di prelevare dei calchi del corpo di Merrick, conservati tutt'ora nel museo del Royal London Hospital.

    (Fonte: wikipedia)

    Questo il sito dell'ospedale:

    http://www.bartsandthelondon.nhs.uk/aboutus
  • Musiche Columbo • 12/07/10 19:19
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    In colonna sonora lo struggente Adagio for strings di Samuel Barber:

    http://www.youtube.com/watch?v=ZbIHhksQZ1U
  • Discussione Gestarsh99 • 14/12/10 01:37
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Il misterioso TRAILER ORIGINALE
  • Curiosità Smoker85 • 14/01/12 00:53
    Custode notturno - 82 interventi
    Il film è prodotto, tra gli altri, da Mel Brooks, ma lo stesso non volle che la cosa fosse messa in risalto per non generare l'equivoco che si trattasse di un film comico.
    Pur trattando un caso realmente accaduto, Lynch modifica alcuni aspetti: il più importante probabilmente è da rinvenire nel personaggio del crudele padrone dell'Uomo elefante, che è totalmente inventato per romanzare la trama.

    (fonti di Wikipediaibdm.com)
  • Curiosità Raremirko • 29/01/13 22:56
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Merrick, a quanto pare, pare fosse affetto da un rarissimo mix di malattie: sindrome di Proteo addirittura in aggiunta a neurofibromatosi.

    Fonte: Wikipedia.
  • Curiosità Zender • 5/05/13 19:45
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film con la parata di candidature in bella vista. Per la cronaca: di oscar poi non ne ha vinto manco uno...

  • Curiosità Schramm • 22/06/15 17:37
    Scrivano - 7694 interventi
    * In realtà il vero nome di Merrick era Joseph, e non John come erroneamente riportato in buona parte delle sue biografie, compreso il biopic di Lynch. Questo errore anagrafico lo si deve al fatto che nella sua biografia Travis lo ribattezza, per motivi mai chiariti, John.
    Sua madre morì in realtà quando lui era undicenne e non venne colpita da un elefante come suggerito nel film. La sua vera malattia, a lungo creduta un'estrema forma di neurofibromatosi multipla, era invece la sindrome di Proteo, inizialmente diagnosticata nel 1983 e certificata nel 2003 da analisi del suo DNA. A causa dell'estrema deformità della sua bocca, Merrick era pressoché incapace di parlare nella maniera chiara che udiamo nel film, al punto che il Dr Traves gli fece per tutta la vita da interprete quando riceveva visite.

    Fonti: Wikipedia e Imdb

    * Da giovane, Gielgud ha recitato con la vera Madge Kendall, l'attrice che simpatizza con John interpretata dalla Bancroft

    * Mel Brooks, produttore del film, ha voluto tener fuori il proprio nome dai credits per evitare che la gente potesse farsi un'idea sbagliata del film.

    * Nella scena in cui vede Merrick per la prima volta, Hopkins ha fatto ricorso all'anamnesi per piangere, ripensando alla malattia del padre. Per incrementare la lacrimazione, gli è stata puntata contro una forte luce. In realtà Hurt non era davanti a lui.

    * Inizialmente la regia era stata offerta a Malick, che ha declinato.

    * Il poliziotto che fa chiudere il freak-show all'inizio del film è il bis-nipote del dr Traves

    Fonte: Imdb
  • Curiosità Buiomega71 • 10/10/18 19:10
    Consigliere - 25999 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (mercoledì 13 febbraio 1985) di The elephant man:

  • Homevideo Rocchiola • 4/04/20 11:25
    Call center Davinotti - 1255 interventi
    Il bluray italiano pubblicato dalla Universal nel 2012 è già fuori catalogo ed ha raggiunto quotazioni di rilievo. Comunque si tratta di un prodotto eccellente con video panoramico 2.35 pulitissimo e riccamente dettagliato in grado di esaltare la meglio lo splendido e bianco-nero di Freddie Francis. L'audio DTS 2.0 è mediamente potente e perfettamente chiaro. Insomma un prodotto al top. Recentemente è stato riedito da Eagle nella serie gli indimenticabili. Non so se abbiano utilizzato o stesso master ma presumo di si, quindi la qualità dovrebbe essere al top peccato per quella cover verdastra con immagine riquadrata, ma vabbè son dettagli, l'importante e che il film si veda bene!!!
  • Homevideo Caesars • 25/09/20 16:44
    Scrivano - 16811 interventi
    Il 14 Ottobre uscira un'edizione 4k+bluray

    ?https://www.dvd-store.it/Video/4K--ULTRA--HD/ID-71956/The-Elephant-Man-4K-Ultra-HD-Blu-Ray-Disc-V-M-14-anni???
    Ultima modifica: 25/09/20 16:44 da Caesars