Nel film l'interesse di Mizoguchi verso i più deboli si indirizza verso la condizione di alcune prostitute di una casa di tolleranza, al tempo in cui una Merlin giapponese cercò di farle chiudere. È l'occasione per raccontare le loro tragedie personali e ambizioni con un linguaggio diretto e appassionato, sicuramente moderno per l'epoca. Più incisiva la seconda parte che si chiude con una delle scene più toccanti.
Ultima pellicola di Mizoguchi, autore nipponico legato a un pragmatico senso realista, privo di qualunque forzatura sia essa caricaturale e/o fantastica. Ne La strada della vergogna il cineasta tratteggia un Giappone ormai sulla via dell'occidentalizzazione, che s'interroga (ipocritamente) sulla pertinenza delle "case chiuse". Le prostitute, amareggiate dalle ghettizzazione femminile (in senso lato, non solo "di mestiere") difendo il diritto alla sopravvivenza, garantito dal mestiere che sanno/devono fare. Triste il risvolto famigliare, con figli che rinnegano madri e mogli schiavizzate.
Ultimo film di Mizoguchi, in cui l'immenso regista giapponese continua a soffermarsi
sulla figura femminile. Qui si parla di case chiuse (e della loro possibile chiusura per legge) e di prostitute: donne sottomesse e sfruttate che si portano dietro il loro carico di dolori, umiliazioni, sofferenze ma anche furbizie . Il regista evita meritoriamente i facili pietismi e sa mantenersi sobrio nella sua umanità, costruendo personaggi a tutto tondo e, in molti casi, impastati di aspetti positivi e negativi. Immagini finali di grande impatto emotivo ed estetico. Molto bello.
MEMORABILE: La giovane prostituta che deve procacciarsi i clienti per la prima volta.
In un periodo in cui è in discussione una legge per vietare la prostituzione, la vita di cinque donne in un bordello di Tokyo, oppresse dai debiti ma non senza speranze. Quando la più cinica riuscirà ad elevare la sua condizione sociale, un'altra ragazza giovanissima ne prenderà il posto... Per l'ultima volta, il regista offre un quadro della condizione femminile in un paese di forte impronta maschilista che sta attraversando un periodo di veloce trasformazione sociale, riuscendo, con pochi tratti, a restituire tutta l'umanità variegata delle sue protagoniste. Film intenso, doloroso.
MEMORABILE: La donna al marito malato: "Nostro figlio sarà triste se ci uccidiamo"; L'epilogo con il trucco e la vestizione della nuova lavorante
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