Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Film di un realismo incredibile. Monicelli rifiuta questa volta di raccontarci una “storia” per concentrarsi unicamente sui sentimenti: quelli di un padre che prima cerca in ogni modo di far assumere il proprio figlio ragioniere al Ministero per cui lui già lavora da trentadue anni; poi, quando tutto sembra fatto, lo perde inopinatamente in uno scontro a fuoco tra polizia e banditi. Allora pensa a una vendetta spietata nei confronti dell’assassino, che concretizzerà in un delirio mentale senza fine. Sordi, ormai lanciato nel cinema drammatico dai tempi di DETENUTO IN ATTESA DI GIUDIZIO, non ha alcuna difficoltà nel delineare,...Leggi tutto con risultati strepitosi, un personaggio così intenso e poco incline alle facezie: se inizialmente è ancora brillante e riconoscibile nella sua tipica ruffianeria da borghese arrivista, dalla morte del figlio si trasforma interiorizzando i propri stati d'animo e facendoli trasparire grazie a una vis drammatica da Oscar. La moglie (una Shelley Winters piuttosto spenta) lo asseconda finché può, poi cede e non sa reagire di fronte all’enorme carica negativa del marito rinchiudendosi in un mutismo glaciale. L’esperienza nella commedia di Monicelli si fa sentire solo nella grottesca - e impagabile - scena del cimitero sovraffollato (girata in stile fantozziano), mentre nel complesso il regista punta come detto a un verismo esasperato, esaltando il più possibile i momenti in cui più si evidenziano i sentimenti del padre, disposto persino a farsi massone per assicurare al figlio il posto al Ministero. Il film appare un po' scarno, essenziale, ma tocca le corde giuste e colpisce nel segno. Comparsata per Enrico Beruschi cameriere in ufficio.

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Puppigallo 7/02/07 12:21 - 5279 commenti

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Padre che vive per il figlio fa qualunque cosa (diventa pure massone) per trovargli un lavoro. Glielo ammazzano durante una sparatoria. Un Sordi da applausi interpreta un ruolo non certo facile in un film che parte come commedia agrodolce per poi virare bruscamente nel dramma. Alcuni particolari non si dimenticano (la madre inebetita dopo la tragedia; il moscone che sbatte contro il vetro di quella che diventerà una prigione per l'assassino; l’anima via via più nera del protagonista, che scivola nell’abisso). Giù il cappello.
MEMORABILE: Sordi, che diventa Massone pur di trovare un posto di lavoro al figlio.

Stubby 30/04/07 18:17 - 1147 commenti

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Un film straordinario con un interprete molto bravo e azzeccato nella sua parte (Sordi). Inizio divertente ma già costellato di situazioni che fanno riflettere, poi pian piano si va verso una maggior crudezza con un colpo di scena che ammutolisce. Commovente e spietato tutto il secondo tempo, con tutti i sogni di un padre riposti per il giovane figlio che vengono cancellati dalla morte di quest'ultimo. Anche qui (come già successo nel Cittadino si ribella di Castellari), abbiamo un uomo pronto a farsi giustizia da solo.
MEMORABILE: "Ho una cambiale che mi scade..." "Fregatene! L'importante è la salute".

Deepred89 16/06/07 14:36 - 3709 commenti

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Gran bel film. Inizia come una commedia per poi trasformarsi un un dramma di una tristezza e una cattiveria che si vedono di rado. Autunnale la fotografia, molto malinconiche (anche troppo) le musiche, grandissimo Sordi. Alcune scene sono così strazianti da risultare grottesche (come quella ambientata al cimitero). Ottima anche Shelley Winters e discreto Crocitti.

B. Legnani 18/06/07 16:26 - 5534 commenti

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Grande Sordi, padre che bara, che raccoglie la “summa” delle deluse speranze di un padre, vinto da un destino cinico e baro. Perfetto Crocitti, in quello che forse è il suo film della vita. Certamente non divertente, ma certamente un buon film. Mi ha ricordato, come spunto vendicativo, L’ultimo treno della notte e, come finale (che non finisce), la chiusura de Il giustiziere della notte.
MEMORABILE: Sordi: "Tanti nemici, tanto onore!".

Homesick 20/06/07 18:42 - 5737 commenti

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Grande film dell’accoppiata Sordi-Monicelli. Con l’uccisione di Crocitti, quella che sembrava una delle tante commedie all’italiana si trasforma in un dramma cupo e disperato, in cui Sordi si trasforma letteralmente da ordinario padre borghese a spietato giustiziere. Finale ambiguo, punto di forza di tutta la pellicola. Immenso Valli – qui sempre alle prese con i suoi capelli forforosi - e toccante l’agonia della Winters, madre devota e prudente.

Galbo 17/01/08 05:47 - 12399 commenti

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Tratto da un romanzo di Cerami, un film molto amaro e bello diretto da Monicelli, che riflette bene il clima cattivo e vendicativo dell'Italia degli Anni Settanta, di certo più cinica e meno solidale rispetto agli anni passati. La lucida e spietata vendetta di un padre viene raccontata con una bella sceneggiatura che segna efficacemente il passaggio dai toni della commedia (la parte iniziale) al dramma venato da tinte grottesche, perfettamente resa da una magistrale interpretazione di Sordi, in una delle migliori prove in carriera.

Capannelle 11/02/08 09:30 - 4412 commenti

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Monicelli e Sordi propongono un soggetto drammatico, perfettamente inserito nelle tensioni degli Anni Settanta italiani. Inizio leggero, con il classico quadro dell'italietta piccolo borghese, dove il padre "deve" sistemare il figlio. Ma una rapina cambierà la vita del ragionier Vivaldi, facendo emergere i suoi peggiori istinti e distruggendo per sempre quello che rimane della sua famiglia (impressionante la trasformazione della moglie). Attimi di satira sociale si alternano ad un quadro decisamente pessimista sulla rabbia e sulla solitudine umana.

Markus 19/05/08 09:56 - 3690 commenti

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Mario Monicelli firma, in pieni anni di piombo, uno dei suoi film più significativi, avvalendosi di un Alberto Sordi capace di farci sorridere come è solito fare, ma che lo vede cimentarsi in momenti di reale drammaticità ricordandoci il suo indiscusso talento di attore anche drammatico. La vicenda è quella di un padre in pre-pensionamento, che tenta di passare al modesto figlio il proprio posto al Ministero. Un terrificante evento cambierà le cose e, nella seconda parte del film, Sordi assumerà un imprevedibile ruolo di “giustiziere”. Efficace la descrizione del rapporto servile che ha Sordi con il datore di lavoro, come pure quello con il figlio.

Pigro 22/09/08 09:31 - 9672 commenti

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Anziano impiegato sconvolto per l'omicidio del figlio si trasforma in giustiziere. Un capolavoro del cinema classico "all'italiana" dove la commedia si sposa con la tragica rappresentazione di una quotidianità di sopraffazione (massonica o criminale), toccando le corde più intime di un'umanità dolente. Monicelli ci conduce saldamente negli anditi riposti delle nostre aspirazioni e crudeltà, e Sordi è grandissimo nel passare dalla maschera realista del borghese alla complessità barbara del lato oscuro della psiche.

Brainiac 29/01/09 13:19 - 1083 commenti

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Un paese stritolato dalla burocrazia, vessato dalla massoneria, dal nepotismo, dalla voglia di rivalsa sociale, dalla violenza. Era il 1977: è forse cambiato qualcosa da allora? Monicelli descrive i mali di un'intera società, ma la sua è una riflessione dolorosa, malinconica. Grandissimo film, interpretato da un magistrale Alberto Sordi, mai così cattivo, mai così frustrato e frustrante. Che dire, un capolavoro, ma di quelli che devi essere dell'umore giusto per poterti accomodare alla visione. Alienato.
MEMORABILE: Alberto Sordi si affaccia sulla via dal suo appartamento sulla Prenestina, proprio di fronte alla celebre sopraelavata fantozziana.

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Cangaceiro 8/03/09 12:24 - 982 commenti

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Che tremendo pugno allo stomaco! Monicelli (e chi altro se non lui?) dirige magistralmente un film spigoloso, tetro e nichilista a forti tinte drammatiche (la musica è veramente toccante). Sordi, mostruoso in un ruolo difficile e a tutto tondo, con una prova grondante talento si dimostra un autentico orgoglio artistico italiano. Crocitti perfetto per la parte un po' come Momo in Profumo di donna. L'unico neo è l'eccessiva lunghezza della parentesi massonica, ma per il resto avercene di pellicole così...
MEMORABILE: La sparatoria e il pedinamento dell'assassino.

Renato 9/03/09 12:16 - 1648 commenti

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Un ottimo film, con di base una signora sceneggiatura ed un Alberto Sordi ammirevolmente misurato, per una volta. Tutto sommato sono funzionali anche le volute scivolate nel grottesco, dalla scena dell'obitorio al personaggio di Romolo Valli, e contribuiscono al tono complessivo della pellicola. E' un film amarissimo, che lascia un forte senso di disagio dopo la visione.

Daidae 29/04/09 22:50 - 3183 commenti

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Bel film a doppio binario (due generi: commedia nera e drammatico). Un padre di famiglia, che stravede per il figlio, fa tutto per lui: diventa massone, tenta di raccomandarlo e infine se lo trova ucciso davanti agli occhi. Molto toccante, bello e nella prima parte anche divertente. Attori ottimi per un regista perfetto.

Caesars 4/05/09 11:40 - 3794 commenti

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Buon film di Monicelli a metà strada tra commedia e tragedia (ma più volta verso la seconda che non la prima), interpretata ottimamente da Sordi e dagli altri interpreti (Crocitti non riuscirà mai più ad avere un ruolo così interessante). La prima parte vede Sordi impegnarsi in tutti i modi per trovare impiego al figlio, poi la svolta drammatica. Merita assolutamente la visione.

Enricottta 14/09/09 19:54 - 506 commenti

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Il cinismo che hanno in grande quantità sia Monicelli che Sordi sfocia in un film amarissimo. Quando un attore comico incontra un ruolo tragico (vi ricorda qualcosa...) il comico muore. Cresce Sordi che da gran mattatore fa girare il film intorno a lui, da questa "mattanza" si salva solo Romolo Valli. Crocitti fa il fesso (sinceramente non mi è sembrato un ruolo troppo difficile).

Mtine 3/12/09 21:51 - 224 commenti

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Gran bel film, con un poliedrico Alberto Sordi che si "trasforma" durante tutto il film da impiegato borghese a un uomo anche feroce. Grande regia di Mario Monicelli, bellissima sceneggiatura (scritta con Cerami e Amidei). La storia è troppo lunga, e alla fin fine lascia troppo spazio alla parte iniziale, cioè quella che racconta del rapporto padre-figlio. Troppo cruda ed eccessiva la parte finale, in cui tutta la rabbia di Sordi sfocia nella violenza.
MEMORABILE: La morte del figlio e i dialoghi padre-figlio.

Giuliam 13/10/09 11:44 - 178 commenti

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Ogni interpretazione è ben accetta per questo quasi-capolavoro di Monicelli. Drammatico fino all'osso, "Un borghese piccolo piccolo", già dal titolo fa intuire la bassezza e il pessimismo di una media-bassa Italia che viene ben descritta da un grande regista di casa nostra. Non si giunge ad una vera conclusione e il finale è, come si suol dire, "lasciato al suo destino"...

Rickblaine 13/10/09 11:25 - 635 commenti

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Mario Monicelli, maestro della commedia all'italiana, qui si diverte a sbeffegiare l'italiano della sua dolorosa ingenuità nei confronti di una società che mangia sui propri poteri. Un padre che si espone fino ad umiliarsi per far entrare il proprio figlio negli uffici del ministero. Le cose finiranno tragicamente. Un grande Sordi e una spettacolare Shelley Winters per un'opera che dipinge con pessimismo la società italiana.
MEMORABILE: L'inizio.

Enzus79 13/10/09 12:05 - 2901 commenti

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Mario Monicelli estremizza al massimo la rabbia e la drammaticità di un Alberto Sordi (qui bravissimo) dopo il dramma che gli cambierà la vita. La vendetta servirà a qualcosa? Nel film c'è qualche sprazzo di ilarità, ma forse è nella tragedia che l'attore dà il meglio di sè. Bravo il resto del cast.

Tomastich 26/01/10 10:57 - 1255 commenti

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Il vero grande capolavoro di Mario Monicelli. Siamo ancora qui a chiederci come mai Albertone non abbia vinto l'Oscar per questa immensa interpretazione del funzionario ministeriale messo di fronte ai drammi della vita. Di una violenza e di un realismo d'impostazione verista, proiettato negli anni '70. Da vedere per ricordarsi chi siamo...
MEMORABILE: Uccisone del pesce - crimini successivi (collegamento straordinario); Mosca morente - evento successivo (per non rivelare nulla).

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Supercruel 1/04/10 22:12 - 498 commenti

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Bellissimo lavoro per Monicelli, abilissimo nel disegnare una storia che fluttua con perizia dalla commedia al revenge-movie. La prima parte si assesta sui toni da classica commedia all'italiana, con un Sordi straordinario e un pugno di situazioni amaramente esilaranti (i dialoghi con il superiore, l'iniziazione massonica...). La seconda parte assume toni cupi e violenti: l'atmosfera diventa pesante e Sordi cambia pelle con una maestria inimitabile. Cinico, politico, spietato, eppur si ride anche. Fantastico.

Vanadio 6/07/10 22:24 - 105 commenti

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Poco conosciuto, film terribilmente drammatico del grande Mario Monicelli; solo in qualche momento l'umorismo grottesco (il cimitero con le bare in attesa di sepoltura) interrompe, per poco, l'atmosfera grave. Alberto Sordi si dimostra un eccellente attore, anche se c'erano pochi dubbi in merito. Inquietante il finale aperto (vagamente alla Il giustiziere della notte).

Nando 9/05/10 03:53 - 3816 commenti

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Un Sordi, volutamente invecchiato, sfodera un'interpretazione magistrale in un film crudo e veritiero. Dove può arrivare la vendetta davanti ad un figlio barbaramente ucciso? Monicelli analizza i personaggi e crea per l'Albertone nazionale un personaggio, tendenzialmente mediocre e pronto a tutto per sistemare l'adorato figlio, che trova la forza di reagire, violentemente, verso coloro che gli hanno rubato l'unica certezza per cui vivere.

Piero68 15/07/10 12:38 - 2958 commenti

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Come tutti i grandi comici, quando si tratta di interpretare personaggi reali, intensi e drammatici, superano di gran lunga i loro colleghi "seri". E Sordi piaccia o no è stato uno dei più grandi. Anche in questa pellicola comunque non sfugge alla sua classica maschera di "italiano medio". Ma se altre volte ha dovuto destreggiarsi con macchiette di costume, servilismo ecc. questa volta Monicelli lo mette avanti alla tragedia compiuta. Come al solito molti spunti di riflessione su vizi (tanti) e virtù (poche) dell'italico popolo. Da riscoprire!

Karim 18/07/10 11:06 - 22 commenti

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Grande pellicola che da un inizio "fantozziano" tutto riverenze, leccate e aspettative per un figlio mediocre, da un padre mediocre, per in impiego mediocre, si trasforma poi in un dramma dal sapore di giustiziere della notte. Un ottimo Sordi, ma anche un grande Romolo Valli nella parte del "forforoso" dott. Spaziani che incarna benissimo il viscidume della burocrazia statale tutto intrallazzi e conoscenze. Titolo azzeccatissimo.

Greymouser 5/12/10 00:20 - 1458 commenti

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Uno dei pochi grandi capolavori del cinema italiano più "recente", il film di Monicelli sorprende per l'asciuttezza stilistica (grande Sordi che rinuncia ad ogni eccessivo istrionismo), per le magistrali soluzioni registiche, per la capacità di passare con naturalezza dal registro dimesso dell'ordinaria piccolezza quotidiano-borghese al lato oscuro-dionisiaco delle pulsioni più elementari. Un po' irrealistico il finale alla "giustiziere della notte", ma siamo su cime altissime, comunque.

Jandileida 11/12/10 12:27 - 1567 commenti

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Monicelli dirige, per l'ennesima volta, un grandissimo Sordi, poliedrico protagonista di un film amarissimo e duro, ritratto di un paese incattivito ed esaperato con poche speranze di salvezza. La prima parte dipinge, tra le pieghe del grottesco e della burla, il piccolo mondo ministeriale fatto di maritozzi, cappuccini, servilismo e losca fratellanza con un Sordi padre di un figlio più che ordinario ma ai suoi occhi perfetto: il tutto franerà nella seconda parte, con il piccolo ministeriale che sprofonda nella solitudine, nel rancore e nella follia.

Matalo! 12/12/10 12:53 - 1378 commenti

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"È il giustiziere della notte", disse Moretti a Monicelli durante il match sulla rai. Mah, non concordo affatto. Semmai il finale ricorda Taxi driver. Monicelli è equidistante alla vicenda, non trascura né la meschinità né la crudeltà né il dolore tremendo ma sempre piccolo piccolo per la morte del figlio. Da un bel racconto di Cerami una delle ultime volte in cui il maestro è rimasto al passo coi tempi, duri, del presente. Momenti godibili cult come il giuramento massone (favoloso) non intaccano il sapore nero della vicenda.

Ciavazzaro 14/12/10 20:54 - 4770 commenti

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Capolavoro macabro e disperato del compianto Monicelli. Alberto Sordi perfetto in questo ruolo drammatico, anche più convincente di quello in Detenuto in attesa di giudizio. Il personaggio però sa anche avere sfacettature comico-drammatiche notevoli (vedi l'inziazione). Da dedicare un monumento alla Winters per il suo ruolo e cito la presenza di Paolo Paoloni. Inquietante il finale che chiude degnamente l'opera e le dosi di violenza che pervadono l'ultima parte.
MEMORABILE: Lo sguardo di Sordi nel finale.

Tnex 19/12/10 08:15 - 62 commenti

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Commedia drammatica che intreccia la tragica vendetta di un travet minesteriale cui uccidono per caso l'unico figlio a un Italia anni settanta stretta tra il grigiore di vite burocratiche ed episodi di violenza cieca. Un Sordi più maturo bravo soprattutto nell'interpretare la trasformazione verso il freddo e sofferto assassino vendicatore. Finale cupo che non lascia spazio ad alcun riscatto.

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John trent 1/01/11 17:40 - 326 commenti

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Amarissimo e straziante. Grande prova d'attore di Sordi che dimostra capacità recitative notevolissime in un film che inizialmente sembra una commedia grottesca e poi sfocia nel drammatico. Anche se qualche scena è volutamente forzata (le lunghe sequenze dell'iniziazione massonica e del cimitero) alla fine il film è molto realista e, in un crescendo di disperazione, si conclude con un finale aperto per certi versi inaspettato ma interessante. Bravo Crocitti, un po' spenta la Winters. Da vedere.
MEMORABILE: "Aò, ringrazia che sei un vecchio rincoglionito!"

Mdmaster 17/01/11 15:04 - 802 commenti

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Viscerale e nerissima occhiata di Monicelli sulla storia di un padre che dopo tanti "anni di onorato servizio" al ministero vorrebbe far entrare il figlio. Non farà in tempo; quella che è stata un'ora leggera di quasi commedia diventa improvvisamente nera come la pece, plumbea, violenta. Sordi, da ruffiano, si trasforma in maschera del dolore interiorizzato, uomo disposto a ogni cosa pur di vendicare i soprusi subiti. Gigantesco, bravissimo; l'attore romano sovrasta tutti, le sue espressioni come frecciate per lo spettatore. Essenziale.
MEMORABILE: Comparsata per Renato Scarpa come cattivissimo prete che vorrebbe "il diluvio universale"; la vendetta finale, interrotta dai titoli di coda.

Coyote 13/05/11 23:50 - 185 commenti

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Uno spaccato tremendo delle miserie di un uomo che punta tutto sul futuro lavorativo del figlio per ansia di riscatto e di rivincita, per dimostrare a se stesso e al mondo di essere capace a costruire un cammino di sviluppo. Ma il contesto è squallido, le ambizioni basse e alla fine il drammatico volge in tragico. Più che una critica feroce a una classe sociale, un ritratto del peggio del Belpaese come usava negli anni Settanta, che per certi aspetti rivela ancora una sconsolante attualità.

Von Leppe 7/08/11 13:02 - 1262 commenti

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Alquanto realistico, rispecchia quel clima di odio e delinquenza che era quasi un conflitto generazionale. Girato in una Roma invernale e grigia, c'è anche una baracca in legno vicino ad una palude dove si svolge la premonitrice scena iniziale. Film che procede molto bene fino alla vendetta, poi c'è un certo calo (ma la vita è così). Ci sono momenti molto riusciti: l'urlo della ragazza che interrompe bruscamente l'andamento del film (per chi ancora sperava di ridere) e il pedinamento del ragazzo con l'automobile, per esempio.
MEMORABILE: L'alba a via Prenestina con la sopraelevata.

Markvale 5/09/11 11:23 - 143 commenti

I gusti di Markvale

Sarebbe profondamente errato considerare "Il borghese" di Monicelli l'ennesimo esemplare del filone dei "cittadini giustizieri" o anche solamente una vicenda di "familismo amorale". Fondendo con sagacia e mestiere il tragico ed il grottesco viene ritratta la profonda crisi morale e civile di un paese che ha perso la bussola. In proposito, si veda la sequenza del cimitero. Mario Monicelli ad una delle sue prove migliori di sempre, mentre Sordi è superlativo nel mettere in mostra la metamorfosi in mostro di un uomo patetico. Da Oscar...

Gestarsh99 12/09/11 17:19 - 1395 commenti

I gusti di Gestarsh99

In un decennio minato da delinquenza e terrorismo, il padre della commedia nostrana si addentra a modo suo nel dibattito perentorio sulla giustizia privata, puntando i riflettori sulla misera mediocrità del cittadino qualunque. Un dramma penoso e disperato cui Monicelli inocula quella velata cadenza grottesca, mai invadente né aggressiva, a segnalare la tragicomicità di un mondo basso-borghese che annaspa e vivacchia dentro pozzanghere di scartoffie impolverate, minuscole aspirazioni patetiche, maldestre genuflessioni e servili raccomandazioni para-statali. Difficilissimo ruolo per Sordi.
MEMORABILE: Romolo Valli che setaccia e scuote via la forfora dalla sua chioma raccogliendola sul piano della sua scrivania...

Smoker85 19/09/11 18:57 - 487 commenti

I gusti di Smoker85

Un film che ha l'effetto di un colpo basso... Spietato, cinico, crudele e soprattutto molto realistico. Alberto Sordi (in una delle sue più belle interpretazioni) incarna perfettamente tutte le sfaccettature del suo personaggio, irascibile e anche ingiusto talvolta con la moglie, ma veramente devoto a lei e soprattutto al figlio. Pochi sprazzi di ironia (più che di umorismo vero e proprio) calibrati sapientemente. Assolutamente da vedere.

Rambo90 28/02/12 20:40 - 7702 commenti

I gusti di Rambo90

Grandissimo film di Monicelli, che inizia come una qualsiasi commedia (l'impiegato ossequioso che vuole piazzare il figlio al ministero è un classico) per tramutarsi poi in un dramma freddo, lucido e amaro. Sordi è eccezionale, rinuncia ad andare sopra le righe per regalarci un personaggio molto realistico e sofferto; ma non sono da meno la macchietta di Valli capoufficio alle prese con la forfora e la grande interpretazione della Winters nella parte di Amalia. Buona la colonna sonora; finale che ricorda Il giustiziere della notte.

Graf 15/04/12 01:36 - 708 commenti

I gusti di Graf

Un film più da capire che da amare. Monicelli filma la sua opera più dura e pessimista. Un film disturbante difficile da digerire. La livida e plumbea Italia degli anni di piombo precipita addosso all’improvviso sul piccolo impiegato pubblico Giovanni Vivaldi e ne ghermisce per sempre il mansueto figlio vittima casuale di un attentato terroristico. Da quel momento diventa un “mostro” bramoso solo di una vendetta personale. L'atrocità di una solitudine si trasforma, allora, in soffocamento, in oppressione, in nichilismo. Non convincente fino in fondo.
MEMORABILE: La notevole fotografia di Mario Volpiani é una sinfonia di verdi plumbei e di sfumature che tendono alla monocromia.

Mickes2 29/10/12 08:57 - 1670 commenti

I gusti di Mickes2

Parte come una commedia fresca e spigliata rendendo palpabile il contesto dell'Italia anni '70 per poi cambiare registro e trasformarsi in una parabola amarissima, in un viaggio struggente verso l'abisso di un uomo "piccolo" "mediocre", che attraverso il dramma riscopre la cupezza e la ferocia di un animo fin là assopito, possessivo ma ligio al dovere, bigotto e accondiscendente. Tutto lo squallore di un ambiente che da aspra critica sociale diviene pregnante riflessione sulla giustizia privata. Grandissimo Alberto Sordi. (****)

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Jurgen77 5/12/12 08:28 - 629 commenti

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Gran film, forse non molto "pubblicizzato". Rispecchia il clima teso degli anni 70. Sordi, grandioso, ci appare in una veste diversa dal solito e nella fase di vendetta è veramente superbo. Monicelli ci regala questo dramma della famiglia italiana per eccellenza. Inquietante e superbo il finale.

Furetto60 27/03/13 12:12 - 1196 commenti

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Negli anni ‘70 il cinema ha attinto spesso dal pozzo colmo di rabbia e rassegnazione del cittadino nei confronti della dilagante criminalità, interpretandone il senso di ribellione unitamente a gran spreco di piombo, mentre questo film colpisce perché il protagonista è un uomo anziano e mite, armato solo del doloroso desiderio di vendetta. E’ il rantolo di un disperato che non ha più fiducia nello Stato e nel prossimo, ma non vuole piegare la schiena. Un’interpretazione che ha amplificato il mito di Sordi, in seguito non più a questi livelli.
MEMORABILE: La lunga attesa a Largo Spartaco (Roma), nell’utilitaria sotto la pioggia, evidenza di una scelta non più istintiva.

Giezz 4/05/13 00:12 - 11 commenti

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Una strepitosa condanna della società moderna in cui la violenza del borghese, contro l'apparenza superficiale, non nasce dal semplice meccanismo vendicativo ma trova la sua radice generatrice nella apparente normalità della vita sociale. La violenza è nei rapporti familiari, nell'inquadramento del lavoro, nella vita cittadina, ma l'uomo normale, ormai alienato, non sa riconoscerla e soprattutto non ha più la possibilità con il suo vivere di cambiare le cose. Si invoca nel finale il diluvio universale e una sentenza di morte generale.

Il Dandi 10/07/13 17:16 - 1917 commenti

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Film grandiosamente doloroso in cui il grottesco universo impiegatizio, con le sue forme e nomenclature para-fantozziane, non è fotografato coi colori accesi di una vignetta comica ma con una luce livida e grigia, dove la violenza più cruda e realista fa il suo ingresso improvviso e spietato. Grandissima interpretazione di Sordi (invecchiato per l'occasione) che dopo vent'anni di maschere di successo restituisce al capofamiglia italiano il suo volto più impietoso: non più assolto per simpatia, ma compreso per pietà.
MEMORABILE: La sparatoria; l'iniziazione massonica; il discorso di congedo ai colleghi per la pensione.

Ramino 27/06/13 12:40 - 127 commenti

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A tratti grottesco, questo film è la rappresentazione più becera di ciò che di brutto produce la società. Un Sordi ruffiano, approfittatore, senza alcun senso civico, che cerca di "infilare" il figlio al ministero grazie alla massoneria. Tutto è grigio, spento, tremendamente reale: un pugno allo stomaco dello spettatore. Sordi grandissimo!

Almicione 8/07/13 20:35 - 764 commenti

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Durante la prima parte scappa qualche (amaro) sorriso vedendo rappresentate in modo così veritierio la mentalità comune, la famiglia medio-bassa, la società tipiche della Roma di quel periodo, riscontrabili (purtroppo) anche oggi. Ma nella seconda parte, dopo il colpo di scena veramente strabiliante, la desolazione e la vendetta prendono il sopravvento e una sorta di tristezza, trasmessa da un mirabile Sordi in una parte a lui non congeniale, colpisce lo spettatore sempre più basito da ciò che avviene. Pessima la scena finale. Film discreto.

Paulaster 4/07/13 10:10 - 4425 commenti

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La natura del film si svela in due parti essenziali. Nella prima sembra una cinica operetta tra raccomandazioni, massoneria, uffici sovrastati da faldoni ed eccessive cure al figlio. Nella seconda si fa sul serio: Sordi smette di fare il Sordi, la Winters è grandiosa e si scava nei particolari. Fotografia di un grigio tetro e ambientazioni marcate (al Ministero, al rudere e al cimitero) danno sfondo alla povertà d'animo che regna e anche se si cerca di scappare c'è il fil di ferro o una finestra chiusa a impedirlo.

Didda23 22/10/13 10:19 - 2426 commenti

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L'alternanza troppo frequente fra momenti estremamente riusciti (la scena al cimitero e il rapporto "malato tra padre e figlio) e altri pessimi (l'iniziazione massonica e la trasformazione fuori dal credibile di Sordi) fanno sì che la valutazione non vada oltre il mediocre (**). Nonostante la fotografia tendente al cupo, la regia di Monicelli non fa trasparire i conflitti dei personaggi. Seconda parte da dimenticare, per una evoluzione dei personaggi frettolosa e poco convincente: Sordi non regge nemmeno per un secondo la complessità del proprio personaggio. Oltremodo sopravvalutato.

Fabiorossi 3/12/13 20:22 - 67 commenti

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Gli anni '70 hanno rappresentato un punto di svolta per la cinematografia italiana e Monicelli da grande cineasta quale è stato nella sua longeva carriera si è assoggettato a questa brusca sterzata abbandonando temporaneamente la commedia leggera per raccontare attraverso il suo cinema momenti di vita reale. Un borghese piccolo piccolo è un vero gioiello dove non mancano momenti di intensa drammaticità resa sopportabile solamente dalla forza recitativa di un Sordi maestoso affiancata a quella di un Vincenzo Crucitti poco più che esordiente.

Fafo1970 5/12/13 11:49 - 30 commenti

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Magistrale interpretazione di Alberto Sordi, che da padre premuroso e devoto, pronto a qualsiasi umiliazione per garantire un posto di lavoro al figlio, si trasforma in giustiziere perdendo il senso della misura e della realtà. Per chi non conosce il film la tragedia avviene in modo violento e inaspettato e tutto vira verso il baratro. Lo spaccato d'Italia raffigurato è davvero avvilente e privo di speranza. Splendida la Winters nel rappresentare un dolore atroce.

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Rigoletto 17/01/14 19:27 - 1787 commenti

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Può un padre, oltretutto affetto da un amore malato per il figlio, accettarne passivamente la scomparsa e la distruzione familiare che ne deriva? No, certamente, ed è questo che accade a un immenso Sordi (da Oscar): da servile impiegato al ministero diventa lo strumento della sua stessa ira (e di una rivalsa perduta per sempre). Grandiosa la Winters. Monicelli, come spesso gli accade, lascia che inizialmente sia la musica a fare da apripista alle emozioni dello spettatore. Perfetto stile anni '70, reso tale dalla splendida fotografia. ***!

Lady 24/04/14 19:27 - 54 commenti

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Il maestro Monicelli tesse, grazie ai fili del bel romanzo di Cerami, una formidabile trama. Sordi conferma la propria immensa poliedricità interpretativa delineando la figura di un padre conformista le cui modeste eppur toccanti, tenere, vibranti aspettative sull'unico figlio vengono falcidiate dall'inesorabile crudeltà del fato che sconvolge irrimediabilmente la vita familiare. Da qui la determinata e agghiacciante metamorfosi del protagonista da vittima a carnefice, in un crescendo che lascia sgomenti. Film importante, da non perdere.
MEMORABILE: Tutto è di grande interesse. Da evidenziare l'epilogo finale dell'incontro col bullo che preannuncia sviluppi inquietanti ma umanamente condivisibili.

Lythops 24/09/14 07:53 - 1019 commenti

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Analisi spietata dell'italiano medio della seconda metà degli anni '70: un modesto impiegato prossimo alla pensione, pur di vedere il proprio figlio "sistemato", farebbe qualsiasi cosa. Un Sordi da manuale, probabilmente alla sua prima, vera interpretazione drammatica, che conferisce al suo personaggio uno spessore unico. Un grosso plauso alla sceneggiatura, che raffigura il mondo impiegatizio per nulla addolcito dall'ironia fantozziana con una fotografia volutamente scialba e immagini studiate per sottolineare il grigiore della vicenda.
MEMORABILE: La forfora e l'insetto prigioniero del bicchiere.

Escape1 8/10/14 00:10 - 12 commenti

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La pellicola tende unicamente a evidenziare il piattissimo morale della piccola borghesia rispetto alle legittime aspirazioni intellettuali dell'uomo moderno. Il maestro, traendo spinto dalla omologazione di pasoliniana memoria, cerca di smuovere un popolo piccolo borghese per portarlo verso una civilizzazione che, purtroppo, è stata travisata in tragedia piccolo borghese. Si auspicava esattamente il contrario, che noi chiamiamo meritocrazia!

Redeyes 29/03/15 10:26 - 2449 commenti

I gusti di Redeyes

Affresco di quarant'anni or sono che ancora oggi sposa l'Italia massona e quindi clientelista, ruffiana e arrogante, cinica ed egoista. Un bel film che dopo una prima parte con un Sordi sublime e un ottimo Crocitti immersi nel grottesco giornaliero (vedi l'uccisione del luccio, la spolverata di forfora, la gimkana nel traffico) si schianta col dramma. Da questo momento l'amaro sorriso si miscela col lutto e ci dà la dimensione del genio monicelliano e della bravura nel nostro Albertone. Da non perdere!

Alex75 12/06/15 13:39 - 880 commenti

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Monicelli descrive l’Italia del ’77, torva e permeata da tare ataviche (scarso senso civico, ricerca sistematica di una “spintarella”, burocrazia ottusa...) attraverso una tragedia familiare che trasforma radicalmente un travet ossequioso e servile, impersonato da Alberto Sordi (una delle sue interpretazioni migliori, mai così intenso e duro, sorprendente per chi lo ha visto solo nelle commedie). Tra gli altri, si notano l’interpretazione straziante della Winters e il viscido e grottesco Valli.
MEMORABILE: Il rapporto padre-figlio; Vivaldi assiste la moglie, annientata dal dolore; L’agonia della mosca; Il finale ambiguo e inquietante, in una Roma livida.

Ultimo 6/06/15 12:29 - 1656 commenti

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Un immenso Alberto Sordi è protagonista di questo gioiellino firmato Mario Monicelli; un film mascherato da commedia nella prima parte e che confluisce successivamente nel dramma. Il regista descrive al meglio il crescente stato di disperazione e degradazione dell'animo di un uomo al quale viene tolta l'unica vera ragione di vita. In pieno stile Monicelli non mancano momenti di comicità nera. Grande cinema.
MEMORABILE: Le tombe ammassate nel cimitero; L'iniziazione nella massoneria.

Victorvega 9/06/15 00:40 - 502 commenti

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La prima riflessione è questa: ma che grande attore è stato Sordi! La sua maschera che si presta alla commedia, a raccogliere i "vizi" italiani e al dramma... "Un borghese piccolo piccolo" film sancisce definitivamente questo principio. Il film è comunque riuscito di per sé: buone la sceneggiatura, le prove attoriali (menzione per Valli e la sua forfora)... Tutto grande, ma Sordi...

Parsifal68 28/06/16 11:23 - 607 commenti

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L'amato unico figlio di un modesto impiegato viene ucciso per sbaglio durante una sparatoria. Il padre si trasformerà in freddo vendicatore. Amaro spaccato di vita quotidiana incastonato nel contesto italiano degli anni di piombo e che ci mostra la disperata rincorsa verso una stabilità lavorativa per la quale si è disposti a tutto. Monicelli, da grande regista, lascia che un superbo Sordi inondi la scena con la sua straordinaria recitazione sofferta da padre premuroso, maniacale e inconsolabile. Bravi anche Crocitti e la Winters.

Belfagor 24/08/16 17:51 - 2690 commenti

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Inizia come una commedia amara sulle meschinità e sopraffazioni quotidiane, con un padre che si umilia fra massoni e alte sfere per raccomandare il figlio. Poi, di punto in bianco, irrompe la tragedia: Sordi passa dalla solita maschera canagliesca a una straordinaria interpretazione drammatica (capacità dei più grandi attori comici), la Winters diviene una maschera di dolore e sconfitta, la città fredda e nebbiosa si fa teatro per una vendetta sterile. Con quello sparo, Monicelli uccide la commedia all'italiana, scelta ormai inevitabile.
MEMORABILE: I colleghi nascosti dai faldoni; L'alba che fa da preludio alla tragedia; "Ho fatto prima a trovargli un posto in Ministero che al camposanto!"

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Minitina80 17/03/18 11:57 - 2984 commenti

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Racchiude un pezzo d’Italia, non ancora andata del tutto al macero, che insiste imperterrita nella persecuzione dell’individualismo e nell’indifferenza morale senza preoccuparsi del processo autodistruttivo in cui si è incanalata. Sordi incarna l’uomo medio che si adegua al sistema, sopportando e accodandosi al malcostume pur di sopravvivere, a cui uno spietato contrappasso dantesco riserverà un triste crepuscolo di vita. Da studiare e approfondire nei minimi dettagli per capire ogni sfumatura di quello che è di fatto un capolavoro.
MEMORABILE: La libertà è una bella cosa, peccato che ce ne sia troppa!

Geppo 24/07/17 14:13 - 316 commenti

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Film davvero incredibile con un Alberto Sordi mai visto prima così: un ruolo molto coraggioso affidatogli da un grande Mario Monicelli. La storia inizia in modo tranquillo (e a tratti si sorride), poi nella seconda parte assistiamo alla rabbia di un padre assetato di vendetta. Film che fa maledettamente riflettere, soprattutto nella scena al cimitero. Bravissimo Sordi nel suo ruolo più tremendo. Un film terribilmente crudo con un cast interessante. Quando la commedia all'italiana si tinge di nero. Azzecato il finale... aperto (la nuova vendetta).
MEMORABILE: La scena al cimitero: una delle scene più crude che ricordi.

Il ferrini 25/07/17 20:02 - 2360 commenti

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Probabilmente il miglior Monicelli, sicuramente il miglior Sordi. Caustico e divertente nella prima parte quanto efferato e drammatico nella seconda, segna un punto di svolta nella grammatica del regista che diventerà (se possibile) ancora più cinica. Interessante perfino la prova di Crocitti, che poi si dedicherà tuttalpiù a pierini fichissimi e improbabili barbari terruncielli. Buona la Winters; memorabile la scena in chiesa ma credibile anche quando catatonica. Film violento, a tratti disturbante, imprescindibile.
MEMORABILE: La catasta delle bare in attesa del posto al camposanto.

Bubobubo 26/12/18 13:44 - 1847 commenti

I gusti di Bubobubo

Assieme ai primi due Fantozzi e a qualche altro titolo sparso (ad esempio lo Scola di Brutti, sporchi e cattivi), è forse il film che traduce su schermo, con maggiore ferocia e lucidità, il carattere dell'italiano medio, attentissimo a nient'altro che non sia il proprio tornaconto. Anche per l'oculato ricorso al grottesco (l'iniziazione massonica, la visita alla bara del figlio), il personaggio impiegatizio di Sordi raggiunge sgradevoli e finanche inquietanti vette di verosimiglianza. Affilato, analitico.

Manfrin 7/10/19 12:59 - 392 commenti

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Uno dei ruoli più significativi di Sordi, che tante volte ha interpretato l'uomo comune; come se vogliamo anche in questo caso, dopotutto, scoprendone però il lato violento e nel quale ci si potrebbe immedesimare (senza ovviamente giustificarne certe azioni). Il finale in questo senso è un evidente messaggio. Bravissima la Winters e ottime le scelte di Monicelli per i caratteristi, da Valli a Crocitti, da Carboni a Scarpa.

Rocchiola 16/03/20 12:25 - 968 commenti

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Pietra tombale della "commedia all'italiana" in cui la risata è sostituita da un cupo pessimismo sociale. Infatti a una prima parte che ancora mantiene un certo sarcasmo ne segue una seconda totalmente drammatica. Gran prova di Sordi che nei panni di giustiziere della notte nostrano aggiorna agli anni di piombo il suo tipico personaggio dell’italiano medio. L'ambiente degli uffici pubblici ricorda Fantozzi ma è più tragico e sgradevole. Crudele e toccante, Monicelli eccede forse un po' sul versante emotivo, ma il film non si dimentica.
MEMORABILE: La testa del pesce brutalmente maciullata; Lo sforforamento di Romolo Valli; "Ama chi ti ama fosse pure un cane"; “Vaffanculo tu!” al bullo Garofalo.

Magi94 31/05/20 19:10 - 954 commenti

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Intramontabile film di Monicelli, tra i suoi più drammatici. La prima parte segue le linee della commedia all'italiana, satireggiando le credenze piccolo borghesi sul mito del posto fisso per raccomandazione, da affidare ovviamente al sacro figlio di famiglia la cui sistemazione pare sia l'unico ideale dei genitori. La seconda sprofonda nella violenza e nello sconforto con la trasformazione di un Sordi straordinario. Da notare come nello stesso anno Shelley Winters abbia interpretato per due volte alla perfezione un tipo di mamma italiana.
MEMORABILE: L'interpretazione di Sordi e della Winters; I dialoghi con il figlio; La morte del "prigioniero".

Camibella 11/11/20 17:56 - 277 commenti

I gusti di Camibella

Quando l'amato unico figlio viene ucciso durante una sparatoria, un modesto dipendente delle poste si trasforma in un implacabile e sadico giustiziere. Il Sordi caricaturale lascia il posto al Sordi drammatico in un ruolo che lo vede prima innocuo impiegato e poi violento vendicatore, segno di un processo di cambiamento che l'attore romano attua nella sua carriera. Monicelli dirige un film crudo, in perfetta sintonia con il periodo buio in cui è stato girato, celebrando in qualche modo la fine della commedia all'italiana di cui è stato uno dei massimi esponenti.
MEMORABILE: La scena della morte di Mario; Le torture all'assassino in presenza della moglie invalida.

Siska80 10/08/20 12:03 - 3806 commenti

I gusti di Siska80

L'iter dell'intreccio è di quelli che lasciano il segno: commedia, tragedia, elogio della follia in un'Italia violenta che (come abbiamo già visto nei vari polizieschi dell'epoca con Maurizio Merli) si accanisce contro i deboli. La trama si ispira apertamente a quella de Il giustiziere della notte ma, caso raro, supera il prototipo: meno gore, più dramma e allo spettatore incredulo giunge un'aria impregnata di morte che gela le ossa. All'espressione spietato di Bronson, lo straordinario Sordi risponde con uno sguardo carico di odio e un sorriso sadico, mentre assapora la vendetta.
MEMORABILE: Il dolore di Amalia, costretta ad assistere.

Keyser3 23/11/20 17:22 - 444 commenti

I gusti di Keyser3

Siamo nel 1977 e la grande stagione della commedia all'italiana volge al termine, eppure Monicelli sforna un grande film, nel quale i toni leggeri si miscelano perfettamente al dramma, che esplode dirompente nella seconda parte, fino a toccare le atmosfere del revenge movie, con lo sguardo del regista che diventa sempre più cinico e pessimista, in linea con l'Italia dei tempi. Per Sordi una prova non facile, di grande maturità e versatilità, per Crocitti una definitiva consacrazione; Romolo Valli, con la veterana Winters, completa il cast.
MEMORABILE: Romolo Valli intento a ripulirsi dalla forfora.

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Straffuori 21/02/23 22:09 - 338 commenti

I gusti di Straffuori

Impiegatuccio ministeriale fa di tutto per sistemare il figliolo adorato fino a quando questi rimane vittima collaterale di una rapina. L'insospettabile impiegato diverrà giustiziere. Un Sordi pazzesco e perfetto nell'incarnare un padre normale, forse mediocre ma che arriva a tutto per amore di un figlio, seppur questi (un giovane e un po' spaesato Crocitti) non sia una cima. Ambiente ministeriale descritto come polveroso e se vogliamo anche parassitario, fantasiosa l'esperienza della Loggia. La parte centrale e finale le migliori. La Winters un tenero mostro di bravura espressiva.
MEMORABILE: La caccia all'assassino; La sofferenza, resa perfettamente nel dolore del padre e della madre, distrutti.

Bullseye2 22/08/23 01:57 - 397 commenti

I gusti di Bullseye2

Atroce, terrificante e plumbeo come il 1977 dall'inizio alla fine: dalla miseria dell'Italietta clientelare, ruffiana, massonica, superficiale ed egoista si passa all'orgia di spietata violenza che ha contraddistinto gli anni di piombo (mantenendo comunque intatti i precedenti difetti). Mai Monicelli ha toccato punti di nichilismo così infernali, in un vero e proprio abisso di disperazione in cui non si salva nulla e nessuno. A volte si ride pure, ma forse è solo per non piangere. Fantozzi, I mostri e Winner convivono in questo buio cono d'ombra, e il risultato è un capolavoro.
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MUSICHE:
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  • Homevideo Rocchiola • 16/03/20 12:41
    Call center Davinotti - 1255 interventi
    Benché piuttosto datato il DVD della Filmauro si difende ancora bene sul piano qualitativo oltre ad essere tuttora reperibile a prezzi decisamente contenuti. Il video panoramico 1.85 è decisamente pulito e mostra un discreto dettaglio. I colori sono brillanti. Anche se sulla copertina non vi è scritto nulla credo si tratti di un master adeguatamente restaurato. L'audio mono rimane preferibile in quanto più potente di quello rielaborato in 5.1.
  • Discussione Alex75 • 23/07/20 13:57
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Come è noto a chi ha visto il film, il protagonista guida una scassata 500 Giardiniera. Nel romanzo di Cerami, invece, l'auto di Giovanni Vivaldi è una Fiat 850 (forse più adatta al suo ruolo di travet, ma meno pratica per il suo hobby della pesca).
  • Discussione Alex75 • 23/07/20 14:08
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Mdmaster ebbe a dire:
    Un colpo allo stomaco, un'unghiata che ti strappa le viscere. Questo non è un film che ti tocca, ti manda direttamente al tappeto. Sarà che ora che sono "impiegatuccio" anche io capisco bene il valore del film, o la famosa alzataccia per andare a fare i concorsi, ma sono rimasto davvero scosso. Avrei voluto scrivere un poema, oltre ai 500 canonici caratteri.
    Sordi.
    E io che pensavo di averlo sopravvalutato.

    La prima volta che lo vidi (solo il secondo tempo) ero al Liceo e per me, abituato all'Albertone delle commedie, la prova di Sordi fu estremamente sorprendente, nella sua livida tragicità: David e Nastro d'Argento furono davvero meritati (tanto più che, allora, la "concorrenza" era davvero agguerrita). Spesso si citano film americani come le migliori rappresentazioni della violenza urbana, ma Giovanni Vivaldi non ha nulla da invidiare a un Travis Bickle o a un Paul Kersey.
    E anch'io, da impiegato, certe cose che si vedono nel film le conosco bene.


  • Musiche Alex75 • 23/07/20 14:10
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Il commento musicale del finale, firmato da Giancarlo Chiaramello:

    https://www.youtube.com/watch?v=ssn5joY1jmY 
  • Discussione B. Legnani • 23/07/20 14:18
    Pianificazione e progetti - 14973 interventi
    Alex75 ebbe a dire:



    E anch'io, da impiegato, certe cose che si vedono nel film le conosco bene.


    Mi hai incuriosito. In che senso?

  • Discussione Alex75 • 27/07/20 13:43
    Call center Davinotti - 709 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Alex75 ebbe a dire:



    E anch'io, da impiegato, certe cose che si vedono nel film le conosco bene.


    Mi hai incuriosito. In che senso?

    Mi ricollegavo, in parte, al discorso di Mdmaster. Essenzialmente, pensavo all'atmosfera di servilismo che permea l'ufficio in cui lavora Vivaldi, che ho ritrovato a volte negli uffici in cui ho lavorato, a contatto con colleghi che sembravano usciti tali e quali da quel film.

  • Discussione B. Legnani • 27/07/20 15:42
    Pianificazione e progetti - 14973 interventi
    Alex75 ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Alex75 ebbe a dire:



    E anch'io, da impiegato, certe cose che si vedono nel film le conosco bene.


    Mi hai incuriosito. In che senso?

    Mi ricollegavo, in parte, al discorso di Mdmaster. Essenzialmente, pensavo all'atmosfera di servilismo che permea l'ufficio in cui lavora Vivaldi, che ho ritrovato a volte negli uffici in cui ho lavorato, a contatto con colleghi che sembravano usciti tali e quali da quel film.


    Ho letto, grazie.
    Per favore, quando rispondi, fai la chiamata. Se Zender non mi avesse avvisato, avrei perso la tua risposta.
  • Discussione Neapolis • 27/07/20 16:18
    Call center Davinotti - 3086 interventi
    Alex75 ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Alex75 ebbe a dire:



    E anch'io, da impiegato, certe cose che si vedono nel film le conosco bene.


    Mi hai incuriosito. In che senso?

    Mi ricollegavo, in parte, al discorso di Mdmaster. Essenzialmente, pensavo all'atmosfera di servilismo che permea l'ufficio in cui lavora Vivaldi, che ho ritrovato a volte negli uffici in cui ho lavorato, a contatto con colleghi che sembravano usciti tali e quali da quel film.


    Adesso non so ma prima c'era anche la massoneria: o appartenevi a un determinato schieramento o eri fottuto. Il film si  discosta da altri del genere proprio perchè ha il coraggio di denunciarlo.
    Ultima modifica: 27/07/20 16:20 da Neapolis
  • Discussione B. Legnani • 27/07/20 16:53
    Pianificazione e progetti - 14973 interventi
    Neapolis ebbe a dire:
    Alex75 ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Alex75 ebbe a dire:



    E anch'io, da impiegato, certe cose che si vedono nel film le conosco bene.


    Mi hai incuriosito. In che senso?

    Mi ricollegavo, in parte, al discorso di Mdmaster. Essenzialmente, pensavo all'atmosfera di servilismo che permea l'ufficio in cui lavora Vivaldi, che ho ritrovato a volte negli uffici in cui ho lavorato, a contatto con colleghi che sembravano usciti tali e quali da quel film.


    Adesso non so ma prima c'era anche la massoneria: o appartenevi a un determinato schieramento o eri fottuto. Il film si  discosta da altri del genere proprio perchè ha il coraggio di denunciarlo.

    Io, in azienda, ho avuto il piacere di fare carriera. Senza appoggi di nessun tipo. E ho contribuito a far fare carriera a molti altri, senza pressioni di nessun tipo. Direi che hai una visione un po' troppo assolutistica, basata sul "sentito dire".
    Invece concordo in pieno sull'aspetto del servilismo che spesso permea le organizzazioni.
  • Curiosità Lucius • 7/09/21 19:57
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dall'archivio cartaceo Lucius, un altro flano originale del film:

    [img size=350]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images58/unborg.jpg[/img]