Una lussuosa magione nel verde sembra trascinare due coppie in un vortice erotico, stimolando i sensi dei quattro; in realtà cela una storia cui è difficile rifuggire. Caiano dirige con perizia tecnica e con l'ausilio di ottimi attori una pellicola pregna di libidine e mistero. Le musiche sono pregevoli, idem dicasi dell'apparato costumi. Il mistero aleggia perennemente al pari di una strana, euforica atmosfera. Ambigui giochi erotici vi apriranno le porte del piacere, ma anche...
Mario Caiano ci porta ai confini della realtà, dove tutto ciò che appare sembra essere il frutto delle perversioni sopite dei protagonisti. Dopo un inizio un po' a rilento il film comincia ad assumere contorni sempre più morbosi, mentre l'erotismo è lasciato in secondo piano. La lussuria porta a uno scambio continuo di partner che però non soddisfa appieno gli appetiti dei protagonisti. Si finisce presto per essere rapiti da questo mondo a parte dove ognuno vede ciò che vuole. Davvero interessante.
Il film presenta una buona dose di mistero, di peccato in un'ambientazione affascinante. Alla fine, tolto l'incipit, si svolge tutto in una villa, paradiso e prigione dei protagonisti. L'atmosfera è suggestiva, i personaggi rimangono ambigui e il cast fornisce una buona prova, rivelandosi all'altezza del compito. Il difetto di queste produzioni, tipiche del periodo, è che sotto una bella patina (resa ancor più preziosa con il passare del tempo e fascinosa per gli anni che rappresenta) si nasconde il nulla. Infatti qui la noia trionfa.
Un soggetto lungo un paio di righe al massimo, sviluppato attraverso bolse scaramucce erotico-sentimentali borghesi e dialoghi kitsch, fornisce a Mario Caiano il pretesto per mostrare un talento estetico fuori dal comune, con stupendi esterni dai cromatismi fiabeschi e interni impeccabilmente arredati e immortalati con suggestivi richiami al gotico. Musiche non ispiratissime ma funzionali, interpretazioni un po' sopra le righe. Aleggia un'aura rarefatta, quasi spettrale: con più contenuto, oltre che più serietà e sobrietà a livello di scrittura, poteva uscirne qualcosa di memorabile.
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Tra le diapositive di dipinti, mostrate dai coniugi della villa alle due coppie di ospiti, ritroviamo anche Il bacio di Klimt e l'Ofelia di Millais del pittore preraffaellita John Everett Millais, quest'ultimo ripreso anche da Dario Argento nel suo Trauma (1993).
La versione tedesca dura 77'22" e non ha il finale "misterioso" che si è visto nella messa in onda di Cine 34, vale a dire che ATTENZIONE SPOILER alla fine i commensali a pranzo sono solo tre, mentre nella copia Mediaset Marina (Claudine Auger) si ripresenta scendendo la scala, agghindata di tutto punto con il vestito a lustrini, dopo che il marito l'aveva mandata all'altro mondo spingendola giù dai piani alti di un edificio in rovina. FINE SPOILER
Vi è una segnalazione di Herrkinski rispetto a un passaggio Rai di circa 10 anni fa nell'apposita sezione. Ma alla fine RaiMovie lo mandò in onda o no?
Quidtum ebbe a dire: Vi è una segnalazione di Herrkinski rispetto a un passaggio Rai di circa 10 anni fa nell'apposita sezione. Ma alla fine RaiMovie lo mandò in onda o no? Purtroppo non ricordo. Può darsi di no, dato che non l'ho recensito.
Ciavazzaro ebbe a dire: Sarà molto interessante fare il confronto, quando mediaset lo metterà online in streaming ! Temo che non lo vedremo presto in streaming: certi film, non si sa bene in base a quali criteri, non vengono messi a disposizione.