Invecchiato, ma ancora notevole film di Nicholas Ray. Qualche snodo è forse un po' frettoloso, ma la vicenda riesce a stare abbastanza lontano dall'assoluto manicheismo, vale a dire ad evitare il rischio più grande, come si vede nello splendido confronto finale fra Taylor e Cobb, con quest'ultimo che ha un tocco umano nel lasciar parlare l'avvocato. Film vigoroso, benissimo recitato e diretto. Un bel film che ha un momento (le eliminazioni degli uomini del rivale/collega) che verrà ripreso da Coppola!
Bel noir firmato da Ray che contravvenendo ad un topos del genere gira in uno scintillante tecnicolor (invece del consolidato bianco e nero) che è il valore aggiunto della pellicola. Anche la storia è bella, avvincente e ben scritta. Bravi gli attori su cui spicca un Cobb in grande forma che batte (di misura) un pur bravo Taylor. Poi c'è Cyd Charisse, la cui bellezza è da stropicciarsi gli occhi. Chi ama il genere apprezzerà.
Zoppo e malsposato, Taylor è un avvocato specializzato della difesa di malavitosi. L'amore di una ballerina lo convincerà a farsi raddrizzare le gambe ed a tentare di cambiar vita, ma il boss Cobb non è d'accordo... Noir in fiammeggiante technicolor che ha il suo punto debole nel lato romantico, banale nonostante la bellezza ed il talento di Charisse, accanto alla quale Taylor, pur figurando meglio del solito, ha l'aspetto un pò imbalsamato. Per fortuna, oltre ad alcune riuscite sequenze d'azione, c'è Cobb che dà vita ad un personaggio a tutto tondo, ambiguo e ricco di sfumature. Gran finale.
MEMORABILE: Taylor ricorda a Cobb quando, ancora adolescente, difendeva i ragazzini del suo quartiere dai prepotenti a suon di cazzotti
Due sconfitti in cerca di riscatto, diversamente inabili alla felicità, uniscono i loro destini, su cui incombe un gangster violento e vendicativo. Classico noir? Sì e no. Ray accetta un film su commissione e poi ci lavora su, realizzando il gangster movie più rutilante e teatrale di sempre, mescolando melò e musical in una Chicago ostentatamente ricostruita in studio come la New York del jazz di Scorsese. Leggendario il lavoro sul colore, reso mitico a posteriori da Ray e dai Cahiers. Da vedere, anche solo per la coppia Charisse-Taylor e Lee J. Cobb.
Un technicolor sfruttato alla grande e due numeri di ballo eseguiti da una sensuale, oltre che brava, Cyd Charisse (a gambe batte anche Angie Dickinson), caratterizzano questo colored-noir diretto da un Ray in forma e da molti considerato un cult. E i motivi ci sono: la storia mescola bene sentimenti che redimono e sparatorie che non lasciano scampo (siamo nella Chicago degli anni '30); oltre a Lee J. Cobb, che è una sicurezza come cattivo, emerge persino un Robert Taylor non solo bellone impomatato ma anche buon interprete.
Disabili nell'anima, piegati dall'orgoglio e feriti dall'emarginazione, Wicky e Thomas lottano per il loro amore assediati dalle luci di una Chicago criminale, dilaniata dai conflitti di potere e dalla violenza. Splendido melò di Nicholas Ray che manipola generi e atmosfere per scovare e mettere a nudo le contraddizioni umane. Fulgida, figurativamente densissima la rievocazione storica con i colori che assumono una valenza simbolica di primo piano (Charisse perseguitata dalla porpora): ne terrà conto Francis Ford Coppola. Monta un'aspettativa tragica parzialmente delusa dal finale. Ottimo Cobb.
Notevole film di un regista forse sottovalutato dai più. Trama avvincente con scene al limite del capolavoro e soprattutto interpreti veramente grandiosi (uno su tutti Lee J. Cobb, doppiato pure bene). Per gli amanti del genere un must da vedere assolutamente.
Da un romanzo di Leo Katcher, un film un po' invecchiato ma ancora efficace. Inizia come un dramma sentimentale per diventare poi un noir decisamente atipico: per l'utilizzo di colori sfavillanti, per la sua aria da musical e per quel finale in cui, una volta tanto, il bene trionfa (e pazienza per qualche forzatura narrativa). Taylor e la Charisse interpretano con bravura due personaggi, ciascuno a suo modo, in cerca di riscatto; Cobb, nei panni del gangster, è sempre stato una garanzia. Qualche sprazzo di violenza inusuale per l'epoca.
Sovraccarico noir in cui Ray piega i topoi classici del genere alla sua peculiare poetica votata all'esasperazione, a oltrepassare (fin a sublimarli) i limiti della tensione drammatica, a spingersi al confine del "bigger than life". Così, al di là di uno script tutto sommato risaputo, a risaltare con la consueta violenza emotiva e "economia" visiva sono i caratteri dei singoli personaggi (il sofferente e angustiato Taylor, la controllata ferocia di Cobb) e soprattutto l'intensità del rapporto tra lo zoppo avvocato e la formidabilmente "in gamba" Charisse.
Avvocato difensore di malavitosi si innamora di una ballerina. Noir che spazia dalle aule di tribunale ai toni da gangster, dai numeri di danza alle mitragliate. La sceneggiatura, equilibrata, non scade nel melenso e ha un paio di decise impennate (forse la polizia è un po' troppo magnanima nell’occasione del rilascio). Discreti i numeri sul palco di Charisse, che non sono solo un riempitivo. Conclusione abbastanza cruda e inaspettata nei modi.
MEMORABILE: L'indirizzo sul muro; Il vetriolo; I trucchi per i giurati.
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In occasione del Torino Film Festival la pellicola verrà proiettata nei seguenti giorni:
14 novembre ore 15,00 Cinema Nazionale
15 novembre ore 14,30 Cinema Greenwich
20 novembre ore 20,15 Cinema Massimo
21 novembre ore 11,30 Cinema Massimo
DiscussioneDaniela • 17/11/09 17:17 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Scusate, ma perchè nei commenti si parla di Powell versus Cobb? Il ruolo dell'avvocato zoppo è interpretato da Robert Taylor. Oltretutto, il povero Bob, pur avendo recitato in tanti film di successo, non era un grande attore, ed invece qui se la cava dignitosamente, senza farsi troppo schiacciare dalla superiore bravura di Cobb e dalla sfolgorante bellezza di Cyd Charisse.
Daniela ebbe a dire: Scusate, ma perchè nei commenti si parla di Powell versus Cobb? Il ruolo dell'avvocato zoppo è interpretato da Robert Taylor. Oltretutto, il povero Bob, pur avendo recitato in tanti film di successo, non era un grande attore, ed invece qui se la cava dignitosamente, senza farsi troppo schiacciare dalla superiore bravura di Cobb e dalla sfolgorante bellezza di Cyd Charisse.
Incredibile: due commenti e due errori. Ho corretto.
Grazie.
p.s. se trovi altri errori, non limitarti a segnalare. Fa' anche la chiamata.
Come spesso accadeva, i nomi dei criminali, tutti italiani nell'originale, sono stati "irlandesizzati" nel doppiaggio italiano.
Johnny Gallagher è in realtà Rico Angelico, Lewis O'Connor è in realtà Louis Canetto.