Un autentico capolavoro, un classico di Ken Russell tutto da gustare (e lo dice uno che non ama i film biografici). Un ritratto di una vita e di un talento splendidamente messi in scena da un ottimo regista, che rende questo film, in alcuni momenti anche estremamente divertente, un ottimo prodotto cinematografico. Splendidamente diretto ed interpretrato.
Notevole. Pur senza nessuna incursione nella tipica visionarietà del regista, il film è uno stupendo ritratto dello scultore francese Henri Gaudier che non manca di fascino e di dialoghi ben fatti che rifuggono dalla banalità ed esprimono idee come vivere l'arte & l'artista. Inoltre si respira una bella aria scanzonata grazie soprattutto a Scott Antony/Gaudier (ma il resto del cast non gli è da meno). Un gran bel film che merita almeno una visione. Per me, uno degli apici di Ken Russell.
Vita romanzata dello scultore Gaudier, ucciso in guerra a 23 anni, e della sua relazione appassionatamente platonica con la matura scrittrice Sophie Brzeska. La vicenda dell’esuberante esponente del vorticismo entra nella serie di biografie d’artista fatte da Russell, ma è forse quella più ruvidamente esposta a dichiarare la poetica stessa del regista e il suo gusto per la provocazione. Un film intenso sul senso dell’arte nella vita, ma con un ritmo e una godibilità assoluti. Merito anche di bravi attori (su tutti, Tutin) e di una rigorosa ambientazione.
MEMORABILE: L’aspirante artista: “Voglio lasciare qualcosa dietro di me, che possa essere raccolto”; Gaudier: “Bene, fai la cacca!”.
Biografia artistica stilisticamente meno barocca ed eccessiva di altre firmate dal regista, forse perché il materiale umano di partenza - con la sua carica anticonformista - non aveva bisogno di ulteriori sottolineature, Messia selvaggio riesce a trasmettere l'aria del tempo, il bisogno di evadere dalla concezione museale e imbalsamata dell'arte, la gioia di creare di un giovane uomo destinato a non invecchiare, il suo amore carnalmente platonico verso una donna/madre/sorella. Buon cast, ma ad emozionare sono soprattutto le creature di pietra.
Biografia dello scultore Henri Gaudier-Brzeska condotta con dialoghi molto vivaci e disquisizioni filosofiche sul senso da attribuire al lato artistico della vita. L'arte è tratteggiata con lo stile raffinato che è tipico di Ken Russell, il quale all'apparenza gira un film sopra le righe, ma è la conseguenza dell'immedesimazione con lo spirito ribelle del pittore-scultore, anticonformista anche nella storia d'amore che è qui ben delineata (anche grazie all'ottima prova di Dorothy Tutin). Ruolo minore ma intenso per Helen Mirren. ***!
MEMORABILE: "Quando la sera mi stendo, mi stendo come se dovessi morire e quando mi alzo la mattina salto su come se dovessi vivere in eterno".
Ken Russell HA DIRETTO ANCHE...
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Perdonami, Pigro, ma sulla tua recensione al film di Russell leggo: "è la prima biografia d’artista del cinema di Russell, e forse la più ruvidamente esposta a dichiarare la poetica stessa del regista e il suo gusto per la provocazione". Bhe', io direi , che è L'altrafaccia dell'amore(di tre anni antecedente) , dove metteva in scena , febbrilmente e visionariamente, la vita e gli amori tormentati di Petr Cajkovskij(Richard Chamberlain).
Certo, hai ragione! E pensare che L'altra faccia dell'amore l'ho pure visto, ma non avevo fatto caso alla cronologia.
Grazie della segnalazione: occorrerà provvedere a una correzione.