Solitamente stroncato senza pietà dai fan del genere, THE CHILD può invece contare su preziose atmosfere cimiteriali nient'affatto comuni. Merito del direttore della fotografia Mori Alavi, ma anche dalla regia raffinata di Robert Voskanian, che sa scegliere bene le inquadrature donando al suo film un clima spettrale, sulfureo da non sottovalutare. Bastano le prime scene notturne nel bosco, con la bimba protagonista (Rosalie Cole) che sacrifica il suo gatto a imprecisate creature lì nascoste, a rendere l'idea del buon lavoro operato a livello estetico. E anche le musiche classicheggianti, a base pianistica di Rob Wallace contribuiscono non poco a immergere la storia in un contesto molto lontano dalla...Leggi tutto banalità tipicamente americana legata all'horror di serie B. Peccato per il ritmo che, come ampiamente sottolineato da chiunque abbia visto il film, è di rara lentezza. Insieme alla povertà del soggetto rappresenta il vero tallone d'Achille di THE CHILD: la storia dell'istitutrice (Laurel Barnett) che raggiunge la casa isolata nel bosco per accudire la figlia un po' stramba di un uomo che parrebbe quasi disinteressarsene, finisce presto col ridursi a lunghi girovagare tra le stanze buie o a dialoghi scontati con la piccola. Quando finalmente compaiono gli zombi (ma siamo già oltre metà film), neri a cui viene pitturata la faccia di bianco appiccicandogli sul corpo un po' di cartapesta, la noia si è già impadronita dello spettatore. Anche perché lo splatter è virtualmente assente e il giocare solo sulla qualità delle immagini senza aggiungere al film un'anima che lo sorregga rischia di diventare uno sterile esercizio di stile. Particolare, a tratti davvero suggestivo, ma inconsistente.
Non rimane certo impresso per il cast né tantomeno per la sceneggiatura, questo oscuro horror a base di non-morti: piuttosto raggiunge la statura di "unicum" in quanto collocato (temporalmente) in tempi non sospetti (Zombi è del 1978). Girato con mezzi di fortuna (macchina a mano), illuminato (male) con colori del crepuscolo, assume un suo carisma nelle sequenze buie, tetre e decadenti (l'attacco degli zombi nel sottoscala, al lume di una fioca lampadina), corroborate da una martellante colonna sonora e dal fruscio -costante- del vento. Cupo.
Sottovalutato horror che può contare su una regia non così malvagia come si dice e soprattutto su delle belle atmosfere impreziosite dall'ottima fotografia. Anche la protagonista è abbastanza brava. Peccato che la storia non sia troppo originale e presenti qualche lungaggine di troppo che mortifica non poco il ritmo. Naturalmente, sebbene qualcosa funzioni, di qui a definirlo un bel film ce ne corre.
La storia è carina ma la sceneggiatura presenta buchi. Tutto bene fino alla prima metà, poi dall'apparizione degli zombi il film si trascina stancamente e perde il suo fascino oscuro. Infatti, se la prima parte presenta scenari tetri e grande atmosfera, la seconda si perde in un B-Movie qualunque, con zombi realizzati malissimo e inseguimenti prevedibili. Ad ogni modo resta un prodotto esclusivamente per appassionati degli horror anni '70, gli altri lo troveranno noioso.
Interessante. Tipico film da vedere in una stanza buia, grazie all'atmosfera davvero molto buona che si crea. Non è di certo un capolavoro: recitazioni pessime e sceneggiatura essenziale ne sono la prova. Eppure c'e davvero molta atmosfera (la scena della scala, il cimitero) e il film si fa vedere molto piacevolmente. C'e pure qualche piccolo effettaccio splatter. Io lo consiglio senza dubbio, per una serata senza pretese.
Piccolo film girato con poche lire che si segnala soprattutto per le atmosfere depresse e lugubri e per una buona colonna sonora, mentre possiamo sorvolare tranquillamente sulla recitazione, piuttosto latitante. La fotografia, pur sciatta, raggiunge buoni risultati nelle scene in penombra, dove riesce a trasmettere un genuino senso si disagio ed inquietudine. Tipico b-horror degli anni '70 che si può apprezzare se si ama il genere.
Sottovalutato, interessantissimo film dell'orrore anni 70. Ovviamente vista la caratura degli attori e della regia (pare sia l'unico film di questo regista!) non aspettatevi chissà cosa. Le buone musiche e l'ambientazione tetra lo rendono un film interessante. Se siete appassionati di questo genere dategli un'occhiata.
Nonostante la piccola Rosalie interpreti un ruolo simpatico come un calcione nelle parti molli, considerato il ritmo catatonico dei prodotti di quegli anni come una tassa inevitabile, non irritandosi per il piagnisteo della protagonista alla vista del primo zombi, sorvolando sul make up che li rende più simili agli Uomini pesce che non a morti viventi... un film possente. Sarà l'assedio nella baracca che forse ha ispirato il Landis di Thriller, sarà il decadente binomio pianoforte classico-Moog, ma questo è un film valido e, a suo modo, memorabile.
MEMORABILE: "Perchè i clienti se ne andavano?". "Il bosco, avevano paura del bosco".
Opera unica del regista Voskanian, "La casa degli zombi" (titolo malandrinamente appioppato dalla distribuzione italiana per sfruttare l'alta marea del successo romeriano) si propone come un grezzo rimaneggiamento settantiano del claytoniano Suspense. Una trama diluita e dilatata oltre misura per un film al contrario stranamente suggestivo ed onirico, sospeso in una sorta di limbo nebbioso al di fuori del tempo, in cui l'artigianalità ed il febbricitante non-sense delle situazioni riportano alla mente Bava ed Hooper. Incantevole l'urlatrice Barnett.
MEMORABILE: I para-zombi gommosi che sembrano varianti evolutive dei pitecantropi di 2001: Odissea nello spazio.
Deve trattarsi senza dubbio di un "guilty pleasure", altrimenti non si spiegherebbe come può ciò che è datato apparire antico, e ciò che è elementare, fiabesco. Primo ed unico film di Robert Voskanian, infestato dagli sguaiati piagnistei di Laurel Barnett, dozzinale nella tematica e ingenuo nella messa in scena, ma talmente generoso d'atmosfera da farsi perdonare approssimazioni ed isterie. E così, la musica ripetitiva si fa assillante, la fotografia rudimentale, espressionistica, e il finale sconclusionato pura verve surreale. L'assedio nella baracca, poi, è proprio un altro film. Magico.
MEMORABILE: La zucca di Halloween che ghigna nelle tenebre....
Se non fosse per le immagini suggestive e per la suspence di molte scene, questo film sarebbe un flop completo. D'altronde la storia si fa apprezzare moltissimo solo nel finale, dove raggiunge i livelli di un vero film horror. Le interpretazioni degli attori fanno "ridere".
Affascinante esercizio di pura atmosfera: tetri crepuscoli cimiteriali e sperduta campagna americana fanno da sfondo alla semplice storiella d'una bimba affascinata dalla morte e traumatizzata dalla perdita della madre. Peccato per un ritmo piuttosto altalenante e quasi sempre pesante, perché il resto si può tranquillamente perdonare: sia le tremende ingenuità recitative (il custode giapponese è quasi ridicolo) che i dieci banali minuti finali. Tralasciate il titolo italiano e dategli un'occhiata. Candidato ideale per una riedizione in blu-ray.
MEMORABILE: L'uccisione zombesca sulla scala; l'orsetto che sembra lacrimare sangue; "Aaaaaaah gli zombie!"... ha pronunciato la parola proibita.
Uno strano horror, rozzissimo ma ricco d'atmosfera, che per quasi un'ora riesce a farsi seguire nonostante trama quasi assente, incompetenza tecnica e totale anonimato attoriale (anche se la protagonista non è male, ma a controbilanciare abbiamo la bambina, pessima). Però le nebbiose atmosfere si dissolvono quando a 20 minuti dalla fine salta fuori il mini-esercito di zombi che dà un senso al titolo italiano ma che lo toglie però al film nel suo complesso, il quale scade così nell'ennesimo sotto-Romero di bassa lega. Solo per appassionati.
La colonna sonora è a dir poco sperimentale, per non dire cervellotica; il cast è senza infamie e senza lode, anche se la ragazzina è brava (ha un che di sinistro negli occhi); e la sceneggiatura non porta a nulla di diverso da ciò che ci si può aspettare (non si sono spremuti molto). Eppure, sarà per l'ambientazione, o per una certa follia di fondo, il risultato finale non è poi così male, anzi, qua e là, soprattutto grazie a Rosalie, ai suoi "amici" (meglio quando non si vedono) e alla singolarità di questa famiglia di "allegroni", si riesce persino a percepire l'angoscia della protagonista.
MEMORABILE: Il vecchio, a tavola, racconta ridendo una "simpatica" storiella dove dei poveracci muoiono avvelenati dagli oleandri che avevano raccolto.
Una coltre di nebbia che manderebbe in crisi persino il CIS Viaggiare Informati introduce questo horror gotico-zombesco che, diciamocelo, ha i suoi buoni momenti soprattutto nella prima parte, che soffre appena di un leggero derivatismo dagli "Innocents" di Clayton. Il secondo tempo (dove arrivano effettivamente gli zombi) è, al contrario, un cumulo di inqualificabile cinespazzatura. Recitazione scadente, protagonista insopportabile (la Barnett), zombi di cartapesta. Musiche di Rob Wallace, una specie di Keith Emerson in pieno delirio cacofonico.
Horror non certo irresistibile ma che gode di una prima parte misteriosa e angosciante (da ricordare in tal senso la riuscita sequenza in casa della vecchia), con diverse inquadrature suggestive che si perdono per sentieri bui e nebbiosi. Quando si palesano finalmente (o purtroppo) gli zombi (parenti stretti del mostro della laguna nera), il trash dilaga senza freni, ma non ci si diverte granché. Insostenibile la protagonista.
Estremamente povero, ma anche estremamente dignitoso e pregno di atmosfera. I topoi del cinema horror ci sono tutti, ma è lo sforzo creativo del regista, coi pochi mezzi a disposizione, a fare il miracolo. C'è gente che con budget decisamente più alti realizza delle ciofeche, pertanto io premio il talento. Tre pallini meritatissimi per una storia nera che vede una baby-sitter preda di un vero e proprio incubo in una casa di campagna nei pressi di un bosco maledetto. La soundtrack raggelante incute paura, le inquadrature mirate acuiscono il terrore.
Nonostante sia un low-budget riesce a fornire una riuscita aura onirica e orrorifica. Scade spesso nel ridicolo con dialoghi assurdi e alcune trovate, ma le premesse di base c'erano tutte, per fare un ottimo film. Truculente e brutali le scarnificazioni facciali, ma gli zombi sono piuttosto deludenti. Odiosa al punto giusto la bambina viziata e capricciosa.
Nonostante sia un horror di serie B a tutti gli effetti non si può dire che sia tutto da buttar via. La parte iniziale è molto buona e gode di un'ambientazione glaciale. Man mano che la storia prosegue e che i "cattivi" fanno capolino si scivola inevitabilmente nel puro trash. In definitiva, se la prima parte regge e pure bene, la seconda invece ricorda un certo cinema di genere horror italiano degli anni ottanta che non sempre si è fatto apprezzare dal pubblico. Un'occhiatina gliela si può dare, ma niente di più.
Non è la pochezza dei mezzi a rovinare questo film. Lo rovina la pochezza delle idee e il modo di utilizzare i mezzi a disposizione. Dopo un incipit lungo dieci minuti estenuanti, inizia una vicenda fatta di poco, con un audio infestato da continui suoni striduli e lamenti a commentare ogni singolo gesto dei protagonisti. Il finale arriva liberatorio dopo la visione di una pellicola tediosa e non certo memorabile.
La scarsissima vena di regista, sceneggiatore e attori, la povertà di mezzi, l'invadenza delle bombarde avant-garde della colonna sonora, l'assenza di logica: una pochezza talmente evidente da risultare sfacciata e, perciò, sospetta; non ci troveremo, invece, di fronte a un filmino discreto? Risposta: no; se si muove come un'anatra e nuota come un'anatra allora è un'anatra (fuor di metafora: è pessimo). Non manca, ovviamente, l'auto renitente all'avvio quando più si ha bisogno di avviarsi lontano dagli zombi del titolo.
Atmosfera cupa, molto oscura anche nella fotografia e clima ostile e inquietante. Un ambiente che potrebbe essere il regno della tranquillità è oggetto di paura e di morte. La storia poi si indirizza verso binari consueti per il genere, con gli zombi che fanno quel che devono e i resistenti pure, arrivando al termine in un contesto d'assedio abbastanza ben riuscito. Evidentemente realizzato con mezzi limitati (sfx primordiali ma a volte efficaci), cerca nelle nebbie e nei boschi il suo risalto, mentre gli attori sono nella media del genere. Discreto.
MEMORABILE: Le nebbie e il bosco minaccioso; A tratti la colonna sonora, nervosa e ansiogena.
Si tratta di una pellicola sicuramente non riuscita, con una trama ridotta all'osso e molti momenti di stanca, una recitazione appena passabile e una colonna sonora a tratti fastidiosa. Però stranamente possiede, a suo modo, un certo fascino, dovuto principalmente all'uso della mdp a mano che dona allo spettatore qualche inquadratura insolita. La protagonista, Laurel Barnett, risulta decorosa per un'oretta poi, purtroppo per lei e per noi, il finale la vede costretta a urlare continuamente e senza alcun senso, appesantendo la visione. Solo per appassionati del genere.
Trama semplice e lineare film grottesco e bizzarro. Voskanian (al suo primo e unico film) dirige come se non avesse una sceneggiatura da seguire, la sua visionarietà è folle, spesso grossolana ma con qualche momento riuscitissimo: l’introduzione dei personaggi e l’efferato omicidio nel sottoscala. Pittoresca la fotografia di Mori Alavi, audaci le misiche di Wallace, strambo ma funzionale il cast. Assolutamente da vedere.
L’apparizione dell’illogicità assoluta nella nebbiosa e desolata enclave di provincia. È un piccolo grande film, che colpisce sia per la disinvoltura con cui sviscera suggestioni horror, sia per l’operosa e schizofrenica soluzione audio-visiva. Meno sofisticato ma più autentico di molti epigoni del periodo e con un linguaggio analogico che è un vero requiem di stravaganze. La Barnett, come la Burns, è un altra perfetta reincarnazione della final girl.
Horror americano molto sottovalutato. La grande lentezza del ritmo è innegabile. Come è innegabile che un soggetto più corposo avrebbe migliorato parecchio la storia. Quello che però è apprezzabile e gli fa meritare la sufficienza sono le ottime atmosfere create dalla regia e dalla fotografia, che generano inquietudine e perdurano per tutto il film. Dagli ambienti interni ai bizzarri zombi passando per i begli esterni, è tutto un piacere da vedere e da vivere. E non è poco. Non male il cast, la bimba bionda di turno se la cava. Da rivalutare, pur coi suoi bravi difetti.
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Mi autorispondo :) In sostanza il dvd Storm, rispetto al dvd Quinto Piano, offre l'audio originale con sottotitoli italiani (opzionali), il trailer, un'immagine leggermente più definita (ma al di sotto della sufficienza) e colori più vivi (il dvd Quinto Piano è totalmente... stinto). Il formato in 1,33:1 è invece identico (imbd riferisce un 1.85:1 tutto da verificare visto che la special edition Image Entertainment R1 è sempre 1,33:1). Dubito comunque che per questo piccolo gioiellino si potrà fare di meglio in futuro...
HomevideoGestarsh99 • 4/01/12 16:29 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Del film di Voskanian ne esiste anche una terza di edizione digitale, uscita nel 2005 per la sconosciutissima Vegas Multimedia (che aveva pubblicato anche Pieces e Mortuary-Obitorio):
Come riportato nei due cataloghi di Bloodbuster anni 2005 e 2006, si trattava per la precisione di un doppio dvd contenente sia La casa degli zombi sia il film di La CerteLa necrofila, reintitolato come una delle sue versioni in videocassetta, ossia Amami mortalmente (traduzione letterale del titolo originale Love me deadly). Molto probabilmente, visto anche l'anno di uscita, si trattava in entrambi i casi di semplici riversamenti da vhs.
* Il prodotto però risulta da tempo fuori catalogo.
Come riportato nei due cataloghi di Bloodbuster anni 2005 e 2006, si trattava per la precisione di un doppio dvd contenente sia La casa degli zombi sia il film di La Certe La necrofila, reintitolato come una delle sue versioni in videocassetta
Amami mortalmente (traduzione letterale del titolo originale
Love me deadly).
Molto probabilmente, visto anche l'anno di uscita, si trattava in entrambi i casi di semplici riversamenti da vhs.
* Il prodotto però risulta da tempo fuori catalogo.
Scritto da Gestarsh
Nelle edicole, sopratutto, uscivano questi curiosi double dvd principalmente del catalogo Eureka/Videogroup/Roxy.
Io pigliai I predatori dell'anno omega messo insieme a La vendetta del soldato, orridi riversamenti da vhs a dvd.
Piuttosto curioso anche l'abbinamento di Sentieri di sangue con Lupi giustizieri di Jeff Bloom, sempre proveniente dal mitico catalogo Videogroup.
Ah, bellissimo il flano zenderiano! Quanti ricordi!
Quando ero ragazzino, e lo davano al cinema Astra di Edolo (anno 1981), rimanevo a guardare quel manifesto fuori dal cinema per interi quarti d'ora...E poi quel vm 18 mi faceva balenare la fantasia
Io ho il dvd singolo da edicola.
Il montaggio è allucinato ma la soundtrack, coi suoi suoni stridenti a metà strada tra Friday the 13th e Suspiria l'ho trovata, a differenza di altri, alquanto raggelante..
Di questo film ne lessi, nel lontano 1980, una recensione tutt'altro che positiva, credo sul Secolo XIX. Nonostante ciò, da quelle poche righe ne ricavai l'impressione che qualche interesse la pellicola potesse generarlo. Mai vidi però questo lavoro. Ora dopo 40 anni ho colmato la lacuna e posso ritenermi soddisfatto di averlo fatto. Il film è davvero bruttino, ma possiede un certo fascino vintage che lo rende (quasi) potabile.