Ranma 1/2 - Serie animata (1987)

Divertentissimo anime, ambientato in un Giappone immaginario, moderno ma regolato da antiche tradizioni. I personaggi sono oggetto di magiche maledizioni che li fanno trasformare a contatto con l'acqua: Ranma si trasforma in ragazza e questo dà adito a numerosi ed esilaranti equivoci, anche dal carattere un po' spintarello, cosa che porterà la tv a censurarne diverse parti o addirittura a rimuoverne intere puntate! Ottimi i personaggi: il padre trasformato in panda è irresistibile, ma anche l'eterno perdente Ryoga e l'idiotissimo Kuno. Da vedere...

Ranma Saotome è un sedicenne esperto di arti marziali che ha la maledizione di trasformarsi in ragazza, ogni volta che si bagna con l'acqua fredda. Suo padre, Genma, invece, diventa un panda. Entrambi, caduti nelle sorgenti di Youzen in Cina, durante un allenamento, ritornano in Giappone, perché Ranma è promesso sposo ad Akane Tendo, figlia minore di Soun, amico di Genma. Sorta di "Giulietta & Romeo" in salsa arti marziali e Lamù (l'autrice è la stessa), piena di trovate comiche e personaggi.

Mi dispiace dover essere distruttivo anche qui, ma questa serie d'animazione non mi è proprio mai piaciuta. L'animazione è discreta, ma la storia è assolutamente assurda, supera molto spesso il ridicolo involontario e praticamente non c'è un solo personaggio che mi stia simpatico (compreso il protagonista nella versione maschile o femminile).

Dall'acclamata autrice Rumiko Takahashi, un mix di fantasia, commedia romantica e comicità demenziale con squarci sexy come solo i giapponesi sanno regalarci. Prima accumula sempre nuovi personaggi, poi si congela in trame autoconclusive, dove il cuore della storia (il rapporto tra Ranma e Akane) non si evolve mai. Un po' ripetitivo visti i molti episodi, ma è invecchiato bene ed è ancora originale e divertente.

Scaramucce d'amore e guerra tra due famiglie giapponesi con un ricco contorno di amici e nemici, il tutto complicato da trasformazioni dovute a una fonte maledetta. Rivisto da grande, la quantità di sottotesti erotici (la creatrice è la stessa di Lamù) fa pensare che all'epoca la censura italiana fosse in vacanza. Nonostante la lunghezza eccessiva faccia calare l'interesse col tempo, resta un prodotto molto valido, con ottimi personaggi, dal vecchietto maniaco al padre-panda, anche se il migliore in assoluto è l'eterno sfortunato Ryoga.

Ho riscoperto di recente e con piacere quest'opera, della quale vidi qualche episodio ai tempi delle sue prime messe in onda. La Takahashi si conferma straordinaria autrice, capace di creare mondi sospesi fra rispettosa tradizione nipponica ed epico surrealismo. Stile e personaggi sembrano un misto di Lamù e Maison Ikkoku - Cara dolce Kioko. Le gag al di là della non troppo consistente trama non annoiano mai. Simpatica commedia degli equivoci puntellata da amabili figure borderline, in cui ancor una volta le solitudini sfumano in poetico e chimerico romanticismo.

Takahashi amplifica il mondo di Lamù in uno zibaldone di personaggi divertenti, goffi e molto spesso porci, non già nel senso di animali. I molti personaggi, incastonati in un Giappone fiabesco perlopiù, hanno tutti il loro appeal e divertono e riescono molto spesso anche a sopperire a certe lungaggini di "sceneggiatura". Senza dubbio un cult degli anni 80/90.