Una sconosciuta forma di vita, esogena al Pianeta Terra, si rivela aggressiva e mortale per il genere umano: come ventose, le piccole creature volanti si attaccano al corpo delle vittime terrestri privandole di vita. Tutto ha inizio nel Colorado, paese che si mobilita interamente in strenua difesa contro un leader alieno cacciatore, capofila dell'orribile attacco. Lento e modesto fanta-horror diretto dall'esperto di pellicole low budget, Greydon Clark. L'alieno è interpretato da Kevin Peter Hall (poi presente anche in Predator) e buona parte degli attori ispirano, se non altro, tanta curiosità.
Nonostante il soggetto e la modalità di "caccia agli umani" dell'alieno (tramite disgustose ventose viventi lanciate a mo' di freesbee!) siano quantomeno bizzarri, il film del buon vecchio Clark mi è piaciuto parecchio. Si respira quell'aria da B-Movie anni '70/primi '80, con tutti i clichè del caso, ma anche con i pregi e i difetti (qualche tempo morto). L'alieno è abbastanza spaventoso, seppur si veda solo negli ultimi 20 minuti. Cast da urlo, con vecchie glorie del cinema di genere americano, SPFX di buon livello, ottima atmosfera. Cult!
Diciamo che con i tempi ci potremmo anche essere: 1979/1980. Una pellicola di horror fantastico con misteriose ciarelle volanti che si appiccicano alla pelle degli umani. Fino all'epifania dell'Alieno, negli ultimi 10 minuti del film: una manifestazione quasi comica, ma tuttavia divertente. Un film poco citato, non direi sottovalutato o da rivalutare, comunque da vedere per gli aficionados.
Pessimo film che a volte ingrana in alcune parti, ma che poi ricade nella noia più profonda. La colpa non è da attribuire agli attori o alla sceneggiatura, che tutto sommato è pure buona, ma ad una regia che più piatta e noiosa non si può. Anche se ampiamente premiato, non vale la pena neanche di dargli uno sguardo.
Violentemente catapultati nella fantascienza horror anni '80 dove i mostri sono delle patelle volanti capaci di secernere ketchup e salsa di senape ed emettere versi alla Zubat. La musica, forte e angosciante, è forse l'unico aspetto che potrebbe salvarsi in questo B-movie che assume involontariamente toni parodistici – anche perché oggi spaventarsi e ancor di più gustarsi il film è un'impresa: trama banale, con i soliti personaggi stereotipati (i ragazzi, il pazzo non creduto, il cattivo che cattivo non è, ecc.) e generalmente noioso.
MEMORABILE: Momenti negativamente memorabili: lo scout che cerca di accendersi una sigaretta (!) con due pietre (!!!).
Coinvolgente. Horror fantascientifico di una certa caratura. Caratterizzato da una tensione costante e una certa inquietudine di fondo, si fa apprezzare per tutta la sua durata. Suspense ai massimi livelli, bellissima ambientazione boschiva, idea di base molto originale. Parlando poi del cast, il godimento è al massimo: favolosi Palance cacciatore e Landau ex soldato pazzo, ma poi abbiamo anche il grandissimo Cameron Mitchell (anche se purtroppo sprecatissimo in un breve cameo) e Larry Storch; c'è pure un giovane Caruso, futura star di C.S.I. Ottimo.
MEMORABILE: Quando viene rivelata l'identità del cacciatore; Il rifugio nella baita abbandonata; I camei di Mitchell e Storch; Quando lei entra nella stanza.
Nell'idea di base un Predator ante litteram, ma qui il ritmo è molto più blando; così, a momento di discreta tensione, se ne alternano altri di noia indescrivibile. Non mancano sprazzi di ironia involontaria, soprattutto nei dialoghi, ma almeno tra l'interpretazione invasata di Landau e il sempre professionale Palance un motivo per dargli un occhio c'è. Non male il make up dell'alieno, anche se si vede pochissimo.
Fantascienza con qualche spicchio di horror/splatter per un prodotto che presenta le generali caratteristiche di quel tempo cinematografico. Ottimo l'ambiente rurale americano, farcito da personaggi particolari, ognuno un po' sospetto e forse con qualche rotella fuori posto. Trama minimalista, ma non è l'elemento principale per quello che si vuole alla fine ottenere. Ritmo a volte davvero molto lento, tipico della cinematografia 70s (e inizio 80s) che potrebbe annoiare lo spettatore assuefatto alla velocità del nuovo millennio. Per me, un buon film.
MEMORABILE: I dischi rotanti; Il comandante... anzi il sergente "Landau" e il suo "mistake" nel bar.
Fanta-horror che nel complesso non dispiace. In perfetto stile fine 70 inizo 80, si percepisce un clima sinistro già dalle prime sequenze. Molto curata l'ambientazione boschiva con annessa capannina solitaria. La storia scorre lentamente ma la tensione - per merito soprattutto di un pazzoide ex sergente del Vietnam (Landau) e di un cacciatore (Palance) - mantiene dritte le "antenne". Il mostro è quello che è, come la sua melmosa temibile arma! Dialoghi così così, alcune volte involontariamente divertenti.
Più che un film un cimitero degli elefanti: Mitchell appare e scompare, Palance e Landau sbraitano, purtroppo, sin quasi all'ultima goccia di tale brodaglia. Il regista mostra con somma avarizia la mercanzia aliena, lasciando parecchio campo alle avventure e ai singulti dei due ragazzotti protagonisti. Non si preoccupi, tuttavia, l'amante del genere: l'automobile che non parte quando si vorrebbe proprio partire, infatti, non manca; e fa la sua bella figura.
Vedibile fantapellicola, nonostante l'evidente assurdità delle pizzette rotanti dentate, anni 80 fino al midollo, che riesce persino ad avere un suo perché, pur non oltrepassando la generale mediocrità, data dagli zero mezzi e da una sceneggiatura a dir poco cartavelinica. Cmunque, grazie a una certa dose di autoironia e a facce da cinema come Landau e Palance, può ritagliarsi un piccolo spazio nell’oceano dei bmovie da non buttare. Nota di "merito" per la frase "Sapevo che eri alimentato ad acqua pesante" e per il "barrito" alieno (aguzzare l'udito, dura pochissimo, ma merita).
MEMORABILE: La fucilata del cacciatore, che sembra una cannonata (e manca pure il bersaglio); Mostro alieno vs tergicristallo; In barattolo; I corpi semisciolti.
Simpatico b-movie che pur mancando di originalità e di particolari guizzi, riesce però a divertire ed intrattenere piacevolmente lo spettatore. Il merito principale è quello di non prendersi sul serio: in caso contrario sarebbe risultato ridicolo. Gli ingredienti sono quelli tipici delle pellicole di una volta: l'invasione aliena, i ragazzini che scoprono il tutto, il veterano del vietnam fuori di testa. Tutto trito e ritrito, certo. Eppure funziona bene a patto di amare il genere ed accettare le, semplici, regole del gioco. "Notevoli" le presenze di Landau e Palance nel cast.
E’ più brutto l’alieno con il testone blu o l’irresistibile ventosa volante? Chi è più matto, il personaggio di Martin Landau o quello di Jack Palance? In questi due interrogativi risiede il sunto di questo rappezzato e zoppicante fantahorror, pieno sì di fesserie inenarrabili ma anche di ardore e sentimento, che trova la ragion d’essere nell’attesa dell’ennesima follia di sceneggiatura piuttosto che nell’esaltazione dei dogmi del genere. Sghignazzi e seccature, tanta economia, alla fine un moderato sollievo. Malandato.
Un terrificante extraterrestre fa strage di umani lanciando come frisbee esserini sanguisughe. Fanta-horror low-budget, diverte per la straripante fantasia, annoia per la messa in scena impacciata che a volte pare improvvisata volta per volta. La professionalità di Jack Palance e di Martin Landau (cosa si fa per il vile denaro!) fa risaltare l'inadeguatezza del resto del cast giovanile.
Inizia come Venerdì 13 in salsa fantascientifica, poi passa all'horror paranoico (quasi fosse una rilettura dell'episodio "Chi è il vero marziano" di Ai confini della realtà) e termina su territori "hunting" à la Predator (non a caso l'attore in costume da alieno è lo stesso Kevin Hall che apparirà nel film dell'87). Nel mezzo troviamo un mare di tedio cui solo l'ottimo cast di supporto (da Palance a Landau, da Mitchell a Neville Brand) riesce a conferire decoro. Gli attacchi mostruosi sono divertenti (con punte gore non disprezzabili), ma il complesso non raggiunge la sufficienza.
MEMORABILE: Il macho Mitchell punta un fucile contro il figlio smidollato ma poi ci ripensa; I frisbee alieni con tanto di boccuccia; L'alieno testone cacciatore.
Fantahorror ultra cheap (girato nel boschetto dietro casa, lungo un rigagnolo che dovrebbe essere un lago) in cui gli alieni uccidono con una specie di ventose dentate volanti che penetrano i corpi con un artiglio, rese in maniera anche accettabile. Nell'operazione sono coinvolte fior di vecchie glorie (Palance, Landau, Neville Brand) che sfornano una recitazione assai sopra le righe. Qualche discreta splatterata, piuttosto tedioso e lento; si salva un po' lo scontro finale con la "creatura" (interpretata dal futuro Predator). Troppo poco.
Piccolo horror che si aggrappa alle paranoie post Vietnam per inscenare un racconto su alieni e alienazioni, ben diretto ma purtroppo male sceneggiato. La regia di Clark e la fotografia di Cundey, però, conferiscono al mood di quest’opera quel fascino da “vecchio cinema” che i patiti e i nostalgici apprezzaranno. Non male gli effettacci gore, seppur grezzi, straripanti di sangue e liquami.
Il messaggio del film, disadorno, semplicista, ma proprio per questo funzionale, si concretizza nella lotta tra umani alienati e predatori alieni. Difatti, senza troppe ambizioni o urgenze autoriali, Greydon Clark si introduce nella provincia georgica con un leggero ma appassionato lessico d'antan, sempre pericolosamente sospeso tra il fascino visivo e l’ingenuità narrativa.
Tipico B-movie horror anni 80 perfetto per le afose notti estive. Gli alieni qui prendono di mira gli umani non per conquista, ma per sport (la caccia), in una pellicola che sembra voler attaccare in maniera velata la caccia appunto e anche le teorie complottiste. Risulta molto lento, a volte letale, ma si viene ripagati da alcune scene per niente male, nonostante sia tutto abbastanza prevedibile. Discreti i piccoli mostri volanti, mentre non il massimo l'alieno finale. Cast da definire quasi super con Palance, Landau e un giovanissimo Caruso.
MEMORABILE: I giochi di ombre nello chalet; Gli alieni volanti con le luci fluo.
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Film che amo molto.
Ha una bellissima atmosfera, un senso di pericolo costante presente per tutta la durata del film, un sottofondo di inquietudine costante.
Poi il cast è meraviglioso: Palance e Landau valgono da soli il biglietto, ma abbiamo tanti bei volti nel cast secondario: Mitchell, Storch, Brand che avrebbero meritato più tempo sullo schermo.
Tra l'altro oggi ho visto e appena un inserito un film del 1958: The brain eaters, che ricorda davvero molto nella forma degli "alieni" e il loro attaccarsi alle vittime, questo film, chissà che Horror non si sia ispirato al film del 1958.
Su youtube potete vederlo e confrontare gli alieni, sono molto simili !
Probabilmente il mio preferito di Clark, è uno di quei film folli che sfugge miracolosamente al ridicolo grazie ad un'atmosfera a tratti persino inquietante; inoltre il make-up dell'alieno (interpretato dal gigante Kevin Peter Hall, dai più conosciuto per l'altro alieno celebre Predator, film che sicuramente qualcosa ha preso dal cult di Clark) era ben fatto. La presenza di aficionados del regista come Palance, Brand, Landau nonchè di altre facce note non può che far sentire a suo agio il cultore dell'horror USA a cavallo tra '70 e '80. A chi vuole vederlo consiglio sempre la visione in double-bill (in stile drive-in) con Incontri Stellari, sempre di Clark e dello stesso anno, tanto che pare quasi girato back-to-back; è meno truce ma per certi versi ha alcune atmosfere simili.