Parallelamente ai decameroni, in Italia fiorirono una serie di pellicole - in chiave di "commedia erotica" - sulla linea di rivisitazioni storiche molto vaghe. Non poteva, data la potenzialità del titolo stesso, mancare quella in oggetto. La sceneggiatura non è molto interessante (opera, oltre al solito Regnoli, di Mario Amendola, zio del più noto Ferruccio), mentre la ricostruzione storica della guerra di Troia è solo un pretesto per dare corso alle esibizioni extraconiugali della bella (e chiaccherata) Elena, interpretata con certa disinvoltura dalla "gradevole" Christa Linder.
Un anno dopo Poppea, Brescia ci riprova col duo don Backy-Landers: prende il decamerotico imperante, lo trasporta nell'antichità e ci mette un po' di scazzottate (Caponi per Hill, mentre Landers è lo Spencer di turno). Il film però non vale il precedente: bella la Linder, ma non vale la Benussi, livello attoriale generalmente più basso e sceneggiatura tirata via. Poppea si lasciava guardare: questo, invece...
MEMORABILE: "Con Troia abbiamo pazientato quarant'anni: ora basta!". Nell'originale era "Etiopia"...
Il formidabile titolo è, naturalmente, il "qualcosa da salvare". Ma ci si misero in cinque, se i credits sono veritieri, per scrivere entusiasmanti calembour sul genere "mercede/Mercedes", "Fenicia/fiducia", "Iberia/Siberia" eccetera: un po' troppi. Noia sovrana, recitazione esecrabile, Alessandroni che addirittura rispolvera i suoi vocalizzi per Mah nà mah nà: in breve, una troiata. Oops, ci siamo cascati...
Variante decamerotica spostata indietro di qualche millenno e a sua volta in anticipo rispetto ai cloni del futuro Caligola brassiano. Cambiando l'ordine degli addendi però il risultato non cambia: sceneggiatura cialtronesca, pretese di comicità pateticamente velleitarie, recitazione no comment. Restano ovviamente le abbondanti e non certo spiacevoli razioni di nudo e di scene erotiche, abbastanza ardite per un film italiano del '73 e affidate alle solite Christa Linder, Margaret Rose Keil, Lea Lander. Terribile il campionario maschile.
Di tutto il filone degli erotici in costume (includiamo anche i decamerotici) Anni Settanta certamente non tra i parti peggiori. La regia si mostra in grado di impartire al film toni e umori da commedia nonostante un soggetto che è poco più che un pretesto per un susseguirsi di nudi e scene erotiche pure spintarelle (se visionate uncut). Tutto sommato azzeccata la partecipazione di Backy, che si barcamena tra donne nude e gag volgarotte divertendosi palesemente un mondo e a suo modo contagiando lo spettatore. Netto calo nell'ultima parte.
Micidiale per quanto noioso, in alcuni tratti. Fotografato discretamente e con una dignitosa messa in scena tra costumi e ricostruzioni dei luoghi. Rispolvera una famosa vicenda attraverso una sorta di parodia di due avventurieri, affamati di tutto e senza voglia di far niente. Molto bella la bionda Elena e qualche altra partecipante; anche se non si mostrano sempre proprio come si vorrebbe, il film non passò indenne tra le maglie della censura, come ben si sa. Una versione integrale si sarebbe forse meritata il suo perché.
Alfonso Brescia mette insieme una coppia alla Terence Hill/Bud Spencer, alcune bellezze dell'epoca (Christa Linder su tutte) e qualche reduce del vecchio e sano mitologico che lui stesso aveva frequentato (Pazzafini, Capanna,Torrisi e soprattutto Howard Ross, un Paride piuttosto ieratico) e propone un film in cui l'inventiva maggiore consiste nel titolo. Poveristico al massimo, non strappa neanche una risata.
Alfonso Brescia HA DIRETTO ANCHE...
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un titolo bellissimo. Mi ricordo che quando lo facevano sulle private ridevo un sacco solo per il titolo, un doppio senso un po' ingenuo ok ma che ti colpisce però
B. Legnani ebbe a dire: Si vede la Mancini? Impossibile averne la certezza, ma dovrebbe essere una delle ancelle che portano le anfore che poi saranno distrutte nella scazzottata tipo rugby
Il Gobbo ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Si vede la Mancini? Impossibile averne la certezza, ma dovrebbe essere una delle ancelle che portano le anfore che poi saranno distrutte nella scazzottata tipo rugby
L'ho visto. Ci sono almeno tre simil-Mnacini, ma nessuna mi pare convincente al 100%..
B. Legnani ebbe a dire: Il Gobbo ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Si vede la Mancini? Impossibile averne la certezza, ma dovrebbe essere una delle ancelle che portano le anfore che poi saranno distrutte nella scazzottata tipo rugby
L'ho visto. Ci sono almeno tre simil-Mnacini, ma nessuna mi pare convincente al 100%..
Punterei una dracma sulla seconda, inquadrata di profilo a fianco di quella che si vede anche di fronte per più secondi
Il Gobbo ebbe a dire: Nel finale le immagini del cavallo e i campi lunghi delle scene di distruzione sono presi da La guerra di Troia di Ferroni e appiccicati con lo scotch
Probabilmente, mi vien da pensare, dallo stesso film ha rubato le scene di massa e quelle conclusive della sua Poppea, film a sua volta con Don Backy e Landers.
CuriositàZender • 16/10/13 17:53 Capo scrivano - 47698 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film, con insinuazioni sulla fantasia e la libertà di espressione di Virgilio e Omero:
HomevideoTrivex • 24/04/20 16:42 Archivista in seconda - 1316 interventi
La versione MediasetPlay dura 82 minuti.
Ho visto la prima parte ieri sera e mi è sembrata un po' "castigata".
Probabilmente è la versione post censura dopo il diniego in primo grado ed il VM 18 con tagli in revisione.
Successivamente il film, nel 2005, passa VM 14.
Fonte: Italia Taglia
Leggo di una versione UNCUT, chiedo lumi a DEEPRED89..