Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Homesick 31/01/07 21:23 - 5737 commenti

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Anticonformista ed ornitologico, diretto con stile graffiante, disinvolto e ambientato in un clima di fiaba amara e grottesca. Qualche caduta di tono e un eccessivo patetismo qua e là, specialmente nella parte finale. Lattuada ha fatto ben di meglio.

B. Legnani 27/02/07 00:28 - 5532 commenti

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Quasi micidiale opera di Lattuada, che (purtroppo) qui non vuole descrivere la provincia, come invece avviene nel celebre Venga a prendere il caffé... da noi, ma ambienta nel contado lombardo un apologo ecologista di rara afflizione. La vicenda, già di per sè improbabile, assume risvolti grotteschi con l'arrivo della Di Lazzaro, dopo il quale il film si fa sì lentissimo (Davinotti dixit), ma pure si avvìa celermente verso la catastrofe.

Deepred89 4/08/07 14:10 - 3706 commenti

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Discreto film a metà strada tra erotico e commedia grottesca. Molto amaro e poco divertente, diretto e fotografato con grande classe e pieno di idee curiose. Peccato per l'eccessiva lentezza del primo tempo e per lo scarso equilibrio tra i due generi (commedia ed erotico appunto) affrontati. Bravo Pozzetto (anche se meno divertente del solito), splendida Dalila Di Lazzaro, brava Angelica Ippolito, ottimo (anche se interpreta una piccola parte) Gino Bramieri. Belle le musiche di Fred Bongusto.

Il Gobbo 2/05/08 17:48 - 3015 commenti

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Atroce mattonata di Lattuada, alle prese con un testo di Berto come lui in fase calantissima, e con la vena surreal-poetica di Pozzetto male intesa e mal sfruttata. Ne viene fuori un insopportabile miscuglio di vaniloqui ecologisti alla Celentano predicatore, e di commediola di provincia volgarotta ma senza graffiare. Pozzetto sprecato come qualche lieta apparizione del cast, la Di Lazzaro era tanta roba ma non funziona. Poco o nulla da salvare.

Renato 26/12/08 13:42 - 1648 commenti

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Un film irrisolto, con Pozzetto nei panni di un novello San Francesco (con tanto di esterni ad Assisi) che parla agli uccelli ma dirige anche un bottonificio. Per ridere non fa ridere, le sequenze erotiche sono parecchie (il film si beccò il divieto ai minori di 18 anni) ma poco significative nel contesto di un film del genere, e qualche scena (vedi quella con Bramieri) è semplicemente imbarazzante. Anche il finale è moscio, a conferma che questo di Lattuada è stato senz'altro uno scivolone.

Enricottta 3/09/09 14:09 - 506 commenti

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Film del genere "anguillesco" cioè che è scivoloso, difficile acchiapparne il significato. Lattuada fa il classico buco nell'acqua, non riesce a valorizzare gli attori; la lentezza poi è stucchevole. Si salva in nome della bellezza travolgente di Dalila Di Lazzaro.

Vstringer 1/11/09 16:40 - 349 commenti

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Commediola grottesca con tocchi di romanticismo, incentrata sul Pozzetto stralunato del periodo, con ampie aperture surreali che probabilmente rimangono le cose migliori del film, insieme alla bellezza accecante della Di Lazzaro: Lattuada sull'argomento aveva vista lunghissima, ma la sceneggiatura un po' andante di Berto gli impedisce di raccontare la provincia come aveva fatto altre volte. Opera trascurabile con poche cose da ricordare, c'è perfino un agghiacciante Bramieri in versione sadomaso.

Cotola 15/08/11 23:32 - 9043 commenti

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Apologo ecologista in cui Lattuada non rinuncia ad alcuni tratti tematici caratteristici del suo cinema come il ruolo fondamentale della donna (qui ambiguo poiché è sia crudele che “salvifico”) con annesso erotismo (fu addirittura vietato ai 18) e l’attaccamento alle cose materiali che inaridisce i rapporti interpersonali, fondati solo sull’interesse. Figlio del suo tempo, risulta perciò molto invecchiato e tuttavia non è certo un disastro. Pozzetto, a mio avviso, è in parte vista la comicità stralunata e surreale di cui, a tratti, è permeata la pellicola.

Galbo 8/12/12 15:59 - 12392 commenti

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Lascia un pò perplessi questo film di Lattuada: l'impressione è quella di una commedia ecologista che non ha retto alla prova del tempo, incerta tra toni farseschi e deriva sentimentale. La scarsa riuscita dell'opera va anche addebbitata a Pozzetto, attore spesso insulso che qui è particolarmente a disagio in un ruolo naif decisamente non nelle sue corde. Anche il ritmo latita. Noioso.

Herrkinski 13/11/14 21:31 - 8111 commenti

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Interessante commedia agrodolce di Lattuada perlopiù salvata da Pozzetto; l'attore, pur non al top della forma, offre una prova comunque di buon livello grazie alla sua proverbiale ironia surreale, tipica di questo periodo della sua filmografia. Niente male neanche il resto del cast, su tutti le due protagoniste Ippolito e Di Lazzaro. La trama è piuttosto stramba e a tratti soffre di qualche lungaggine, ma nel complesso può dirsi un'opera abbastanza riuscita, figlia di un periodo storico e di un cinema d'epoca italiano che oggi non c'è più.

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Schramm 11/02/15 17:12 - 3495 commenti

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Lattuada non si fa mancare alcun ismo: da quello legato alla più fanatica vis ecologica a quello anticapitalista del love peace yeah yeah, dalla propulsione antipsichiatrica al più dogmatico laudato sii per tutte le creature animali, passando per quel libero scambio carnale e quel panteismo preconizzante certa new age incarnato da una strabiliante Di Lazzaro che fa, cognomen amen, resuscitare i morti. Ce n’è insomma di che far inabissare in un oceanico brodo di giuggiole il più ecumenico Celentano, non fosse che il film trova una parallela raison d'etre nella propria stranezza narrativa.

Ramino 16/02/15 21:49 - 127 commenti

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Nonostante la notevole lentezza della storia, specie nella seconda parte con l'arrivo della bella Di Lazzaro, è comunque un prodotto che rispecchia in toto certi temi cari all'epoca della sua uscita (l'ecologia, i manicomi, la fabbrichetta di provincia). Grottesco nel suo insieme ma comunque da sottolineare la buona interpretazione di Pozzetto.
MEMORABILE: La scena sadomaso di Bramieri: "Pesta la bestia!"

Markus 12/01/15 14:11 - 3687 commenti

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Tratto da un romanzo di Giuseppe Berto, un sottovaluto film di Lattuada in cui le caratteristiche del protagonista si sposano appieno con il ruolo della vita di adulto immaturo di Pozzetto. Il regista, nelle maglie della non facile impresa di mettere in scena l’opera narrativa di derivazione (questo è il maggior limite della pellicola), gli unisce cinismo, feticismo (si beccherà un VM18) e, non ultima, una sommaria accusa sullo stato dei manicomi (allora si stava dibattendo la “Legge Basaglia”, che entrò in vigore nel '78). Culto personale.

Jurgen77 27/06/16 14:25 - 629 commenti

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Sottovalutata pellicola di Lattuada a sfondo ecologista. Interpretazione di Pozzetto a mio avviso altalentante, tra ottimi skatch e parti meno riuscite. Presenti anche attimi di erotismo più o meno velato. Bella la rappresentazione della nebbiosa provicia lombarda, a metà strada tra industrializzazione spietata e tradizione contadina. Non di facile appeal. Pozzetto, in ruoli "impegnati", vacilla un po'..

Paulaster 11/09/19 10:49 - 4419 commenti

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Fabbricante di provincia troverà l'amore in manicomio. Commedia che nella prima parte può contare sulla verve di Pozzetto per aprirsi poi a digressioni amorose in stile bucolico con la Di Lazzaro. Il tocco emotivo di Lattuada fa centro: chi viene sfruttato per i soldi riesce a vivere secondo i dettami della natura. Offre spunti di riflessione anche per il regime di segregazione a cui sono sottoposti i malati mentali. Piccolo contributo da Bramieri.
MEMORABILE: Il meccanismo; Le botte sadomaso; I richiami agli uccelli; La Di Lazzaro che si spoglia a tavola.

Oblomoff 10/03/20 22:43 - 43 commenti

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Fiaba ecologica tratta da un romanzo di Giuseppe Berto, che ha pure collaborato alla sceneggiatura. Pozzetto, perfettamente a suo agio nei panni di uno stralunato industriale piú dedito al sanfrancescano colloquio con gli uccelli che ai bilanci e alle strategie aziendali, si trova alle prese con la gretta venalità della moglie (una perfida Angelica Ippolito) e con la corruzione e la depravazione dei maggiorenti del paese. Debole il personaggio di Serafina, un po’ fata e un po’ hippy, interpretata da una Di Lazzaro all’apice del fascino.
MEMORABILE: Il primo rapporto sessuale di Augusto con Palmira; Il sindaco (un bravo Bramieri) amante del masochismo.

Victorvega 10/03/20 14:22 - 502 commenti

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Film con un ricco cast di interpreti in cui spicca Pozzetto, che porta la sua vena surreale in un film non propriamente comico ma con una vena poetica che, specialmente nella prima parte, emerge e costituisce l'aspetto più interessante del tutto. La storia ha una bell'inizio, si lascia gustare ma fa presagire un diverso sviluppo, almeno per quanto riguarda la qualità globale. Il film, proseguendo, si rende meno interessante e sopraggiunge un po' di noia. Nel complesso positivo.

Pessoa 24/04/22 17:07 - 2476 commenti

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Commedia a tinte noir di Lattuada cui la fondamentale presenza di Pozzetto aggiunge il tono grottesco che forse manca al romanzo di Berto. La trama piuttosto intrigante è valorizzata da una buona prova del notevole cast (una superlativa Ippolito e la Merlini su tutti), anche se la denuncia sociale rimane ai margini della vicenda e alcune realtà (la malattia mentale, la corruzione) sono banalizzate e poco credibili. Ottimo il cast tecnico, in cui spicca Bongusto autore di una ost sopraffina. Di grande impatto le curate location lombarde che da sole varrebbero la visione. Consigliato!
MEMORABILE: "Ma tu ce l'hai l'uccello?" "In che senso?".

Occhiandre 27/04/22 12:03 - 156 commenti

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Parabola ecologista-industriale sulla presunta impossibilità di vittoria e liberazione del proletariato. La procace krumira è troppo zelante e aziendalista e punta al jackpot: seduce prima il padrone della fabbrica (Pozzetto), lo sposa, ha un figlio con lui poi circuisce pure il ragioniere col benestare del fratello capo operaio. Infine intavola riunioni e accordi con vari esponenti delle istituzioni direttamente in camera da letto. Pozzetto in embargo da tanga è costretto all'autarchia. C'è anche Beruschi.
MEMORABILE: Il merlo indiano che fischietta "Avanti popolo"; Gino Bramieri versione sado-maso; Pozzetto: "Non parlarmi di plastica mentre sono in amore".

Matalo! 15/01/23 01:22 - 1378 commenti

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Lattuada e Berto e l'enpasse nel leggere i tempi. Il film trova la scappatoia del poeticismo irrazionale per narrare il conflitto capitale/umanesimo ma gli autori risultano qui maldestri e superati. Nonostante la bella fotografia e le buone musiche il favoleggiare stecca, un celentanesimo con regia competente. Pozzetto sembra una scelta perfetta e invece stona del tutto. Inoltre la fascinazione per la bellezza muliebre dell'autore xi sta come i cavoli a merenda. Il personaggio di Serafina, poi, è sviluppato malamente, nonostante la Di Lazzaro abbia il corpo giusto. Balengo.

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  • Homevideo Zender • 6/10/08 09:26
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    Il dvd uscito in edicola (Fabbri Editori) ha una durata di 1h35m38s

    Ultima modifica: 15/06/12 18:32 da Zender
  • Homevideo Trivex • 21/01/14 14:46
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    La versione tv (Iris) registrata ieri, dura poco più di 94 minuti.

    Al cinema fu VM18 se non sbaglio.
  • Curiosità Zender • 25/04/15 17:32
    Capo scrivano - 5 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: