Il fiore del male - Film (2003)

Il fiore del male

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/05/09 DAL BENEMERITO GHOSTSHIP
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Ghostship 16/05/09 20:30 - 394 commenti

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Dramma borghese incentrato sulla colpa per la vecchia volpe Chabrol, che mette in scena una torbida storia di intrighi familiari tratteggiando (e fustigando) ancora una volta la classe media abituata a fingere ed a nutrirsi della propria ipocrisia. Manipolo di personaggi volenti o nolenti negativi, di cui solo uno troverà redenzione in un atto apparentemente altruista. Il regista è come al solito preciso, sicuro e ricercato nelle inquadrature conducendo la pellicola senza sbavature verso l'inesorabile e già anticipato, finale. Minore ma da vedere.

Jorge 31/10/10 11:22 - 164 commenti

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Opera minore di Chabrol, ma non per questo meno godibile. Ottima prova del cast (Magimel ottimo come sempre), storia coerente con la visione chabroliana della borghesia. Resta qalcosa di intentato a livello di soggetto e sceneggiatura, intimiste le musiche e la fotografia. Un bel film.

Cotola 16/11/10 23:19 - 8998 commenti

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Il migliore, a mio avviso, tra gli Chabrol di inizio secolo: teso, compatto e avvincente per tutta la sua durata, analizza temi usuali al regista francese ma lo fa con ottimo piglio e con risultati superiori alla media, dando nerbo e ritmo alla pellicola. La provincia francese e la famiglia come covo di vipere e di ipocrisia, la politica pure. Certo, niente di nuovo, ma che classe. Avercene di registi così.

Belfagor 15/08/11 16:33 - 2689 commenti

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"Il tempo non esiste, viviamo in un eterno presente". Basta questo a riassumere l'ottusa mentalità borghese che Chabrol, giunto al suo 50° film, mette alla berlina con un'ironia spiazzante. La famiglia dei protagonisti vive in una perpetua ripetizione dei propri errori, una stasi che solo l'anziana e carismatica Line è in grado di infrangere, anche se solo per un momento, affrontando le conseguenze del gesto che aveva segnato la sua vita. Il cinema tratta spesso dell'ipocrisia, ma raramente raggiunge questi livelli.

Paulaster 20/01/21 09:48 - 4375 commenti

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Durante le elezioni comunali un volantino denigra la figura dell’aspirante sindachessa. Sceneggiatura che esordisce come un giallo in cui la famiglia nasconde più di un segreto, vira poi nella critica politica di chi punta a poltrone più prestigiose e chiude ellitticamente con la borghesia che perpetua i suoi giochi meschini. Chabrol è più sottile rispetto a Buñuel e riesce sempre a insinuare un velo di mistero (e di disprezzo) per i protagonisti delle sue storie. Ruoli ben equilibrati, con la vecchia zia come perno fondamentale.
MEMORABILE: La visita alle case popolari; “Ho solo la mia gola da offrirle” – “La donna ideale!”; Il padre che accarezza la figliastra.

Daniela 28/06/22 09:13 - 12606 commenti

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Alla vigilia delle elezioni, segreti e veleni all'interno di una famiglia altoborghese tornano a galla quando viene distribuito un volantino infamante nei confronti della candidata sindaco... La figura dell'anziana zia, interpretato con sensibilità dalla veterano Flon, è al centro di un thriller familiare reticente sospeso tra un omicidio irrisolto del passato e l'ombra di un possibile incesto nel presente. Peccato che gli altri personaggi non abbiano il suo stesso spessore ma comunque questo ennesimo ritratto di provincia in nero ben figura fra le ultime opere dirette dal regista.

Il ferrini 20/01/23 00:47 - 2337 commenti

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Altro stupefacente ritratto della borghesia ad opera di Chabrol, che stavolta porta in scena una famiglia dagli errori e dagli orrori indicibili che continua a perpetuare addirittura da secoli. Tradimenti, incesti e omicidi nascosti metodicamente sotto i lussuosi tappeti d'un'ipocrisia sbalorditiva. A spiccare sopra tutti una memorabile Françoise Bertin, qui sulla soglia degli ottant'anni. Di una bellezza irresistibile Mélanie Doutey, regia semplice ed efficace, gran film.

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