Qui si raggiungono le alte vette del pattume più puro e del delirio da acidi! Mai visto in vita mia una roba del genere: lo vedi, rimani basito e poi cominci a chiederti che roba stai vedendo. Inclassificabile, trashissimo e cialtrone, che a confronto Il ristorante all'angolo sembra un film di John Carpenter! Eppure, nonostante sia una enorme tirata per il sedere, ha un suo fascino perverso, quasi subliminale. Sarebbe da vedere per credere! Buono il make up di Arnold Gargiulo sul motociclista zombi che si decompone strada facendo. Folle.
MEMORABILE: I cadaveri rianimati dalle scosse elettriche, che sembrano preda del ballo di San Vito!
L’idea è presa di sana pianta da morti e sepolti. Sfortunatamente i risultati sono nettamente inferiori a quello che era un vero e proprio gioiellino. Colpa di una regia e di una sceneggiatura sciatte che non riescono a creare un minimo di atmosfera, intrigo ed interesse. Gli attori poi sono pietosi come d’altronde il risultato del film.
Brutto è brutto, ma è talmente sgangherato che può anche risultare inspiegabilmente divertente. Forse per l'assurda atmosfera onirica, sicuramente involontaria, che pervade il film, cui contribuisce la tremenda recitazione della protagonista nonché degli altri attori (vedere per credere); forse per alcune scene talmente assurde da destare divertimento. In ogni caso, a differenza di tanti film, si riesce ad arrivare allo scontatissimo finale ed è già qualcosa...
MEMORABILE: I sogni ultragore della protagonista; Il prete/manichino che precipita dal campanile.
Tanto macabro nelle intenzioni quanto dilettantesco nella confezione; inizia subito con delle forzature non da poco e prosegue sulla scia di dialoghi abbastanza risibili e inefficaci, soprattutto in alcuni frangenti in cui meritavano un’attenzione maggiore. Da segnalare che la scelta delle melodie non è sempre appropriata al contesto, mentre anche il doppiaggio è in linea con il resto. Nel piattume generale, qualche buona trovata ci sta pure, vedi il motociclista zombi in disfacimento che strappa più un sorriso che un brivido.
MEMORABILE: È bello e divertente... e poi non prenderemo mai l’AIDS dalle persone morte!
Si raggiungono dei livelli di sciatteria così impressionanti, durante la visione, da rimanere completamente annichiliti. Sballati completamente i tempi narrativi nello svelamento del mistero (circa 20-30 minuti dall'inizio), il film annaspa attraverso scene riempitive e improbabili oscillamenti dicotomici realtà-sogno che, causa scarsa recitazione e pedestre montaggio, polverizzano completamente l'atmosfera e l'ipotetica escalation di tensione. Quando si hanno poche idee e ancora meno mezzi, il risultato non può che essere questo.
MEMORABILE: La bibliotecaria che offre un libro porno alla protagonista; Il prete/manichino che precipita; Il motociclista in decomposizione.
Dal momento che si tratta di un film a basso costo mostra diversi limiti: attori modesti e confezione squallida, per dirne due. Ma a suo vantaggio porta degli effetti speciali discreti, qualche momento divertente e alla fine non lascia l'amaro in bocca come tanti prodotti a basso costo statunitensi. Trama per niente originale che ricorda un po' troppo Morti e sepolti. Passabile.
MEMORABILE: Lo zombi motociclista che si sfalda; La campana in pieno volto.
Riprendendo idee proprie di Morti e sepolti e La necrofila, questo B-movie piuttosto folle riesce perlomeno a ricreare un clima "weird" e macabro; le ambientazioni cimiteriali e mortifere sono d'atmosfera, specialmente nella lunga parte d'inseguimento finale nei sotterranei e il regista inserisce tocchi surreali e da commedia nera non sempre riusciti ma perlomeno spassosi. Qualche SPFX di discreta fattura, fotografia meglio del previsto, ost variegata e un contro-finale umoristico alquanto bizzarro, al di là di un escamotage visto troppe volte.
MEMORABILE: Il motociclista che si sfalda; Il contro-finale con le sorti dei protagonisti; L'inseguimento nei sotterranei della casa funeraria.
Siamo nel filone delle città impazzite, con la fabbrica o il laboratorio del guru che si inventa pratiche oscene, in questo caso sui cadaveri (e qui non si capisce manco cosa voglia effettivamente ottenere, con quegli pseudo-defibrillatori). Le leggende che vorrebbero dare una parvenza di credibilità si perdono nel ridicolo e lo spiegone finale manda ancora più in tilt una mente già scombiccherata. Se non altro la protagonista mantiene la dignità anche nelle crisi isteriche motivate, ma sembra ancora più paranoica per aver aver preso parte a un fiasco totale. Se non altro fa ridere.
MEMORABILE: La scena finale in osteria.
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