Alice in wonderland - Corto (1903)

Prima storica trasposizione del romanzo di Lewis Carroll sul grande schermo. Il film è strutturato in questo senso: una serie di sequenze blandamente collegate tra loro da scarne didascalie (se non si conosce il libro da cui l'opera è tratta ci si capisce ben poco). Difficile anche dare un giudizio a tale operazione, che comunque rappresenta un tassello della storia del cinema.

Nonostante l'unica copia esistente sia davvero tremendamente danneggiata, il corto è indiscutibilmente un pezzo storico nel genere dell'animazione. Il prodotto non offre grandissime emozioni, ma è ben realizzato (la scena col gatto) e si fa seguire abbastanza volentieri.

Mutilato e malconcio, il film, arrivatoci decurtato di alcuni minuti, racconta la storia di Carroll (di cui è la prima versione filmica) a quadri che riprendono gli episodi più celebri. Le singole scene sono particolarmente curate (fra tutte emergono Alice che si ingigantisce e rimpicciolisce davanti alla porta d'entrata e la sfilata delle carte della regina, mentre il fatidico tè del non compleanno è un po' depresso), ma più descrittive che evocative. Con il suo senso ritmico Méliès ci avrebbe fatto faville, ma anche così ha un suo fascino.

Primissima versione del romanzo di Carrol, dal quale vengono ripresi alcuni episodi (anche se pare la versione circolante sia incompleta) senza un vero e proprio schema narrativo. Regia primitiva e una piccola protagonista decisamente poco incisiva, ma la suggestiva messa a quadro e alcune immagini di discreto fascino lo rendono piacevole e curioso. Pur con tutti i limiti di un film del 1903 rinvenuto incompleto e in cattive condizioni, un film storicamente rilevante e di buon livello artistico.

Cotometraggio sopravvissuto in condizioni veramente pessime. Rimane comunque un prezioso reperto della prima trasposizione cinematografica del celebre romanzo di Carroll. Il corto si sviluppa in una serie di scene che, se non si avesse almeno un minimo di conoscenza del libro di partenza, risulterebbero abbastanza incomprensibili. Sempre difficile valutare il valore artistico di opere di questo genere, ma probabilmente in atre mani (si pensi a Méliès) sarebbe risultato più interessante. Diciamo **!

Siamo agli albori del cinema (quindi non c'è da pretendere), ma il cortometraggio d'epoca rispetta (riassumendoli in 8 minuti) tutti i punti salienti del romanzo di Carroll (il coniglione antropomorfo, il cappellaio matto, la parata delle carte con re e regine e pure Alice minacciata da un accetta brandita dal Cappellaio!). La pellicola sembra che stia per implodere o accartocciarsi su se stessa a ogni fotogramma (talmente è rovinata), ma alcune intuizioni (per l'epoca) non sono banalissime (Alice chiusa nella casa di bambola). Quasi un avo del Mago di Oz.

Sopravvissuta al disfacimento e restaurata per quanto possibile, è la prima pellicola tratta dal romanzo di Carroll. Assistiamo a una serie di scene (o quadri) che ne sintetizzano le parti più celebri; il cinema è qui alle prese con quello che sarà un suo caposaldo, ovvero la trasposizione di materiale letterario. L'impressione d'insieme è buona e il pionierismo visisivo e tecnico notevole; ma ciò che più colpisce è che se non si conoscesse il testo di partenza sembrerebbe di aver assistito a uno stralunato lavoro pre-surrealista.

Più importante che ineccepibile. Notevoli le realizzazioni di alcuni effetti dimensionali, cospicua la sterminata sfilate delle carte da gioco, ma resta il dubbio di cose ne avrebbero fatto Méliès per quanto riguarda il ritmo e Segundo de Chomón per quanto attiene agli effetti speciali (si pensi alla scena del gatto, che manca proprio di quanto si ipotizza che i due citati avrebbero saputo esprimere). In ogni caso, interessante.

Pietra miliare del cinema muto, ricrea l'effetto straniante del noto racconto senza età. Oggi la visione guadagna il fascino (quasi psichedelico) del prodotto storico, pur conservato in un piccolo estratto piuttosto malconcio e tagliuzzato. All'epoca sarà stato senz'altro sorprendente poter vedere in immagini ciò che sino ad allora era possibile solo con la fantasia. Gli effetti speciali infatti, come il cambiamento di dimensioni di Alice o lo stregatto tra i cespugli, sono tra i primissimi esperimenti visivi realizzati.