Piccoli mostri - Film (1989)

Favola nera per bambini. Il 13enne Brian scopre sotto il letto un misterioso essere che sfugge la luce; il suddetto essere che si fa chiamare Maurice è un demone che ha il compito di rapire i bambini per portarli in una sorta di "inferno" ove si vive di giochi, niente scuola, etc.. ma non tutto è come sembra. Filmetto mediocre che tenta di mischiare il mondo dei sogni con elementi demoniaci-fantastici e alla fine propone l'amicizia, i buoni sentimenti, etc.. insufficiente.

Ben lontano dall'essere un film capolavoro, è una di quelle tante opere anni '80 sul tema dell'amicizia con personaggi "diversi" e sulla difficoltà del "diventare grandi", quest'ultima descritta in una metafora fatta di mostri sotto al letto, mondi dove regna solo il divertimento ed amici "adulti" ma molto bambini dentro. Per chi vuole vedere tutto degli anni '80 è da riscoprire.

Palesemente ispirato da Pinocchio, l'ho visto la 1° volta anni fa su uno scalcinato canale regionale, mi piacque (e mi piace) molto per la riuscita miscela tra commedia, horror (per ragazzi), tocchi da favola nera (bellissimi) e avventura. Il mondo di Maurice è solo apparentemente migliore della realtà dalla quale Brian vuole fuggire (i suoi stanno per divorziare, la scuola è un peso: cose che offrono il destro ad un suo notevole sviluppo psicologico). Fa tornare piccolo anche un 15enne come me. Nel cast Daniel Stern, futuro Marv in Home alone.

Qualche gene proviene da i Goonies, altri da Beetlejuice, parecchi dai classici Disney. Nel diluvio di buoni sentimenti e atmosfere sdolcinatamente amichevoli più di qualcosa però non torna, risultando costruito e torrenziale, probabilmente anche a causa della coppia di attori principali, in primis Fred Savage e poi Howie Mandel, con i quali risulta complesso e ispido empatizzare. La chiusura sulle note dei Talking Heads, almeno, è di un grado superiore. Oggi è fuori tempo massimo, ma anche troppo stucchevole per riportarci a trent'anni fa con nostalgia.