Ambientato tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento in Turingia. In un lussuoso collegio sei ragazze vengono educate alle arti e alle buone maniere da istitutrici intransigenti e severe, ma non è tutto come sembra. La regia di Irvin è professionale, i risvolti dello script lasciano pensare. Colpisce molto la regia che riesce a far risaltare le differenze tra le apparenze e i terribili segreti che l'istituto cela. Tecnicamente ineccepibile, anche se qualche personaggio risulta sopra le righe. Suggestivo.
E' crudele, lo studio della danza: il corpo è forzato in posizioni innaturali, costretto ad esasperanti ripetizioni di ogni movimento, teso come una corda verso un'irraggiungibile perfezione, temprato come acciaio e modellato come cera al fuoco della disciplina: sacrificio a un capriccioso tiranno. In più, il rigore della sottomissione psicologica, in un'accademia che è una serra di fiori già morti. Metafora sulla follia del potere, il film soffre di morbosità e di bellurie che troppo raffreddano un nucleo di disperazione e di orrore.
MEMORABILE: Esempio di "miscasting": la Bisset in un ruolo che, forse forse, poteva reggere soltanto la Huppert!
Non penso vada paragonato a Suspiria e neppure al Magdalene di Mullan, come qualcuno ha fatto. Oltre allo straordinario e poco conosciuto libro di Wedekind, mi è venuto in mente il da me già citato - in un altra scheda, quella di Histoire d'O - romanzo "The Surrender" - del 2004, ma uscito in Italia per la Lain-Fazi proprio nel 2005 - scritto per l'appunto da una ex-ballerina, Toni Bentley, come se, sebbene solo parzialmente, questo film e il libro della Bentley, certamente più erotico, si integrassero a vicenda...
Tecnicamente valido ma abbastanza confuso nei personaggi e poco coraggioso al momento di tirare le somme. Una pennellata di thriller e morbosità ma senza colpo ferire. Del resto, alcuni attori sono messi per far numero, altri che potrebbero non evolvono abbastanza. Non male le due protagoniste, avrei voluto vedere più all'opera anche la bellissima Anya Lahiri. Due pallini, per non infierire.
Una delle più belle sorprese degli ultimi anni. Poco conosciuto, bistrattato e dimenticato in fretta. Un vero peccato, perché è un film che sembra uscito da un altra epoca. Alcuni citano Suspiria e Picnic ad Hanging Rock, sicuramente per l'ambiente collegiale femminile. Ma quando la direttrice "ispeziona" le ragazze, in fila e nude, la mente mi è andata al Salò Pasoliniano. Il più bel film di John Irvin dai tempi di Storie di fantasmi. Il finale, poi, cita i nostri gotici. Da rivalutare subito!
MEMORABILE: Le inquietanti maschere indossate dalle serve.
Dal "Mine Ha Ha" di Frank Wedekind un progetto mancato di Alberto Lattuada e un film controverso di John Irving. Appagante per l'immaginario e le implicazioni culturali che evoca (l'ombra nazista incombe sui corpi rigogliosi sottoposti al rigore disciplinare) ipnotizzante e fiabesco nella progressione del racconto, infestato da spettri-cinema esemplari (Serrador, DarioArgento, De Sade, Weir, De Palma) l'opera approssima la soluzione del dramma in modo conseguente, senza che il pregevole insieme delle forme liberi nulla di sostanzialmente nuovo o amplifichi il tema. Incerto, prezioso e paradigmatico.
Ciò che colpisce nel film di Irvin è come riesca a costruirsi una identità propria partendo da un insieme che più spurio non si può: il testo di Wedekind a suo tempo sceneggiato da Lattuada (cosa avrebbe filmato Alberto?); la coproduzione (italo-ceco-inglese!) col cast che ne consegue; l'asimmetria dei registri (confezione patinata e virata horror). Eppure eccolo insinuarsi, al pari del suo titolo, come vertigine torbida e capziosa dal cui avvilluparsi però la visione pare liberarci, come se quel fuoco finale fosse purificatore. Bisset bella pure da brutta.
MEMORABILE: I titoli di testa; Silvia De Santis a letto con l'alieva; Mary Nighy.
Non manca certo di fascino, soprattutto per chi ama questo tipo di film (e gli echi di tantissime pellicole "similari" si sentono forti e chiari), e l'intreccio si lascia seguire facilmente. E' altrettanto innegabile però che troppe sono le cose che non vanno a partire dalla regia pallida e grigia al cast che non funziona a dovere (troppi attori fuori ruolo messi lì solo per "onorare" la coproduzione), ad una sceneggiatura con troppe forzature, specie nella parte finale, e che spesso punta troppo sul morbosetto fine a se stesso.
Pur riprendendo idee e tematiche da numerosi film precedenti (da Serrador a Innocence, passando ovviamente per Argento), un prodotto fascinoso e gustosamente morbosetto, ben diretto e fotografato discretamente. Il mix di danza, insegnanti arpie, amori saffici sotteranei e delitti altrettanto sotterranei tiene desta l'attenzione nonostante il ritmo non forsennato; peccato però per lo scivolone negli ultimi minuti, quando il mistero e il torbido cedono il posto al melodramma più scontato. Così così le giovani, meglio le meno giovani. Intrigante.
Per il primo quarto d'ora (anche un po' di più) tutto sembrava filare liscio e non ho fatto molto caso all'aspetto formale leccato, con tendenze al lezioso, per nulla personale, senza carattere e con errori nella direzione degli attori. Poi tutto ha cominciato a smagliarsi e man mano che la vicenda procedeva ho visto apparire sempre di più i difetti, sino alla delusione finale. Nonostante tutto il film si è lasciato guardare e così come non mi ha convinto almeno non mi ha troppo annoiato.
Jacqueline Bisset HA RECITATO ANCHE IN...
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Undying ebbe a dire: Bel titolo: ispirante... ricorda un vecchio film diretto dall'inglese Pete Walker, ovvero ...E sul corpo tracce di violenza.
Dico solo: non sarebbe stato originale ambientare il film in un'accademia di danza per ragazzi? Con una partecipazione straordinaria di Roberto Bolle! la stessa metafora, sarebbe stata meno trasparente e più potente! Ma è inutile: al pubblico piace vedere soffrire le donne, soprattutto se giovani e belle! Certo, a farlo come dico io, veniva fuori una versione edulcorata di "Salò"... invece, così, è una versione scolorita di "Suspiria"! E la Bisset... ti dico, la Huppert sarebbe stata altrettanto ridicola, perché il ruolo è mal scritto, ma lei è ridicola in maniera sublime, la Bisset è ridicola e basta! Comunque, il film ha molte cose buone, esteticamente è ottimo, è che non ha un registro preciso. Avesse il regista avuto più coraggio e si fosse buttato sull'erotico! Io il dvd lo trovai addirittura da Blockbuster, quindi è reperibile, credo.
Stefania ebbe a dire: Undying ebbe a dire: Bel titolo: ispirante... ricorda un vecchio film diretto dall'inglese Pete Walker, ovvero ...E sul corpo tracce di violenza.
Dico solo: non sarebbe stato originale ambientare il film in un'accademia di danza per ragazzi? Con una partecipazione straordinaria di Roberto Bolle! la stessa metafora, sarebbe stata meno trasparente e più potente! Ma è inutile: al pubblico piace vedere soffrire le donne, soprattutto se giovani e belle! Certo, a farlo come dico io, veniva fuori una versione edulcorata di "Salò"... invece, così, è una versione scolorita di "Suspiria"! E la Bisset... ti dico, la Huppert sarebbe stata altrettanto ridicola, perché il ruolo è mal scritto, ma lei è ridicola in maniera sublime, la Bisset è ridicola e basta! Comunque, il film ha molte cose buone, esteticamente è ottimo, è che non ha un registro preciso. Avesse il regista avuto più coraggio e si fosse buttato sull'erotico! Io il dvd lo trovai addirittura da Blockbuster, quindi è reperibile, credo.
Lo metto in lista: adatto per una serata all'acqua di rose, mi par di capire ;)
R.f.e. ebbe a dire: Il film è ispirato al romanzo Mine Ha-Ha, scritto nel 1903 da Frank Wedekind (1864-1918), in una situazione claustrofobica, nella fortezza di Konigstein, dove era stato rinchiuso per lesa maestà, a causa delle sue poesie antimonarchiche...
Da qui deriva, probabilmente, la similitudine notata da Stefania con il più noto Suspiria.
R.f.e. ebbe a dire: Da notare che nella versione originale inglese, mentre la Bisset recita, come del resto quasi tutti gli altri attori/attrici, agevolmente nella lingua d'Albione, ebbene, Enrico Lo Verso è doppiato...
Anche la Grimaldi?
Ahò ma non avete incluso cotanta attrice nel cast?
Aaaargh sarete frustrati e costretti a vedere tutti gli ultimi film di Lo Verso..
CuriositàZender • 17/08/10 16:58 Capo scrivano - 6 interventi
Buiomega71 ebbe a dire: Sei da adorare Rebis, hai dato tre pallini(e un ottimo commento, come sempre)a uno dei film "recenti" che amo di più in assoluto.
Anche se il vero capolavoro tratto dallo stesso frammento di Wedekind Mine-Haha, resta il meraviglioso Innocence (2004), della francese Lucile Hadžihalilovic (storica collaboratrice di un certo Gaspar Noè).
Scusate la sponsorizzazione ma sino ad ora l'ho rifilata super-positivamente anche ad altri 3 davinottiani :)
Grazie Buio! Non è stato facile commentarlo perché mi trovo in accordo tanto con chi lo critica che con chi lo apprezza. Diciamo che ad essere oggettivi il film meriterebbe due pallini e mezzo, ma alla fine ho lasciato prevalere la soggettività e la fascinazione visto che è un film che lavora innnanzi tutto su questo livello per creare una presa emotiva sullo spettatore. In più è un'opera che non svapora facilmente, lascia una strana impronta anche nei giorni successivi...
Gest non ho ancora visto Innocence ma l'avevo già puntato in effetti! Grazie per avermelo ricordato ;) Sono molto curioso!