Ancora i temi cari al regista, primo fra tutti la terra, per un film dal sapore di fiaba hollywoodiana degli anni cinquanta. La neve contribuisce a dare fascino ad una pellicola deliziosa e commovente e che vede la Mangano calarsi nel suo ruolo da vera professionista. Un viaggio tra leggenda mito per un lungometraggio a tratti artigianale e ricco d'atmosfera.
MEMORABILE: L'arrivo del grande corvo nero sulla neve che spaventa la Mangano e l'attacco al paese del branco di lupi.
Datato e non del tutto riuscito, ha quanto meno un certo valore “documentaristico”: si possono, infatti, vedere antiche figure umane (i lupari) nonché tradizioni ormai scomparse. La storia invece è poca cosa: non intriga più di tanto. Che il risultato sia deludente lo dimostrano le varie vicissitudini produttive cui il film andò incontro: De Santis pretese addirittura, senza successo, che il suo nome fosse tolto dai titoli. Chiariamoci: non male, dopotutto.
In quanto a coinvolgimento emotivo e potenza drammatica, un notevole passo indietro rispetto a film anteriori di De Santis come Riso amaro, di cui il regista ripropone il rilievo neorealista nel descrivere un contesto ambientale e sociale (in questo caso la vita dei lupari tra le nevi dell'inverno abruzzese). Prevalgono comunque toni romanzeschi-melodrammatici, i personaggi destano scarso interesse e gli attori non eccellono: meno persuasiva del solito la Mangano, decisamente fuori parte Montand; meglio di loro Armendáriz che, orgoglioso fino all'ottusità, conferisce un'asprezza consona.
MEMORABILE: La lupa che ritrova i due cuccioli; L'attacco dei lupi in paese.
Sulle montagne abruzzesi innevate, i lupari campano grazie ai premi e alle regalie ricevuti dagli allevatori dopo ogni uccisione. Una vita dura, che consente appena di sopravvivere all'inverno... Valido nelle riprese a carattere semi-documentario, in particolare nelle scene di caccia ed in quelle che vedono i lupi in azione, il film risulta invece assai debole nella trama e nel disegno dei personaggi, stereotipati in senso melodrammatico. Nel trio protagonista, il più convincente risulta Armendariz, mentre sia Mangano che Montand appaiono fuori ruolo.
L'antica professione del "luparo", così utile per la salvaguardia del bestiame nelle innevate montagne dell'Abruzzo, è un tema inusitato davvero. Il format è quello di una pellicola melodrammatica, piuttosto semplice, senza troppi approfondimenti psicologici o culturali. Arricchisce il cast internazionale un Yves Montand al solito nel ruolo di sciupafemmine imbroglione ma dal cuor d'oro. La deriva romantica è la sua salvezza, ma anche il suo limite maggiore.
Il paesaggio abruzzese è una delle cose migliori del film, ma se si pensa che questa regione diverrà fonte di location per western e film di vari altri generi si rimane un po' delusi; soprattutto per una trama portata sullo schermo in modo poco convincente, che si addentra più nel sentimentale che nell'avventura e nel dramma veri e propri (specie se si considera il tema trattato: i cacciatori di lupi). Attori non tutti al massimo, forse per via di certe caratterizzazioni loro assegnate.
Pellicola non adatta agli animalisti, perché qui il lupo viene visto come uno spietato predatore senza scrupoli, che non esita a entrare anche in paese per attaccare mucche, pecore, asini e seminare il terrore tra gli abitanti. Clima rigido e carenza di cibo sono la causa scatenante degli attacchi, pur essendo comunque evidente che si calchi la mano. Nonostante questo e il fatto che la datazione si senta, resta una buon film, con personaggi ben caratterizzati a partire dal protagonista, luparo sbruffone e braccagonnelle, fino ai paesani, con la loro saggezza che nasce dalla semplicità.
MEMORABILE: "Io sono lupo, non pecora"; Il vecchio cane rischia di diventare esca per lupi; Zampa recisa; La lotta tra lupo e luparo; "E’ arrivato il luparooo!".
Il lupo ne ha fatta di strada. Ora viene protetto, nessuno gli augura più di crepare. Negli anni 50 era ancora il divoratore di Cappuccetto rosso. De Santis accompagnato da Tonino Guerra ed Elio Petri ha il guizzo di seguire una stirpe di proletari romanticamente fuori dalla storia, come l'Abruzzo della grande nevicata del '56. Peccato che sui fucili si spolveri troppo zucchero melò. Ne risentono Montand, picaresco, e la Mangano. I migliori sono i crocchi di paese e le storie sui lupi, spiriti inafferrabili, e persino i felini stessi ammaestrati come primattori.
Leopoldo Savona HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
La lunghezza originale del film è di 3.300 metri ma la produzione chiese che non superasse i 2.800 metri, De Santis rifiutò ogni taglio e denunciò la cosa pubblicamente.Venne per questo ritenuto un regista scomodo e non fu chiamato a dirigere film per un lungo periodo.
CuriositàColumbo • 21/12/10 12:36 Pulizia ai piani - 1098 interventi
De Santis cercò anche di far togliere il proprio nome dai titoli, non riuscendovi però.
CuriositàColumbo • 21/12/10 12:39 Pulizia ai piani - 1098 interventi
I lupi importati dalla Siberia morirono poco dopo le riprese, sebbene fossero stati affidati ad Angelo Lombardi, il futuro "Amico degli animali".
384 metri tagliati dalla copia lavoro del film, (Il solo della storia della Titanus del dopoguerra, senza il final cut di Mario Serandrei). Per chi ne volesse sapere di più rimando al libro Giuseppe De Santis - Trasfigurazione della realtà di Marco Grossi. Pag. 106
Grazie per la segnalazione Lucius.
Cercherò di registrarlo e prima o poi di vederlo (ma di film in lista ne ho tantissimi, quindi non so quando riuscirò...)