Donkey Punch - Film (2008)

Quattro ragazzi e tre ragazze (inglesi) s'incontrano a Mallorca, all'interno di una discoteca. Presto il gruppo si rirova a festeggiare in mezzo al mare, su una barca. Ma il festino, a base di sesso, musica e droga conduce presto uno dei protagonisti a compiere l'atto che da il titolo al film (una botta alla nuca della ragazza per farle contrarre i muscoli durante un particolare atto sessuale!). Banale e patinato thriller (con finale gore) inglese, di poche pretese ma ben inserito nella corrente exploitation. Oltre ad una buona fotografia si fa notare anche la colonna sonora.

Narra la leggenda che se, all'apice di un rapporto sessuale, il partner maschile rifila un cazzotto alla nuca della donnina, questa ha uno spasmo muscolare che provoca nel (maschio) un piacere estatico. Questa pratica, il donkey punch appunto, è presa a pretesto per imbastire un guerra tra poveri, piuttosto violenta (non manca il gore) e con uno spruzzo di psicologia. Il film, in fondo, ha un canovaccio ridotto all'osso ma è discreto nel disegnare i rapporti che degenerano tra i ragazzi, non è parco di scene toste ed è ben fotografato.

Niente male davvero, soprattutto nella prima parte la cui ambientazione molto "Mtv Dismissed" non prometteva nulla di buono. Invece lo spaccato di una gioventù ricca, annoiata e dopatissima a caccia di facilissima adrenalina è reso con precisone, la musica è straniante il giusto e la scena ripresa come un film porno-amatoriale che termina drammaticamente è agghiacciante. Purtroppo il regista fallisce nella seconda parte, quando non sa affrancarsi dal tema del rape and revenge, inanellando in rapida successione tutti i clichè del genere.

Girls just want to have fun, e mal gliene incoglie: eros e thanatos ballano il tango col casché ed è alto mare aperto, e non solo quanto a location. Si parte a frizione calzata sulla carreggiata dell'american pie, la si rialza su quella di sorpasso del kammerspiel tragico per poi partire in quarta con acceleratore bloccato al massimo sulla preferenziale corsia del gioco al massacro in odor di ore 10 senza calma piatta che tiene al lazo come dio comanda, diretto con spalle larghe e palle quadre, senza scadere -e il rischio c'era tutto- in derive torture che più splatter non si può, e scusate se son briciole.

Dopo la prima mezz'ora, stavo cominciando a chiedermi se non avevo sbagliato film, poi, fortunatamente, succede il fattaccio e la gitarella in barca a bischero sciolto sex & drops si trasforma in un gioco al massacro niente male, con una dose di gore forte ma ben gestita, senza eccessi gratuiti. Per contro, l'evoluzione della vicenda è dannatamente prevedibile, alzi la mano chi non aveva capito chi sarebbe stato l'ultimo giocatore in campo. Comunque potabile e godibile, per la buona confezione (fotografia, colonna sonora) ed il cast in parte.

Sette giovani inglesi che, invece di accontentarsi di satollarsi al sole di Maiorca gustando uno (o più) moijto al calar del sole come tutti i loro connazionali, finiscono in una storiaccia in cui un'orgia scappa di mano in nome di un leggendario spasmo muscolare. Tutto sommato il film non è così malaccio se non si parte con troppe pretese e se si riesce a decifrare lo strano accento con cui parlano i protagonisti: le scene gore sono divertenti e anche la storia riesce a non annoiare pur non brillando per originalità.

Un film che parte maluccio, in quanto ci mette sul piatto i soliti giovinastri un po' deficienti e una situazione pruriginosa ma francamente anche squallida. Poi, esaurito l'antefatto e successo quello che doveva succedere, la vicenda si impenna decisamente verso il meglio, e alla fine non fa rimpiangere la visione. Cattivo al punto giusto, il film presenta qualche momento di regia anche ispirata nel costruire e mantenere ritmo e tensione. Più che sufficiente.

Un film che si apre con l'immagine di Maiorca sotto il sole merita già a prescindere. Poi la prima parte, molto teen-softcore, vale la pena, grazie anche ad un accompagnamento musicale di tutto rispetto. Successivamente al fattaccio (la botta alla nuca durante l'atto sodomizzatorio, donkey punch appunto) la piega è violenta e sanguigna. Ma senza esagerare. Un motivo per vederlo lasciando perdere tutta la premessa? Nichola Burley, la Tammy del gruppo, è bella da togliere il fiato!

Come si spiega che io abbia apprezzato proprio la prima parte da videoclip di pubblicità di villaggio vacanze e che mi sia annoiato dopo? Colonna sonora completamente fusa nelle immagini (sopratutto nella prima parte), in generale buon uso del sonoro; seconda parte molto routinaria con i bamboccetti che si scannano tra loro. Guardabile.

Non mi ha convinto per niente questo film di Oliver Blackburn, che si dimostra scontato sin dalle primissime battute. Dopo un inizio moscio fatto di ammiccamenti e di sesso, droga e rock'n roll, inizia il gioco al massacro. Come detto la sceneggiatura (che nei titoli di coda appare come originale....) è davvero poco cosa e le scene sono a una a una veramente telefonate. Gli effetti speciali non sono male e questa per me è l'unica cosa positiva, insieme alla scena del "mènage a cinq". Da evitare comunque la pratica del donkey punch...

Non sarà come il pugno che colpisce una delle lascive protagoniste, ma il colpo preso in faccia dallo spettatore è comunque notevole. Non ci sono personaggi positivi, in questo mirabile thriller inglese: tutti sono vittime e carnefici, tutti fanno fatica a celare il lato oscuro; nessuno, fino all'ultimo fotogramma, riesce a definirsi davanti ai nostri occhi. Le distese notturne di acqua gelida avvolgono il film e lasciano un senso di solitudine senza speranza, in un ritratto cinico dove il sesso è spudorato e la violenza funzionale. Bellissimo.

Pensavo fosse uno slasher, invece è un thriller sanguinoso con un ottimo accompagnamento musicale ben diretto da Blackburn. Il regista fin dall'inizio ci mette a nostro agio creando nello spettatore una sorta di partecipazione crescente; la prevedibile svolta del film ci porta a scene notevoli ma c'è anche una certa ripetitività che non permette al film un giudizio oltre i 3 pallini.

A un'introduzione insulsa e pressochè inguardabile ne subentra un'altra eccessiva e febbrile in cui l'effetto domino di una tragedia imprevista scaraventa tutti i presenti nel baratro di un quesito che minuto dopo minuto si trasforma in vorace follia. Insomma, un discreto gioco al massacro con derive exploitation ben inserite e un grandguignol di buona fattura. Se la progressione psicologica e degli eventi è canonica e strarisaputa, il versante tecnico guidato dall'ansiogeno sound design schiaffeggia e desta il necessario. Non male, dopotutto.

La partenza vacanziera, tra un'azzeccata OST moderna e il mix di droga e sesso (notevole la scena dell'orgia) faceva ben sperare; dal momento clou in poi il regista cerca di costruire un gioco al massacro, mettendo tutti contro tutti ed evidenziando gli istinti più biechi ed egoistici dell'essere umano, ma si dimentica per strada lo script. Tra dialoghi non eccelsi, tira e molla tra chi ha il coltello per il manico (letteralmente!) e qualche spruzzata gore, la tensione cede presto il passo al tedio, rendendo il film una lungaggine ripetitiva.