The driller killer - Film (1979)

The driller killer

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il primo vero film di Abel Ferrara, regista incostante ma comunque in possesso di uno stile personale, è drammatico, nato quasi come una risposta cupa, lugubre e ancor più introversa al TAXI DRIVER di Scorsese. Il De Niro della situazione è lo stesso Abel Ferrara che, sotto lo pseudonimo di Jimmy Laine, interpreta il protagonista, un pittore eccentrico che vive con due donne in un appartamento newyorkese. Dapprima solo schivo e introverso (così come vengono dipinti un po' troppo qualunquisticamente gli artisti), Reno peggiora col cronicizzarsi dei problemi di tutti i giorni (primo fra tutti la mancanza di denaro) e comincia a girare per la...Leggi tutto città di notte munito di trapano a pile. Le sue vittime, ma solo perché sono le prime a capitargli sotto le mani, sono i barboni, perforati in un delirio di sangue che nulla ha da invidiare ai contemporanei film splatter, dai quali comunque THE DRILLER KILLER si distingue immediatamente per la ricercatezza formale, per l'intelligenza dei concetti e, non ultima, la bravura degli attori: Ferrara è uno psicopatico perfetto e se il film funziona e convince è anche grazie alla sua inattesa performance davanti alla macchina da presa. Certo come regia THE DRILLER KILLER (in italiano sarebbe “Il killer trapanatore”) è ancora un po' slegato, incerto, ma si nota subito il desiderio di imporre uno stile proprio immergendo il film in atmosfere tetre, con una fotografia sporca e le musiche hard rock (rielaborato il solito “Peter Gunn theme”), ruvide e caotiche, a spezzare il ritmo. Un esordio notevole dunque, dove la psicologia del protagonista resta infinitamente più importante della trama, quasi inesistente. Si respira in pieno l'aria dei Settanta, di una New York alienante; il tutto dominato da una colonna sonora minimale ma ottimamente integrata alle immagini.

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Lercio 31/03/07 14:00 - 232 commenti

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Esordio per Abel Ferrara in cui interpreta il protagonista del film. Ci sono già tutte le peculiarità tipiche di questo controverso regista e sebbene il budget sia irrisorio, il film riesce a creare un'atmosfera perfettamente funzionale all'inferno sociale che rappresenta. Un'opera poeticamente schizofrenica che rende alla perfezione la disillusione del periodo punk dopo l'onda di riflusso della beat generation. Sono rimasti solo dei fiori che crescono sulla spazzatura. Film intelligente.

Undying 22/03/08 12:40 - 3807 commenti

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Ferrara esordisce con un delirante thriller, intriso di malessere esistenziale e connotato da una violenza quasi estrema, perpetrata mediante l'uso di un trapano. Il killer del film odia la vita e si sente un artista... della morte. Da noi è passato in lingua originale (con sottotitoli in italiano) sulle pay tv e sarebbe auspicabile una nuova edizione home video. Film girato a low budget, ma interessante per come affronta in maniera innovativa il tema dell'isolamento sociale.

Ciavazzaro 25/04/09 12:17 - 4770 commenti

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Pessimo. Tra atroci pezzi rock (non sono un fan di quel genere di musica) e attori che più cani non si può (anche Ferrara è decisamente eccessivo). Il pittore serial-killer che gira per la città di notte con un trapano elettrico a far fuori barboni non è molto realistico: il film è delirante ma non nel senso positivo del termine. Sangue a fiumi, ma a mio avviso potete anche risparmiarvi la visione.

Herrkinski 2/05/09 13:52 - 8122 commenti

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Esordio che mette in chiaro le intenzioni di Ferrara. Il film è caratterizzato da una fotografia livida, sporca, quasi da documentario, così come l'audio in presa diretta, che aumenta il realismo. L'interpretazione di Ferrara è eccellente, schizoide a dovere e buono anche il resto del cast. Il film è un'istantanea della vita di un artista folle che vive ai margini di una NY periferica, squallida; e in questo, così come nell'esasperata violenza gratuita, il film funziona. Peccato per i riempitivi della band che suona, davvero eccessivi. Cupo.

Homesick 12/12/09 08:54 - 5737 commenti

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Il debutto di Ferrara nel lungometraggio eredita squallore e nevrosi suburbane di Scorsese, rileggendole attraverso i filtri deformanti di una fotografia dai colori torbidi e slavati, potenti musiche punk, squarci pittorici d’artista underground (i dipinti di Douglas Anthony Metro) e ossessioni cristologiche. Un eloquente manifesto programmatico che nella seconda parte ripiega tuttavia su se stesso, esaurendosi nell’accumulo di sanguinosissimi omicidi col trapano messi in atto dall’insano protagonista. Ebbro e perforante.

Giùan 28/12/13 07:38 - 4565 commenti

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Già totalmente marcio e abelferrariano, Driller killer è un tuffo di testa al buio in una piscina fetida, vuota d’acqua, colma di cemento. Le ossessioni del regista newyorkese (la metropoli sorda e assordante, l’irrisolto rapporto con la religione nell’incipit che prelude al Cattivo tenente, la “maniacalità” della creazione artistica) non solo son già presenti ma elevate a potenza dal loro stato grezzo, dalla loro brutalità stilistica. Un trip d’angosciante paranoicità, un Mean street senza radici né alternative di redenzione. Farraginoso e mostruoso.
MEMORABILE: La pubblicità del trapanino; Le uccisioni dei barboni; Lo splendido finale con la voce nel buio assoluto: tra i più memorabili mai girati.

Matalo! 18/03/15 11:19 - 1378 commenti

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Interessante; con lungaggini e limiti (questi ultimi comprensibili), ma sono già presenti tematiche del regista e in modo abbastanza maturo. Dostoevskiano inabissarsi nelle pieghe del sottosuolo di un artista che, forse per conditio sine qua non, non ha accesso alla realtà e alle passioni ma può solo dilaniarsi nelle nevrosi e nella paranoia e sopprimere l'umano per un'idea estetica forse fallace e inetta. Attorno il mondo del punk newyorkese caldo caldo, che Reno non riesce a tollerare né comprendere. Uno dei barboni uccisi è Butch Morris, contrabbassista jazz che ebbe una terribile vicenda personale.
MEMORABILE: La scena del ritratto.

Minitina80 22/03/15 01:52 - 2986 commenti

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Ferrara è uno dei registi più bravi nel portare in scena tutto il sudiciume suburbano che infesta le grandi metropoli come New York. Senza troppi fronzoli e tecnicismi, tutto il nero del mondo subalterno costituito da emarginati, reietti e disillusi dalla società, viene alla luce in alienazioni e deliri vari. Molto crudo, non solo negli omicidi, ma nel suo essere in sé.

Myvincent 10/08/15 23:22 - 3744 commenti

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Un giovane pittore, durante la creazione del suo masterpiece, sperimenta l'omicidio seriale ai danni di diseredati e per mezzo di un trapano elettrico. In una NY irriconoscibile e "acquitrinosa" si consuma non solo una storia ma anche un modo di essere di allora: malato, morfeico, anfetaminico, esaltato dal movimento musicale punk e opere pittoriche in linea. Purtroppo, il supporto tecnico artigianale rende complessivamente l'opera carente, da un punto di vista qualitativo e formale.

Trivex 2/11/15 09:56 - 1744 commenti

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Non vive nel lusso ma nemmeno gli manca il pane. La follia è la conclusione di un delirio che forse ha componenti diverse: confusione sociale e personale, caos religioso, musica punk che non lascia dormire... La svolta è la ragazza incerta nel "trapanare" e lo strumento elettrico portatile diventa elemento di morte. Non ho capito un granché del perché ma comunque la storia regge bene su location dell'America "emarginata" dei 70s e su momenti in cui il killer per caso manifesta bene - da sveglio - quanto i suoi incubi lo tormentino, quando dorme.
MEMORABILE: Il finale, al buio.

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Cotola 19/01/16 23:42 - 9055 commenti

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L'esordio (non hard-core) di Ferrara mostra già in nuce molti dei temi che saranno cari al regista newyorkese: la rappresentazione di un città notturna, violenta ed alienante; l'isolamento dell'individuo, la violenza che deflagra in tutta la sua potenza ed il suo orrore. Ne è venuto così fuori un film a tratti "fetido" e "malato", dai cromatismi lividi e sporchi che piacerà ai fan del regista ed a chi ama. Imperfetto sicuramente e con qualche passaggio a vuoto, ma la qualità e le doti ci sono già e verranno poi confermate nelle opere future.

Jena 30/01/16 17:26 - 1557 commenti

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In questo primo film di Ferrara già si intravedono tutti i pregi e difetti futuri del regista: lo spirito visionario e la grande sensibilità nel filmare il degrado morale umano (anticipando il grandioso Cattivo tenente) ma anche il non riuscire spesso a dominare la materia narrata perdendosi in rivoli fini a se stessi. Dopo una prima parte interessante il film si perde in una lunga e alla fine noiosa sequela di omicidi con trapano e qualche scena sexy (non poteva mancare quella lesbo). Bene comunque Ferrara come attore.

Bubobubo 11/10/18 23:50 - 1847 commenti

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Nella città che non dorme mai l'insonnia può essere un problema. Messi con le spalle al muro dagli assillanti problemi del quotidiano, non rimane che uccidere: rumorosamente, of course... Prima ancora che opera cinematografica, l'esordio di Ferrara è una performance artistica uditiva, la cui natura è esplicitata dal cartello d'apertura. Scritto e diretto con (voluta) grezza imperizia, pregevole non solo nelle impennate splatter, ma anche nell'assoluto realismo e nelle generose citazioni ai modelli culturali dell'epoca (musicali in primis).

Enzus79 4/08/19 15:10 - 2902 commenti

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Primo vero film di Abel Ferrara (qui anche protagonista). La violenza come sfogo (risposta ai vincoli infami che ti impone la società) si concretizza nell'ammazzare in modo truce con un trapano i barboni di New York (e non solo): è il succo della trama, che regge e non annoia nonostante sia accompagnata da musiche discutibili e non da attori di prima linea. Buon film.

Leandrino 5/10/20 23:42 - 513 commenti

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Uno slasher che vira alla commedia nera è l'esordio nel lungometraggio di finzione per Abel Ferrara (qui anche Jimmy Laine, l'attore) che dimostra fin da subito l'etica senza compromessi di una politica fieramente low-budget. La NY di fine Settanta è il posto giusto per contenere un acerbo talento visionario liberato qui a colpi di trapano elettrico, e le sferzate critiche a dei puerili fracassoni pseudo-Lou Reed, idoli della vita alternativa di quegli anni. Un esordio un po' confuso e a tratti sottotono, ma sicuramente interessante e a tratti "anticipatore".

Fedeerra 6/08/21 07:21 - 770 commenti

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Il film di Abel Ferrara fugge dal conformismo e dai cliché; il suo è un cinema antiestetico, antisociale e anti intellettuale. Economico e trasandato ma capace di elargire con estrema chiarezza tutta l’abominazione urbana che circonda il protagonista. “The driller Killer” è anche un’esperienza auodiovisiva, tra sonorità elettronpunk e scenari sanguinolenti. Tra i must have dell’exploitation anni 70.

Anthonyvm 31/07/22 02:26 - 5705 commenti

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Dopo le gesta di Travis Bickle la città di New York si fa palcoscenico di un'altra escalation allucinante di orrore sociale e di follia schizoide. L'esordio nel lungometraggio (non-hard) di Ferrara è tecnicamente grezzo ma di rare ferocia ed efficacia. Il caos mentale del protagonista (lo stesso autore) ben si riflette nello script scompigliato, che avanza fra concerti punk, omicidi sanguinari e stralci di vita dell'underground metropolitano. Le limitazioni legate al budget ridotto non oscurano una regia ancora un po' acerba ma al di sopra della media degli horror sleazy dell'epoca.
MEMORABILE: Il primo sanguinosissimo delitto; La doccia lesbica; La trapanazione cranica; Il barbone "avvitato" al muro come Cristo; La morte del gallerista gay.
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  • Curiosità Undying • 3/12/08 00:57
    Risorse umane - 7574 interventi
    Pellicola che, da un lato, sancisce il riscatto dal ghetto del porno per Abel Ferrara, mentre dall'altro spinge l'autore "dalla padella alla brace".

    The Driller Killer, infatti, rientra immediatamente (dato l'alto tasso di gore e splatter) nella famigerata lista di prescrizione della censura britannica (i famosi "video nasties"), rimanendo bandito
    - come moltissimi altri horror "espliciti" del periodo - per tutti gli anni Ottanta e Novanta.
  • Musiche Undying • 14/03/10 23:35
    Risorse umane - 7574 interventi
    La follia del killer, pittore omicida, è tratteggiata con sequenze di taglio psichedelico, tipicamente in voga sul finire degli anni Sessanta, inizio anni Settanta, mentre l'azione è scandita da brani musicali di Tony Coca-Cola & The Roosters.
    Ultima modifica: 14/03/10 23:36 da Undying
  • Discussione Matalo! • 18/03/15 12:23
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Come detto nel mio commento la prima vittima di Reno è Butch Morris, importante autore e direttore jazz, celebre per le sue personali "conduction"
  • Discussione Buiomega71 • 20/01/16 21:10
    Consigliere - 26015 interventi
    Coty (azzardo) visto quello che hai annunciato sul Davibook (magari lo hai scritto nel commento)

    NON E l'opera prima di Ferrara, che in realtà e l'hardcore Nine Lives of a Wet Pussy