Serial killer s'ingegna per fare pulizia di alcune impiegate in una chat-line erotica. Due (bone) poliziotte indagano, sospettando di Dante (Pascal Persiano) e Massimo (il mitico Antonio Zequila, qua in un ruolo tutto da ridere). Mattei gira alla velocità della luce un film che ricalca temi ormai logori, anteponendo all'intreccio whodunit un erotismo piuttosto spinto, al limite dell'hard. Montato da Alessandro Perella, può vantare dialoghi penosi ed interpretazioni imbarazzanti; motivo per cui lo stesso Mattei dichiarò di avere abbandonato il film al termine delle riprese, senza più rivederlo.
Per un'ora e mezzo si assiste a ripetute esibizioni erotiche oltre i limiti del soft-core, solo a tratti interrotte da una debolissima pista thrilling che enumera tutte le pecche delle produzioni anni Novanta: attori incapaci che giocano agli ambigui (Zequila e Persiano), ambientazioni miserrime, musiche discotecare e un montaggio negletto che rende talune sequenze (ad esempio l'uccisione della Mega e del suo amante) tronche e insulse. A livello di un balletto comico l'imbarazzante caccia all'uomo compiuta da Carla Salerno nella magione del killer.
Incredibile porno-thriller di infame fattura. Oltre alla squallida ambientazione nel mondo delle hot-line, la storia è ai limiti dell'assurdo ed è il prestesto per continue scene hard. Innominabili gli attori, tra qui spicca il mitico Zequila, che qui si esibisce in invidiabili numeri erotici stile Rocco Siffredi. Talmente orrendo da far rivalutare in positivo certi thriller e B-horror made in Italy Anni Ottanta. Non a caso viene trasmesso solo da reti regionali tipo "7 Gold" o "Tele Lombardia"... Solo per stomaci davvero forti!
Sulla falsariga di cose come Intimità mortale, è una versione all'italiana del sexy-thriller dei primi '90 in voga negli Usa che vorrebbe forse proseguire anche la tradizione nostrana ottantiana di Sotto il vestito niente e successivi epigoni. Il tutto si traduce in un gialletto con whodunit di infima fattura, fuori tempo massimo e caratterizzato da uno squallore generale che va dalle scenografie al cast improponibile; pochissimo sangue e tanto sesso di bassa lega, con una discreta Ost citazionista (per non dire arraffona) del mitico Grassia.
Nel nutrito filone del soft-porno anni Novanta, ecco anche questo esilissimo thriller con tanto di assassino coperto da una maschera da pagliaccio che si diverte ad ammazzare, una dopo l'altra, le ragazze di un telefono erotico. Il perno della vicenda è il sempre valido Antonio Zequila nella sua performance di sempre, ovverosia tra dialoghi assurdi (ma non è colpa sua) e il letto in amplessi con... mutanda! Se visto nell'ottica di una serata goliardica con amici il film assicura grasse risate.
Sarebbe pure il primo thriller italiano con serial killer mascherato da pagliaccio, ma a ben vedere le fonti di interesse finiscono qui. Omicidi rigorosamente offscreen, cast mediocre, scenografie poveristiche e trama quasi inesistente, sostituita da una serie di interminabili scene softcore pure piuttosto spinte, fino a un finale con deludentissima non-rivelazione. Il motivetto dance che accompagna i delitti, pur nella sua rozzezza, risulta uno dei rari elementi non sgradevoli del film. Il vagamente somigliante Non aprite quella porta 3 al confronto sembra un capolavoro.
MEMORABILE: Il longtake (1'13") di seduzione al supermercato, senza dialoghi, con quelle scenografie, quelle espressioni, è tra le scene più brutte del decennio.
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Scritto da Bruno Mattei, in compartecipazione con Ninì Grassia - quest'ultimo compositore anche dalla colonna sonora - Omicidio al telefono può essere ricordato perché sancisce, in ordine cronologico, l'ultimo pseudonimo utilizzato dal regista, che qui si firma.... Frank Klox!
Esiste un'edizione in DVD, oramai fuori catalogo, etichetta Duck Record.
Gli irriducibili possono tentare la sorte in qualche store specializzato al fine di verificare la disponibilità di qualche vecchia copia.
Anno 1995 (vedi Italia taglia). Nei titoli c'è regia Frank Klox (Bruno Mattei).
DiscussioneZender • 5/07/16 08:19 Capo scrivano - 47730 interventi
Ok, messo 1995. Aggiunto lo pseudonimo, anche se in linea di massima non è necessario metterlo. Mi spiego: siamo zeppi di registi il cui pseudonimo è presente nei titoli di testa ma non nella scheda. L'importante è sempre che ci sia il nome "ufficiale" di Imdb, non lo pseudonimo, anche perché quando è simile (che so, come se in questo caso lo pseudonimo fosse Bruno M. Mattei) crea confusione in chi cerca, che clicca sul nome sbagliato e non trova altri film di quel regista quando invece ci sono.