La spiegazione del titolo la dà Modugno stesso verso l’inizio del film, quando fuori da una sala di registrazione (apre la porta e si sente “Nel blu dipinto di blu”) ci spiega che musica non è solo ciò che noi intendiamo usualmente col termine, ma anche i rumori (che non sono rumori ma suoni) e perfino il silenzio (se taciamo sentiamo il cuore che batte...). E allora via per le strade a raccogliere “suoni”, a condurre un’inchiesta tra la gente con domande che tuttavia esulano chissà perché dall’argomento (“cos’hai provato quando è nato tuo figlio?”) per poi aprire decisamente le danze con una serie infinita di canzoni che trasformano il film in qualcosa di più d’un musicarello....Leggi tutto Perché qui parliamo di veri e propri “videoclip” in sequenza, infilati uno di seguito all’altro con Modugno (sempre nella parte di se stesso, che quindi ricopre le vesti di narratore, interprete principale, cantante nonché regista!) che si muove sul set lasciando di tanto in tanto spazio a squarci di cinema surreale, talvolta d’impronta felliniana (si veda la sequenza dell’uomo in frac sulla spiaggia) o teatrale (la scena col carcerato). Gradevole break con gli allora grandi amici di Modugno Franco e Ciccio (fu lui a lanciarli nel cinema), che rompono l’assedio musicale con uno sketch di una ventina di minuti: si riallacciano alle solite scene di truffa in cui si fingono ciceroni tra le rovine per piazzare qualche patacca a ignari turisti tedeschi. Franco si produce in una lunga imitazione d’un cane (compare in una vera e propria cuccia a latrare) fino ad arrivare a travestirsi da... sirena non prima di aver imitato il cavallo. Comicità ingenua e senza pretese come spesso capitava ai due, insomma, che muove al sorriso più che altro per la plasticità di Franco. Poi ovviamente si riprende con la musica e si arriverà alla fine con la “clip” di “Ciao ciao bambina”, in cui due ragazzini d’una villa nobile fuggono e si salutano sotto la pioggia. Non si comprende bene il significato di tutta l’operazione, che molto probabilmente aveva l’unico scopo di sfruttare il successo di “Mister Volare” dando in qualche modo forma visiva alle sue canzoni più note. Trovandosi a che fare con i temi più disparati, gli autori li hanno amalgamati seguendo un percorso pazzo (ci sono pure cavalli parlanti) destinato inevitabilmente a confluire in una forma di surrealismo abbozzato e velleitario di cui è responsabile (come sceneggiatore) anche Tonino Valerii. Un film curioso, che al di là degli amanti di Modugno (e in minima parte di Franco e Ciccio) non in molti potranno apprezzare.
A mio avviso non è neanche un "musicarello" ma una pellicola autobiografica raccontata in note musicali. Con questo non voglio dire che il film sia inguardabile, anzi, alcune scene sono ben girate (vedi la scena del "cavallo cieco"). Franco e Ciccio appaiono solo come "piccola partecipazione". Il finale in cui i due bambini si scambiano l'addio sotto la pioggia è di sicuro l'episodio più tenero, ma ho trovato interessante come in questa scena viene rappresentata la canzone "Piove". Il piacere che mi ha dato questo film è stato quando l'ho inserito nella mia "Franco e Ciccio collection".
Tremendo, quasi indescrivibile. Dopo un prologo autobiografico, parte con finalità didattiche, poi si fa inchiesta, con interviste su sfondi cartolineschi. Dopo una tremenda parafellinata sulla spiaggia, diventa apertamente autocelebrativo. Di punto in bianco arrivano Franco&Ciccio (con Giustino Durano, in quel di Ansedonia, per soli 19’) che cedono la scena ad alcuni episodi orrendi. Forse non è neanche un film, peggiore com’è del peggior musicarello... Da evitare con la massima cura.
MEMORABILE: Lo spiaggiamento del secondo pesce spada è l'unico vero momento di cinema.
A dir poco sconcertante. Un autentico delirio che mischia senza alcun senso né logica il peggior fellinismo della domenica e videoclip antelitteram penosamente didascalici, Jacques Tati e la sceneggiata napoletana, echi del documentarismo alla Jacopetti e le smorfie ritrite del duo Franco e Ciccio. Se anche Modugno voleva dire qualcosa, è sicuramente rimasto tutto nella sua testa. Tra l'altro pare che la sua vera aspirazione fosse il cinema e che la canzone sia stata un ripiego. Diciamo che è andata benissimo così.
MEMORABILE: La mdp che inquadra scrupolosamente tutti i dettagli dell'abbigliamento dell'uomo in frac nel momento stesso in cui vengono citati dalla canzone.
Il film che per Domenico Modugno doveva essere il riassunto della sua concezione del mondo risulta invece solo un gran pasticcio, con i suoi vecchi amici Franco e Ciccio che appaiono di punto in bianco fornendo una delle loro peggiori partecipazioni sul grande schermo. L'idea di cercare la musica anche nei rumori era perseguita in quegli stessi anni anche da Ennio Morricone, ma i risultati non sono paragonabili.
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DiscussioneZender • 26/08/09 09:05 Capo scrivano - 47786 interventi
Nessun problema Geppo, sappiamo sempre che sei in buona fede e poi hai già dato tantissimo a questo sito, ci mancherebbe che non ti si scusasse una simile piccolezza. Sostituita.
Mi sapete dire che canzone Modugno sta cantando al minuto 34? Ho provato a fare una ricerca con le parole del testo, ma sembra che con corrispondano a nessuna canzone, nè di Modugno, nè di altri cantanti.