Un gruppo di turisti in gita in un parco del nord dell'Australia si trova costretto ad affrontare un coccodrillo di 7 metri, molto affamato. Un buon croc-movie, che può contare su paesaggi spettacolari, una discreta tenuta della storia e un cast affiatato. La tensione è molto dosata nella prima parte, mentre nell'epilogo forzato ma ansiogeno il bestione si lascia ammirare in tutto il suo splendore. Chi ama il genere "bestie assassine" troverà pane per i suoi denti (o comunque tanti denti).
Il 2007 è una grande annata di revival per i coccodrilloni, con l'uscita di almeno 4 o 5 titoli dedicati ai simpatici rettiloni (fra gli altri Black Water e Paura primordiale). Greg McLean, già autore di una buona prova nelle lande australiane, ci offre un buon film, ben girato, suggestivo per gli ambienti e con ottimi effetti speciali. L'unico problema, per qualche spettatore più scafato, può essere l'inevitabile sensazione di già visto (ma quanti film avranno fatto su coccodrilli, alligatori & co.? 40? 50?)...
Non ci sono grandi novità in questa pellicola del genere animali assassini (i turisti su una barca a motore finiscono nel territorio di un coccodrillo marino lungo 7 metri, con inevitabili, spiacevoli conseguenze). Ma sono soprattutto, la confezione (l'incredibile paesaggio australiano; una cicatrice d'acqua in mezzo al nulla) e il parco attorico a decretarne la riuscita, oltre naturalmente a un predatore territoriale e voglioso di fare scorte di carne per i periodi difficili. In più, anche gli effetti (dosati) sono di livello (il bestione è ben realizzato). Merita la visione.
MEMORABILE: Il barista, dopo aver sentito il protagonista dire al cellulare: "Qui il servizio fa schifo" gli mette una mosca nel cappuccino; La scena nella tana.
Ennesimo film australiano su un coccodrillo gigante ed assassino. Stavolta però vale la visione; la fotografia è di buon livello (anche se i bellissimi paesaggi australiani, si sa, si fotografano da sè), gli interpreti superiori alla media e gli SPFX molto buoni (veramente realistico e spaventoso il bestione). Certo, la trama è sempre la solita e le dinamiche del gruppo di protagonisti idem, ma il regista è bravo ad orchestrare la tensione e a non strafare, evitando di scadere nella baracconata. Un plauso quindi per questo ozploitation moderno.
Una gita rilassante per la remota Australia si trasforma in incubo per un gruppetto in crociera fluviale. La sola salvezza dalle minacciose fauci di un coccodrillone è rappresentata da uno sperduto isolotto. Mc Lean tratteggia tensione allo stato puro, ellettrizzando pur mostrando pochissimo in termini di exploitation. La lotta tra uomo e animale è anche sfida con il resto della natura, impervia e terrifica nel suo silenzio assordante. Il rettilone è tra i più cattivi mai visti...
A McLean sembra interessare monomaniacalmente la polarizzazione dicotomica di Mr.Dundee (rovesciato in negativo con risultati da scompensi vascolari) e del suo coccodrillame qua tutt'altro che ammansito e anzi potenziato in dimensioni e pericolosità. Il tutto con un occhio ai più illustri e temibili loricatidel passato e inamidato dai consueti eco-scenari mozzafiato che sembrano voler omaggiare l'Herzog più ispirato e da un'amministrazione della suspence dalla quale avrebbero tutti qualcosa da imparare. Buon prodotto tensivo, ma il miglior McLean risiede altrove.
Il McLean dei due notevoli Wolf Creek continua il suo filologico discorso dicotomico e inscindibile tra la natura degli spazi sconfinati e quella umana. Un eterogeneo gruppo di personaggi, calato in scenari mozzafiato, deve vedersela con un elemento quasi alieno e metaforico incarnato in un gigantesco coccodrillo mangiauomini. E a dispetto del plot abusatissimo anche da film scadenti come l'italianissimo Killer Crocodile, McLean lascia il segno girando con la consueta eleganza e senza strafare con il gore portando a casa un buonissimo risultato.
Mettendosi al traino del di pochissimo precedente Black water, McLean recupera la cinepresa con tempestività più che solerte per rifotografare in tutta la sua verdeggiante iridescenza la maestosità mozzafiato dell'Australia del nord, quella dell'entroterra selvaggio meno esplorato, regno incontrastato del supremo alpha predator a scaglie. Le esigenze cinematografiche trascendono intelligentemente proporzioni e biotassonomìe, enfatizzando il coccodrillo marino sino al rango d'un superlucertolone preistorico. Torcibudella eco-adventure gratificata da SFX che sbalordiscono per ferocia e realismo.
MEMORABILE: La riprese naturali da brivido; Il "polifemico" scontro all'ultimo sangue nella tana del gigantesco coccodrillo...
Un altro capitolo del genere "animali assassini" (sottocategoria coccodrilli), ambientato nell'outback australiano. Proprio l'ambientazione è una delle peculiarità del film: la natura lussureggiante, ben fotografata, consente una vera e propria "immersione naturalistica" che non può che affascinare lo spettatore; ciò detto, il film è una routinaria avventura in cui i personaggi (e gli avvenimenti) sono prevedibili e stereotipati ma che può avvalersi di un protagonista (il coccodrillo) piuttosto realistico e di un finale avvincente. Cast in parte.
Assolutamente niente di nuovo in questo croc movie (ma la bestia poteva anche essere uno squalo, le dinamiche son sempre le stesse), tuttavia va detto che esteticamente il lavoro è di ottima fattura e il gruppo/preda del lucertolone è più credibile del solito. Non c'è la solita compagine di teen ma un insieme più eterogeneo con peculiarità differenti. CGI ben integrata nel resto dell'azione. Colpo di scena non riuscito (ma neanche per un secondo) nel finale, che invece chiude la vicenda nel modo più prevedibile. Si guarda.
Discreto monster movie marino con coccodrillone gigante. McLean al solito dimostra di saper valorizzare soprattutto i luoghi con una fotografia che amplifica l'ambivalenza di bellezza e terrore del territorio australiano più impervio. La sceneggiatura offre ciò che ci si aspetta, con buone sequenze di tensione e un finale con scontro piuttosto prevedibile. Realizzato bene il coccodrillo, e saggiamente mostrato poco nella prima parte per far prevalere un senso di ignoto della minaccia. Non male.
In Australia sono letali pure le formiche, figuriamoci un bestione come questo. Nell'enorme distesa di film su animali assassini mediocri quando non proprio scarsi, eccone finalmente uno il cui regista (lo stesso dietro a Wolf Creek, dunque capace) supportato adeguatamente, ha studiato a dovere il riferimento di genere. La fase preparatoria occupa il giusto spazio e non annoia (simpatico l'avvio al bar), i personaggi per una volta non sono irritanti teenager (e il cast si comporta pure bene), c'è un onesto quantitativo di tensione e il coccodrillone è ben realizzato. Promosso!
MEMORABILE: L'incipit nel bar; "Il dépliant non prevedeva cogl**ni"; "Vi chiedo scusa, mi dispiace" e sgnac.
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CuriositàDaniela • 19/02/09 09:40 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Il regista è lo stesso che ha diretto nel 2005 Wolf Creek, horror ambientato nell'entroterra australiano, in cui un maniaco omicida compiva gesta efferate. L'attore che lo interpreta (John Jarratt) è presente anche in Rogue, questa volta nei panni di uno dei turisti in pericolo.
Certo che fa impressione pensare a come un film del 2007 (qual è Rogue) possa vantare un coccodrillone digitalmente più realistico e credibile rispetto agli alligatori protagonisti del recente Crawl - Intrappolati, una pellicola successiva di ben 12 lunghissimi anni...
Per quanto mi riguarda, son rimasto letteralmente agghiacciato dalla sequenza del titanico duello in caverna "uomo vs bestia" (quando al contrario, gli attacchi alligatoreschi visti in Crawl mi avevano lasciato alquanto freddo per l'aurea mediocritas di SFX deludenti e poco al passo con gli odierni sviluppi computergrafici).