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Titolo originale: Gycklarnas afton
Anno: 1953
Genere: drammatico (bianco e nero)
Regia: Ingmar Bergman
LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/01/09 DAL BENEMERITO RENATO
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Dopo un inizio in flashback quasi felliniano, assistiamo all'arrivo in città di un miserabile circo di saltimbanchi, umiliati dalla vita; il capo Albert e la sua donna Anna cercheranno in qualche modo di trovare una scappatoia alla loro situazione, ma quando il circo leverà le tende nulla sarà cambiato. Bergman si tiene ad una distanza siderale dal tipico fascino del circo rappresentato spesso al cinema, e racconta una storia di grande tristezza ed intensità.
MEMORABILE: La sequenza col montaggio del tendone ricorda molto quella -analoga- di Dumbo.
Un orso malato, un cavallo stanco, un clown triste, un nano idiota, costumi rattoppati, un tendone logoro: il circo di Albert è questo, è la sua vita girovaga, marginale rispetto a quella degli altri, degli "stabili", ma la sua vita è poesia, il resto è prosa. Bergman allestisce ogni scena come un numero circense, funambolico e fiammeggiante, racconta di una vampata d'amore destinata a spegnersi, perché il viaggio di Albert non può interrompersi, mentre la strada chiama. Melò picaresco, appassionato e fantasioso.
MEMORABILE: "Io ho pietà di tutti coloro che sono costretti a vivere"; il sogno del clown: tornare nel ventre materno.
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