Quattro per Cordoba - Film (1970)

Variante del classico Quella sporca dozzina che il televisivo Wendkos gira in Spagna ricalcando gli schemi tipici del western all’italiana: l’azione infatti non manca – donne provocanti, sparatorie, la tortura con cui Cordoba fa abbrustolire i malcapitati prima di ucciderli - , ma la sceneggiatura è gracile e con qualche ingenuità di troppo. Peppard ha già l’espressione e il sigaro di Hannibal Smith, Vallone eccelle come mellifluo e sadico Cordoba; corretti Duel e Tinti, futile la Ralli.

La caccia ad un pericoloso bandito tra Messico e Stati Uniti è il filo conduttore di questo pseudo spaghetti western che non manca di note positive, le principali costituite da un ritmo discreto e un cast ben amalgamato. Peccato che la vicenda non brilli per originalità e i personaggi (a partire dallo stesso bandito) siano troppo stereotipati. Si può vedere.

E’ un western robusto, ricco di comparse, costumi e abbondante dose di sparatorie, atipico negli interpreti che, al posto di indiani e cowboy, propone messicani e spie dell’esercito statunitense. Si tratta di una delle tante mission impossibile che il cinema propone, il luogo da espugnare è un nido delle aquile, anche questo tema assai sfruttato. Il tutto, comunque, funziona abbastanza bene e il risultato è più che sufficiente.

Curiosa produzione americana che tenta di riprendere temi e modi del western europeo. In questo caso la produzione di buon livello garantisce un budget non trascurabile, che si vede soprattutto nelle scene di massa, ma il risultato finale è gravemente inficiato da un ritmo lentissimo che toglie interesse alla vicenda. Buona la prova del cast, sebbene molti degli attori sembrino poco affiatati, a causa probabilmente di una regia poco incisiva che si preoccupa più della forma che della sostanza. Un prodotto abbondantemente evitabile, privo di personalità e simile a tanti altri.