Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/08/09 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 7/08/09 23:45 - 5523 commenti

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Dall'incontro Comencini-Pirro nasce un film assai ibrido, con parti dolci e altre drammatiche che, anziché fondersi, paiono alternarsi in un racconto che non ha nella compattezza il suo punto forte. Ovviamente sacrosante le tesi sulla salute dei lavoratori e sulla protezione della natura, ma il finale alla Love story, con telefonata nella terra dove c'è il sole, non commuove. Non dico che muova al riso, ma certo lascia basiti. Gemma un po’ fuori parte, Sandrelli bella e brava. Il terzo ruolo è per Montinaro, ex csc. Decoroso e nulla più.

Markus 10/12/09 16:10 - 3682 commenti

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Film che coniuga la classica tormentata storia d’amore tradizionalista al film di denuncia sulla sicurezza sul lavoro operaio degli Anni Settanta. Molto simile (soprattutto per l’ambientazione) a Romanzo popolare dello stesso anno. Per questo motivo mi è sorto spontaneo il paragone con esso e “Delitto d’amore” ne esce, se non con le ossa rotta, come un fortemente minore. Certamente Giuliano Gemma non ha la verve di Ugo Tognazzi, per quanto in altri film funzioni perfettamente. Girato a Cinisello Balsamo (MI).

Stefania 26/03/12 20:36 - 1599 commenti

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De-amicisiano. Invece de Il Muratorino Moribondo, ecco l'Operaia Moribonda, comunque più che spingere alla riflessione o all'indignazione (dopotutto, di morti bianche si parla), il film sembra scritto, diretto e recitato per strappare compassione e commozione, il melodramma indebolisce le istanze del film di denuncia, la sognante tenerezza della love-story appanna le velleità di realismo sociale. I personaggi di Gemma e della Sandrelli non hanno i chiaroscuri necessari a renderli credibili; le figure di contorno, poi, sono appena abbozzate. Pamphlet o pianto greco? Più il secondo, purtroppo!
MEMORABILE: Le patate nella valigia al posto del millantato corredo nuziale.

Saintgifts 9/09/12 23:38 - 4098 commenti

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Carmela e Nullo sono veramente distanti tra loro, anche se lavorano nella stessa fabbrica. Cultura, religione, stili di vita, famiglia (siamo all'inizio degli anni settanta)... tutto li divide, ma si amano disperatamente. Poi c'è la parte politica e il lavoro in fabbrica a cancellare tutto e a rendere l'insieme meno importante e ancora più assurdo. Se si tolgono alcune scene infelici, oltre che inutili, il film non è male; è un quadro verosimile di un importante momento della vita nel nord Italia. La Sandrelli e Gemma sono bravi e commuovono.
MEMORABILE: I palazzi popolari inquadrati dal finestrino dell'auto, quando Nullo porta nella sua casa Carmela.

Fauno 4/11/12 20:20 - 2208 commenti

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Il grande dilemma mai risolto degli immigrati meridionali che cercavano miglior vita a Nord, riducendosi a vivere in baracche e tendenti all'autodistruzione spesso per l'orgoglio di salvaguardare la loro cultura. Il film è potente: mi ha fatto sorridere vederli in moto senza casco in pieno inverno fra la nebbia di Pioltello e con Gemma che si ripara la testa con la coppola... Ma che splendida attrice era la Sandrelli prima di andarsi a imbruttire e degenerare paurosamente nei film di Brass?

Galbo 26/06/13 20:37 - 12380 commenti

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Mescola molte cose Luigi Comencini in questo film: la storia d'amore anzitutto, poi la denuncia delle condizioni di lavoro degli operai di una fabbrica, le differenze culturali e sociali dei personaggi. Spesso manca la capacità di amalgamare tutto e non appare impeccabile la scelta degli attori: bravissima la Sandrelli, molto meno convincente Giuliano Gemma. Il film comunque al netto di alcuni difetti, emoziona e l'ambientazione è davvero riuscita.

Homesick 14/02/14 16:23 - 5737 commenti

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Dramma opaco e sterile, la cui scarsa consistenza è certo imputabile allo smarrirsi della sceneggiatura in troppi sottotesti: da una parte quelli sociali - il solito divario Nord e Sud, la questione operaia, le fabbriche malsane -, dall’altra la travagliata storia d’amore fra i due protagonisti, che si sfibra in un fallimentare epilogo da lacrima-movie. Gemma scompare imbottito nella sua giacca di pelle, mentre gli sguardi della Sandrelli conoscono momenti di intensa spontaneità. Di taglio naturalistico le efficaci descrizioni ambientali (case, fabbriche, esterni nebbiosi).
MEMORABILE: Il contenuto della valigia della Sandrelli.

Myvincent 10/08/17 14:21 - 3726 commenti

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La responsabilità del film praticamente viene affidata ai volti e alle capacità dei due giovani protagonisti, Giuliano Gemma e Stefania Sandrelli. Perché la tematica sociale e politica dell'emigrazione meridionale al nord Italia è un tema che qui appare oramai "masticato" e scontato. Non mancano i momenti di sincera tragicità, specie nel finale (che definire pleonastico apparirebbe ingiusto).

Nando 26/01/18 01:21 - 3810 commenti

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Uno spaccato proletario Anni 70 e un confronto tra Nord e Sud. Comencini analizza le notevoli differenze regionali con le loro usanze e denuncia la vergognosa situazione degli operai del periodo. Dal tutto nasce il melodramma, figlio di pellicole del passato, ben interpretato da una splendida Sandrelli e un discreto Gemma, menzione per Montinaro, artista di livello. Buona pellicola.

Enzus79 11/09/20 17:07 - 2873 commenti

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Dramma che affronta i temi delle differenze fra Nord e Sud Italia e le condizioni precarie in cui si trovavano gli operai negli anni Settanta nelle fabbriche. Film poco scorrevole, in cui tutto sa di già visto ma che in questo caso è poco coinvolgente. Una storia d'amore col finale abbastanza scontato. Giuliano Gemma più convincente della Sandrelli. Dalla coppia Pirro/Comencini ci si aspettava di più.

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Zampanò 4/06/21 16:08 - 381 commenti

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Comencini insiste sulla lotta di classe. Nel precedente Lo scopone scientifico opponeva ricchi a borgatari, qui Nord a Sud. La guerra fa vittime solo tra poveri e il banco vince. Gemma non è male come marxista di base ma la Sandrelli, nel fiore della bellezza, viene incardinata da Ugo Pirro in un ruolo schizofrenico. Peccato perché ben descritto è il milieu di fabbrica femminile (come in Una breve vacanza) e la periferia apocalittica dei "terùn". Un vento malinconico la colonna sonora di Rustichelli. Agghiacciante il fotogramma finale.
MEMORABILE: La "gita" in discarica; La prima volta a casa di lei con il tavolo a serrare bene la porta.

Cerveza 3/06/23 17:19 - 358 commenti

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Appartenente al filone "classe operaia", un must che vide impegnati anche Petri, Monicelli e Wertmüller, è una love story nebbiosa tra un lombardo e una siciliana. Comencini svolazza un po’ su tutto con la stereotipata puerilità di chi pare conoscere la vita proletaria per sentito dire e la affronta più perché pressato dal momento storico che per convinzione. Temi come la questione meridionale, la condizione operaia, il femminismo e l’ecologia diventano macchietta e caramellati da un melodramma rosa. La voce sanguinosa di Rosa Balistreri meritava vicende più convintamente maledette.
MEMORABILE: Il giardiniere che incolpa i fumi della fabbrica perché le ortensie gli seccano… in inverno.
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