Esordio cinematografico del regista teatrale Mario Martone, è la storia degli ultimi giorni di vita di Renato Caccioppoli studioso comunista e protagonista della scena culturale partenopea alla fine degli anni '50. Il film è segnato dalla splendida interpretazione di Carlo Cecchi che ritrae a tutto tondo la figura di un intellettuale eccentrico ma molto affascinante e dal grande potere seduttivo nei confronti dei suoi allievi. Forse troppo moderno per i suoi tempi.
Mario Martone al suo esordio nel mondo del cinema. La trama è la cronaca degli ultimi giorni della vita del matematico napoletano Renato Caccioppoli. Il film, nonostante un ottimo Carlo Ceccchi nel ruolo principale, non decolla mai. Il personaggio (doverosa la foto originale del matematico all'inizio del film) incombe per tutta la durata della pellicola senza svelarsi mai, forse per pudore del regista. Le atmosfere sono bellissime, avvolte nel fumo delle sigarette che Caccioppoli fumava.
La magica astrattezza della matematica, della musica, dell'ideale politico e la piccolezza di una vita fatta di compromessi, di noia, di mediocrità, persino di concorsi universitari. Si attarda ancora, Caccioppoli, in un mondo che non vuole e che non lo vuole più, a osservare come la Parola e la Vita "si sfiorano, ma non si toccano". Pochi giorni, prima di realizzare il suo ultimo desiderio. Difficile però lasciarsi conquistare dall'amarezza altezzosa del protagonista, incanta l'ostinata vitalità di una Napoli ombrosa e sfrontata.
Ultimi giorni di Renato Caccioppoli, matematico, custode di un sapere che lo aliena nell'immobilismo esistenziale. Sistematicamente concettuale ed ostico, immerso in luci ambrate più interessate a ricreare il languore fatiscente delle strade partenopee che a catturare una pertinente definizione ambientale, aggravato da dialoghi che vogliono significare più di quanto in effetti esprimono, l'esordio di Martone indispone e censura la partecipazione emotiva relegando sullo sfondo la pur intensa interpretazione di Carlo Cecchi. Noia e ricercatezza si intercalano in un mutuo ed estenuante accordo.
MEMORABILE: La Parola può solo sfiorare la Vita, ma non può afferrarla...
Il film è tutto nella fotografia ingiallita che illumina di luce nuova e inedita gli ambienti napoletani, e nell'interpretazione intensa di Cecchi, sempre avvolto in un impermeabile sdrucito, che insinua un doloroso senso di distanza dal mondo, quello stesso mondo che lui cerca spasmodicamente nel suo vagabondaggio. La descrizione degli ultimi giorni di Caccioppoli si allarga così a un sentimento di angosciosa crisi nichilista che accomuna lo scienziato e la stessa Napoli. Bel film d'atmosfera e bell'esordio, che rischia però la noia.
L'esordio che rivelò il più "autoriale" dei registi della ondata partenopea anni '90. Martone, approdato al grande schermo dopo una matura istruzione teatrale, costruisce un film sobrio e barocco insieme (in cui si alternano viraggi seppia e posati piani sequenza), perfettamente speculare ad un protagonista la cui carica autodistruttiva, mai banale e urlata, traspare potente proprio perché non assimilabile ad una folle deriva. Carlo Cecchi, impermeabile e canotta, è "segno" e "timbro" capace di farci mantenere distanza di rispetto con Cacciopoli. Impervio.
MEMORABILE: La straordinaria voce di Carlo Cecchi; L'incipit nella sala d'attesa di terza classe.
Buon esordio cinematografico di Mario Martone che dirige un film difficile. Difficile perché impenetrabile e imperscrutabile appare la figura del matematico Renato Caccioppoli, così genio ma tanto incapace di afferrare il senso e la vera essenza della vita pur ostinatamente ricercandola. C'è un senso di vuoto e di affannosa angoscia che pervade tutto il film accentuata dalla patinatura ambrata della pellicola. La sequenza finale del funerale evidenzia tutti i mali di una società che non riesce a capire e compenetrarsi nei drammi delle persone.
Titolo indimenticabile. Forse da vedere in due parti perché il ritmo è quello che è, ma il fascino che ne scaturisce è notevole. Tutto è avvolto in un giallastro talora luminoso talora livido, forse a simboleggiare il tempo passato, ma anche la lontananza dolorosa fra il personaggio e il mondo reale, oltre che una Napoli che sa inesorabilmente di stantìo. Interpretazioni di alto rango, con tocchi attenti, per certi versi divertenti, alle cosucce del quotidiano.
Interessante il personaggio interpretato da Cecchi, un genialoide razionale nel paradosso della napolaneità che improvvisa per vivere. Sebbene la sceneggiatura viva di momenti isolati, si apprezzano i contenuti colmi anche di riferimenti culturali. Martone filma scarno ma lascia trasparire l’anima dei vicoli, i femminielli, gli spazi chiusi famigliari, dando equo spazio ai comprimari. Parte conclusiva lucida che riflette le varie reazioni alla dipartita, comprese piccole dinamiche di partito che non interessano granchè.
Intenso film sulla vita che diventa un fardello insopportabile e trova nell'autodistruzione la sua unica soluzione. Caccioppoli ha capito tutto della matematica ma non riesce a capire il ritmo dell'esitenza umana. Ottima fotografia, buona la regia; davvero un buon esordio per Mario Martone. Ottimo anche Carlo Cecchi nel rappesentare una personalità così controversa e difficile.
Renato Caccioppoli è certamente un personaggio affascinante della storia italiana, al di là dei suoi contributi alla matematica (nel '38 fu arrestato per aver organizzato un'orchestrina che suonasse la Marsigliese al passaggio di Hitler a Napoli), ma non si comprende la scelta di Martone di raccontare solo il suo suicidio. Il risultato è un incerto, traballante ritratto di un uomo disperato, neanche caratterizzato troppo bene visto che il suo passato emerge pochissimo. La noia affiora in fretta, la fotografia giallastra non mi ha convinto.
La crisi degli ideali vista da Mario Martone, qui al suo esordio cinematografico, traendo spunto dalla biografia del matematico Renato Caccioppoli. Siamo nella Napoli di fine anni '50, resa perfettamente crepuscolare, quasi in sintonia con lo stato d'animo del protagonista, interpretato alla grande da Carlo Cecchi. L'Italia sta cambiando e ciò non farà altro che acuire nel professore un sentimento di autodistruzione. Più che buono come esordio.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
CuriositàNeapolis • 17/05/12 15:31 Call center Davinotti - 3080 interventi
Renato Caccioppoli abitava effettivamente come nel film a Palazzo Cellammare in via Chiaia, 139 e lì morì appunto suicida, con un colpo di pistola alla testa, l'8 maggio 1959.