Maledetta estate - Film (1984)

Un thriller interessante ed appassionato che parte con una telefonata dell'assassino ad un cronista (e relativa rivelazione di informazioni su nuovi imminenti delitti) dando così al giornalista la chance di diventare un cronista di fama. Notevole la regia e buona la prova del cast. Il film sfrutta le bellissime location della Florida.

Buon thriller con qualche discreta trovata e con una sceneggiatura che riesce ad imprimere un buon ritmo ed un discreto crescendo di tensione, interessando così lo spettatore alle vicende. Peccato però che manchi quel guizzo registico o di sceneggiatura (magari con qualche sorpresa in più o con un finale più esplosivo) che gli impediscono di attestarsi oltre la media dei film di genere. In ogni caso a chi cerchi un gradevole passatempo.

Un'originale variazione sul tema del maniaco e del giornalista coinvolto (a suo malgrado): le conseguenze sono prevedibili ma ben raccontate dal misconosciuto Philip Borsos. Bravo come al solito Kurt Russell, e lo è anche la moglie impaurita. Bellissima la scena iniziale del primo omicidio.

Buon thriller d'annata che puó contare su un gruppo di ottimi attori, una sceneggiatura scorrevole e coinvolgente e un'ambientazione soffocante come la Florida estiva. La vicenda si snoda con semplicità e qualche buona invenzione, mantenendo vivo l'interesse dello spettatore. Originalità nel rapporto cronista-assassino e bravura nel mostrare senza troppi fronzoli le scene di omicidio. Prevedibile il colpo di scena finale.

Discreto thriller che ha il suo forte in una bella fotografia e nell'ambientazione (una Miami estiva e piovosa). La trama, pur non originalissima, tiene abbastanza avvinti anche se il colpo di scena finale non credo che possa sorprendere nessuno. Apprezzabile anche la scelta di non accentrare l'interesse dello spettatore sulla scoperta del colpevole ma piuttosto su quali saranno le sue prossime mosse e sul come potrà essere fermato. Buona l'interpretazione di Kurt Russell così come quelle degli altri protagonisti. Quasi ***.

Thriller interessante, che pur partendo da uno spunto già visto riesce a tenere la tensione per tutta la durata. L'ossessione del killer per il protagonista coinvolge man mano e il sottotesto sulla sua voglia di notorietà non è affatto male. Russell e Jordan ben calati nei rispettivi ruoli, ma anche il cast di contorno è ricco e ben scelto. La palpabile ambientazione sudaticcia fa il resto. Buono.

Da un romanzo di John Katzenbach, un thriller sorretto da un'idea per l'epoca piuttosto originale: un serial killer che racconta le sue gesta a un giornalista instaurando un legame che diventa reciproca ossessione. I successivi sviluppi sono molto più prevedibili, epilogo compreso, ma il ritmo è buono, la tensione aleggia per l'intera durata e l'ambientazione nelle paludi di una Florida tutt'altro che turistica è ben sfruttata. Russell molto professionale, ancora meglio la Hemingway bella fidanzata impaurita e Jordan nei panni del cattivo.

Per essere nel filone thriller anni 80 non è nemmeno male. Anche se siamo ben lontani per stile, trama e sceneggiatura dai Maestri nostrani e non come, per citarne un paio, De Palma e Polanski. Guardabile anche se prevedibile, con epilogo telefonato. Scorrevole ma non stupefacente, con un cast che fa benino il suo compitino e un Garcia marginale. Di serial killer che battezzano un beniamino a cui raccontare i propri misfatti è piena la cinematografia. E la pellicola non spicca nemmeno per originalità nello sviluppo. Anzi. Dimenticabile molto presto.

Dopo aver ucciso una donna, un serial killer telefona ad un reporter preannunciando altri cinque omicidi... Il rapporto simbiotico tra lo psicopatico in cerca di un pubblico e il giornalista che ne diventa involontariamente complice fornendogli una cassa di risonanza poteva essere lo spunto per rinnovare un plot tante volte proposto ma il film non approfondisce questo aspetto, adagiandosi nella routine di un thriller dignitoso ma prevedibile. Nel cast, efficaci Russell e Jordan, scarsa Hemingway, mentre è poco sfruttata la bella ambientazione palustre nell'imminenza di un uragano.

Se l’assassino è al telefono e minaccia di uccidere ancora, certo bisogna dargli credito ed essere molto cauti. Così si instaura un braccio di ferro di notorietà, fra un reporter in gamba e un serial killer che sembra non aver niente da perdere. Kurt Russel al solito brilla della sua presenza magnetica, affiancato ad una Mariel Hemingway sciapa. Niente di rivoluzionario nel genere thriller, eppure la storia e gli scenari “prima della tempesta” sanno come intrattenere e fino in fondo.