Dottor Jekyill e Mr. Hyde in salsa sessantottina. Al timido Giacobbe e al suo vulcanico - e omonimo! - sosia, Clementi presta il corpo nervoso e il viso d'angelo caduto. Il secondo Giacobbe progetta una rivoluzione, tentando di coinvolgere gli studenti di una scuola d'arte drammatica, allievi del primo Giacobbe. Ma l'immaginazione non andrà al potere... Sapore teatrale nelle scenografie e nei costumi, nell'utilizzo delle luci e degli spazi. Interessante ed ispirato, ma per molti aspetti un po' "invecchiato".
MEMORABILE: L'appartamento di Giacobbe; La notte del temporale; La Sandrelli e Sergio Tofano gradevolissimi nel loro ruoli.
Ispirandosi liberamente a "Il sosia" di Dostoevskij, Bertolucci costruisce un film in cui il protagonista parla liberamente, ma senza troppo costrutto, di cinema, arte, teatro e più in generale della vita, quella vita su cui non riesce a incidere. mai concretamente. Godardiano ma nell'accezione peggiore del termine: troppo spesso,
infatti, annoia e certi discorsi appaiono invecchiati (male) come tutta la pellicola.
Qualche buon momento e le scenografie a mitigare un film profondamente deludente.
Il film più programmaticamente nouvelle vague (e pop) di Bertolucci, al limite dell'esercizio di stile. Riuscito, quanto a quello, grazie a un notevole numero di trovate visive efficaci, e a uno scatenato Clementi. Puzzano d'accademismo invece le metafore, e i paradossi (il saggio sul teatro in un film dove il cinema è così esibito). Da vedere per i feticisti del c.s.c., una intera classe del quale è reclutata per interpretare gli allievi di Giacobbe.
MEMORABILE: Tutte le scene di Tina Aumont coi detersivi. L'ombra gigante
Al di là di alcune trovate prettamente tecnico-visive come l'illuminazione, la sempre magica Roma, la duplice interpretazione del protagonista e talune riprese di macchina, il film lascia il tempo che trova, rivelandosi ostico e inconcludente soprattutto nella prima parte. Il filo narrativo appare troppo frammentato e neppure sforzandomi e tenendo presente le qualità registiche di un maestro come Bertlucci riesco a dare la sufficienza a quest'opera. Sperimentale, celebrale, illusorio.
Il ritorno al lungometraggio dopo quattro anni di attesa segna per Bertolucci è il suo film più aderente a tre correnti di pensiero da lui frequentate: la Nouvelle Vague, la contestazione del '68, la psicanalisi di tendenza lacaniana. Alla base un solido testo letterario che però Bertolucci adatta con maestria seguendo la sensibilità del periodo. Molte situazioni sono davvero datate, ma il film ha una sua freschezza e una forte tensione, anche grazie al contrasto tra l'emaciato bravissimo Pierre Clementi e il classico Sergio Tofano, il papà del signor Bonaventura.
Nel finale Clémenti dice: "Non credo di aver capito molto bene". Figuriàmoci noi e i pochi che all'epoca lo viderlo in sala... Fin troppo facile parlare di cattivo godardismo e dei guasti del Sessantotto, ma è la verità. Tediosa metàfora del fatto che siamo sempre prima della rivoluzione, perché al momento buono le molotov non esplodono e i presunti rivoluzionari si defilano. Fortunatamente Bertolucci, dopo questo film, ne sfornerà tre di fila, uno più bello dell'altro. Nelle scene girate al C.S.C. si riconoscono Oppedisano con permanente bionda e Fanfoni con sorriso fanciullesco.
MEMORABILE: Sergio Tofano che imita il rumore dell'automobile. Espressioni e numeri. La culla che scende dalla scalinata...
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Assolutamente da recuperare (è fuori catalogo) l'edizione No Shame USA, con ottima copia, due lunghe interviste a Bertolucci e al montatore Perpignani, e un secondo disco col micidiale La sua giornata di gloria del direttore di Filmcritica Bruno (v. scheda)
Tra i molti allievi del centro sperimentale si notano anche due futuri registi, Salvatore Samperi e David Grieco, quest'ultimo partecipò non in quanto allievo ma come amico di Bertolucci.
Tra i molti allievi del centro sperimentale si notano anche due futuri registi, Salvatore Samperi e David Grieco, quest'ultimo partecipò non in quanto allievo ma come amico di Bertolucci.
Samperi, a sinistra: [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images59/sampoer.jpg[/img]
Oggi 9 ottobre 2023 a Hollywood Party il critico Piero Spila, biografo di Bertolucci, ha detto che Partner è l'unico film che Bertolucci ha rinnegato con il passare degli anni