I pugni di Rocco - Film (1972)

Ennesima sottoproduzione da due soldi che mi sono voluto sorbire per puro completismo; la storia di questo Rocco, una specie di Robin Hood tra i contadini pugliesi che sistema le questioni a suon di cazzotti (donde il titolo) non riesce mai a diventare interessante; troppe le ingenuità, le banalità di uno script indegno di tal nome. Comunque, tra una scazzottata ed uno zoom, il film arriva alla fine senza nemmeno annoiare troppo: ed è già qualcosa, in fondo.

Spiace impallinare questi film, opere modestissime donde traspare una gran voglia di far cinema. Vicenda mafiosa nell'àmbito degli allevatori salentini, condotta con piglio da western, spessissimo in modo grossolano, specialmente quando si cerca di dare tono maestoso-leoniano ai gesti dell'eroe epònimo. Il cast non regge più di tanto, ma la scarsità di tecnica e di mezzi avrebbe stroncato pure Tracy e la Hepburn. Ruoli insolitamente grandi per Di Bella, Torosh (l'unica ad avere più di due espressioni) e Galassi. La Valente è la ragazza al bar.

Un "unicum" per l'argomento trattato: il ribasso dei prezzi imposto con la forza agli allevatori di bestiame nel Salento. La figura di Rocco è valida, una persona tosta che risponde ad ogni provocazione e ha idee molto moderne per un ambito da Medio Evo. Come sempre, però, quando si scalza il vertice della piramide, si diventa pericolosi anche per le istituzioni... Ma la vera bomba è la Torosh. Da solita comparsa sgozzata o crivellata di colpi, qui è invece una delle protagoniste: se la cava bene ed è anche molto sexy...

Storia di prepotenze e vendetta in un arretrato Salento d'epoca, con budget poveristico e cast raffazzonato. Da un lato lo stile fotoromanzesco di sceneggiatura e regia, dall'altro l'efficacia grezza di facce e ambientazioni: la commistione di suggestioni retrò (dallo spaghetti-western al lacrima-movie) produce un effetto curioso, che nonstante i risvolti drammatici non convincano induce comunque a voler seguire il film fino alla fine. Per i cultori della Torosh poi, una chicca imperdibile.

Raro film che vede come attori principali Di Bella (Rocco), Livio Galassi (Giggi della Banda del gobbo) e sopratutto Rosita Torosh che qui anzichè fare la solita comparsata di due minuti è una C.S.C sfruttata in pieno in quanto attrice principale. La trama avvince e il film non annoia, anche se non mancano le solite ridicolaggini (vedi il finale, ma anche il rimbambito a suon di pugni non è male). Alla fine lo si può guardare senza fastidio né noia; merita un bel 2 pallini e mezzo.

Nell’ambientazione contadina si raccolgono scampoli di neorealismo utili per quello che avrebbe potuto essere un mini affresco di denuncia sociale; invece, l’estrema povertà dei mezzi e il dilettantismo imperante – palpabile in modo particolare in tutte le scene in cui “i pugni di Rocco” entrano in azione per riscuotere i crediti – frustrano ogni intento, abbandonando la vicenda al melodramma rusticano con qualche punta di erotismo (i comportamenti da dominatrix della Torosh) ed un epilogo noir. Originali ed azzeccati i titoli di testa e di coda, scolpiti nella pietra.