Bel film (spesso non amato) di Fassbinder, girato essenzialmente in interni, giocando sui chiaroscuri (dominio del blu), con gusto espressionistico. È la biografia romanzatissima di Lola Andersen, la cantante della canzone del titolo, che si incrocia con la salvezza degli Ebrei. Notevoli alcune recitazioni (azzeccato il doppiaggio di Bellini al curioso personaggio di Hark Bohm). Retorica sempre evitata, benché spesso sia dietro l'angolo.
L’adesione ad un soggetto altrui – l’autobiografia della cantante Lale Andersen – offusca la turgida vena creativa ed emotiva del Maestro, qui stretto entro i limiti di un melodramma su un amore impossibile ai tempi della Germania nazista. Prolisso e sfarzoso, centra comunque l’obiettivo di raffigurare la massificazione dell’epoca, sublimandola nell’eponima canzone che, trasmessa da Radio Belgrado nel ‘41, compiva il miracolo di paralizzare per 3m. le attività belliche. La Schygulla ha la scena tutta per sé e il regista lascia il segno nella piccola parte del tenebroso capo della Resistenza.
MEMORABILE: Il volto della Shygulla nel suo ultimo incontro con Giannini.
Storia molto romanzata di una cantante e del brano che le aprì le porte del successo.
La maestria registica e la tecnica cristallina di Fassbinder non sono in discussione:
inappuntabile è, infatti, la descrizione di una Germania sempre più decandente che viene incarnata da una donna che, come il popolo tedesco, cede troppo facilmente alle lusinghe del potere e del denaro. Quel che non convince appieno in questo caso è il modo in cui il regista tedesco innesta sul resto la storia privata di Lale. In ogni caso grandissima prova della Schygulla.
Opera per certi versi antitetica a Veronika Voss, ascesa e “caduta” della cantante Willie, dalle difficoltà di Zurigo alla fama ricevuta in patria in tempi di guerra dove il totalitarismo la fa da padrone e i padroni fanno il bello e il cattivo tempo a loro piacimento. Il Maestro tedesco mescola, col solito gusto raffinato e avvolgente, melodramma, romanticismo e violenza (ideologica e materiale) in un continuo sussulto di pensieri e comportamenti, alternarsi fulminei tra la pacatezza del soave e il rimbombo tragico delle esplosioni. Bellissimo.
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