Il ritorno dei tre moschettieri - Film (1989)

Il ritorno dei tre moschettieri
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/01/09 DAL BENEMERITO GALBO
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Galbo 5/01/09 08:47 - 12380 commenti

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Tratto dal romanzo Vent'anni dopo di Alexandre Dumas, è il sequel di I tre moschettieri e Milady, sempre diretti da Lester. Vent'anni dopo le vicende dei primi film, i moschettieri si riuniscono per soccorrere la regina Anna minacciata dal cardinale Mazarino. Sebbene meno riuscito dei predecessori, Il ritorno dei tre moschettieri è una simpatica pellicola del genere cappa e spada. Il regista Lester padroneggia bene il racconto, e il film è godibile grazie anche all'ottimo cast impiegato.

124c 6/05/11 12:33 - 2914 commenti

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Seguito fuori tempo (e fuori fiato) de I tre moschettieri e di Milady (che negli anni '70 Richard Lester diresse con ironia e irriverenza) con tanto di cast principale invariato (e invecchiato). Sono sempre stato un fan del d'Artagnan biondo e col nasone di Micheal York, ma nemmeno lui riesce a compiere il miracolo di farmi apprezzare questo film (dedicato a Roy Kinnear, morto quell'anno), come i precedenti due. Io Vent'anni dopo di Dumas me lo ricordavo diverso. Philippe Noiret è, comunque, un simpatico cardinal Mazzarino. Due.
MEMORABILE: Kim Cattrall nel ruolo della figlia di Milady, che sembra lady Oscar con quei vestiti e la spada in mano.

Rambo90 4/12/11 23:32 - 7679 commenti

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Mi ha fatto piacere rivedere invecchiati i protagonisti dei primi due film di Lester, ma questo ultimo capitolo non ha il ritmo e la freschezza dei precedenti. Soprattutto la storia, dalla metà in poi, comincia a discostarsi dal libro (vent'anni dopo) e a diventare un po' confusa. Comunque c'è ancora qualche situazione simpatica e un discreto finale; inoltre il cast illustre dà una marcia in più al tutto. Vedibile.

Rigoletto 16/12/14 18:51 - 1785 commenti

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Qualche acciacco di troppo frena l'impeto dei moschettieri, ma il film cova in sé una bella sorpresa per la sua buona parte. Il tono è sempre il solito, canzonatorio, che ha fatto la fortuna dei primi due capitoli. Migliore in campo resta Reed, come al solito estremamentre viscerale e sanguigno. Fuori posto invece Noiret, che non sembra l'attore ideale per avere la credibilità giusta in quel ruolo (e ogni volta che appare io mi aspetto sempre che sbuchi fuori un Tognazzi da qualche parte). Il film è dedicato al bravo Roy Kinnear, scomparso da poco.
MEMORABILE: La faccia di Reed quando il figlio, offrendogli del tè, lo informa che non contiene alcol.

Il Dandi 22/04/19 12:07 - 1917 commenti

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Fedele al titolo del romanzo da cui è tratto ("Vent'anni dopo", del ciclo di Dumas) è un sequel inevitabilmente tardivo ma evitabilmente buffonesco. Vedere riconfermati nei propri ruoli gli attori originali invecchiati è interessante, come pure l'idea della reunion fallita (inizialmente solo Porthos è disponibile ad allearsi a D'Artagnan). Purtroppo il Mazarino di Noiret fa rimpiangere i tratti diabolici del Richelieu di Heston e alcune incongruenze sono imperdonabili (a partire dalla "resurrezione" del conte Rochefort). Deludente revival.
MEMORABILE: L'inserimento (apocrifo) di un cameo del personaggio coevo di Cyrano de Bergerac.

Nicola81 7/09/20 19:13 - 2840 commenti

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Il romanzo "Vent'anni dopo" di Dumas fornisce poco più che lo spunto iniziale a questo atto conclusivo della trilogia, che risulta inevitabilmente tardivo, narrativamente non sempre coeso, ma comunque simpatico e mai noioso. Nonostante di acqua sotto i ponti ne sia passata, i nostri eroi sono sempre in forma (Aramis però appare molto meno degli altri tre); semmai gli antagonisti hanno meno spessore, perché se Kim Cattrall come figlia di Milady è tutto sommato credibile, Lee ha poco risalto e il Mazzarino di Noiret non può in alcun modo competere con il Richelieu di Heston. Discreto.
MEMORABILE: La stanza con i trabocchetti; Il finale.

Tarabas 2/02/21 13:19 - 1878 commenti

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Terribile. Chi non ha letto il romanzo si farà dei suoi protagonisti un'idea ridicola, con il raffinato e ombroso Athos che diventa una specie di fesso crapulone, Mordaunt trasformato in una ragazza, Mazzarino e Anna di Francia in due vecchi perennemente in fregola. Potrebbe avere un altro titolo, tanto la provenienza dumasiana è irrilevante. Una farsa di quart'ordine in cui è difficile valutare aspetti tecnici, ci si può limitare a rilevare la presunzione degli sceneggiatori di ridurre il gigantesco lavoro del romanziere a un'ora e tre quarti di barzellette e duelli mal congegnati.

Daniela 27/05/21 16:34 - 12625 commenti

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Ispirandosi molto (troppo?) liberamente al romanzo centrale della trilogia di Dumas padre, Lester dirige il terzo e più debole capitolo delle avventure dei moschettieri con un'accentuazione dei toni farseschi che mal si accorda con quelli più malinconici della fonte letteraria, Il cast tra conferme e new entry è molto ricco,  il rimo è elevato e l'azione non manca ma le gag sono di grana grossa e il divertimento forzato per cui ancora una volta si finisce per rimpiangere l'eleganza e la leggerezza del film del 1948, pietra di paragone per chiunque metta in scena D' Artagnan e Soci.

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  • Curiosità Daniela • 27/05/21 14:55
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    L'INCIDENTE SUL SET E LE SUE CONSEGUENZE 
    Le riprese di questo film furono segnate da un evento tragico.
    L'attore inglese Roy Mitchell Kinnear, impegnato nei panni di Planchet, il servitore infido di D'Artagnan (Michael York), cadde da cavallo durante una scena girata a Toledo riportando la frattura del bacino e una emorragia interna. Ricoverato in un ospedale spagnolo, morì il giorno dopo per un attacco cardiaco. Aveva solo 54 anni.
    Uno dei figli di Kinnear ha intrapreso la stessa carriera del padre: Rory Kinnear, ovvero il primo ministro inglese la cui imbarazzante prestazione ha dato il via alla serie Black Mirror.

    La famiglia di Roy Kinnear fece causa alla produzione e al regista sostenendo che l'incidente era stato provocato dalla fretta e dall'incuria con cui erano state realizzate le riprese, vedendosi riconosciuto un indennizzo di 650.000 sterline.
    Provato dall'accaduto, Richard Lester decise di porre prematuramente fine alla sua carriera di regista, dirigendo in seguito solo un video musicale per l'amico Paul McCartney.

    Fonte qui (lingua inglese)