Uno scittore di romanzi horror e la sua compagna, si trovano in uno chalet in mezzo ai boschi per passare un week end in pieno relax. Vengono raggiunti dal suo editore e da un'altra coppia, ma non solo. Alla porta bussano due bambine che, nella tradizione di Halloween, "dolcetto o scherzetto", porgono un libro stregonesco scritto con il sangue. Apparentemente porta il nome dello scrittore, ma lui non l'ha scritto. Basta leggerne poche righe perchè si scateni l'inferno...
Ultimo episodio, dei 13, di
Fear Itself
Ahimè si chiude con un segmento convenzionale e derivativo, che sciorina (i poco meno di 40' minuti) TUTTI (ma proprio tutti) i clichè del genere horror dalla
Casa di Raimi fino agli ultimi horror da bancarella.
Dopo un incipit promettente (il sabba delle streghe nella casa, con le due bimbe testimoni) che omaggiava certo "witch movie" settantiano, l'episodio accelera rovinosamente verso i soliti pseudonecronomicon, i soliti posseduti che sbavano sostanze nerastre e ringhiano , la solita casupola in mezzo ai boschi presa d'assalto dalle forze del male (più che
La Casa di Raimi, però, mi sembrava di ritornare ai fasti del
Soffio del Diavolo), i patti "faustiani" sullo stile
Rosemary's Baby, il libro scritto col sangue, perdipiù ignifugo e non trascrivibile, insomma, la sagra del visto-rivisto- stravisto
Che non sarebbe nemmeno male (il derivativo non e sempre un difetto, anzi...), se Rodriguez la smettesse di infilarci pacchiana CG da commoder 64 e patinatismi da quattro soldi (come farà anche con
Fright Night 2-Sangue Fresco) o scene ipertrofiche di lotta dove ci si capisce una mazza
Vieppiù il regista venezuelano e totalmente anonimo e ben poco ispirato
Simpatica la chiusa finale "all'infinito", ma , serve a poco e non aiuto nemmeno gli SFX sciapetti dei grandi (altrove) Nicotero e Berger.
Insieme all'episodio di Erickson (guarda caso un altro regista senza uno stile riconosciuto) e sicuramente il peggiore dell'intera serie. Ci sarebbe anche quello di Wainwright, ma almeno molt ben diretto e con una forte dose di impronta autoriale (che quì, oltre al deja vù, viene totalmente a mancare)
Da segnalare il BELLISSIMO commento musicale
Lie Lie Lie composto da Serj Tankian, che apre la serie e ti entra subito in testa